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« QUANDO L'ORCO E' LEIABUSAVA DEL  FIGLIO PER ... »

FIGLI MIEI, FIGLI TUOI..FIGLI DI NESSUNO

Post n°164 pubblicato il 17 Marzo 2007 da psicologiaforense
 

Figli e basta. Non più legittimi o naturali, non più distinzioni a livello ereditario tra i primi e i secondi. I figli sono figli, che nascano all’interno del matrimonio oppure da una convivenza. Una verità sacrosanta che ieri ha messo d’accordo tutte le anime dell’attuale governo.
Il Consiglio dei ministri, infatti, ha approvato un disegno di legge delega presentato dal ministro delle politiche per la Famiglia, Rosy Bindi, che elimina alcuni retaggi del passato a proposito della prole, contenuti nel codice civile e non cancellati dalla riforma del diritto di famiglia ormai approvata nel 1975. Le differenze sono piccole ma a volte sostanziali, a proposito, per esempio, dell’asse ereditario, del grado di parentela con zii e nonni.
Poi c’è il discorso lessicale che ha il suo peso. Il ministro Bindi ha sottolineato la necessità di equiparare la terminologia per non far sentire il figlio naturale un figlio di serie B. «Finora esiste solo un rapporto di filiazione tra figlio naturale e genitore che lo ha riconosciuto», spiega il ministro. Con le modifiche previste dalla delega, invece, il figlio dal momento del riconoscimento acquisirà nonni, zii, fratelli, cugini, con tutto ciò che ne deriva in termini affettivi ma anche patrimoniali. I minori nati fuori dal matrimonio entreranno, infatti, a pieno diritto nell'asse ereditario o essere affidati ai nonni in caso di morte dei genitori. «Attualmente, ha ricordato il ministro, l'incidenza dei bambini nati al di fuori del vincolo coniugale è intorno al 15%, cioè circa 80mila nati all'anno, quasi il doppio rispetto a 10 anni fa, quando questo valore era pari all'8 per cento. Esisterà dunque un unico stato di figlio basato su due aspetti: verità biologica e assunzione delle responsabilità rispetto al minore».
Sulla tutela patrimoniale e giuridica della prole sono tutti d’accordo. Compreso il centro destra che ha già annunciato l’appoggio del ddl nell’iter parlamentare.

 
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Ricevuto in data 20/03/07 @ 00:32
 17-03-2007 - 05:34 FIGLI MIEI, FIGLI TUOI..FIGLI DI NESSUNO  da: psicologiaforense   POST E COMM... (continua)
 
Commenti al Post:
inerverland
inerverland il 17/03/07 alle 09:24 via WEB
Accipicchia hai colpito nel segno...mi spiego intanto sei mitica...va bene poi ti descrivo non senza una certa riluttanza proprio al problema in sè che mi ha lasciata scioccata, comunque il fatto: una mia collega entra in coma (tra l'altro prima di Natale) e viene dichiarata dopo i vari esami del caso (cerco di essere fredda..) morta celebralmente ma non del tutto. Continuo a fatica il racconto per arrivare a dirti che avendo una bambina di nove anni (!!) fuori dal matrimonio con un essere (uomo lo dice solo la natura) che prima alla nascita della piccola l'ha riconosciuta ed ora vista la situazione "complessa" ha sottoscritto il disconoscimento di paternità (passami il termine errato sono agitata) . Ora è mai possibile che la legge italiana permetta questo? Sono scioccata oltretutto purtroppo devo relazionarmi con questo individuo ogni giorno e vorrei ...niente io non posso fare niente..capisci che dramma... Scusa lo sfogo ma non ci capisco più niente..la piccola è ora in collegio e può essere adottata ? Ma dov'è la giustizia nessuno può e vuole occuparsi di lei . Io sono single - divorziata e accidenti sempre alle leggi anche anziana ........Mer......
(Rispondi)
 
 
arza1
arza1 il 17/03/07 alle 17:39 via WEB
BELLO INEVERLAND . UNa testimonianza diretta e preziosissima. Brava!
(Rispondi)
 
inerverland
inerverland il 17/03/07 alle 09:26 via WEB
Mi sono dimenticata rileggendo dopo che ovviamente i genitori della piccola si erano separati e non andavano più d'accordo . Ma la piccola cosa c'entra? E cosa vuol dire che non avrà nemmeno un briciolo di eredità..?
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 17/03/07 alle 17:41 via WEB
GRAZIE INERVELAND. E' stato approvato il disegno di legge sulla filiazione proposto dal Ministro Rosy Bindi. In tre articoli vengono eliminate le distinzioni tra figlio naturale e figlio legittimo. Da oggi i figli naturali e i figli legittimi godranno degli stessi diritti: il ddl presentato dal Ministro Rosy Bindi è stato infatti approvato dal consiglio dei ministri. Con tre articoli si cancellerà ogni traccia di distinzione tra le due prole sia nella sfera patrimoniale, sia nella sfera affettiva che in quella dei diritti. I bambini che nascevano fuori dal patrimonio non avevano una famiglia: oggi invece avranno nonni, zii, cugini e parenti vari. Con tutto quello che ne deriva anche nella sfera patrimoniale del nascituro Anche il figlio nato fuori dal matrimonio, in pratica, avrà diritto alle sue quote di successione. Altro punto importante è quello relativo alla potestà: "viene intesa nel senso di una assunzione di responsabilita' educativa dei genitori nei confronti dei figli''. Il diritto all'ascolto e alla formazione educativa genitoriale durante le fasi di apprendimento e di crescita. Insomma un provvedimento che riavvicina l'Italia all'orientamento generale dell'Ue, già da tempo impegnata nella parificazione dei diritti dei figli.
(Rispondi)
 
Sally79g
Sally79g il 17/03/07 alle 10:28 via WEB
...sembra assurdo che debba ancora essere fatta una legge simile, ...dovrebbe essere 'naturale', nel senso di 'ovvio' crescere i proprio figli... e dargli tutta una famiglia all'atto del ricinoscimento... speriamo bene, speriamo che non si perdfano i chiacchere anche su un argomento su cui sembrano tutti d'accordo!
