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umorismo e satira

 

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Messaggi di Luglio 2014

 

SCUSATE IL DISTURBO

Post n°7983 pubblicato il 31 Luglio 2014 da psicologiaforense

"Le apparenze sono importanti". "Le persone sono giudicate per la loro appa­renza e per la loro bellezza". "Devo farmi notare". "Non devo mai essere frustra­to e devo ottenere sempre quello che voglio". "Le emozioni devono essere e­spresse subito e velocemente".

 
I MALI DELL'ANIMA
DISTURBI DI PERSONALITÀ. IDENTITÀ E CONFLITTI IN UNA SOCIETÀ IN TRASFORMAZIONE

Le persone  con “DISTURBO ISTRIONICO DI PERSONALITÀ” si caratterizzano per la teatralità, la superficialità, la mutevolezza degli affetti. Abbracciano con trasporto e sembrano legarsi affettivamente a per­sone appena conosciute, piangono per eventi affettivi o emotivi minimi.Si tratta di persone che reagiscono molto alle indicazioni degli altri; SONO AVIDI DI ATTENZIONI E DI COMPLIMENTI. Spesso sono visti come egocentrici; ricercano l'immediata soddisfazione dei loro bisogni e dei loro desideri emotivi, fisici o creativi. L’avvenenza fisica è per loro molto importante. Entrano in de­pressione se non si sentono sufficientemente ammirati.

 

 

I LORO SCHEMI TIPICI  SONO:
"Le apparenze sono importanti". "Le persone sono giudicate per la loro appa­renza e per la loro bellezza". "Devo farmi notare". "Non devo mai essere frustra­to e devo ottenere sempre quello che voglio". "Le emozioni devono essere e­spresse subito e velocemente".
CONVINZIONI PRINCIPALI:
"Devo fare impressione". "La gente esiste per servirmi e ammirarmi"." Non hanno alcun diritto di negare i miei meriti". "Posso contare sui miei sentimenti".
STRATEGIA  ADOTTATE:
teatralità, usare atteggiamenti plateali, fascino, attacco d'ira, pianto, gesti suicidari, vittimismo.
 
ASPETTI SUPERSVILUPPATI:
esibizionismo, espressività.
ASPETTI SOTTOSVILUPPATI:
riflessività, controllo, razionalità, empatia, sistematizzazione.
CONCETTO DI SE':
affascinante, di grande effetto...

 
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LA RIFLESSIONE DELLA SERA

Post n°7982 pubblicato il 29 Luglio 2014 da psicologiaforense

Il recupero del silenzio… un religioso silenzio… parole oltre il silenzio… la mente abbraccia il cuore…  ascoltare le emozioni… quando il silenzio parla… il silenzio via verso la vita… Il silenzio  a volte incute timore, imbarazzo, paura, altre volte dischiude le porte ai nostri desideri più profondi, ci insegna a conoscerci, a pensare alle cose della vita, ad affrontare le scelte importanti in maniera ponderata e responsabile….

IL SILENZIO È L’ACUSTICA DELL’ANIMA

Nel mondo d'oggi, purtroppo, il silenzio è bandito.  Nel cuore dell'uomo il silenzio è temuto. Ma pensare è fatica. E tacere per pensare,  per incontrare se stessi, nper riflettere...  è impre­sa ardua, è come scalare una montagna in cui non ci sono sentieri già tracciati o scorciatoie riposanti. Solo nel silenzio, tuttavia, si at­tua la conoscenza autentica. E noi abbiamo paura di incontrare noi stessi perché abbiamo paura di conoscerci per quel che siamo real­mente, paura soprattutto di scoprire il vuoto interiore. Così chi ha paura di se stesso cerca la compagnia del rumore: esso infonde un senso di sicurezza, protegge da penose riflessioni, di­strugge sogni inquietanti. Il rumore è figlio dell'ansia e del timore di sé. Ma preferiamo restare schiavi della verbosità, dei rumori, delle suggestioni, dei filmati interiori a cui assistiamo come inerti spetta­tori, dei grovigli delle inquietudini, delle angosce, dei desideri mai risolti... piuttosto che creare in noi spazi di riflessione, verifica, con­fronto, progettazione. Senza spazio interiore non c'è libertà interio­re. E la libertà nasce dal silenzio.

