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Messaggi del 02/05/2015
Post n°8270 pubblicato il 02 Maggio 2015 da psicologiaforense
La grande festa si è conclusa, si sono spente anche le ultime note del concertone, le ultime parole gridate delle promesse, dei proclami roboanti. Cosa resta? PIENA DISOCCUPAZIONE Terra mare e cielo sono trasformati da un lavoro sempre più tecnologicamente raffinato, che li rende capaci di rispondere ai bisogni crescenti dell'umanità. Quindi all'interrogativo «benedizione o maledizione?» la risposta appare ovvia: il lavoro è una benedizione di Dio... Però c'è anche il rovescio della medaglia: quale prezzo - non solo economico ma anche umano - hanno richiesto le conquiste ottenute? Quanti sono ad accomodarsi alla mensa del progresso, e quanti gli esclusi? La risposta è inquietante. Ai due terzi del genere umano, dal più al meno, arrivano solo le briciole delle risorse accumulate, mentre un terzo dispone della quasi totalità del potenziale energetico e dei manufatti. Squilibrio spaventoso, segno «demoniaco» di una società che divide e sperpera, e si rivela - nonostante i grandi progressi della tecnologia - incapace di colmare la profonda frattura Nord-Sud che divide i paesi del benessere da quelli del sottosviluppo. Ma c'è di più. Se si guarda con attenzione al mondo degli uomini curvi sul banco del lavoro, viene da domandarsi quanti di essi, nonostante la buona volontà personale, non riescono a entrarvi. È il problema, sempre gravissimo, della disoccupazione. E coloro che riescono a prendervi parte, in che situazione si trovano? Esiste una proporzione fra ciò che essi hanno e donano alla società e ciò che ricevono, non solo in termini di salario, ma anche in termini di gratificazione personale, di auto realizzazione? Molti sono indotti a rispondere di no. Infatti il lavoro moderno, ridotto in briciole, in piccole operazioni sempre uguali, è sì diventato meno faticoso in senso fisico perché ormai le macchine e i robot elettronici si addossano il peso della fatica, ma risulta poco soddisfacente, e quindi più pesante, sotto il profilo psicologico. La grande impresa è diventata una macchina gerarchica dove il lavoratore è ridotto a una rotella.
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Inviato da: Nuvola_vola
il 09/01/2019 alle 19:15
Inviato da: moltiplicazeri
il 16/12/2018 alle 17:51
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il 01/11/2018 alle 07:57
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il 06/09/2018 alle 23:51
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il 24/04/2018 alle 10:49