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 17/03/07 alle 17:43 via WEB
HAI RAGIONE SALLY79g, stranamente non si sono persi in chiacchere, sono stati tutti d'accordo! A PRESTISSIMO, CIAO!!!
(Rispondi)
 
thebonnie
thebonnie il 17/03/07 alle 11:59 via WEB
ogni tanto qualcuno è in grado di pensare...
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 17/03/07 alle 17:45 via WEB
CARA THEBONNIE è una riforma A COSTO ZERO. Sono stati costretti a farla un po' per "bilanciare " i malumori dei D I C O , un po' perchè gli altri stati europei avevano provveduto da tempo a "parificare" i figli. BUONISSIMO FINE SETTIMANA.
(Rispondi)
 
 
 
stella112
stella112 il 19/03/07 alle 15:15 via WEB
E io che speravo avessero fatto qualcosa a causa del buon senso (^_^)... poveri noi....
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ExUniversale65
ExUniversale65 il 17/03/07 alle 19:22 via WEB
Buona Serata Ciao
(Rispondi)
 
igina85
igina85 il 17/03/07 alle 19:57 via WEB
POST UNICO , ORIGINALE EBN MORTALMENTE ATTUALE, VISTA LA FESTA DEL PAPA', EHHEHEGEHEGHNELLA REALTA' OGGETTIVA. Il disegno di legge Bindi che equipara di fatto i figli legittimi a quelli nati al di fuori del matrimonio, per l'ex ministro del Welfare, Roberto Maroni, altro non sarebbe se non "una risposta debole alla vicenda dei Dico''. A margine della prima assemblea delle donne della Lega Nord, Maroni ha sottolineato come questo ''sia un governo delle contraddizioni. Non so quanto durera' - ha detto - ma so che sara' ricordato per avere fatto tutto e il contrario di tutto. Si approvano i Dico - ha sottolineato Maroni - e ci si vergogna, se un esponente del governo va, come sarebbe andato, a dare un'occhiata ai trans''. ''Questo - ha aggiunto - e' un governo che cancella la famiglia introducendo quelle di serie B e i Dico, e prende poi provvedimenti ininfluenti come quelli della Bindi, perche', di fatto, i figli naturali sono gia' equiparati a quelli legittimi da decenni. Tutto fumo, insomma, che viene presentato per attenuare l'intervento che il governo ha fatto sulla famiglia, di una forte penalizzazione, soprattutto dal punto di vista fiscale''.
(Rispondi)
 
summainiuria
summainiuria il 17/03/07 alle 20:05 via WEB
Il disegno di legge Bindi che equipara di fatto i figli legittimi a quelli nati al di fuori del matrimonio, per l'ex ministro del Welfare, Roberto Maroni, altro non sarebbe se non "una risposta debole alla vicenda dei Dico''. A margine della prima assemblea delle donne della Lega Nord, Maroni ha sottolineato come questo ''sia un governo delle contraddizioni. Non so quanto durera' - ha detto - ma so che sara' ricordato per avere fatto tutto e il contrario di tutto. Si approvano i Dico - ha sottolineato Maroni - e ci si vergogna, se un esponente del governo va, come sarebbe andato, a dare un'occhiata ai trans''. ''Questo - ha aggiunto - e' un governo che cancella la famiglia introducendo quelle di serie B e i Dico, e prende poi provvedimenti ininfluenti come quelli della Bindi, perche', di fatto, i figli naturali sono gia' equiparati a quelli legittimi da decenni. Tutto fumo, insomma, che viene presentato per attenuare l'intervento che il governo ha fatto sulla famiglia, di una forte penalizzazione, soprattutto dal punto di vista fiscale''.
(Rispondi)
 
nonsonullamaimparo
nonsonullamaimparo il 17/03/07 alle 20:19 via WEB
OFFRO UN MIO CONTRIBUTO: Il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi alle ore 10,30 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, Romano Prodi. Segretario, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Enrico Letta. In apertura di lavori il Presidente del Consiglio ha ricordato che oggi ricorre il 29° anniversario della strage di via Fani, in cui morirono cinque uomini della scorta di Aldo Moro. Il Presidente Prodi ha poi comunicato al Consiglio di aver firmato il Dpcm di nomina dell’on. Silvio Sircana a portavoce unico dell’Esecutivo. Il Consiglio ha preso atto della proposta del Ministro dell’interno, Giuliano Amato, circa lo svolgimento delle prossime elezioni amministrative nei giorni 27 e 28 maggio 2007. Sono stati quindi esaminati e approvati i seguenti provvedimenti: su proposta del Ministro dei trasporti, Alessandro Bianchi, e del Ministro dell’interno, Amato: - un disegno di legge in materia di sicurezza stradale, che integra le disposizioni del Codice della strada vigente al fine di contrastare e sanzionare comportamenti che possano nuocere alla sicurezza collettiva sulla strada. Fortemente aggravate le sanzioni per chi supera i limiti di velocità e per chi fa uso di apparecchiature radiotrasmittenti durante la guida (prevista in questo caso anche la sospensione della patente), revoca della patente per chi inverte il senso di marcia (o superi lo spartitraffico ovvero percorra la carreggiata in senso opposto a quello previsto) in autostrada o sulle strade extraurbane principali; inasprita la decurtazione dei punti per chi non dia precedenza ai pedoni, aumentata l’entità delle pene pecuniarie e di detenzione per chi guida in stato di ebbrezza. Se il tasso di alcool presente nel sangue venga accertato in quantità superiore a 1.5 grammi per litro si potrà procedere al sequestro del veicolo (che verrà confiscato ove il giudice emetta sentenza di condanna). Si procederà alla revisione della patente di guida qualora il conducente sia stato coinvolto in un incidente con sospensione della patente per almeno due mesi. Queste misure, fra le altre previste, mirano a intervenire su uno dei fattori di rischio, quello del comportamento umano, ormai accertato quale più frequente minaccia alla sicurezza sulla strada; si tratta di un primo intervento di una complessa manovra di inasprimento e di prevenzione di incidenti preannunciata dal Ministro anche a seguito dell’allarme sociale provocato dalla recrudescenza delle cosiddette “stragi del sabato sera”; su proposta del Ministro delle politiche per la famiglia, Rosy Bindi, del Ministro della giustizia, Clemente Mastella, e del Ministro per i diritti e le pari opportunità, Barbara Pollastrini: - un disegno di legge che conferisce al Governo la delega a eliminare dall’ordinamento ogni residua discriminazione in materia di filiazione, in coerenza con una tendenza ormai recepita dai più avanzati ordinamenti