Creato da digi33 il 24/05/2007

Matematica Insieme

blog didattico corso CAT (ex geometra) II A CAT - III A CAT - V A CAT ITCG "G.Bruno" .

 

PER GLI ALUNNI DELLA CLASSE IA  DEL CORSO C.A.T.    G .BRUNO

Per utilizzare il software gratuito Geogebra devi scaricarlo sul tuo computer seguendo le istruzioni:

Ora osserva la costruzione del circocentro di un triangolo (scarica il file) con geogebra

Adesso prova tu e invia il tuo lavoro al mio indirizzo e-mail

Video per la costruzione

dell' ortocentro di un triangolo(scarica il file)

Video per la costruzione

del baricentro di un triangolo(scarica il file)

 

Per gli alunni della classe I A corso C.A.T.

Visionate e scaricate il seguente file:

Grandezze proporzionali

 

GALILEO GALILEI ...IL LINGUAGGIO DELL'UNIVERSO

« ... questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l'universo), non si può intendere se prima non s'impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne' quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto. » (Galileo Galilei)

 

 

 

 

 

Per cominciare


Si nasce con il pallino della Matematica?

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Pierre Frédéric Sarrus

Post n°350 pubblicato il 29 Ottobre 2016 da digi33
 

 

LA VITA DI    Pierre-Frédéric Sarrus

 

LAVORO DI EMANUELE PAONE CLASSE  II A CAT

 

Pierre Frédéric Sarrus è nato il 10 marzo 1798 a Saint-Affrique ed è morto il 20 novembre 1861 sempre a Saint-Affrique ed è stato un matematico francese.

Sarrus è stato un professore di matematica pura e applicata all’università di Strasburgo dal 1826 al 1856 ed’è stato membro dell’accademia delle Scienze di Parigi dove ricevette nel 1848 il premio per le sue ricerche sugli integrali multipli.

Pierre Sarrus è noto soprattutto per il suo “Thèorème sur la rèsolution des èquations numèriques à plusiers inconmues” teorema riguardante la soluzione di equazioni numeriche.

La regola più famosa scoperta da Sarrus, denominata regola di Sarrus, consiste nel calcolare il determinante di una matrice 3x3.

Altri trattati di Pierre Sarrus furono sugli integrali multipli e le loro condizioni di integrabilità , sulla determinazione delle orbite delle comete. Inoltre Sarrus lasciò anche un manuale di lingue e dimostrò anche il lemma fondamentale del calcolo delle variazioni.

 
 
 

Paolo Ruffini

Post n°349 pubblicato il 17 Ottobre 2016 da digi33
 

La Vita di Paolo Ruffini (1765-1822)

 

LAVORO DI PAONE EMANUELE  DELLA CLASSE II A CAT

 


  Paolo Ruffini nasce a Valentano(Viterbo) il 22 settembre 1765 da Basilio Ruffini, medico, e da Maria Francesca Ippoliti e muore a Modena il 10 maggio 1822.E' stato un matematico e medico italiano. 

   Quando Paolo era un ragazzo la famiglia si trasferì in Emilia Romagna così ebbe la possibilità di iscriversi all'università di Modena nel 1783 dove studiò principalmente matematica; fu studente di Luigi Fantini, esperto di geometria, e di Paolo Cassiani, esperto di analisi matematica, e studiò anche medicina e filosofia.   Il 9 giugno 1788 conseguì la laurea in filosofia, medicina e subito dopo si laureò in matematica.  Subito dopo la laurea ebbe l'opportunità di insegnare Matematica all'università di Modena e contemporaneamente ebbe l'abilitazione per diventare medico.  Nel 1796 Napoleone Bonaparte occupò Modena con le sue truppe e Ruffini fu coinvolto in capovolgimenti politici e, contro la sua volontà, si ritrovò a ricoprire una carica importante nella repubblica Cisalpina ma si dimise subito per continuare a dedicarsi al suo lavoro scientifico. Per non aver voluto prestare giuramento alla Repubblica Cisalpina venne sospeso dall'insegnamento. Ruffini prese la situazione con filosofia perché era una persona molto calma e, avendo più tempo libero, decise di dedicarsi alla medicina e ai suoi pazienti e soprattutto ebbe più tempo per dedicarsi alla matematica . Scopre la regola per la scomposizione dei polinomi con cui si riescono a risolvere le equazioni di grado superiore al secondo, poi nel 1809 pubblicò la regola di Ruffini, un' algoritmo che si usa per poter effettuare la divisione di un polinomio. Infine Ruffini prova che le equazioni di 5°grado non possono essere risolte con i radicali. Riguardo l'ambito filosofico egli cercò di dimostrare l'immaterialità dell'anima.  Nel 1814, riaperta l'università di Modena continuò a insegnare matematica applicata, medicina e clinica medica. Nel 1817 ci fu un'epidemia di tifo e Ruffini continuò a curare i suoi pazienti finché non si ammalò lui stesso, nonostante un parziale ricovero egli non si curò perfettamente e nel 1819 lasciò la sua cattedra di clinica medica.  Nel 1820 pubblicò un articolo scientifico sul tifo basandosi sulla sua esperienza e pubblicò anche articoli di probabilità e filosofia. Ruffini morì il 10 maggio 1822 a Modena. A Paolo Ruffini è stato dedicato l'asteroide 8524 "Paolo Ruffini" e il liceo scientifico di Viterbo.

