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E’ un corruttore

Post n°104 pubblicato il 06 Ottobre 2009 da pepagni

foto-cir-mondadori

“È da ritenere,  “incidenter tantum” e ai soli fini civilistici del presente giudizio, che Silvio Berlusconi sia corresponsabile della vicenda corruttiva per cui si procede. La corresponsabilità comporta, come logica conseguenza, la responsabilità della stessa Fininvest, questo “per il principio della responsabilità civile delle società di capitali per il fatto illecito del loro legale rappresentante o amministratore, commesso nell’attività gestoria della società medesima”.
Queste, in estrema sintesi, le motivazioni della sentenza su Fivinvest-Cir espresse oggi dai giudici di Milano.
Facciamo un balzo indietro. Il 13 luglio 2007, la II sezione penale della Cassazione ha reso definitiva la condanna ad un anno e sei mesi per Cesare Previti. La sentenza stabilisce in modo definitivo che la sentenza del 14 gennaio del 1991 con cui la Corte di appello di Roma (relatore ed estensore della sentenza il giudice Vittorio Metta, anche lui condannato) dava la maggioranza della Mondadori a Silvio Berlusconi era frutto di corruzione. La sentenza di appello del processo Mondadori a carico di Previti, confermata dalla Cassazione, dice esplicitamente che il Cavaliere aveva “la piena consapevolezza che la sentenza era stata oggetto di mercimonio”. Del resto, “la retribuzione del giudice corrotto è fatta nell’interesse e su incarico del corruttore”, cioè di Silvio Berlusconi. Il denaro adoperato per la corruzione proviene dal conto “All Iberian”, che, secondo i suoi stessi avvocati, era un conto personale di Berlusconi.
Due sentenze che ribadiscono un solo concetto. Allora, o davvero siamo in presenza di una congiura di magistrati comunisti, o Silvio Berlusconi è davvero un corruttore. Noi propendiamo per la seconda ipotesi.
Notizia dell’ultima ora. I capigruppo della Pdl, Cicchitto, Gasparri, Bocchino e Quagliariello, in una nota congiunta,  pronunciano testuali parole : “Gli attacchi che fuoriescano dai canoni dell’opposizioni democratica, dura ma rispettosa delle istituzioni, ci portano ad assicurare che, in Parlamento cosi’ come nel Paese, forti di un consenso chiaramente e piu’ volte espresso dagli italiani, il centrodestra proseguira’ nella politica del fare e del governare, che nessun disegno eversivo potra’ sconfiggere”.
Ebbene, a questi signori rispondiamo che i veri eversori al soldo di Berlusconi sono loro e che si dovrebbero vergognare. Urlare all’eversione per difendere in Parlamento gli interessi privati di Berlusconi è un atto gravissimo e senza precedenti. Questa maggioranza non ha ritegno e schiera il Parlamento come parte in causa per difendere gli affari del padrone. La sovranità popolare è un bene collettivo che non può essere usato indegnamente come foglia di fico dal centrodestra per difendere in una causa civile gli interessi patrimoniali del premier.
Vorremo che almeno stavolta, le alte cariche dello Stato, in particolare i presidenti delle Camere, sempre così solerti a stigmatizzare i toni dell’opposizione dell’Idv, intervenissero a difesa del Parlamento.

 
 
 
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