civili europei e con Accordi internazionali quali la Convenzione di New York su diritti del fanciullo (1989), la Convenzione europea sulla salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, la Convenzione europea di Strasburgo (1996) nonché con i Regolamenti comunitari in materia. Il disegno di legge interviene sul codice civile, e norme connesse, con un intento di sostanziale equiparazione dei figli “legittimi” con quelli fino ad oggi definiti “naturali”; tali definizioni verranno peraltro espunte dall’ordinamento in coerenza con quanto previsto dall’articolo 30 della Costituzione che impone doveri e responsabilità nei confronti dei figli nati fuori dal matrimonio e una tutela giuridica e sociale compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima. Il provvedimento interviene tra l’altro su aspetti delicati e importanti quali: la riforma dell’istituto della parentela, con l’intento di far cadere ogni tendenza a non ritenere esistente il legame di parentela tra figlio riconosciuto nato fuori dal matrimonio e parenti del genitore; l’abrogazione dell’istituto della legittimazione (per susseguente matrimonio o per provvedimento del giudice), che diventa inutile alla luce della logica dell’intero provvedimento; l’odiosa discriminazione nei riguardi di figli incestuosi la cui posizione giuridica non può essere condizionata dalla buona o mala fede dei genitori; su proposta del Ministro della giustizia, Mastella: - un disegno di legge che mira a ridurre la durata dei processi civili, nel rispetto del principio costituzionale della ragionevole durata del processo, in funzione del rafforzamento della centralità del processo di primo grado, depurato dai meccanismi che ne ostacolano il contenimento della durata. Queste le linee direttrici dell’intervento normativo: valorizzazione del principio di lealtà processuale, della conciliazione giudiziale e del ruolo conciliativo del giudice; razionalizzazione ed accelerazione dei tempi del processo (concentrazione delle udienze, riduzione dei termini per il compimento degli atti, calendario del processo); attenuazione della rigidità del sistema delle decadenze e delle preclusioni, a garanzia dell’effettività del contraddittorio; alleggerimento del peso delle questioni di competenza; previsione dell’indicazione specifica dei motivi d’appello; introduzione di un modello generale di procedimento sommario non cautelare; semplificazione del regime delle nullità processuali; su proposta del Presidente del Consiglio, Prodi, del Ministro dell’economia e delle finanze, Tommaso Padoa-Schioppa, e del Ministro della salute, Livia Turco: - un decreto-legge, sul quale verrà anche sentita la Conferenza Stato-Regioni, che autorizza lo Stato a concorrere al ripiano selettivo di disavanzi nella spesa sanitaria emersi in talune Regioni, al fine di poter conseguire gli obiettivi di finanza pubblica previsti nel settore. Il provvedimento autorizza la spesa di 3000 milioni di euro per il 2007, finalizzati al parziale ripiano dei disavanzi del Servizio sanitario nazionale per il periodo 2001-2005. Il concorso al ripiano è destinato alle Regioni che sottoscrivano con lo Stato l’accordo previsto dalla legge finanziaria per il 2007 e attivino nel proprio territorio misure fiscali specifiche ovvero destinino quote di manovre fiscali già adottate o quote di tributi erariali loro attribuiti; su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie territoriali, Linda Lanzillotta, e del Ministro dell’interno, Amato: - un disegno di legge che dà attuazione agli articoli 114, 117 e 118 della Costituzione (modificati dalla riforma del 2001) conferendo al Governo delega ad individuare e attribuire le funzioni amministrative che spettano a Comuni, Province, Città metropolitane, Regioni e Stato, adeguare l’ordinamento degli enti locali, disciplinare il regime giuridico di Roma capitale. Il provvedimento, che regola altresì le procedure di istituzione delle Città metropolitane, contiene due ulteriori deleghe a effettuare la revisione delle circoscrizioni delle Province, finalizzata a razionalizzarne gli assetti territoriali a seguito della definizione e attribuzione delle funzioni fondamentali amministrative degli enti locali, nonché ad adottare la “Carta delle autonomie locali”, strumento di coordinamento sistematico (formale e sostanziale) delle disposizioni statali che risulteranno dall’attuazione delle deleghe; sul disegno di legge è stato acquisito il parere della Conferenza unificata; su proposta del Ministro delle politiche per la famiglia, Bindi: - uno schema di regolamento per il riordino della composizione e delle funzioni della Commissione per le adozioni internazionali, organismo operante presso la Presidenza del Consiglio individuato quale Autorità di riferimento, in Italia, in ottemperanza alla Convenzione per la tutela dei minori e la cooperazione in materia di adozione internazionale del 1993; sul testo verrà acquisito il parere della Conferenza unificata e del Consiglio di Stato e verrà altresì sentito il Garante per la protezione dei dati personali; su proposta del Ministro degli affari esteri, Massimo D’Alema: - tre disegni di legge per la ratifica e l’esecuzione dei seguenti Atti internazionali: 1) Convenzione quadro dell’Organizzazione mondiale della sanità per la lotta al tabagismo; 2) Convenzione fra l’Italia e la Francia relativa al traforo stradale del Monte Bianco; 3) Accordo fra l’Italia e la Grecia per lo sviluppo dell’interconnessione - Progetto IGI; (co-proponente il Ministro dello sviluppo economico); su proposta del Ministro dei trasporti, Bianchi: - uno schema di regolamento per la disciplina della gestione autonoma da parte della Consulta generale per l’autotrasporto e per la logistica delle spese occorrenti al proprio funzionamento; sul testo verrà acquisito il parere del Consiglio di Stato; su proposta del Ministro per le politiche giovanili, Giovanna Melandri, e del Ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero: - uno schema di regolamento per l’emanazione dello statuto dell’Agenzia nazionale per i giovani, organismo che svolge le funzioni di Agenzia italiana del programma comunitario del settore e promuove la cittadinanza attiva, anche europea, delle giovani generazioni, sviluppando e promuovendo