 
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LA FOTO CURIOSA DEL GIORNO, ESTATE 2014, DI SPOGLIARELLO IN SPOGLIARELLO, FEDERICA TORTI, SPIAGGIA, SIPARIETTO

Post n°7981 pubblicato il 28 Luglio 2014 da psicologiaforense

Pensavo che  si fosse generata una assoluta "assuefazione"  ai siparietti da spiaggia. Invece, anche in questa estate 2014, si manifesta una curiosità quasi infantile nei confronti di persone in vacanza con un interesse  che  non è azzardato definire ammantato di voyeurisme....  
 

FEDERICA TORTI E LA SEDUZIONE MALIZIOSA

Oggi è la volta di FEDERICA TORTI, la trentacinquenne giornalista è conduttrice televisiva italiana che improvvisa uno spogliarello bollente sulle spiagge di Forte dei Marmi. Distratta, maliziosa...o maliziosamente distratta? La bella e sportivissima FEDERICA  forse ha  pensato: "Perché chiudersi in una di quelle asfittiche cabine, come gran parte dei comuni mortali, per cambiarsi il costume? Più facile farlo in spiaggia, sotto l'ombrellone  tanto non guarda nessuno…"  Invece il cambio di costume non è  passato inosservato  sia per la nutrita presenza di  paparazzi  sia per le forme nude della conduttrice. Così  il siparietto è diventato subito uno strip ad alto tasso erotico:  prima la giornalista  si sfila gli slip  e scopre il "lato b". Poi, tentando di non mostrare "troppo", passa alla parte sopra del costume. Il risultato,  che i presenti hanno ritenuto “decisamente sexy”, ha vivacizzato il noioso pomeriggio sulla battigia.

 
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TESTI E PRETESTI, SABINA, MISS VOLLEY, IL WEB IMPAZZISCE PER LEI, FOTO VIRALI, SEX-SIMBOL, DISCRIMINAZIONI, SPORT,

Post n°7979 pubblicato il 27 Luglio 2014 da psicologiaforense

 La 19enne Altynbekova è improvvisamente divenuta un sex-symbol e le compagne non l'hanno presa bene. Mal sopportano tutte le attenzioni a lei riservate...

Discriminata perchè troppo bella e sexy: la favola al contrario di Sabina

Bella, bellissima, un viso angelico, occhi da cartone animato, ma Sabina Altynbekova sta diventando un caso, non solo in Kazakistan, dove gioca, ma anche a livello internazionale. Da quando le sue foto hanno iniziato a circolare sul web le sue compagne di squadra hanno infatti cominciato a mal sopportare le troppe attenzioni che il pubblico e i media le dedicano al di là dei risultati e delle prestazioni sportive.

Sabina Altynbekova è una giocatrice di pallavolo kazaka di quasi 19 anni e negli ultimi giorni si è messa in mostra ai Campionati under 19 asiatici a Taiwan: sui social network è diventata un'icona e le sue immagini sono diventate virali tanto che la sua pagina Facebook in pochi giorni è arrivata a quasi 100mila "mi piace".  Secondo quanto scrive il Daily Mail tutto questo interesse ha provocato invidia nelle compagne di squadra. Lo stesso coach Nurlan Sadikov avrebbe detto: “Non è possibile andare avanti così: il pubblico si comporta come se ci fosse solo lei”. La povera Sabina sembra imbarazzata da tutta questa notorietà improvvisa: “All’inizio mi faceva piacere, ma ora sta diventando un po’ troppo. Io voglio restare concentrata sulla pallavolo”.

 
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FERMIAMO LA NOTIZIA

Post n°7978 pubblicato il 26 Luglio 2014 da psicologiaforense

MA CHE FESTA E' MAI QUESTA?


Giostra dell’Orso: morti tra atroci sofferenze i due cavalli infortunati venerdì sera, aperta un’inchiesta

Nel mirino delle polemiche è finita subito la pista, resa complicata dalla pioggia, ma anche la scelta di alcuni rioni di schierare cavalli purosangue.

