psicoALCHIMIE

la retorica della madre

A scuola ho imparato a memoria terribili poesie sulla mamma
angelo del focolare, martire sacrificale, unica detentrice del vero amore
e faccio una gran fatica a sovrapporre quell'immagine
alla mamma che sono, a quella che ho avuto, a quelle che vedo in giro
pur vivendo in una terra in cui la mamma è sempre la mamma
e se qualcuno la offende ti devi prendere a botte

la mamma contemporanea è come un chewingum,
se masticato conserva la sua corposità,
sottoposto a pressioni si assottiglia,
può essere tirato fino a rompersi e poi magari si ricompone,
si gonfia in una bellissima bolla talvolta e per breve durata

non ha vita facile ed ha poche idee chiare
molti sentimenti confusi e tantissimi venti da inseguire,
in guerra costante col senso di colpa
vorrebbe avere qualche vita in più per far bene tutte le cose che è chiamata a fare

partecipando

non riesco ad immaginare passaggi, evoluzioni, cambiamenti
stando alla finestra,
fermo restando che le finestre sono bellissime
ed a tratti molto utili

non posso immaginare nessuno scenario vitale
senza mettermi in mezzo
senza rischiare di rimetterci la faccia
senza scordarmi il risparmio

non conosco strade dove si viaggi esclusivamente da soli

sono diventata grande

è l'ultima volta che ho a che fare con un esame scolastico,
con i professori, i loro pareri e le valutazioni,
l'ultima preoccupazione targata scuola
(naturalmente non la mia, quella dell'ultima figlia)
quindi mi sono fatta grande, improrogabilmente

intanto la stessa emozione di tanti anni fa,
un po' sospesi tra cielo e terra, con sullo sfondo
il panorama sempre più vicino di un futuro altro che verrà
che sta lì sfumato ed intrigante ad attenderti
e intanto che scrivi il tema
guardi la finestra
e fuggi oltre

in bocca al lupo a tutti i nostri bellissimi sognatori

la specie speciale degli eletti

chi non vorrebbe appartenerci
chi non venderebbe la mamma pur di avere la certezza
di rientrare nella setta dei fortunati, dei primi, degli eccelsi

centinaia di anni fa ti vendevano il paradiso a un prezzo ragionevole
ora la promessa del paradiso sa di briciole
visto che l'acclamazione celeste la vorremmo in terra

e allora ci danniamo nel disperatissimo tentativo
di ottenere il plauso intercontinentale
salvo poi scoprire che la notorietà si paga al prezzo della solitudine

l'aspirazione alla specie speciale passi, sulle elezioni ci metterei un velo

flessibile

difficile immaginare di poterlo essere quando si è giovani,
che pure le ossa e le cartilagini ti consentono annodamenti in volo
ma il bisogno di farti spazio e di essere riconosciuti è talmente forte
che se non procedi a muso duro ti sembra che non ti veda nessuno

difficile immaginare di poterlo essere da vecchi,
che a essere vecchi si può diventarlo anche prima
che la carta d'identità te lo confermi,
e la paura di non poter affrontare il nuovo che verrà
te lo fa cestinare in blocco

la flessibilità è roba che viaggia con la maturità 
quando ormai qualche buona idea ce l'hai in testa,
ma hai scoperto da tempo che non sei infallibile
e che puoi permetterti il lusso di accettare
che qualcun altro le cose le capisca meglio di te