Creato da flaverd il 08/04/2010
 

ratòrysciacca

"L' Italia, senza la Sicilia, non lascia alcuna immagine nell' anima: qui è la chiave di tutto". Goethe

 

Messaggi di Giugno 2014

Perchè non prevenire?

Post n°796 pubblicato il 25 Giugno 2014 da flaverd
 

Le transenne sono state tolte...le baracche resistono. Allo Stazzone,tuttavia, adesso,lo spazio fruibile ai pedoni è tantissimo e, al momento, pulito. Ma fino a quando?Lungo tutto il percorso pedonale mancano i cestini per raccogliere bottigliette, cicche di sigarette e spazzatura"minuta". Voci di corridoio parlano di arredi in arrivo...ma intanto si potrebbero mettere dei cestini provvisori. E' un vero peccato: tra qualche giorno e con la Festa di San Pietro in arrivo, l'invasione dei "visitatori" inevitabilmente porterà sporcizia dappertutto. Non si potrebbe prevenire?

 
 
 

"Pane e panelle " di Domenico Garaffa

Post n°795 pubblicato il 21 Giugno 2014 da flaverd
 

Premio Internazionale Letterario e Artistico Nat Scammacca

I edizione - Sezione A

 

pane e panelle  

 

tutte le mattine nel suo proscenio,

crocevia corso Tukory - via del Vespro

il caro vecchio Panellaro

metteva in scena la propria arte e con voce

 

arriatata abbanniava: accattativi i panelle!

   roca     gridava:        compratevi le panelle!

 

il giovane mulo trainava a fatica quel carretto.

allestito a chiosco: era un'esplosione di colori

con le caratterizzazioni di gesta cavalleresche

in stile e in onore agli storici carretti siciliani.

addobbato a miglior festa

coperto da bardature ornate con placche di cuoio

e chiodi dorati, faceva ammirare sulla testa un gran pennacchio

e, un secondo ancora più esuberante, a metà schiena,

entrambi  rigorosamente di colore giallo e rosso.

a vederlo sulla strada sembrava un rebus che cammina *   

per l'elevato valore di elementi decorativi custoditi.

 

mi  recavo dal  panellaro ...e avevo fame.

Fame di pane:

   vita e morte;

       cultura di albe e tramonti;

          donne che generano, uomini che ti amano e poi ti odiano

          donne che ti odiano e poi ti amano;

             viaggi  intrapresi e sognati;

                 libri letti e riletti, commentati e contestati, persi e ritrovati come gli

                   amici con i quali ridi e piangi e scappi e ritorni e ripiangi.

 

                          ...e avevo fame.

  Fame di panelle:

   sesso praticato e soprattutto parlato, decantato, amplificato, esagerato;

       musica in concerti di piazza e canti in cortili di chiese;

          primi giorni di scuola, ultimi giorni di scuola;

             file interminabili alle mense aziendali, universitarie, Caritas;                 

                materia data, non data, esami rinviarti, esami finiti? esami infiniti;

                  scioperi fatti e subiti;

                     liti e pianti e sorrisi e pace a ancora liti e ancora pace;

                        teatro di ogni giorno tra applausi e fischi.

 

 

è passato il tempo che doveva passare

e se penso a quel profumo di farina di ceci

rivedo tutti quei finimenti colorati

i volti che popolavano quelle strade e abitavano quelle ore

trascorse, attraversate, rincorse e superate

per conquistare l'essenza del mondo.

eravamo tutti affamati di un qualcosa:

affamati  d'emozioni, d'incontri dolci e di dolcezze;

affamati di sogni d'amore e mostri da fiaba;

affamati di idee per riempire spazi;

affamati d'acqua;

affamati di sete.   

 

così dopo anni girando, come un turista, tra la tomba di Stupor Mundi

Piazza della Vergona e giù verso l'Orto Botanico

l'angolo più meraviglioso di questa terra, **

per poi risalire da Ballarò, succede che

mi ritrovo davanti

al figlio del Panellaro

col vecchio mulo

al crocevia di via del Vespro

anche lui, oggi, con voce  

 

arriatata  abbannia: pane e panelli  ca  fanno i figghi belli

  roca       grida:         pane e panelle che fanno i figli  belli

 

e mi accorgo di essere sì, cresciuto, ma ancora affamato.

affamato  di pane

e di panelle.

 

 

 

*  così definì il carretto siciliano Guy de Maupassant  nella primavera del 1885

**così definì l'Orto Botanico Goethe durante il suo soggiorno a Palermo nel 1787   

 

Panelle : frittelle di farina di ceci.

Abbanniari: gridare la merce che si vuole vendere. Annunciare un bando

                    dal gotico 'bandwian', dare un segnale.                     

 

 

Con questa poesia il nostro concittadino Domenico Garaffa si è classificato terzo al Premio "Nat Scammacca" 2014. Nella foto: Salvatore Di Marca,Domenico Garaffa, la signora Scammacca, Antonietta Garaffa.

Congratulazioni vivissime!

 
 
 

Il ritorno della sceusa

Post n°794 pubblicato il 03 Giugno 2014 da flaverd
 
Tag: sceusa

Sono stati in tanti, quest'anno, quelli che hanno voluto festeggiare la festa dell'Ascensione(Sceusa da noi),ritornando alla tradizione dei pupi e del falò. Una tradizione scomparsa da molti anni e tornata nelle simpatie di tanti saccensi che amano la buona compagnia, i giochi e i riti di un tempo.I pupi (qui vediamo quelli,direi abbastanza graziosi(almeno lei) si sono prestati a tanti selfie con i partecipanti alla festa, per poi finire bruciati, come è loro destino. Il sacro e il pagano mescolati insieme, per una giornata all'insegna dell'allegria, per la gioia di adulti e bambini. Il potenziamento delle nostre buone tradizioni è una strada utile per la crescita della nostra collettività. Guai a dimenticarci delle nostre radici!

 

 
 
 

L'aquilone

Post n°793 pubblicato il 03 Giugno 2014 da flaverd
 

Mia nipote Flavia sorride contenta mentre tiene stretto il suo aquilone, che vola alto, sospinto dal vento. Il nonno Angelo non si arrende all'idea che i bambini di oggi si piazzino davanti al pc o alla tv o al tablet per giocare. Lotta contro la tecnologia,facendo scoprire giochi antichi alle sue nipoti, giochi che coinvolgano la mente e il cuore, che si facciano all'aria aperta.Fin che si può...

 
 
 

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PERCHÈ RATÒRY?

 

Ratorio è un termine dialettale da noi italianizzato. Indica oggetti o persone che, per essere antiquati o inutili, vanno collocati in soffitta. Facendo la dovuta autoironia, abbiamo scelto di definirci così (la y finale dà tono al termine stesso). Non ci rassegniamo, tuttavia, a rimanere relegati in soffitta, anzi... Questo blog ci da la possibilità di far conoscere la nostra cittadina, Sciacca (Ag), i suoi artisti, i suoi monumenti, la gastronomia,le tradizioni popolari, i  pregi e i difetti di una collettività che sta irrimediabilmente perdendo la sua identità.Al recupero di tale identità e al suo mantenimento mi auguro che collaborino tutti i miei amici ratory di Sciacca!


 

 

I LOVE BURRACO!

 

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