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Prove tecniche di inferno

Post n°250 pubblicato il 02 Luglio 2015 da carlopicone1960
 
Foto di carlopicone1960

Sarà pure che le centinaia di cantieri disseminati per la città, una volta conclusi i lavori, renderanno Avellino più bella, moderna e vivibile, ma quello che per ora, con difficoltà, s'intravede, non è in verità molto rassicurante.
Sarà pur vero che l'ipercriticismo non porta a niente, conducendo, anzi, ad un bieco disfattismo, chiuso ad ogni cambiamento, mentre un senso più civile di cittadinanza imporrebbe meno lamenti e maggior spirito di collaborazione; ma quello che gli abitanti del capolugo stanno vivendo, da qualche mese a questa parte, è più vicino all'inferno in terra che alla preparazione di un prossimo paradiso.
Passata attraverso tre sindaci, dall'idea di "città giardino", cara ad Antonio Di Nunno, ai lavori in corso permanenti di Galasso e Foti, quest'ultimo ancora più favorevole agli interventi edilizi a tutto cemento, tagliando via alberi e vegetazione, Avellino si appresta all'ennesimo mutamento epocale. Già in parte avviato.
Con una politica di investimenti low cost, tesi al massimo risparmio, come le gare di appalto aggiudicate al massimo ribasso, e l'utilizzo di fondi europei, il capoluogo dell'Irpinia è infatti piombato in un generale rifacimento di strade e servizi, affrontato all'insegna della più spregiudicata contemporaneità.
Interventi simultanei, a volte inutili e dispendiosi come l'apertura del famigerato sottopasso stretto e claustrofobico sotto piazza Libertà, compiuti spesso con scarsa qualità da operai di numero limitato chiamati a spostarsi da una "trincea" all'altra,  provocano continui problemi ai cittadini che risiedono nelle zone "rosse" oppure lì ci lavorano. Così può capitare che il tessuto fragile della città ogni tanto ceda, a causa di qualche frana. Buche vengono ricoperte in fretta, al pari dei nuovi marciapiedi montati a tempo di record. Poco importa se poi nessun collaudo viene effettuato, e nuvole di densa polvere, appena di alza il vento, vengono ad investire passanti e cose tutt'intorno. 
Sarà pure lo scotto che si è chiamati a pagare quando si fanno lavori impegnativi come quelli decisi dalla giunta Foti (amico dei costruttori), ma con l'avanzare del caldo africano che in questi giorni incombe anche sull'Irpinia, la sensazione che si prova è sempre di più quella di vivere delle autentiche prove tecniche di inferno.    

 
 
 
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