solidarietà, tolleranza e coesione sociale, incoraggiando e favorendo iniziative di integrazione e di cooperazione; sul testo verrà acquisito il parere del Consiglio di Stato. Il Consiglio ha poi approvato un ulteriore gruppo di regolamenti che, ai sensi dell’articolo 29 del decreto-legge n. 223 del 2006 (decreto-legge “Bersani”), consentiranno un risparmio del 30% sulla spesa dell’anno precedente e che razionalizzano, eliminano, riordinano o accorpano organismi e collegi che operano presso i Ministeri. Alcuni regolamenti sono stati oggi approvati dal Consiglio dei Ministri in via preliminare (riceveranno quindi il parere del Consiglio di Stato) su proposta del Presidente del Consiglio, Prodi, del Ministro per le politiche europee, Emma Bonino, del Ministro per la solidarietà sociale, Ferrero, del Ministro delle politiche per la famiglia, Bindi; un ulteriore regolamento è stato approvato in via definitiva su proposta del Ministro delle politiche agricole, Paolo De Castro (ha ricevuto quindi il parere favorevole del Consiglio di Stato). I regolamenti sono stati predisposti sulla base di linee-guida dettate dal Ministro per l’attuazione del programma di Governo, Giulio Santagata, il quale ha illustrato al Consiglio i primi risultati del monitoraggio effettuato per verificare gli effetti dell’articolo 29 del decreto-legge n. 223 del 2006. In applicazione di tale articolo, sono stati completamente soppressi 77 organismi ministeriali (comitati e commissioni) e confermati e riordinati 411, con un complessivo risparmio di circa 16 milioni di euro. Al di là del risparmio, il Ministro Santagata ha sottolineato come gli organismi confermati abbiano ridotto i propri costi del 30% e, d’ora in poi, anche quelli di futura istituzione avranno una durata massima non superiore ai 3 anni. Tali organismi, alla scadenza del triennio, per essere riconfermati dovranno essere riesaminati, anche alla luce di una relazione tecnica che ne evidenzi i motivi di perdurante utilità. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le Riforme istituzionali, Vannino Chiti, ha svolto una relazione al Consiglio sulla situazione parlamentare in materia di conflitto di interessi e sulle sue possibili evoluzioni. E’ stata autorizzata la concessione di un assegno straordinario vitalizio, ai sensi della legge n.440 del 1985 (legge “Bacchelli”), in favore del pittore e scultore Luigi GHERSI. Il Presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha illustrato le linee della propria direttiva, ai sensi degli articoli 2 e 5 della legge n. 400 del 1988, che concerne le modalità di applicazione della disposizione della legge finanziaria (articolo 1, comma 593) che fissa il limite per la retribuzione di incarichi conferiti da amministrazioni dello Stato, enti pubblici e società a prevalente partecipazione pubblica non quotate in borsa; il Consiglio ha condiviso l’iniziativa del Presidente. Il Ministro dell’economia e delle finanze, Padoa-Schioppa, ha illustrato al Consiglio la Relazione unificata dell’economia e la finanza pubblica, che sintetizza l’andamento dell’economia nel 2006 e l’aggiornamento delle previsioni per il periodo 2007-2009, nonché la situazione di cassa al 31 dicembre 2006 e la stima del fabbisogno di cassa per l’anno 2007. Il Consiglio ha inoltre prorogato stati d’emergenza già dichiarati nel territorio della Regione Basilicata, per precipitazioni nevose eccezionali (gennaio 2005), nonché sull’intero territorio nazionale per proseguire le attività di contrasto all’afflusso in Italia di persone di cittadinanza extracomunitaria. Su proposta dei Ministri per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, Luigi Nicolais, e del Ministro dell’economia e delle finanze, Padoa- Schioppa, il Ministero della pubblica istruzione è stato autorizzato ad avviare l’assunzione di 3.060 insegnanti di religione cattolica, a completamento del concorso previsto dalla legge n. 186 del 2003. E’ stato prorogato lo scioglimento del Consiglio comunale di Nicotera (Vibo Valentia) per consentire il proseguimento degli interventi per il ripristino della legalità e della trasparenza dell’azione amministrativa dell’ente locale. Infine, il Consiglio ha deliberato, su proposta del Ministro dell’università e della ricerca, Fabio Mussi, l’avvio della procedura per la conferma del prof. Iginio MARSON a Presidente dell’Istituto nazionale di oceanografia sperimentale di Trieste e per la nomina del prof. Giovanni Fabrizio BIGNAMI a Presidente dell’Agenzia spaziale italiana; Il Consiglio, infine, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, ha esaminato numerose leggi regionali a norma dell’art. 127 della Costituzione. La seduta ha avuto termine alle ore 13,00. Ministro delle politiche per la famiglia Regolamento recante “Composizione e compiti della Commissione per le adozioni internazionali di cui all’articolo 38, comma 1 della Legge 4 maggio 1983, n. 184”. Nel nuovo regolamento della Commissione per le adozioni internazionali sono state introdotte importanti modifiche che riguardano l’attribuzione della presidenza al Ministro delle politiche per la famiglia, nuovi compiti di vigilanza e controllo nei confronti degli Enti autorizzati e una nuova composizione della Commissione. Oltre ai compiti istituzionali già fissati dalla legge, il nuovo regolamento prevede che la Commissione stabilisca i criteri di idoneità per la concessione delle autorizzazioni agli Enti autorizzati. Tali misure non solo rendono la Commissione più qualificata da un punto di vista politico e tecnica, ma ne snelliscono l’operatività rendendo più certe ed efficaci le adozioni internazionali. Presidenza della Commissione La presidenza della Commissione, al pari delle corrispondenti autorità centrali dei paesi che hanno aderito alla Convenzione dell’Aja, è attribuita al Ministro delle politiche per la famiglia. Il Presidente rappresenta la Commissione, ne coordina l’attività, vigila sul suo funzionamento e trasmette al Parlamento una relazione biennale sullo stato delle adozioni internazionali, sull’attuazione della Convenzione e sugli accordi bilaterali stipulati anche con i paesi che non vi hanno aderito. Si è voluto che a presiedere la Commissione fosse un ministro, facilmente identificabile in base al contenuto della delega