 
 
 
 
 

II CAT

Post n°347 pubblicato il 15 Ottobre 2016 da digi33

 

Da studiare per lunedì 17 

Clicca qui per il Metodo di riduzione

Approfondimento in classe

 

 
 
 

II CAT

Post n°346 pubblicato il 12 Ottobre 2016 da digi33

Per sabato studiare:

Sistema di 3 equazioni in 3 incognite-metodo di sostituzione

Approfondimento in classe 

 
 
 

L'uomo che vide l'infinito

Post n°345 pubblicato il 29 Maggio 2016 da digi33
 

 

 L'uomo che vide l'infinito di Matthew Brown è la storia vera di un genio

e delle sue lotte incessanti per mostrare al mondo la sua brillante mente.

Tratto dal libro di Robert Kanigel, racconta la vita di Srinivasa Ramanujan,

matematico indiano completamente autodidatta.

 
 
 
 
 
 
 

I numeri primi:nuove scoperte

Post n°342 pubblicato il 25 Maggio 2016 da digi33
 

Da secoli i Matematici sono convinti che la distribuzione dei numeri primi

non sia casuale ma segua una legge ancora non nota.

Proprio oggi un articolo di Repubblica è dedicato ai nuovi risultati ottenuti

da due matematici della Stanford Univesity  http://www.repubblica.it/scienze/2016/05/24/news/numeri_

primi_misterioso_legame-136605722/?ref=fbpr#gallery-slider=136608993

 

 

 
 
 

A cosa serve la Matematica?

Post n°340 pubblicato il 16 Marzo 2016 da digi33
 

A cosa serve la Matematica? Il Matematico Eduardo Saenz de Cabezon risponde alla domanda.

Clicca sull'immagine 

 
 
 

Visualizziamo i numeri primi

Post n°339 pubblicato il 16 Marzo 2016 da digi33

Numeri primi

 
 
 

Matematica e realta'

Post n°336 pubblicato il 30 Aprile 2014 da digi33
 

La Matematica pervade tutti i settori della vita“   è la frase che si sente spesso ripetere. In effetti  usiamo, inconsapevolmente, algoritmi matematici quando inviamo immagini dai nostri telefoni cellulari, o quando i motori di ricerca ci dispensano risposte a qualsiasi tipo di richiesta, pescando in tempi infinitesimali fra le migliaia di miliardi di pagine nella rete. Senza il calcolo tensoriale, i navigatori satellitari non funzionerebbero. Addirittura, senza la geometria non sarebbe stato scoperto il pallone da calcio.

I modelli matematici vengono usati quotidianamente per formulare previsioni meteorologiche su scala continentale, regionale o locale; per prevedere e mitigare il rischio derivante da terremoti, inondazioni, o processi di inquinamento ambientale; per capire meglio come funziona il nostro corpo, come prevedere l’insorgere di malattie e come curarle; perfino come farci vivere meglio il nostro tempo libero e aiutare gli atleti a migliorare le loro performance agonistiche. Su questi argomenti si soffermerà il seminario che il  Prof. Alfio Quarteroni terrà nell’aula P1 della Facoltà di Scienze MM.FF.NN. dell’Università di Salerno. L’incontro inizierà alle ore 10.00 del 5 maggio e si svilupperà sul tema “Matematica per vivere meglio: modelli matematici per l’ambiente, la medicina e lo sport”.