Non ce l’hanno fatta Oracle Forze e Golden Storming, i due cavalli purosangue infortunati venerdì sera nel corso della Giostra dell’Orso, il tradizionale appuntamento che si celebra a Pistoia il 25 luglio per san Jacopo. Entrambi gli animali sono stati soppressi dopo che i veterinari hanno verificato le gravi conseguenze riportate nelle rovinose cadute. Solo qualche contusione per i due fantini. La gara è terminata senza l’assegnazione del Palio, ed è la prima volta che succede. Sul fatto la Procura ha aperto una inchiesta. Fin dall’inizio la gara è stata segnata dai problemi: nella prima tornata si era ritirata la contrada del Leone. Ma gli infortuni più gravi si sono registrati nel finale: alla penultima tornata il cavallo del Grifone, Oracle Forze, montato da Giacomo Cresci, si è infortunato poco dopo la partenza e la Giostra è stata sospesa per alcuni minuti. La gravità dell’infortunio è apparsa subito evidente ai tantissimi spettatori, pistoiesi e turisti, che erano sugli spalti.  Quando è iniziata l’ultima tornata in pista sono tornate le contrade del Drago e del Cervo Bianco. Pochi metri e il cavallo del Drago, Golden Storming, montato da Alessio Spinicci, ha disarcionato il fantino. Anche in questo caso gli inservienti sono intervenuti subito ma la gravità dell’infortunio al purosangue è stata evidente. In piazza del Duomo è calato il silenzio.  Nel mirino delle polemiche è finita subito la pista, resa complicata dalla pioggia caduta prima della gara, ma anche la scelta di alcuni rioni di schierare cavalli purosangue, animali dotati per correre ma non per affrontare una pista “atipica” come quella della Giostra dell’Orso. La gara di quest’anno, tra l’altro, è stata la prima a svolgersi sotto la supervisione del Coni. C’è attesa per capire il futuro di una manifestazione che già in passato era stata nel mirino di numerose associazioni animaliste.   «Purtroppo, non è stata affatto una festa. Per questo la Giostra si è conclusa, ovviamente, senza alcuna premiazione - scrive su Facebook il sindaco Samuele Bertinelli -. Con i funzionari della Usl, i responsabili del Coni, i tecnici della Fitetrec e le Forze dell’Ordine siamo e rimarremo in Comune fino a che non avremo sul tavolo tutta la documentazione certificata su quanto accaduto, che deve essere reso integralmente noto alla città con la massima trasparenza e nei minimi dettagli. Non appena tutti i dati, nessuno escluso, saranno ufficialmente e pubblicamente disponibili, l’Amministrazione valuterà se e come la Giostra potrà proseguire nei prossimi anni».
 

 
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CURIOSITA', STUDI & RICERCHE, IL LATO OSCURO DEL DESIDERIO, ATTRAZIONE, SESSO, AMORE, DESIDERI EROTICI, LEGGI, REGOLE

Post n°7977 pubblicato il 26 Luglio 2014 da psicologiaforense

Prendi una donna trattala male/ lascia che ti aspetti per ore/ Non farti vivo e quando la chiami fallo come fosse un favore/ Fa sentire che è  poco importante/ dosa bene amore e crudeltà/ Cerca d'essere un tenero amante/ma fuori dal letto nessuna pietà/ E allora sì vedrai che t'amerà.... 



