Creato da provad il 15/09/2010

Scontri di principii

filosofia e politica internazionale

 

Messaggi di Maggio 2017

"Drive them out!"

Post n°123 pubblicato il 22 Maggio 2017 da provad
 

Sono passati 8 anni da quando il presidente americano neoeletto Barack Obama si rivolse al mondo musulmano con un discorso pronunciato al Cairo che fece la storia. Obama voleva riallacciare i rapporti con il mondo musulmano, "a new beginning between the United States and Muslims around the world".

Questo nuovo inizio doveva partire dal riconoscimento dell'Islam come religione di pace, e dalla visione del terrorismo islamico come di una piccola minoranza di persone che male interpretava i dettami dell'islam.

Il discorso venne farcito da citazioni prese dal Corano, reminiscenze personali sull'islam da parte del presidente, riconoscimenti del rapporto storico tra islam ed America ("So let there be no doubt: islam is a part of America"). L'intervento americano in Iraq fu dipinto come un errore a cui porre fine tramite un rapido ritiro, poi avvenuto. Se pensiamo oggi a cosa e' dell'Iraq senza gli americani, un paese diviso ed in preda all'ISIS, non mi pare si possa dire che il ritiro sia stato un grande successo.

Fu annunciata la chiusura del carcere di Guantanamo, mai avvenuta nonostante le tante promesse.

Fu proposta la democrazia come strumento per costruire stati moderni e pacifici. Oggi vedendo cosa resta dopo la primavera araba, guerre e dittatori in Siria, in Egitto, in Libia. Forse solo la piccola Tunisia fa eccezione a questo stato di cose.

Fu riaffermata l'importanza della tolleranza religiosa. Ed anche qui, a distanza di 8 anni, gli attentati contro le minoranze religiose in Egitto e nelle regioni occupate dall'ISIS non ci fanno intravedere niente di buono.

Insomma, le parole di Obama rilette oggi suonano vuote ed inutili, bocciate dalla Storia.

Ora c'e' un nuovo presidente americano neoeletto, e guarda caso anche lui fa il suo esordio internazionale con un discorso pronunciato alla stessa platea, questa volta in Arabia Saudita. Il linguaggio di Trump e' molto diverso da quello di Obama. Prima di tutto ci sono gli interessi comuni, c'e' il business. Si annunciano 400 miliardi di dollari di investimenti, di cui 110 di acquisti di armi da parte dell'Arabia Saudita. Sono soldi che creano posti di lavoro, che portano sviluppo, questa e' la visione di Trump.

Sulla lotta al terrorismo, c'e' l'affermazione a mio avviso importante che i paesi musulmani devono condurre la lotta contro l'estremismo religioso. Viene ricordato che le vittime dei terroristi sono, oltre che innocenti occidentali, anche tantissimi innocenti musulmani. Vengono nominate le organizzazioni terroristiche con il loro nome, Hamas, Hezbollah, ISIS, Al Qaida. Incredibile che Hamas e Hezbollah siano state incluse nella lista.

Si afferma che l'ideologia terrorista non puo' essere ricondotta a Dio, "Terrorists do not worship God, they worship death". La battaglia non e' tra religioni, o civilta'. La battaglia e' tra chi opprime ed uccide gli uomini, e tra chi li vuole proteggere. "This is a battle between Good and Evil".

Piu' importante ancora, la responsabilita' di questa battaglia non e' dell'America, ma dei Paesi mediorientali. L'America puo' dare una mano, ma le carte da giocare le hanno i Paesi mediorientali, Arabia Saudita in testa. "Drive them out". Cari amici mediorientali, sta a voi decidere il vostro futuro, afferma Trump.

A mio avviso un grandissimo discorso, davvero eccellente, dove l'America fa tutto quello che gli chiede il mondo libero, essere leader, senza essere il decisore unico. Ciascuno faccia la sua parte che l'America fara' la sua. Dio benedica Trump, e l'America.

 
 
 

L'Italia batte un colpo nello scontro dei principii

Post n°122 pubblicato il 16 Maggio 2017 da provad
 

Finalmente l'Italia si fa viva e batte un colpo nello scontro di principii in atto a livello planetario. Ed e' un bel colpo, come documenta questo articolo apparso su Repubblica.it.

In pratica la Cassazione ha stabilito ieri che un uomo di fede Sikh, che desiderava girare per l'Italia portando a spasso, per motivi religiosi, un coltello con una lama lunga 20 cm, non ha diritto di farlo.

Ci sono diverse ragioni per cui questa e' una buona decisione. Primo, e ovviamente, si ribadisce che per portarsi in giro certi pezzi di ferro occorre un porto d'armi. Secondo, ed ancora piu' importante, si afferma che la religione non e' una giustificazione accettabile per nessun tipo di comportamento sanzionato dalla legge italiana. Finalmente in questa sentenza si e' evitato di conferire ad una religione uno status particolare, degno di essere protetto e salvaguardato, per il solo fatto di essere una religione. Finalmente con questa sentenza si e' affermato il principio che le religioni non sono tutte uguali, perche' i principii che esprimono non sono tutti uguali, e che talvolta all'interno di talune religioni vengono espresse idee semplicemente inaccettabili in un consesso moderno e democratico.

Io penso che dobbiamo ringraziare quest'uomo per aver permesso all'Italia di segnare un punto. Forse questa sentenza fara' scuola. Forse da oggi quando qualcuno invochera' la propria religione a protezione del proprio diritto di calpestare i diritti dell'uomo incastonati nella nostra costituzione, ci sara' un tribunale a ricordargli che non puo'. Lo spero.

 
 
 

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