di funzioni attribuitegli, o in mancanza lo stesso Presidente del Consiglio; questo per le delicate funzioni che spettano alla Commissione soprattutto in tema di rapporti internazionali ed in considerazione del fatto che le corrispondenti autorità centrali dei Paesi che hanno aderito alla Convenzione dell’Aja sono presiedute da autorità politiche. E’ introdotta la figura del vicepresidente, con funzioni più strettamente amministrative. Oltre a sovrintendere la segretaria tecnica, il vicepresidente ha lo specifico compito di autorizzare l’ingresso e il soggiorno permanente del minore straniero adottato o affidato a scopo di adozione. Nei casi d’urgenza, che non permettono la convocazione in tempi utili della Commissione, il vicepresidente può assumerne i provvedimenti di competenza per garantire rapidità ed efficacia delle decisioni. Il vicepresidente è nominato dal Presidente della Commissione, scelto tra i magistrati con esperienza nel settore minorile o tra i dirigenti dell’Amministrazione dello Stato o delle Amministrazioni regionali con analoga specifica esperienza. Composizione della Commissione Per colmare alcune carenze tecnico-giuridiche emerse in questi ultimi anni, entrano a far parte della Commissione tre esperti del settore, nominati dal Presidente, di comprovata esperienza nella materia delle adozioni internazionali. La Commissione si allarga inoltre alla presenza dell’associazionismo familiare. Per evitare commistioni e ambiguità, però, i tre nuovi rappresentanti delle associazioni a carattere nazionale non potranno essere espressione degli Enti autorizzati ai procedimenti di adozione internazionale. Sono confermate le attuali presenze dei ministeri interessati - Solidarietà Sociale, Affari Esteri, Interno, Giustizia, Salute, Economia e Finanze, Pubblica Istruzione - e dei tre rappresentanti della Conferenza unificata. Salgono a due i rappresentanti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, di cui uno del Dipartimento per le riforme e l’innovazione nella Pubblica Amministrazione. Vicepresidente e componenti durano in carica tre anni e possono essere riconfermati una sola volta. Criteri di idoneità ed operatività degli Enti La Commissione dovrà individuare i criteri finalizzati all’autorizzazione degli Enti, anche al fine di assicurarne la funzionalità e la serietà. E’ una delle principali innovazioni destinata a qualificare i requisiti e l’attività degli Enti stessi. Viene inoltre allargata la possibilità di revocare le autorizzazioni concesse non solo nei casi di gravi inadempienze, ma anche di fronte alla scarsa efficacia dell’attività svolta dall’Ente. Controllo, vigilanza Si rafforzano i compiti di vigilanza e consultazione. Al fine di garantire una migliore presenza sul territorio, la Commissione potrà anche favorire le fusioni tra più Enti. La Commissione potrà esaminare e accogliere segnalazioni e istanze da parte di Tribunali, Enti e associazioni e singole coppie. Gli Enti hanno l’obbligo di comunicare mensilmente alla Commissione gli incarichi ricevuti dalle coppie che aspirano all’adozione. In questo modo sarà più trasparente e costante il monitoraggio sulla base del rapporto tra il numero di adozioni richieste e adozioni portate a termine. Ogni due anni è previsto il controllo di tutti gli Enti. Con il nuovo Regolamento ulteriori sanzioni si aggiungono a quelle già adottate (sospensione e revoca dell’autorizzazione ad operare). Le nuove sanzioni previste: semplice censura, se l’Ente è responsabile di irregolarità ma queste non siano più in atto, o non sia necessario né utile imporre limitazioni o prescrizioni; possibilità di prescrivere che l’ente adegui le proprie modalità operative alla legge e al regolamento; possibilità di limitare l’attività dell’Ente, in termini di assunzione di incarichi, o in termini di estensione territoriale della sua azione, in ambito nazionale o internazionale. Le ipotesi di sospensione e revoca dell’autorizzazione non cambiano rispetto alla disciplina vigente. Informazione Importanti novità sono state introdotte dal nuovo Regolamento in merito ai rapporti con gli Enti. Sono previsti incontri periodici con gli Enti autorizzati e la consultazione, ogni sei mesi, delle associazioni delle famiglie adottanti a carattere nazionale. E’ previsto l’obbligo di fornire, in modo pubblico e trasparente, tutte le informazioni necessarie sulle modalità e le procedure delle adozioni internazionali, comprese le indicazioni su costi e tempi medi di conclusione delle procedure adottive nei singoli paesi di provenienza dei minori. Disegno di legge delega recante modifiche alla disciplina in materia di filiazione Il Disegno di Legge ha per fine la piena attuazione dell’articolo 30, primo e terzo comma, della Costituzione, che recitano: “È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio. (…) La legge assicura ai figli nati fuori del matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima.” Come conseguenza diretta dell’impianto costituzionale, e delle sentenze della Corte costituzionale, vengono parificate tutte le forme di filiazione. Si viene a creare così un unico stato di figlio, fondato sui due aspetti della verità biologica e dell’assunzione della responsabilità rispetto al figlio, aspetti che devono essere necessariamente presenti. L’obiettivo è eliminare definitivamente dall’ordinamento ogni traccia, anche lessicale, di ingiustificata difformità di trattamento tra i figli “nati nel matrimonio” e quelli “nati fuori del matrimonio”, che ancora invece vengono distinti invece in “figli legittimi” e “figli naturali” (che con la riforma del 1975 sostituì il termine “illegittimi”). Contenuti e forma del Disegno di legge Il Disegno di Legge è costituito di tre articoli, di cui l’ultimo è una semplice conseguenza burocratica dei primi due. Art. 1 Modifica l’art. 315 del Codice civile e inserisce il 315bis. Cambia l’intitolazione del titolo IX del libro primo del Codice civile, che da “Della potestà dei genitori”, diventa: “Dei diritti e doveri dei figli e delle relazioni tra genitori” L’attuale Art. 315 Doveri del figlio verso i genitori “Il figlio (231 e seguenti) deve rispettare i genitori e deve contribuire in relazione alle proprie sostanze e al proprio reddito, al mantenimento della famiglia finché