PSICOLOGIA DELLA SEDUZIONE


"Non esistono leggi in amore", concludeva il cantautore Marco Ferradini nella canzone 'Teorema'. Parole dettate dall'esperienza sul campo...  ma ora uno studio sembra confermare scientificamente le sue teorie sulle donne. Infatti, secondo un team internazionale di ricercatori -del Centro interdisciplinare di Herzliya (Israele) e delle università statunitensi di Rochester (New York) e dell'Illinois a Urbana-Champaign- gli uomini rispondono a meccanismi di attrazione molto più elementari rispetto alle donne: al primo appuntamento la 'scintilla' scatta per una ragazza carina, "avvolgente", dolce e comprensiva che ai loro occhi appare, per questo, molto  femminile e sessualmente desiderabile. Diverso è il discorso per le donne che, di norma,   non si lasciano più  attrarre da gentilezza, interesse, attenzioni, dolcezza, canzoni d'amore e rose... Tutto ciò non fa scattare l'amore a prima vista. Anzi. Le donne,  spesso, guardano con indifferenza o sospetto le espressioni di interesse di un estraneo e le sue attenzioni. Le loro reazioni sono variabili e  non è infrequente che "interpretino gli atteggiamenti maschili particolarmente comprensivi in modo negativo" (...) "Si sentano a disagio di fronte a un nuovo conoscente che cerca di essere troppo vicino" e "anzichè   attrazione sessuale sperimentino indifferenza se non repulsione".  Ai primi appuntamenti le donne non percepiscono l'uomo gentile e interessato meno "macho", ma non lo trovano attraente. Lo studio, concludono i ricercatori, riesce a spiegare le regole dell'attrazione che guidano l'uomo ma non svela il segreto per far capitolare una donna. "Ancora non sappiamo perché risulta meno attratta sessualmente da un estraneo comprensivo. Il suo lasciarsi andare potrebbe non necessariamente avere a che fare con l'essere 'carino'", avverte il prof. Birnbaum. "Le donne potrebbero percepire questo atteggiamento inappropriato e manipolatorio (per esempio orientato a ottenere un incontro sotto le lenzuola) o vedere il partner troppo ansioso di piacere, quasi "disperato", e dunque meno attraente. O ancora vulnerabile e poco dominante.
( fonte: agenzie di stampa)

 
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TEMI TRASCURATI

Post n°7976 pubblicato il 24 Luglio 2014 da psicologiaforense

Se c'è un fenomeno che oggi appare evidente e che spaventa uo­mini e donne del nostro tempo, è l'omologazione che, a livello dei singoli come a quello delle culture, minaccia di travolgere le identità e di annegarle in un magma indifferenziato, regolato soltanto dalle logiche del consumismo e delle mode...

 

INDIVIDUALISMO EMERGENTE

Si parla tanto dell'individualismo come di un atteggiamento ti­pico della nostra società. Così non meraviglia affatto che nell'epoca della globalizzazione  e dei social network, si debbano registrare nuovi disagi. Infatti, indifferenza, utilitarismo e  violenza caratterizzano i rapporti interpersonali e riempiono la sfera del Sé, ormai dimentico del valore della relazione. In bilico sul vuoto e in  clima generale di anestesia affettiva si vive una crisi dei legami che si riflette nel mondo interno fino a compromettere la costruzione dell'identità e alterare la percezione di se stessi e di chi ci sta di fronte. L'emergere degli individui, con la loro tendenza ad affermarsi sfrenatamente, con la loro aggressi­vità, che li porta a competere e a cercare di sopraffarsi a vicenda,  è sotto gli occhi  di tutti . Ma ciò non implica affatto una valorizzazione delle persone. C'È UNA GRANDE DIFFERENZA TRA INDIVIDUO E PERSONA. Sono individui anche i moscerini che compongono lo sciame, i lu­pi del branco, gli sterpi della boscaglia. Ma non sono persone, né si può loro attribuire una vera e propria singolarità, nel senso in cui questo termine significa «originalità», «irripetibilità».  La stessa   concorrenza che uomini e donne si fanno conferma questa diagnosi. In natura tutti gli individui del regno vegetale e di quello animale lottano per lo spa­zio vitale e la sopravvivenza, ma ciò non è indizio della loro libertà, bensì della potenza dei meccanismi inesorabili che li dominano e li spingono a cercare l'auto-conservazione. L'individualismo che domina la mentalità e la prassi contempo­ranee appartiene a questo tipo. Non è un caso che esso si coniughi perfettamente con la più soffocante massificazione. Nel disperato tentativo di emergere, ci si adatta integralmente alle regole e ai co­stumi vigenti. La cosa che fa più paura è essere «diversi». Perché il «diverso» viene emarginato e lasciato solo. Si ha successo, parados­salmente, adeguandosi, diventando invisibili.

