Creato da: psicologiaforense il 14/01/2006
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« TEMI TRASCURATI, MORIRE ...CHOC A VERONA, SPARATE A... »

IL CASO, IL CIRCO DEL LAVORO, MERITO? NO GRAZIE!, REQUISITI RICHIESTI: BELLISSIMA!, PADOVA, BANCHE, IMPIEGATE,

Post n°8021 pubblicato il 18 Settembre 2014 da psicologiaforense

Tutto ha inizio  il 20 agosto quando  un' impiegata di banca  si chiede sul suo profilo Fb:  «Ha un nome la PATOLOGIA di certi uomini che fanno i responsabili del personale e fanno colloqui solo a ragazzine di 19 anni con il fisico da modella e gli occhioni da cerbiatta»?

 "GLI UOMINI ASSUMONO LE RAGAZZE GIOVANISSIME E BELLISSIME", LICENZIATA!

Lamenta  pubblicamente e pubblica  su Facebook  che in  ambito lavorativo  le belle vengono preferite alle brave. Risultato? La banca per cui lavora la mette alla porta ritenendo diffamatoria la sua uscita. È successo a G.E., 33 anni, trevigiana, dipendente di un istituto di credito padovano.  Il tema, che ha tenuto banco negli anni del berlusconismo e che ora è stato rilanciato da Rosy Bindi a proposito delle ministre di Renzi, ha aperto immediatamente un acceso dibattito sul social. La discussione inizia il 20 agosto "basta essere molto giovani  e sexy per vedersi assicurato un posto in banca".  In un post di due giorni dopo, il 22 agosto, G.E.  rincara la dose: «Gli uomini sono fatti così: se sei bella per loro sei bravissima, hai valore e sei piena di meriti. Punto. E poi stiamo qui a parlare di donne e meritocrazia. Se le donne oggi fossero al mio posto a vedere e sentire quello che vedo/sento io forse aprirebbero gli occhi...». Carne al fuoco per alimentare ulteriormente la discussione in fb su inclinazioni maschili, attinenze femminili, sessismo e, appunto, merito. Parecchi i post favorevoli alla posizione di G.E., come quello di tale Chiara: «La metà dei datori di lavoro che ho avuto», scrive, «erano poco meritocratici e orientati solo ad assumere bellone senza cervello». Uno scambio vivace di opinioni, che tale doveva restare, almeno nelle intenzioni della bancaria. Ma che ha avuto invece esiti assai diversi e per lei un epilogo decisamente molto grave. Qualcuno tra i colleghi della donna ha infatti letto i due post e li ha segnalati ai vertici dell’istituto di credito. Uno dei quadri dell’istituto, il responsabile dell’Ufficio Organizzazione Personale, ha ritenuto che il messaggio riguardasse lui e in particolare il recente colloquio di lavoro avuto con una neodiplomata. La reazione è stata immediata e durissima: il 28 agosto è scattata nei confronti di G. E. la lettera di contestazione disciplinare e la sospensione dal lavoro di cinque giorni. La donna, convocata nell’ufficio del superiore, è stata poi accompagnata all’uscita. Un’umiliazione bruciante,  come spiega la diretta interessata attraverso il suo legale, l’avvocato Daniele Panico. «Il destinatario del pensiero postato su Fb», sottolinea la bancaria, «era una categoria di persone, non un singolo individuo. Nei commenti che seguono il post non si discute della patologia o dell’abuso di potere di un singolo individuo, ma di un’ipotetica condotta di un astratto modello di lavoratori in generale, non di una persona fisica determinata. Sotto accusa, semmai, vi sono le generali condotte di una categoria di persone, i dirigenti selezionatori, non di una singola specifica persona». Ma tant’è: alla fine la bancaria ha preferito chiudere la vicenda lasciando il suo posto di lavoro dopo aver transato.

 
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Commenti al Post:
monellaccio19
monellaccio19 il 18/09/14 alle 20:18 via WEB
Quando per lavoro ero solito andare in banca quasi ogni giorno, rimanevo sempre impressionato da un impiegato allo sportello: particolare nell'aspetto e nell'abbigliamento. Capelli scompigliati e folti, barba piuttosto lunga e incolta; l'abbigliamento poi, tutto un progarmma: un clown al lavoro vestiva meglio. Mi chiedevo come fosse possibile presentarsi al pubbblico in tal guisa? Ammetto, ero prevenuto, mi rifiutavo di accettarlo e pertanto, per me doveva essere rimosso. Una pregiudiziale assura ma incontenibile. Col tempo e con la frequentazione (capitavo spesso al suo sportello) ho imparato a consocerlo, a capire quanto fosse bravo, professionale e ad...apprezzarlo: misi da parte i pregiudizi ingiustifcati e mi sentii sollevato. Orbene, siamo alle solite: le vogliamo racchie e brave, oppure, belle e ciuchine? E perchè no, brave e belle? Ormai non si parla più di dilemma, ma di trilemma. Convinciamoci e cerchiamo di spazzare, sgombrare, il campo dai pregiudizi e nello stesso tempo solleviamo casi di etica profesionale: difendiamo la meritocrazia a tutti i costi!!! Ne gudagneremo tutti a parte gli occhi e il gusto se una racchiona è molto brava e professionale. Noi di queste persone abbiamo bisogno, andate a dirglielo a Berlusconi e compagni di merenda. Buona sera cara.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 18/09/14 alle 21:42 via WEB
Carissimo MON:-))) è perfettamente vero quello che argomenti e che hai vissuto personalmente. Inoltre, sulla meritocrazia, con me, sfondi una porta aperta. Felice notte!
(Rispondi)
 