convive con essa.” Viene sostituito da un nuovo: Art. 315. Diritti e doveri dei figli. “Il figlio ha diritto di essere mantenuto, educato, istruito e assistito moralmente dai genitori, nel rispetto delle sue capacità, delle sue inclinazioni naturali e delle sue aspirazioni. Il figlio ha altresì diritto di crescere in famiglia, di mantenere rapporti significativi con i parenti e, se capace di discernimento, di essere ascoltato in tutte le questioni e le procedure che lo riguardano. Il figlio deve rispettare i genitori e deve contribuire in relazione alle proprie sostanze e al proprio reddito al mantenimento della famiglia finché convive con essa”. Dopo l’articolo 315 del codice civile è inserito il seguente: 315 bis. Stato giuridico della filiazione. “Tutti i figli hanno lo stesso stato giuridico.Le disposizioni in tema di filiazione si applicano a tutti i figli senza distinzioni, salvo che si tratti di disposizioni specificamente riferite ai figli nati nel matrimonio o fuori del matrimonio”. Art. 2 Si tratta di una delega al Governo per la revisione delle disposizioni vigenti in materia di filiazione, che incide su diverse disposizioni del nostro ordinamento, e che perciò necessita di un disegno organico e omogeneo. Questi alcuni dei punti principali contenuti nella delega: 1. Una profonda revisione lessicale che rivede tutti i titoli nei quali siano ancora contenute le parole “legittimo” o “naturale” come distintive di una condizione di filiazione; 2. L’acquisizione dello stato giuridico di figlio lo rende partecipe della famiglia del genitore che lo ha riconosciuto. Con le modifiche previste dalla delega, il figlio dal momento del riconoscimento diventa parente dei parenti dei suoi genitori, nonni, zii, fratelli, cugini, con tutto ciò che ne deriva in termini affettivi e patrimoniali. Attualmente esiste solo un rapporto di filiazione tra figlio naturale e genitore che lo ha riconosciuto. Due possibili esempi degli effetti delle norme attuali: i nonni naturali (non esistendo in quanto tali) non hanno alcuna priorità in caso di affidamento del minore; sul loro patrimonio, se il loro figlio (genitore del riconosciuto) premuore, il figlio nato fuori del matrimonio e riconosciuto non ha alcun diritto. Anche a tutela della famiglia fondata sul matrimonio, per l’inserimento del figlio nato al di fuori di esso è comunque necessario il consenso dell’altro coniuge del genitore che abbia riconosciuto e l’ascolto degli altri figli conviventi (proprio l’interesse del figlio riconosciuto esige che si tenga conto anche dell’interesse del nucleo familiare del genitore con il quale il figlio dovrebbe convivere). 3. Nella procedura di riconoscimento viene valorizzata la partecipazione del minore che abbia compiuto quattordici anni (attualmente è sedici) prevedendo il suo necessario assenso. 4. Limitazione dei tempi per eventuale impugnazione del riconoscimento: per tutelare la stabilità di un vincolo vissuto e confermato nel tempo, alla possibilità di agire per impugnare il riconoscimento vengono posti limite di tempo per tutti i legittimati che non siano il figlio stesso, per il quale l’azione è invece imprescrittibile (ossia esercitabile in qualsiasi momento); 5. Ridefinizione delle conseguenze della filiazione, con specificazione del contenuto dei diritti, poteri e doveri dei genitori, che sono propri della figura giuridica della “potestà”. Tale figura, il cui termine è ormai fatta proprio nel comune sentire e nel linguaggio, non viene modificata (come è accaduto in altri ordinamenti), ma se ne sottolinea con chiarezza il contenuto, precisandone il significato – non di potere sul figlio e correlativa soggezione – quanto piuttosto di assunzione di responsabilità del genitore nell’interesse del minore Entità del problema L’incidenza di bambini nati al di fuori del matrimonio è, attualmente, intorno al 15%, cioè quasi 80mila nati all’anno, quasi il doppio rispetto a 10 anni fa, quando questo valore era pari all’8%. Rapporto dell’Istat sul matrimonio in Italia (12 febbraio 2007) Sintesi della Relazione al Disegno di legge recanti modifiche in materia di filiazione Il presente schema di disegno di legge intende, attraverso disposizioni immediatamente operative (art. 1) ed attraverso una vera e propria delegazione legislativa (art.2) - quest’ultima resasi necessaria in considerazione della quantità di disposizioni sulle quali si verrà ad incidere - portare a compimento il disegno, già assai ben delineato fin dalla precedente legge di riforma del diritto di famiglia (legge 19 maggio 1975, n. 151) inteso a parificare, nel pieno rispetto dei principi costituzionali e comunitari in materia, ogni forma di filiazione. E’, del resto, noto che, da tempo, nei vari paesi dell'Unione europea, la tendenza è verso una completa equiparazione tra tutti i figli senza ulteriori qualificazioni: in Spagna già dal 1978, in Germania e negli altri paesi del Nord Europa ancor prima, in Francia molto più di recente, con una legge che unifica la normativa in materia in un solo capo dedicato allo stato di figlio senza ulteriori aggettivi. E convenzioni europee sui diritti dell’uomo e del fanciullo, raccomandazioni comunitarie, interventi in tale materia della Corte europea dei diritti dell'uomo si susseguono senza sosta, disegnando un unico quadro di cui l’Italia presenta tratti, a volte, divergenti. Il cammino di riforma degli istituti che disciplinano la famiglia, iniziato con il codice del 1942 e giunto a maturazione con la riforma del 1975, non è, infatti, ancora completo: permangono nella disciplina codicistica disparità nelle condizioni di trattamento: alcune di carattere formale, quali la diversa collocazione sistematica e la stessa tecnica di rinvio con cui il codice civile disciplina la filiazione “naturale”; altre, di natura sostanziale concernenti, ad esempio, la permanenza dell’istituto della legittimazione del figlio naturale (che non troverebbe più la sua giustificazione se non vi fosse ancora un margine di differenziazione tra le due categorie di figli), di cui alcune decisamente anacronistiche quali, ad esempio le disposizioni secondo le quali i figli nati fuori del matrimonio risultano privi del rapporto di parentela con i parenti dei loro genitori nonché alcune residue discriminazioni