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Post n°8654 pubblicato il 03 Luglio 2016 da psicologiaforense
GRIDI DI VITA
La tensione dell’essere umano oltre se stesso verso un infinito altro di cui egli avverte la nostalgia ha un riscontro esistenziale nella percezione che, in modi diversi, ciascuno di noi ha della propria fragilità e della propria miseria. Non si tratta solo dell’ansia di conoscere per vie diverse dalla pura razionalità scientifica ciò che il mistero della realtà e della vita nasconde ma di dare una risposta pratica al bisogno struggente di felicità che cova nel cuore di ognuno come un’invocazione. In psicoanalisi si afferma che “siamo stati tutti dei gridi perduti nella notte” e che “il luogo primario della umanizzazione della vita è quello del grido perché esso esprime l’esigenza della vita di entrare nell’ordine del senso, esprime la vita come appello rivolto all’altro”. Il grido cerca nella solitudine della notte una risposta nell’altro. E’ questo grido che esprime l’esigenza di salvezza. Non ci si salva da soli. E' nota la storiella del barone di Munchausen che pretendeva di essersi liberato una volta dalle sabbie mobili tirandosi per i capelli. Questo è impossibile. Una persona per salvarsi ha bisogno che un altro lo aiuti per questo tutta la sua vita è un grido silenzioso verso questo altro sconosciuto.
Commenti al Post:
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monellaccio19 il 03/07/16 alle 12:15 via WEB
Accade il contrario: alla luce di quanto stia accadendo nella storia di questo pianeta, ci attende la disgregazione, ci aspetta un periodo di oscurantismo che nulla ha che vedere con il passato. Siamo a gridare, ma ognuno per conto suo, ognuno grida per una ragione diversa e ognuno vorrebbe tirare acqua al proprio mulino. Prendiamo L'Europa, tende a frammentarsi, le spinte populiste sono grida ma non per accomunar popoli, ma per dividere. L'Austria rivoterà e nasce preoccupazione per la destra xenofoba dei muri, L'Inghilterra con la solita puzza sotto il naso, per motivi diversi, si isola credendo di bastare a se stessa, il Texas, notizia di ieri, pare che stia studiando il modo per staccarsi dalla confederazione americana. Insomma, questi gridano e tendono all'isolamento mentre a Dacca si muore perché non solo non sanno citare a memoria il Corano, ma anche chi lo ha citato, una mussulmana, è stata sgozzata perché comunque infedele: vestiva con jeans e maglietta. Pertanto mia cara, condividendo il tuo post, come possiamo relazionarci con questi movimenti che ormai sono sempre più insistenti? Abbiamo tutti bisogno di farci aiutare e l'occidente deve convincersi che non è sgretolandosi che si risolvono i gravi problemi dell'Africa dove vaste zone sono povere e indigenti. Pare che tutti abbiano dimenticato che si fanno le guerre anche ed essenzialmente, per fame e povertà. Siamo troppo grassi per loro che mangiano una volta sola e male, siamo troppo pieni di benessere ed opulenti per loro che se hanno risorse ci pensano i finanzieri ad affamarli colonizzando i loro paesi. Gridiamo pure a squarciagola ma gridiamo tutti e cerchiamo di ascoltare anche le grida più lontane, sono queste quelle più bisognose di aiuto.
Serena domenica.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 03/07/16 alle 13:20 via WEB
Tu carissimo CARLO sei la dimostrazione probante della verità del detto: " Diventa una persona di conoscenza, non una persona di sapere; allora vivrai in modo intelligente" .
(Rispondi)
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psicologiaforense il 03/07/16 alle 13:21 via WEB
Grazie, CARLO, per questo bellissimo commento a cui cercherò di rispondere con un episodio di cronaca di molti anni fa ma che, sono certa, tu ricorderai con grande lucidità
(Rispondi)
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marcella.988 il 03/07/16 alle 14:10 via WEB
Innanzitutto che noi siamo gridi nella notte è un’immagine che mi fa venire i brividi come quando improvvisamente ti è chiara la soluzione di un problema a cui pensavi da tempo.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 03/07/16 alle 14:42 via WEB
Grazie. E' solo una piccola riflessione in una domenica di luglio...