StregaM0rgause
StregaM0rgause il 18/09/14 alle 20:29 via WEB
credo che dipenda molto dal tipo di lavoro: nel mio la bellezza conta ben poco; quando rischi e di molto legalmente se sbagli...sono richieste altre doti, al di fuori di tette , chiappe e un bel viso. Per altri lavori non so. La bellezza certo è un buon "passpartout" ma è appunto solo quello: poi... può essere nefasta, se non è supportata da buoni neuroni. E il discorso si fa lungo. Ciauuu, buona serata,e.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 18/09/14 alle 22:13 via WEB
Esattamente. Nello specifico dipende proprio dal tipo di lavoro. Se, ad esempio, mi serve una stenotipista che scriva 110 parole al minuto non c'è bellezza che tenga in assenza dei requisiti professionali richiesti.Bisogna vedere se a parità di titoli, di età e di competenze ottiene il posto la più bella.... Felice serata:-)
(Rispondi)
 
maraciccia
maraciccia il 18/09/14 alle 21:10 via WEB
Si...ha un nome.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 18/09/14 alle 21:45 via WEB
Tu sai di cosa parliamo! Essere belli e magri aiuta a trovare lavoro: per quanto spietata, questa affermazione è ormai sotto gli occhi di tutti e confermata da una serie di studi, di cui gli ultimi realizzati separatamente da ricercatori americani, tedeschi e GIAPPONESI. Giungono alle stesse conclusioni: corrispondere ai canoni della bellezza.... paga sempre sia per entrare nel mondo del lavoro sia per fare carriera
(Rispondi)
 
maraciccia
maraciccia il 18/09/14 alle 21:10 via WEB
il nome lo lascio alla libera scelta di tutte
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 18/09/14 alle 21:47 via WEB
eheheheheh non esiste questa patologia nel DSM V, quindi, per me, non c'è alcuna patologia. So cosa volevi dire e sono termini che in bocca ad una signora, laureata in legge e poeta stridono
(Rispondi)
 
villari1980
villari1980 il 18/09/14 alle 21:14 via WEB
SENZA TETTE NON C'E' PARADISO!
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 18/09/14 alle 22:09 via WEB
Immagino tu ti riferisca all'interessante libro di Gustavo Bolívar Moreno che invito tutti a leggere.
(Rispondi)
 
Zara1115
Zara1115 il 18/09/14 alle 21:20 via WEB
Ci sono dei posti di lavoro in cui la bellezza conta tantissimo. In primo luogo parlo di commesse, hostess, ragazze immagine, centraliniste in studi professionali, segretarie e impiegate in luoghi dove l'aspetto fisico dà un tono all'ambiente e costituisce un biglietto da visita importantissimo, per non parlare del mondo dello spettacolo, della pubblicità, ecc. Insomma dove (ufficio, banca, studio, ditta, sportello ecc..) la "bambolina" attira e fa effetto.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 18/09/14 alle 21:49 via WEB
Sì quasi tutti i lavori esecutivi e non a cui si accede senza un concorso serio...
(Rispondi)
 
Zara1115
Zara1115 il 18/09/14 alle 21:24 via WEB
Ci sono altri posti, anche di rilievo, a cui si accede tramite colloquio di selezione dove la ragazza bella, seduttiva, avvolgente, sexy, ecc... ha sicuramente più possibilità della bruttina, intelligentissima ma poco "rappresentativa".
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 18/09/14 alle 21:50 via WEB
Sessismo e mercificazione del corpo femminile prosperano più che mai. E forse è anche colpa di noi donne!
(Rispondi)
 