 
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PERVERSIONI SESSUALI, DISFUNZIONI, RUOLI, EROS, CONDOTTE SESSUALI, NORMALITA', PATOLOGIA, ESPERIENZE DI INTIMITA'

Post n°7975 pubblicato il 22 Luglio 2014 da psicologiaforense

MALEDUCAZIONE SESSUALE

 

Chi presenta "problematiche sessuali"  soffre non solo e non tanto per il disturbo in sé e per sé, quanto piuttosto per il modo in cui  le "questioni sessuali"  vengono giudicate: le disfunzioni, con dileggio e disprezzo, le deviazioni, con crudele e talvolta feroce repressione e persecuzione. E spesso il giudizio più severo e spietato viene formulato proprio dal paziente che inevitabilmente ha fatto proprie, ha interiorizzato, le condanne socio-culturali della società in cui si trova a vivere.  In questo senso, a mio modo di vedere, la più comune e tipica deviazione sessuale consi­ste nel fatto che la maggior parte delle persone cosiddette «normali», non «devianti», condu­cono una vita sessuale inibita, rigida, condi­zionata dalla paura, dall'ansia, dalla depres­sione, dalla colpa e dall'ostilità, una vita ses­suale frustrata e frustrante, fonte di assurde, inutili e talvolta tragiche sofferenze.

 
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RIFLESSIONE DELLA SERA

Post n°7974 pubblicato il 20 Luglio 2014 da psicologiaforense

Nessuna epoca  è più favorevole alla persona anziana come l'attuale. Ma in nessuna epoca «il problema dell'anziano» è mai stato sentito così vivo, così tragico e drammatico. Ciò sembra un paradosso, perché  viviamo in un mondo  in cui la medicina ha fatto e fa tali progressi da dilatare sempre di più la vita media  ben oltre il traguardo dei  75 anni...

 

LA VECCHIAIA TRA PREGIUDIZI E STEREOTIPI

 

La valutazione che ogni epoca storica ed ogni composizione sociale ha dato e dà della vecchiaia risente di DUE OPPOSTI STEREOTIPI UNO POSITIVO E UNO NEGATIVO.
Il primo.
L'an­ziano è un saggio, è un depositario dell'espe­rienza comune del gruppo, ha una maggiore capacità di introspezione, è più equilibrato, riesce a cogliere meglio l'essenza dei problemi, e tutte queste qualità riescono ampiamente a compensare il suo declino corporeo. Non è difficile scorgere in uno stereotipo positivo di questo genere il ruolo dell'anziano in una società più primitiva, prevalentemente agricola, con ritmi di sviluppo molto lenti ed in una struttura familiare molto allargata. In
una società di questo tipo i «vecchi» erano pochi e i parametri dei valori etici e di costume della persona anziana, erano ancora validi per tutto il gruppo.
Il secondo. Il vecchio è debole, si ammala facilmente, non è autonomo, ri­chiede assistenza, decade mentalmente, si di­mentica le cose, è un incontinente emotivo, ritorna ad essere come un bambino, ma un bambino malato.  A questo stereotipo negativo, che anche in tempi antichi aveva una sua diffusione, si sono poi aggiunte altre considerazioni. L'e­sperienza acquisita da una persona anziana nella sua vita precedente, oggi, non serve più a nessuno, anzi è probabilmente un impaccio anche per la sua esistenza: il vecchio non è in grado, e soprattutto non desidera, apprendere cose nuove, adeguarsi alle nuove tecnologie, non è più in grado di seguire il ritmo del lavoro del mondo moderno, non è più in gra­do di produrre. In una società basata tutta sulla produttività e sull'efficienza individuale, questo è senz'altro l'aspetto più deleterio dello stereotipo negativo che viene fatto coincidere con la vecchiaia e che obbliga l'anziano ad assumere ruoli passivi, marginali o addirittura a perdere qualsiasi ruolo. Questo stereotipo negativo riflette, inoltre, l'attuale composizio­ne sociale, in cui la maggioranza delle persone anziane ha scarse possibilità economiche e quindi di spesa e in cui la famiglia, da allargata, si è ridotta alla famiglia nucleare, ed anche la famiglia nu­cleare attraversa un momento di crisi, forse definitiva.