Matematico brillantissimo, riconosciuto a livello internazionale, Quartieroni negli ultimi anni si è interessato di  numerosi  progetti di rilevanza industriale. In particolare, il suo gruppo di ricerca ha effettuato le simulazioni aerodinamiche ed idrodinamiche per l’ottimizzazione di Alinghi, l’imbarcazione svizzera vincitrice di due edizioni della Coppa America di Vela nel 2003 e nel 2007. Il seminario dell’insigne studioso,  docente presso il Politecnico di Milano  e  direttore e fondatore di MATHICSE (Mathematical Institute of Computational Science and Engineering) all’Ecole Polytechnique Federale de Lausanne, è tenuto  nell’ambito del progetto Lauree Scientifiche, coordinato dal Prof. Di Crescenzo.

 
 
 

A proposito di numeri primi...

Post n°335 pubblicato il 16 Febbraio 2014 da digi33
 

Un matematico americano (nel 2013) trova il più grande numero primo mai verificato finora: è composto da oltre 17 milioni di cifre.

                 Immaginate un numero composto da 17.425.170 cifre : per stamparlo dovreste usare quasi 3.000 fogli che, messi uno dietro l'altro, formerebbero un nastro di carta lungo un paio di km. Questo numero c'è: è il nuovo numero primo più grande mai verificato finora, un re tra i numeri, destinato a primeggiare fino al prossimo calcolo chilometrico.     

               Il calcolo è opera del matematico americano Curtis Cooper e di un team di ricercatori della University of Central Missouri, che hanno prodotto - e verificato - un nuovo numero-record che supera di 5 milioni di cifre l’ex detentore del primato, calcolato 5 anni fa dallo stesso Cooper.

                Per verificare che il nuovo numero fosse effettivamente primo, Cooper e il suo team hanno dovuto utilizzare un sistema per il calcolo distribuito, GIMPS (Great Internet Mersenne Prime Search), un'applicazione messa a punto da George Woltman, informatico in pensione e appassionato di matematica.

                GIMPS, così come altri progetti simili, è una grande rete di computer messi a disposizione da migliaia di volontari in tutto il mondo, che donano alla scienza parte della potenza di calcolo inutilizzata dai loro PC durante le normali operazioni oppure durante la notte. Grazie a GIMPS, Curtis e il suo team hanno potuto contare su un supercomputer virtuale da 160.000 processori in grado di compiere 150 trilioni di operazioni al secondo.

               Il numero di Curtis appartiene alla famiglia dei numeri primi di Mersenne, formulati nel 1600 dal monaco francese Martin Mersenne: si tratta di numeri che possono essere espressi nella forma 2P-1 dove P è un numero primo. Fino ad oggi ne sono stati scoperti solo 48. «L'impresa di Curtis è analoga alla scalata dell'Everest», afferma Woltman: «il piacere sta nell'avere scoperto qualcosa che prima era sconosciuto.» Oltre al piacere della scoperta, però, va detto che questi numeri hanno anche applicazioni pratiche, per esempio nella definizione degli algoritmi di criptazione normalmente utilizzati nelle comunicazioni elettroniche e nei pagamenti digitali.

 
 
 

Rapporto OCSE sulla scuola

Post n°333 pubblicato il 15 Luglio 2013 da digi33
 
Tag: scuola

       L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha appena pubblicato il rapporto sulle scuole di 34 paesi (tra cui l'Italia).

Qui un articolo interessante.

