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Messaggi di Febbraio 2017

 

DAL RAGIONAMENTO INCERTO AL RAGIONAMENTO INGENUO, TU DI CHE RAGIONAMENTO SEI? CHE STRATEGIA USI?

Post n°9008 pubblicato il 22 Febbraio 2017 da psicologiaforense

Esistono tre forme essenziali di ragionamento:

- Il ragionamento deduttivo, che consiste nel trarre una conclusione partendo da determinate premesse mediante i procedimenti dell'analisi e dell'astrazione (ragionamento logico);

- il ragionamento induttivo, che parte da un numero minimo di dati e ne ricava un'ipotesi da verificare (ricerca di una legge);

- il ragionamento valutativo, che giudica la validità di un pensiero o di un'azione basandosi sui criteri della logica formale ed utilizzando un modello di riferimento. La strategia utilizzata in un ragionamento consiste nel raccogliere le informazioni ritenute utili ordinarle ed elaborarle per la formulazione di un'ipotesi

Le strategie di ragionamento  utilizzate più frequentemente sono:

- strategia globale, che consiste nell'utilizzare tutte le informazioni a disposizione, procedendo per eliminazioni successive fino a quando non si giunge a ridurre l'ipotesi originaria ai soli elementi presenti in tutti i casi esaminati

- strategia parziale, che consiste nel formulare un'ipotesi iniziale utilizzando soltanto una parte dei dati a disposizione. Nel caso di errore, si cambiano i dati di partenza; in caso di successo, si mantiene l'ipotesi formulata.
Rispetto alla strategia globale, il metodo parziale presenta l'inconveniente di richiedere un grosso sforzo mnemonico; inoltre occorre avere molto tempo disponibile nell'eventualità che vengano cambiate più volte le varie ipotesi di lavoro.

NOTA INTEGRATIVA DI MARCO PRESTA:

Una delle grandi tragedie della nostra epoca consiste nel fatto che tutti sono convinti di avere un'opinione. Qualunque babbeo ti trovi di fronte si sente in dovere di dire la sua sulk rapporto di coppia, sulla vita, sull'educazione dei figli,  sull'economia mondiale, sul Medioriente, sull'ultima scoperta scientifica....  Ci vorrebbero delle sanzioni economiche: sei un imbecille, parli del crollo delle Borse, trecento euro di multa. Invece niente.

 
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I COMMENTI SONO SCOMPARSI, SI VA VERSO L'ESTINZIONE DEI BLOG?

Post n°9001 pubblicato il 21 Febbraio 2017 da psicologiaforense

Ci sono sempre meno commenti sui blog. Forse dipende  dalla vita frenetica che conduciamo, dalla brevità dei contenuti mordi-e-fuggi a cui ci  hanno abituando i social network oppure dai dispositivi mobili così scomodi per scrivere lunghe porzioni di testo....  Qualunque sia la causa è un dato di fatto  che i lettori dei blog (anche quelli che compaiono sui grandi giornali, ecc) sono diventanti aridi di parole e avari di commenti. In questa stessa dimensione  per NICHOLE KELLY, autrice di “HOW TO MEASURE SOCIAL MEDIA” e CEO di “SOCIAL MEDIA EXPLORER”, i commenti dei blog sono morti. Se qualche anno fa i blog erano molto pochi e seguire quelli preferiti era un piacere – così come lasciare le proprie osservazioni dopo un post che aveva suscitato in noi interesse – oggi c’è un’esplosione di contenuti, un moltiplicarsi di blog e un’alta varietà di piattaforme dove molti, tutti, scrivono articoli, elzeviri, opinioni, pagine di diario, poesie, osservazioni, riflessioni, aggiornamenti di stato, gossip o contenuti elaborati.... Per questo è anche vero che riuscire a seguire i blog interessanti  è diventata davvero un’attività molto impegnativa.

NOTA INTEGRATIVA

CI SONO VARI TIPI DI COMMENTI AI POST:   
a) commento/saluto; b) commento di dissenso o di  approvazione; c) commento di critica; d)commento ad integrazione del post; e)commento di approfondimento; f)commento che offre spunti di discussione/riflessione; g)commento di documentazione (in cui si riportano studi, ricerche, pubblicazioni, dati, informazioni, arricchimenti ecc..); h)commento di richiesta chiarimenti/spiegazioni; i) commento di outing; l)  commento di disturbo; m) commento provocatorio;  n) commento di mero "scambio";  o)  commento “spam”.

 
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LA PRIMA FACOLTÀ DELL'UOMO: L'IMMAGINAZIONE

Post n°8997 pubblicato il 19 Febbraio 2017 da psicologiaforense

 

Eppure di questa capaci­tà, che Albert Einstein considerava più importante della conoscenza stessa, in generale  facciamo un uso ben misero come, per esempio, immaginare disgrazie, pericoli inesistenti,  limiti, ostacoli insormontabili, rischi micidiali, ecc… TUTTO NEGATIVO INSOMMA! E con questo  dimentichiamo  che, quando imma­giniamo qualcosa, nel cervello si genera un'esperienza reale, il che significa che la nostra mente sta elaboran­do quell' esperienza come se fosse reale, vera, vissuta… nonostante la stiamo solo immaginando.  Così questa straor­dinaria risorsa di cui disponiamo, l'immaginazione, di­venta  un problema terribile  se la utilizziamo per le nostre convinzioni limitanti, quelle certezze che viviamo come reali pur senza esserlo, ingigantendo le dimensioni degli ostacoli e  minimizza­ndo la portata delle nostre capacità. Ecco perché ci ri­sulta difficile uscire dalle nostre ristrette trincee mentali e accettare il fatto che ci sia molto di più di quanto sia­mo normalmente capaci di vedere, lasciando liberi di ri­svegliarsi la nostra curiosità e il nostro gusto per l'esplo­razione. La mente mette in pratica ciò che il cuore vuole sentire, perché sono le emozioni ad aprire l'intelletto, e non il contrario. Ma come può aprirsi l'intelligenza se siamo oppressi dalla paura, se non abbiamo fiducia in noi stessi e non siamo davvero motivati? È quindi di primaria importanza  far emergere quelle risorse emotive tanto necessarie, e per farlo  bisogna utilizzare la nostra immaginazione creativa, capace di aiutarci a scoprire nuove opzioni e percorsi che ci consentono di approfittare delle opportunità esistenti o di crearne di nuove.

 
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