NOTA INTEGRATIVA

La vita è sempre una reazione ad ogni variazione, ad ogni mu­tamento, nel tentativo di ristabilire un equili­brio. All'avvicinarsi ed all'inizio della vec­chiaia si reagisce a vari livelli e contemporaneamente. 
Si reagisce:
a) percependo il mutare del mondo esterno, il rapidissimo variare di usanze, cre­denze, valori etici, applicazioni tecnologiche e, soprattutto, per la sensazione di non capire più la società, gli altri, i giovani, per la sensa­zione di non essere in grado di rispondere e di adeguarsi ai cambiamenti.  
b) alla pressione del mondo ester­no, che valuta ormai l'anziano come persona non più efficiente, bisognosa di assistenza, decaduta e malata, e che praticamente impone all'anziano questo ruolo.
c) alla percezione del mutare del proprio mondo interiore, alla sensazione del calo delle proprie prestazioni mnemoniche, di attenzione, di coinvolgimento affettivo.
d)
 al  mutare della propria proiezione nel futuro. Nella nostra società attuale, il problema della morte è elu­so, nascosto. Ma, giunti alla vecchiaia, la proiezione nel futuro porta inevitabilmente a dover affrontare il problema della morte, che si comincia a percepire come una presenza sempre più consistente.
e)  alle angoscie di separazione dai figli, dal coniuge, dagli amici più cari. Quale risonanza emotiva nel vecchio alla notizia che un semplice cono­scente è morto! Tutti questi aspetti psicologici sono implicati nel mutare del proprio mondo interiore.
f)  al mutare del proprio corpo, al declino della vista, dell'udito, della forza muscolare, della capacità respiratoria. Si reagisce al declino della propria sessualità e comunque all'au­mentare delle difficoltà nel poterla esercitare.
g) ad ogni malattia somatica, purtrop­po frequenti, in questa epoca della vita. Ogni malattia è vissuta come una grave minaccia alla propria integrità e sicurezza fisica, è sem­pre vissuta come un avvicinarsi del pericolo dell'invalidità, della perdita dell'autosuffi­cienza fisica, della morte.

Sono tutte, queste, reazioni alla perdita del­la propria identità: identità corporea, sessua­le, intellettuale, familiare, della propria auto­nomia e della propria professionalità. Tali perdite s'intrecciano variamente fra loro nel tempo e possono portare a tentativi di adattamento positivo, di negazio­ne o di passiva regressione, tentativi non sta­bili, naturalmente, e mutevoli. Per la maggio­ranza degli anziani, questi modelli reattivi non implicano l'insorgere di veri quadri clinici pa­tologici ma, da quanto detto, s'intuisce che, anche se transitori, questi quadri sono molto frequenti nella vecchiaia.

 
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LA FOTO DEL GIORNO, IL SENO FEMMINILE, MELON HOSTAGE, PROVOCAZIONI FIGURATIVE, FORME, ARTE, FOTOGRAFIA, CULTURA

Post n°7973 pubblicato il 19 Luglio 2014 da psicologiaforense

Alcune donne con seni grandi naturali, contrariamente alle donne che scelgono  di ingrandire il loro seno, ricevono un'attenzione indesiderata. Esse possono non essere interessate  a mostrarli e, di fatto, essere dispiaciute che la loro sessualità  venga dichiarata con una sorta di apprezzamento alla loro esibizione...

MELON HOSTAGE

Le provocazioni, sia pure figurative come quella del fotografo inglese James Riegel, favoriscono la consapevolezza dei problemi. In questo caso si tratta di un eccessivo volume del seno che è di impedimento e  "TIENE IN OSTAGGIO".
La fotografia illustra una scena dominata da un vistoso coltello, che sembra evocare necessità mediche come nei versi di Barbara  Crooker:
La collinetta della mia amica è diventata un incubo
Come può permettere le affettino quella parte
così come se infilassero un coltello nel melone?

 
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TEMI TRASCURATI, PUDORE, ESIBIZIONISMO, FOTO INTIME SU INTERNET, PASSIONI, SOLITUDINI, CONSAPEVOLEZZA DI SÉ, MONDO DIGITALE

Post n°7972 pubblicato il 17 Luglio 2014 da psicologiaforense

 La rete e i social media hanno ormai fatto irruzione nelle nostre vite, promettendo di appagare il nostro bisogno più profondo di comunicazione, di conoscenza e di narcisismo, giungendo a toccare la nostra natura più intima, modificando la nostra sessualità. Per molti, la tecnologia digitale si è già sostituita alla ricerca della verità e dell'amore, i due motori più potenti dell'essere umano....