(Rispondi)
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karin20 il 03/07/16 alle 14:25 via WEB
Ho letto in Caciocco J.T. : " Essere soli è diverso dallo stare da soli o dal sentirsi soli. Il dolore cronico della solitudine è una ferita lacerante che può alterare il nostro equilibrio fisiologico. È un giogo che trasforma il bisogno insoddisfatto dell'altro in sensazioni, pensieri e comportamenti ostili. La solitudine non è una sensazione ineffabile, è qualcosa di ben radicato nella nostra biologia, che coinvolge il corpo in maniera totale, dalla circolazione del sangue alla trasmissione degli impulsi nervosi".
(Rispondi)
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psicologiaforense il 03/07/16 alle 14:32 via WEB
L'amore e l'amicizia sono necessari all'uomo come l'aria che respira. Un individuo che scelga la solitudine crede di aver avuto un'intuizione geniale e invece è caduto nel più grossolano degli errori. Non è fuggendo dalla vita che la si conquista. Non aspettiamoci che siano gli altri a offrirci su un piatto d'argento i sentimenti che vorremmo ricevere con una presunzione che è di chiara derivazione infantile. Non siamo più così adorabili come lo eravamo da bambini per la nostra mamma. Diventati adulti, dobbiamo saper giocare tra i sentimenti altrui, scegliere, indovinare, riconoscere, vedere, senza lasciarci accecare da pregiudizi che ingiustamente ci porterebbero a escludere dal giro delle nostre amicizie persone che invece meriterebbero stima.
(Rispondi)
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MATTEO CAMILLI il 03/07/16 alle 15:09 via WEB
L'altro come la propria metà che abbiamo perso. Un tempo gli uomini erano esseri perfetti, non mancavano di nulla e non v'era la distinzione tra uomini e donne. Ma Zeus, invidioso di tale perfezione, li spaccò in due: da allora ognuno di noi è in perenne ricerca della propria metà, trovando la quale torna all'antica perfezione.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 03/07/16 alle 16:47 via WEB
« Finalmente Zeus ebbe un'idea e disse: "Credo di aver trovato il modo perché gli uomini possano continuare ad esistere rinunciando però, una volta diventati più deboli, alle loro insolenze. Adesso li taglierò in due uno per uno, e così si indeboliranno e nel contempo, raddoppiando il loro numero, diventeranno più utili a noi. »
(Platone, Simposio, 190c-d, trad. it. Franco Ferrari)
(Rispondi)
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psicologiaforense il 03/07/16 alle 16:51 via WEB
.... così gli uomini furono divisi e s'indebolirono. E da quel momento sono alla ricerca della loro antica unità e della perduta forza che possono ritrovare soltanto unendosi sessualmente. Però questa ricerca li portava alla morte. Zeus allora, per evitare che gli uomini si estinguessero mandò nel mondo EROS affinché, attraverso il ricongiungimento fisico, essi possano ricostruire “fittiziamente” l'unità perduta, così da provare piacere (e riprodursi) e potersi poi dedicare alle altre incombenze cui devono attendere.
« Dunque al desiderio e alla ricerca dell'intero si dà nome amore »
(Platone, Simposio, 192e-193a, trad. it. Franco Ferrari)
Siccome i sessi erano tre, due sono oggi le tipologie d'amore: il rapporto omosessuale (se i due partner facevano parte in principio di un essere umano completamente maschile o completamente femminile) e il rapporto eterosessuale (se i due facevano parte di un essere androgino).
La caratteristica interessante del discorso di Aristofane risiede nel fatto che la relazione erotica fra due esseri umani non è messa in atto per giungere a un fine quale potrebbe essere la procreazione, ma ha valore per se stessa, prescindendo così dalle conseguenze.
(Rispondi)
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ester.mi00 il 03/07/16 alle 15:32 via WEB
Il senso di sé, l’incontro con l’altro e l’accettazione del limite. Un bel problema.
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psicologiaforense il 03/07/16 alle 17:35 via WEB
Sì, e mi sembra che tu abbia colto il "nocciolo duro" della questione.
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maraciccia il 04/07/16 alle 00:35 via WEB
Si...è un bel post..*___*..ed è già lunedì..
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maraciccia il 04/07/16 alle 00:37 via WEB
trovare la metà giusta e mantenerla in una unità per la vita, che miracolo!
(Rispondi)
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maraciccia il 04/07/16 alle 00:41 via WEB
Bella la foto..ne ho fatta una simile..*__*..
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