in materia successoria come la permanenza dell’istituto, fino ad oggi vigente, della “commutazione” (che consiste nell’atto mediante il quale i figli legittimi estromettono i figli naturali del defunto corrispondendo ad essi il valore della loro quota). Il disegno di legge, dunque, intende eliminare definitivamente dall’ordinamento ogni traccia, anche lessicale, di ingiustificata difformità di trattamento tra i figli nati nel matrimonio e quelli nati fuori del matrimonio, un tempo segnata dalla “odiosa” distinzione tra figli legittimi e illegittimi, definizione ormai da tempo sostituita da quella di figli legittimi e figli naturali, che il disegno di legge si propone di mutare in quella di “figli nati nel matrimonio” e “figli nati fuori del matrimonio”, utilizzando la definizione scelta dalla Costituzione repubblicana. . La parificazione di tutte le forme di filiazione, quale che sia la fonte di formazione del legame giuridico, trova, infatti, il suo fondamento nel nostro impianto costituzionale che, sulla scorta dell’articolo 30 della Costituzione, tutela la filiazione come valore in sé, originale e non dipendente; in quest’ottica, nessuna differenza, se non quelle n
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magistervultdecipi
magistervultdecipi il 17/03/07 alle 20:22 via WEB
UNA PANORAMICA STORICA: Il concetto giur. di illegittimità, inteso qui in riferimento all'istituzione del Matrimonio , viene impiegato per le Nascite concepite durante una relazione extraconiugale, in cui i genitori sono celibi o adulteri. Sia il diritto romano sia quello germ. contemplano differenti gradi giuridicamente definiti di nascite illegittime o naturali: figli di coppie concubine, nati da una prostituta o frutto di una relazione adulterina o incestuosa. Il processo di cristianizzazione, spec. con l'istituzione del sacramento del matrimonio (XII-XIII sec.), inasprì la discriminazione nei confronti di tutti i figli illegittimi, che vennero penalizzati nell'ambito del diritto successorio, esclusi dalle cariche pubbliche, dall'esercizio di alcune professioni, dal matrimonio con persone appartenenti ai cosiddetti mestieri onorabili o dalle alte cariche ecclesiastiche. Lo statuto giur. di un figlio illegittimo poteva essere migliorato attraverso una dispensa ecclesiastica o mediante la legittimazione, un istituto previsto nel diritto romano; tuttavia i figli illegittimi non godevano di pari diritti in ambito successorio. Ogni cant. disponeva di proprie norme di diritto civile in materia di illegittimità, ad eccezione del breve periodo della Repubblica elvetica. Alcuni cant., per lo più quelli catt. della Svizzera ted., applicavano il principio della paternità: il figlio assumeva il cognome e la cittadinanza del padre, se questi era noto. Dalla metà del XIX sec. questo principio fu progressivamente sostituito dal principio di maternità: il neonato prendeva il cognome e la cittadinanza della madre e non aveva alcuna relazione giur. di parentela con il padre, se non il diritto agli alimenti. I cant. francofoni legiferarono in base al Codice napoleonico, che proibiva qualsiasi accertamento della paternità. Nella maggioranza delle legislazioni cant., la gravidanza di una donna non sposata doveva essere annunciata dalla donna stessa presso le autorità o altrimenti dalla levatrice al momento del parto. I genitori (quasi sempre solo la madre) erano sottoposti a un interrogatorio. In diversi cant. durante il parto la donna doveva perfino precisare le circostanze del concepimento. In seguito venivano avviati i processi per fornicazione e i procedimenti giudiziari per decidere la custodia e il mantenimento del bambino. Introdotto nel 1912, il Codice civile sviz. prevedeva il riconoscimento volontario del figlio da parte del padre e distingueva due azioni legali: l'azione di mantenimento e l'azione di riconoscimento della paternità con effetti di stato civile. I figli concepiti fuori dal matrimonio ottennero un'ampia parificazione giur. solo con la seconda tappa della revisione del Diritto del bambino (1978): è attualmente ancora possibile parlare di figli illegittimi, ma il concetto di illegittimità risulta inopportuno. Il diritto ecclesiastico catt. mise sullo stesso piano i figli illegittimi con quelli legittimi nel 1983. Oltre al matrimonio, nella tradizionale coscienza giur. della pop., anche il Fidanzamento , la promessa di matrimonio, i costumi come il Kiltgang costituivano istituti che rendevano legittimi i rapporti sessuali. L'obbligo all'astinenza sessuale prima delle nozze, imposto dalla legge e dalla Chiesa, induceva la coppia a sposarsi il più presto possibile, dopo la constatazione di un concepimento prematrimoniale (gravidanza illegittima). Una nascita illegittima si verificava quando ai genitori non era consentito sposarsi, a causa per esempio di impedimenti matrimoniali giur. o per la mancanza di mezzi (spec. nei periodi di crisi economica), quando il padre era già sposato o, in quanto straniero o assente, non poteva essere chiamato ad assumersi le proprie responsabilità. Quest'ultimo era un caso relativamente frequente in quanto molti padri facevano parte di gruppi itineranti, come i domestici (Servitù ), i garzoni artigiani o i soldati, senza un proprio nucleo fam. I figli di una coppia fidanzata costituivano un'eccezione, in quanto venivano riconosciuti legittimi nonostante i genitori non fossero sposati: tale prassi era in uso alla fine del XVIII sec. in alcuni cant. della Svizzera ted. (in particolare a Zurigo), nel caso in cui al momento del nascita la coppia aveva già stipulato una promessa di matrimonio, valida, ma non accettata dallo Stato che obbligava la coppia a separarsi. Il timore della madre di condanne penali, perdita dell'onore e disprezzo sociale è attestato soprattutto dai casi di abbandono (Infanzia abbandonata ) e di Infanticidio . La mortalità infantile più alta e le difficoltà di integrazione nella società contribuivano a ridurre ulteriormente le opportunità nella vita dei figli illegittimi. Con l'introduzione dei registri parrocchiali alla fine del ME, sono disponibili i primi dati quantitativi sull'illegittimità. Nel tardo ME, la diffusione del concubinato (tra i laici ma anche nel clero) fu una probabile causa dell'alta percentuale di