NUDI IN RETE

 

Oramai  è un must : postare le proprie foto intime, sensuali, provocanti... E’ eccitante divertente, trasgressivo, “cool”. Per molti, osserva la mia amica e collega  GRAZIOTTIN, si tratta di un gioco senza conseguenze: un’impennata di esibizionismo compiaciuto (“guarda come sono sexy”), di narcisismo, di voglia di stupire e di mostrarsi più disinibita/o e trasgressiva/o degli altri. Come se il rango del proprio valore nel gruppo venisse determinato anche da questo tipo di comportamenti.   I problemi cominciano quando le foto mostrano pose e dettagli inequivocabilmente sessuali.  Ma dai, dirà qualcuno, ormai in internet si posta di tutto, nessuno ci fa più caso. Non è così: lo dimostrano i suicidi, e i tentati suicidi, di adolescenti, le cui foto sono state postate, che non hanno retto la vergogna, l’umiliazione, la derisione. Senza arrivare a questi estremi, c’è una conseguenza importante, trasversale, che tocca tutti quelli che postano, o lasciano postare, le proprie foto intime. In questo mostrarsi senza veli, a tutti, viene ucciso il senso del segreto, del mistero, dell’intimità amorosa che ama il silenzio, la notte, i sussurri, le emozioni invisibili che accendono l’amore e la passione esclusiva: afrodisiaci sottili e vulnerabili, sono difficili da ritrovare quando tutto è stato esibito, mostrato, banalizzato, sporcato.

 
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QUANDO LA LUCE E' ACCESA E IN CASA NON C'E' NESSUNO, PROTESTA VIRILE, PENSIERI, IDEE, RIFLESSIONI, PSICOLOGIA

Post n°7971 pubblicato il 15 Luglio 2014 da psicologiaforense

L'ABISSO E LA MONTAGNA

 La "protesta virile" è una espressione adle­riana, intesa a sottolineare come molti atteggiamenti di uomini e donne vadano in­terpretate nel senso di una chiara rivendicazione del pro­prio ruolo nella vita o di un di­ritto sacrosanto ingiustamente disconosciuto. In sogno, ad esempio, una donna cammina­va con passo deciso, portando in testa un vistoso cappello (classico simbolo fallico). Men­tre Freud l'avrebbe interpretato come desiderio d'essere un ma­schio da parte della sognatrice, Adler comprese che in realtà essa esprimeva in sogno la vo­lontà di essere considerata quanto un uomo nella vita e di ottenerne  gli stessi diritti. «Pro­testa virile», dunque, è sinoni­mo di rivendicazione del pro­prio valore individuale, si tratti di uomo o di donna poco im­porta, e di affermazione dei propri attributi morali, sociali e di qualsiasi altra natura, in una situazione frustrante contro il cui perpetuarsi ingiustificato viene espressa aperta ribellione: «protesta virile», appunto, an­che se quasi sempre in sogno! 

 
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IL VASO DI PANDORA, COMMUNITY, ODIATORI, HATERS, ODIARE DI PIÙ, ODIARE MEGLIO, FENOMENI EMERGENTI

Post n°7970 pubblicato il 13 Luglio 2014 da psicologiaforense

ODIATORE (Hater) è una parola, molto usata nell'ambito dei social network , per indicare una persona che  sa esprimersi solo  manifestando odio verso gli altri membri della comunità virtuale...


