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Messaggi del 12/09/2014

 

TU IN CHE SITUAZIONI SEI? QUELLI CHE... IL MURO, IL BIVIO, LA NEBBIA, PSICOLOGIA, SCIENZA DELLA VITA, IL MALE DI VIVERE

Post n°8016 pubblicato il 12 Settembre 2014 da psicologiaforense

Ti trovi ad avere a che fare con problemi che sei incapace di gestire? Avverti confusamente una mancanza di autocomprensione e  di costruttività? Ti stai domandando: «Cosa mi capita?»; «Ora cosa faccio?»; «Come faccio?».

 

SCEGLIERE DI ESSERE RESPONSABILI DELLA PROPRIA VITA PER TROVARE LA FELICITÀ?

 

In  situazioni esistenziali di difficoltà solitamente si focalizza il pro­prio disagio su una richiesta circoscritta e abbastanza superficiale  rispetto al problema che si sta vivendo. Problema  la cui soluzio­ne, spesso,  viene demandata  a terzi con un atteggiamento delegante che si può  sintetizzare in TRE  fattispecie:

IL MURO.
Una persona che dopo un certo cammino si trovi davanti ad un muro per­ché la strada percorsa l'ha condotta in un vicolo cieco, non se la sente di invertire la marcia, tornare indietro, ricominciare daccapo. Chiede allora ad altri  che rimuovano o forzino l'ostacolo, che vi aprano comunque un varco o gli indichino un varco, che trovino almeno un'altra "via di uscita". PER SE STESSA INFATTI SOSTANZIALMENTE CHIEDE DI NON CAMBIARE NÉ LA PROPRIA STRADA NÉ LA PROPRIA DIREZIONE E DI NON "FATICARE" ULTE­RIORMENTE.

IL BIVIO.
La persona che si trova ad un bivio senza indicatori o con indicatori gene­rici ("per di qua - per di là") o equivalenti (ambedue le strade porteranno ... a Roma non sa decidere quale strada prendere). Chiede allora ad altri  la direzio­ne; che almeno questo soggetto a cui ci si rivolge faccia - come forse egli ha già fatto - un bilancio ma aggiungendo qualcosa su uno dei due piatti in modo che sia lui a far pendere la bilancia da un lato; e al limite che sia lui  a "sbilanciarsi" rispondendo al quesito: «Ma tu, quale strada prenderesti?». PER SE STESSO INFATTI  CHIEDE CHE NON SIA SUA, COMUNQUE, LA RESPONSABILITÀ DI SCEGLIERE.

LA NEBBIA.
Quando ci si trova in una nebbia fitta non è più questione di indeci­sione: non si sa nemmeno dove si è e non quale sia la via migliore. E chi non sa dove è, è come se almeno un poco non sapesse "chi" egli è. Allora, come un bambino, si chiede di essere presi per mano e portati fuori dalla nebbia, guida­ti.

 
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