job1111
job1111 il 18/09/14 alle 21:28 via WEB
Io di lavoro me ne intendo. Uno dei più famosi e documentati è Beauty pays - «la bellezza paga» - di Daniel Hamermesh: l’economista dell’università del Texas dice che le brutte guadagnano il 12 per cento in meno delle belle, i brutti il 17 per cento in meno. E in totale, a fine carriera, i belli incassano 230mila dollari in più rispetto ai colleghi meno avvenenti. Anzi Hamermesh auspica che lo stato protegga i brutti dalla discriminazione,
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 18/09/14 alle 21:56 via WEB
E' vero. Lo dice anche una recentissima ricerca dell'università di Messina: per trovare lavoro essere attraenti aiuta moltissimo (...) i curricula con una bella foto sono avvantaggiati nell'ottenere un colloquio (...) La bellezza, comunque, aiuta (...) I dati sono particolarmente significativi quando si tratta di donne:le più belle hanno il 54% di riuscita, le “meno graziose” solamente il 7% di probabilità...
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mark_marchi
mark_marchi il 18/09/14 alle 21:31 via WEB
Bellezza e lavoro sono due termini che vanno spesso a braccetto, soprattutto negli stereotipi e nei pregiudizi di chi ha sempre creduto che un bel viso e un bel corpo fossero biglietti da visita perfetti per avere una vita lavorativa migliore. In tanti si sono prodigati per smentire questo collegamento, eppure a quanto pare la bellezza aiuta davvero la carriera. A riferirlo è uno studio dell’università di Austin in Texas, realizzato da Daniel S. Hamermesh, professore di economia ed esponente di Pulchronomics, specializzazione in Economia della Bellezza proprio da lui fondata. Sembra proprio che essere belli sia necessario, in un mondo del lavoro sempre più selettivo e ristretto, e la cosa non riguarda soltanto le donne, come pure molti potrebbero pensare.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 18/09/14 alle 22:00 via WEB
E' uno studio che cita anche, qui sopra, Job1111. Io penso che sia sufficiente guardarsi in giro per rendersi conto che la bellezza, ancora oggi, a volte è determinante.... e non parlo di chi vuol fare la modella ma di chi tenta la carriera nel mondo accademico, in quello della ricerca, ecc...
(Rispondi)
 
SEMPLICE.E.DOLCE
SEMPLICE.E.DOLCE il 18/09/14 alle 21:53 via WEB
buonasera, carissima Giuliana!!!^_^
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 18/09/14 alle 22:01 via WEB
Felice serata Amica mia:-)))
(Rispondi)
 
SEMPLICE.E.DOLCE
SEMPLICE.E.DOLCE il 18/09/14 alle 21:55 via WEB
e purtroppo è così ...nn c'è nulla da fare per trovare lavoro oltre che la laurea è indispensabile ma nn per tutte le attività anche essere belle e magre ..... e quelle cicciotte??? tutte a spasso????? direi di si:)) ...
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 18/09/14 alle 22:04 via WEB
Temo che tu non abbia tutti i torti almeno per quanto riguarda l'accesso al mondo del lavoro. E' chiaro, ad esempio, che tra due laureate in legge, specializzate, ecc... di cui una brutta e una molto avvenente quest'ultima abbia molte più probabilità di essere assunta dell'altra.
(Rispondi)
 
SEMPLICE.E.DOLCE
SEMPLICE.E.DOLCE il 18/09/14 alle 21:56 via WEB
una buona serata Giuliana ..... FAI bei sogni ....:))
ciao Lucy
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psicologiaforense
psicologiaforense il 18/09/14 alle 22:05 via WEB
Grazie, buon venerdì e un sereno, appagante fine settimana:-)))
(Rispondi)
 
diogene51
diogene51 il 18/09/14 alle 23:28 via WEB
Mah, si vede che in quella banca ragionano così...a onor del vero nella mia banca non pare che viga questa regola. Che poi il cliente preferirebbe una bella ragazza allo sportello è tutto da verificare: personalmente vorrei solo che fossero un poco più disponibili. Certo, in molti posti di lavoro si ragiona come riferisci; io credo che siano posti di lavoro dove si lavora poco e dove fare bene il lavoro non conta molto perché non mi figuro come un imprenditore possa preferire una bella oca ad una brava impiegata, io non lo farei... Mi dispiace solo che l'interessata abbia transato e non sia ricorsa in tribunale, perché secondo me le avrebbero dato ragione e allora si sarebbe rifatta dall'umiliazione. Certo, non tutti possono essere eroi....
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 18/09/14 alle 23:56 via WEB
Sì, è perfettamente vero, non tutti possono intraprendere il percorso dell'eroe, cioè quel viaggio, molto arduo, che consente alla persona di superare prove e confronti col mondo esterno per conquistare una nuova consapevolezza di sé... Questa è una giovane mamma di famiglia con due bambini piccoli. E con i tempi della giustizia italiana credo abbia fatto bene a transare. Aveva un ottimo avvocato dal nome onomatopeico: PANICO. Grazie per visita e commento.
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