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CASSE DI ESPANSIONE

Post n°23 pubblicato il 28 Ottobre 2008 da FURLAN72

Casse espansione
Non c'è niente
da festeggiare
...

Riporto una lettera pubblicata dal Gazzettino inerente il problema delle casse di espansione. A volte l'ìarroganza e la presunzione dei politici non ha limiti. Vivono il loro quotidiano nella completa immobilità e poi sono pronti a rivendicare la paternità di qualsiasi iniziativa, dimenticando che il personalismo non giova affatto alla comunità!!!

Sulla questione delle casse di espansione, ritengo che sia venuto il momento di fare chiarezza. In primo luogo bisogna ricordare a tutti, amministratori, associazioni di categoria associazioni ambientaliste dell'ultima ora ecc., che gli unici, e dico unici, ad avere impugnato entro i termini di legge, con atti e non a parole, le delibere dell'Autorità di Bacino di Venezia, n. 1 (adozione piano stralcio per la messa in sicurezza del medio e basso corso del fiume Tagliamento vedi casse di espansione) e la delibera n. 2 (adozione vincoli di salvaguardia), siamo stati noi.

Tale azione iniziata nel 1997 ad opera della nostra associazione di agricoltori di Pinzano, Spilimbergo e non solo, e conclusasi come tutti san no nel 2008, è costata alle nostre tasche diverse decine di migliaia di euro, e anche diversi attacchi politici, critiche da parte di amministratori, politici e anche da alcune associazioni di categoria e ambientaliste.

L'azione da noi intrapresa è stata del tutto legittima, anzi doverosa, in quanto non metteva in discussione la realizzazione delle opere, ma chiedeva solamente il riconoscimento dei diritti legittimi degli associati, dei sudori di una vita, cioè le proprietà e le aziende interessate dalle opere di laminazione, riconoscimento che erroneamente non era stato fatto dal piano stralcio, né da altri documenti, e nemmeno da alcun soggetto pubblico.

Nessuno sino ad oggi ci ha difeso concretamente: negli anni abbiamo cercato di spiegare le nostre ragioni a tutti, sia politici che associazioni di categoria e ambientaliste, ma nessuno ci ha mai ascoltato concretamente, nè aiutato.

Capisco il Sindaco di Latisan a, e condivido le sue preoccupazioni; ma come lui difende gli interessi legittimi dei suoi cittadini, deve così capire che anche noi non siamo figli di nessuno, e non si tratta né di «ulteriori pretese di indennizzi, e né di una manciata di voti» come dichiarato dal suo vicesindaco, ma della difesa dei sudori e sacrifici sia fisici che economici di una intera vita di un gruppo di agricoltori, che san no quanto la terra sia bassa.

Le dichiarazioni del consigliere regionale Menis - che afferma «vince l'onestà intellettuale e prova un sentimento di commozione per la nostra vittoria» - stupiscono anche, e soprattutto, perché quando ricopriva la carica di sindaco a San Daniele del Friuli nel 1997, e proprio quando noi preoccupati avviavamo la causa dagli esiti che conoscete, egli approvava in consiglio comunale, un ordine del giorno contenente una relazione in cui si invitava la Regione Friuli «a dare sollecita attuazione alle opere di laminazione progettate per la salvaguardia dalle esondazioni del Fiume» Tagliamento (cioè casse di espansione).

Inoltre, sconcertano le affermazioni dello stesso Menis, che questa è «una vittoria di tutti, ed è il buon senso della gente e la lontananza dagli interessi particolari e dalle lobbies di settore, che hanno aiutato i rappresentanti politici, Sindaci, i comitati, le associazioni ambientaliste e i cittadini di questo territorio a raggiungere il comune obiettivo». Quale vittoria di tutti? Quale comune obiettivo? Cosa hanno fatto tutti gli attori citati da Menis? Mi pare che la questione si commenti da sé.

Ci indigna e amareggia la voglia di festeggiare e l'esultanza di gioia di questi soggetti convinti di aver ben operato, quando invece il merito del risultato va attribuito solo alla nostra Associazione. Vorrei ricordare ancora che diversi Sindaci - che ora pare siano contrari alle casse e si lamentano con continue dichiarazioni alla stampa, e minacciano continuamente azioni legali - che nel 1996, 1997, 1998 anni in cui si poteva bloccare il piano stralcio, non hanno fatto nulla per impugnarlo, anzi qualcuno ci ha pure criticato e attaccato per l'azione legale avviata dalla nostra associazione. Ora tutti vogliono salire sul carro dei vincenti, proponendo nuove soluzione e tavoli tecnici di confronto.

Si continua a fare disinformazione, come è stato in questi anni, perché nessuno ha mai letto, studiato e spiegato alla gente il piano stralcio (come invece noi abbiamo fatto), accorgendosi che qualcosa non andava bene, e nessuno ha indirizzato le azioni nel modo giusto, ma si è solo fatto politica a tutti i livelli e dunque il risultato ottenuto non è certo merito di costoro. Ma politica vuol dire anche e soprattutto, fare gli interessi dei propri cittadini. Non si capisce allora che politica abbiano fatto tutti i soggetti che ho citato, se ad oggi non hanno mai raggiunto un risultato concreto.

Questa è la vera onestà intellettuale e morale! Infine per concludere, vorrei invitare l'attuale giunta regionale a far sedere l'Associazione di cui sono presidente in modo permanente al tavolo tecnico prospettato; considerato l'esito della sentenza, siamo gli unici ad averne il pieno diritto. Questo per fare finalmente chiarezza sulla questione, onde evitare inutili e ulteriori incomprensioni e per valutare attentamente le fantasiose proposte di qualcuno, dato che ad oggi tutta la questione è già costata diversi milioni di euro di denaro pubblico, e non ha portato a nulla.

Non c'è niente da festeggiare come qualcuno sta facendo: forse è ora di comportarsi da persone serie e leali nei confronti dei cittadini che pagano le tasse anche per vedere tutelati i loro diritti.

Erminio Barna

presidente dell'Associazione agricoltori Medio Tagliamento PinzanoBastaal circo

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
laura il 29/03/10 alle 20:06 via WEB
le casse di espansione da fare sul tagliamento sono un vero e proprio disastro naturale. in primo luogo non ci sono abbastanza soldi per realizzare le tre casse sul progetto. prima che i lovori si concludano ci vogliono come minimo 10 anni. secondo me è solo un questione di soldi. ci sono anche delle propodte alternative ma nessuno le tiene in considerazione. all' università di Bologna un prof e i suoi studenti hanno progettato un sistema di chiuse da attuare a latisana che risolverebbe il problema. non si può rovinare una tale meraviglia della natura. i soldi e la politica potrabbe rovinare un ecosisteme meraviglioso. ma noi non lo permetteremo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
 
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