figli illegittimi, che alla fine del XVI sec. diminuì in seguito alla Riforma e alla Controriforma (Concistoro ). I figli illegittimi aumentarono notevolmente a partire dal XVIII sec. spec. nei ceti inferiori, soprattutto a causa delle pratiche malthusiane, volte a escludere dal matrimonio gli individui la cui riproduzione sociale era ritenuta poco auspicabile (Impedimenti matrimoniali ). Misure in tal senso furono applicate da cant. catt. (Lucerna, Soletta) ma anche rif. (Basilea Campagna, Berna e Argovia, dopo la nascita del cant.). Quanto più erano presenti ostacoli sociali, giur. o di altro tipo (per esempio fattori economici), tanto più si ritardava il matrimonio o vi si rinunciava. In questo contesto svolse un ruolo significativo il personale domestico, professione legata al celibato con conseguente innalzamento dell'età del matrimonio. Spec. nelle città e nelle regioni dove molte fam. occupavano domestici, ai giovani adulti veniva dunque impedito, con maggiore o minore successo, di vivere la loro Sessualità . Il numero di nascite illegittime raggiunse il culmine alla metà del XIX sec. per poi diminuire costantemente. Nel 1874 entrò in vigore il diritto al libero matrimonio. Dopo la seconda guerra mondiale il numero dei matrimoni aumentò; la pianificazione fam. e la diffusione della pillola anticoncezionale negli anni 1960-70 ridussero ulteriormente la percentuale di figli illegittimi. Un nuovo aumento si verificò a partire dal 1975, ma nel frattempo non si poteva più parlare di illegittimità (Famiglia ). Rispetto al resto dell'Europa, la Svizzera presentava una percentuale di nascite illegittime relativamente bassa, spesso inferiore all'1% (XVII e XVIII sec.) e raramente al di sopra del 2%. Benché in aumento durante il XIX sec., rimase tuttavia la più bassa dopo quella dell'Irlanda e dei Paesi Bassi. Si manifestarono per contro grandi disparità regionali: una forte influenza fu determinata dalle diversità tra città e campagna (pur con grandi differenze anche tra i cant. rurali, come dimostrato dagli esempi di Glarona e Lucerna), come pure dall'imposizione di norme ecclesiastiche, da concezioni morali e impedimenti giur. al matrimonio. Dagli anni 1970-80 la ricerca storica sul fenomeno delle nascite illegittime viene promossa nell'ambito del crescente interesse per la storia sociale delle classi popolari, per la storia della fam. e delle donne e del rapporto tra i sessi. Diversi modelli esplicativi sono stati oggetto di discussioni molto controverse: approcci derivanti dalla storia delle mentalità considerano l'aumento dei figli illegittimi all'inizio del XIX sec. come indizio di una prima rivoluzione sessuale, di un'emancipazione dei giovani o delle donne, oppure come un sintomo del declino delle autorità e dei valori tradizionali nella società. La ricerca basata su un approccio più socioeconomico cerca di determinare come l'evoluzione economica influenzi i mutamenti sociali. L'aumento della percentuale di nascite illegittime viene spiegato in base alla più precoce indipendenza economica dei giovani e all'aumento della mobilità della pop. e risulta pertanto una conseguenza del processo di industrializzazione e urbanizzazione. Gli specialisti di storia istituzionale fanno invece riferimento a innovazioni giur. come l'inasprimento degli impedimenti matrimoniali e gli ostacoli posti per l'accertamento di paternità, o il suo divieto.
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pippo_217
pippo_217 il 18/03/07 alle 00:14 via WEB
Ciao. L'importante, è aggiungere un altro granello di sabbia alla clessidra dei diritti,anche se operazioni formalmente eclatanti, come questa, sostanzialmente, apportano novità relative, barattate con abbassanenti di tono in altri ambiti, (forse i Dico ?), per ottenere l'appoggio globale politico. Certo questo provvedimento decreta un'assunzione di responsabilità nominale, in quelle persone che usano seminare figli in giro, mentre dall'altro lato darà una giustificazione a continuare ad essere leggeri nei riguardi degli altri.Certo che l'istinto sessuale è uno dei più potenti tra le creature viventi, noi compresi.Questo, per dire, che le cose, non cambieranno mai ed allora acchiappiamoci questo granellino di sabbia, auspicando che, come al solito, non siano più i difetti dei pregi e qualunque sia la sua origine.
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elianaaldo
elianaaldo il 18/03/07 alle 03:00 via WEB
mah ...è giusto e sbagliato allo stesso tempo. non sono pienamente d'accordo perchè in questo modo il valore del matrimonio verrà a mancare.
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ExUniversale65
ExUniversale65 il 18/03/07 alle 07:43 via WEB
Buona domenica Ciao
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joiyce
joiyce il 18/03/07 alle 12:03 via WEB
Tutti d'accordo?...tutti,tutti??Ecco la dichiarazione del responsabile della famiglia di AN tale "Pedrizzi":"-E' un testo che rischia di non essere conforme al dettato costituzionale perchè alla piena equiparazione tra i figli nati nel matrimonio o fuori ha già provveduto la riforma del '75,nel pieno rispetto dell'articolo 30 della Costituzione".
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Manxos
Manxos il 18/03/07 alle 21:34 via WEB
L' era l' ura!
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animedeserte
animedeserte il 19/03/07 alle 14:46 via WEB
una giustizia fra tanti tentennamenti..un saluto anna
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rimescolareilvolga
rimescolareilvolga il 20/03/07 alle 00:32 via WEB
iL pOST è PUBBLICATO SUL bLOG DEL GIORNO
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brubus1
brubus1 il 22/03/07 alle 11:39 via WEB
Finalmente una bella notizia. Era ora che dall'alto convenissero tutti a queste problematiche. Problematiche che tu degnamente sempre metti in risalto nel tuo approfondito blog. Un abbraccio psico.
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brujita.09
brujita.09 il 23/03/07 alle 00:48 via WEB
se mi permetti, copio il tuo post sul mio blog per ampliarlo della tematica che è intrisecamente legata, quella legata alle famiglie di fatto di un tempo e la pressione fatta per dare i figli in adozione. Ciao e buona notte!
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