101 MOTIVI PER ODIARE IN  COMMUNITY... 

Osserva  MASSIMO GRAMELLINI  che  nel linguaggio della Rete, mutuato dalla musica rap, gli «haters» sono persone che si mettono insieme per detestare qualcun altro. Non agiscono  tanto per gelosia, invidia, frustrazioni...  quanto piuttosto  per nichilismo. In altri termini: SE ODIANO UN RICCO, NON È PERCHÉ SOGNANO DI DIVENTARE RICCHI, MA PERCHÉ SPERANO CHE DIVENTI POVERO ANCHE LUI. La loro arma satirica preferita non è l’ironia - troppo raffinata e allusiva - ma il sarcasmo, che presuppone disprezzo per il bersaglio...  Orbene, se  una persona qualsiasi sulla pubblica piazza,  brandito un megafono,  urlasse: “Gli odiatori di FILIPPA   sono pregati di mettersi sul lato sinistro della piazza, gli amatori sul lato destro”, verrebbe internato in clinica psichiatrica all’istante. INVECE IN RETE È NORMALE CHE AMATORI E ODIATORI SI DIVIDANO E DIGRIGNINO SU QUALSIASI ARGOMENTO, DA EINSTEIN A PUPO. Come se quel minimo di evoluzione umana conquistata faticosamente nei secoli fosse stata azzerata dal cambio di tecnologia e ora si dovesse ripartire daccapo. 

 
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RIFLESSIONE DELLA SERA

Post n°7969 pubblicato il 10 Luglio 2014 da psicologiaforense

IL CARATTERE ISTERICO E GLI ALTRI

 

Il soggetto  con  personalità isterica sa essere accattivante, avvolgente, manipolativo fin dai primi contatti con noi perchè cerca di "sedurci". Così a volte ci adula, altre volte ci gratifica con la sua esibita comprensione e con  la sua apparente partecipazione. Noi, a suo dire,  siamo i soli  capaci di comprenderlo, ecc..ecc.. Successivamente, se si resta disponibili, si diventa schiavi delle sue esigenze sempre più pressanti e numerose.  
Si può, in questa sede, riassumere  con questa frase la personalità dell'isterico: IO (narcisismo) VOGLIO (esigenza affettiva) CHE TU MI DIA TUTTO (bisogno continuo di appagamento) E SUBITO (impazienza di fronte  al tempo).
IO NON TI DARO' NULLA  IN CAMBIO (incapacità di dare, disaffezione). COMUNQUE IO SARO' INFELICE  (ruminazione, compiacenza, autocommiserazione, vittimismo, bisogno di valorizzazione  e di consolazione) PERCIO' REAGIRO'  (aggressività  con intenti persecutori)...  

 
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RIFLESSIONE DELLA SERA, IL FALLIMENTO DELLA COPPIA, VITA A DUE, AMORE, SESSO, CONVIVENZA, MATRIMONIO,

Post n°7968 pubblicato il 08 Luglio 2014 da psicologiaforense

Prima del matrimonio i fidanzati rimuovono e negano gli aspetti comportamentali e personologici a loro meno graditi del partner con un intenso uso di meccanismi di proiezione e di identificazione proiettiva sui quali si é poi basata la "collusione"  di coppia. Si registra, inoltre, il tentativo di “adattarsi” all’altro. Tentativo che però nasconde la riserva mentale di mutarne i convincimenti, gli stili di vita e di portarlo dalla propria parte appena le condizioni saranno maturate nel vincolo coniugale…. 



PSICOLOGIA DELLA SEPARAZIONE E DEL DIVORZIO



Il fallimento della vita a due spesso avviene per  la mancanza di una adeguata "cultura di coppia" e per una significativa carenza di quella maturità mentale ed emotiva e di quella necessaria capacità di adattamento, di flessibilità, di tolleranza, di comprensione, di solidarietà reciproca e di consapevolezza della propria personalità e del carattere del partner, tutte cose queste che costituiscono i requisiti minimi indispensabili per una "normale" vita matrimoniale. Spesso, in  questi casi la moglie  lamenta di essere stata trascurata nei suoi bisogni, nelle sue speranze, nelle sue aspettative e giustifica i suoi "malumori" esclusivamente come conseguenza della perifericità del marito in ordine alle sue esigenze. All'inverso  il marito si duole del comportamento infantile, psicologicamente dipendente e poco responsabile della consorte. Così, l'emozione che all'inizio del fidanzamento portava a star bene assieme, ora viene "sporcata" da queste nuove ideazioni.  Lo stare vicino assume un significato che impedisce alla primitiva emozione di riemergere. Si inizia in questo modo un percorso interattivo che porta ad agiti oppositivi che, in un circuito autorinforzantesi, riprovoca reazioni di delusione e di insoddisfazione che inducono ad una ricerca quasi ossessiva di umiliare, distruggere l'altro, arroccandosi nelle proprie posizioni.

 
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