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« VIOLENZA SULLE DONNE. IN...RIGNANO. PEDOFILIA? »

TESTI E ... PRETESTI

Post n°596 pubblicato il 18 Febbraio 2008 da psicologiaforense
 

Il coraggio di parlarne.

L'INCESTO DELLA PIETAS ....

Rosanna Benzi, la donna che viveva rinchiusa in un polmone di acciaio, tra i suoi infiniti meriti ha anche quello di aver richiamato, con i suoi articoli, 
l’ attenzione della pubblica opinione  sul fenomeno dell’INCESTO PER PIETAS. Fenomeno, a quei tempi, del tutto   celato e sommerso dalla vergogna e dal pudore. 
Mi riferisco qui alla drammatica realtà   delle  madri di handicappati che pietosamente si concedono ai figli per appagarne i più elementari bisogni sessuali. Si tratta di giovani deformati dalla malattia o impossi­bilitati a muoversi, ai quali spesso è preclusa qualunque forma di socialità, e che seppure riescono a stabilire contatti umani con altri coetanei, si vedono però negare per il loro stato ogni possibilità di relazione affettiva e sessuale  con l' altro sesso.

Una condizione di dolore, frustrazione, rabbia, che induce  alcune madri a fare per i loro figli anche quest'ultimo sacrificio: sostituire la donna che nelle vite dei loro ragazzi non arriverà mai, diventare "amanti" per placare un grido di disperazione, uno straziato lamento del corpo che non si riesce più a lasciare inascoltato.

C' e anche chi ricorre alle prostitute; ci sono, infatti,  madri che – se hanno possibilità economiche-  si ingegnano a cercare  una donna che arrivi a placare l'angoscia di un figlio handicappato. Che, magari, dopo una lunga astinenza, si è lasciato andare a crisi di rabbia e disperazione incontenibili.

Sono realtà drammatiche, ben conosciute dai familiari degli handi­cappati più gravi e da tutti quelli, medici, psicologi, assistenti sociali,  volontari o religiosi, che questo mondo ancora separato dal nostro frequentano. Ma su  di esso resta steso un velo di pudica pietas. Né, spero, ci sia qualcuno così sprovveduto da voler  giudicare la scelta di queste madri, che quasi sempre restano com­pletamente sole a far fronte ai gravissimi disagi fisici e morali dei propri figli. Fino a diventare per loro l'unico punto di riferimento, la sola fonte di affetto e calore, l'universo intero.

Spesso, queste donne cominciano a dispensare carezze riparatrici quando i figli sono solo adolescenti: pensano di poter placare così le prime inquietudini del corpo. Poi, le urgenze si fanno incalzanti, au­mentano le esigenze e con loro la disperazione di chi sa che sarebbero respinte da qualunque essere umano. Tante madri, allora, per appagare quelle richieste destinare a restare senza risposta, si risolvono a questo sacrificio, fino a trasformarsi  in compagne di notti altrimenti insonni. Non c'è dato sapere quali siano in quei mo­menti i loro sentimenti: se di vergogna, di dolore e sgomento, o, soltanto, di tenera comprensione.
Comunque, non  sarò certo io a chiederne conto.

 

 
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