 
 
 

Considera i numeri primi

Post n°332 pubblicato il 05 Giugno 2013 da digi33
 

Un articolo di Roberto Natalini, Dirigente di Ricerca  C.N.R. c/o Dip. di Matematica, Università di Roma "Tor Vergata"

 

" I numeri primi sono belli, hanno un grande fascino universale, a prima vista inesplicabile e sono fortemente sospettati di dare  dipendenza. Il motivo principale per cui creano questo interesse potrebbe anche essere semplicemente dovuto al fatto che, a differenza della quasi totalità dei tanti problemi matematici ancora irrisolti, i misteri ad essi legati possono in molti casi essere enunciati in termini comprensibili ai comuni mortali. Ma non c'è solo questo. Infatti anche alla maggior parte dei matematici i numeri primi appaiono come legati a qualcosa di intrinseco, non banalmente storico. Pensateci: molti concetti matematici sono costruiti sulla base di determinati presupposti culturali. Il calcolo differenziale, per esempio, potrebbe essere solo uno strumento provvisorio per formalizzare certe idee che abbiamo sulla misura di curve e superfici, e possiamo concepire che una civiltà avanzata non abbia sviluppato l'infinito cantoriano o il concetto di probabilità. Ma i numeri primi sono lì, davanti a noi, indipendenti da noi, apparentemente carichi di una più profonda e millenaria necessità. Nelle ultime settimane l'annuncio di risultati importanti su due problemi diversi che li riguardano, entrambi già proposti nell'ottavo problema di Hilbert, hanno attirato ancora una volta su di loro l'attenzione generale.

Ricordiamo in primo luogo che i numeri primi sono quei numeri naturali maggiori di uno, che possono essere divisi solo per uno e per se stessi [attenzione a non confondersi, uno non è primo e se ci pensate un attimo capite pure perché]. Il Teorema  fondamentale dell'aritmetica dice che ogni numero è scomponibile (si dice fattorizzabile) in modo unico come prodotto di numeri primi. I primi sono dunque connessi in modo naturale con le operazioni di moltiplicazione e divisione: in modo un po' curioso però, entrambi i due risultati dimostrati recentemente riguardano proprietà dei numeri primi legati all'addizione.

Uno dei primi teoremi sui numeri primi, dimostrato da Euclide oltre 2000 anni fa, afferma che essi sono infiniti. Essendo infiniti, possiamo chiederci allora se c'è una regola che ci dica come trovarli. Ad esempio, dato un numero, vorremmo sapere se è primo oppure no, o ancora, dato un numero primo vorremmo sapere dove si trova il successivo. Questi problemi potrebbero sembrare banali e del tutto irrilevanti, ma in realtà è vero proprio il contrario. Non sono irrilevanti da un punto di vista matematico, la loro soluzione appare difficile e legata a concetti matematici profondi. Dal punto di vista pratico, dal 1977 sappiamo che la fattorizzazione dei numeri primi è alla base dell'algoritmo RSA di crittografia a chiave aperta, utilizzato per rendere sicure operazioni come la trasmissione delle e-mail, le comunicazioni via telefono cellulare, o le trasmissioni televisive satellitari. E i problemi non sono nemmeno banali. Certo, dato un numero qualsiasi, per sapere se è primo basta dividerlo per tutti i numeri prima di lui e, se la divisione non è mai esatta, allora è primo (in realtà basta dividerlo per i numeri primi inferiori o uguali allla sua radice quadrata). Ma non è così facile come sembra, e per numeri molto grossi può richiedere un tempo enorme. Per capirci, nel 2009 una rete di supercomputer ha fattorizzato un numero di 232 cifre decimali (che era il prodotto di due numeri primi), impegando un tempo equivalente a 2000 anni di calcolo su di un processore single-core 2.2 GHz AMD Opteron. Insomma, non proprio una breve passeggiata.

I matematici hanno lavorato molto su questi problemi, ottenendo anche risultati importanti, come il famosoTeorema dei numeri primi, dimostrato indipendentemente nel 1896 da Hadamard e de la Vallée Poussin, che ci permette di conoscere in modo approssimato la distribuzione dei numeri primi e di stabilire, per esempio, che tra l'n-esimo numero primo e il successivo c'è una distanza media pari a log(n) (ossia il logaritmo naturale del numero n). Il log(n) è una quantità sempre crescente e illimitata, per cui, proseguendo a contare i numeri primi, scopriremo che la distanza tra un numero primo e il successivo crescerà indefinitamente. Ma questo, secondo il teorema, avviene solo in media. Infatti ogni tanto ci sono due numeri primi che compaiono consecutivamente e per questo si chiamano "numeri primi gemelli", come 5 e 7, o 11 e 13, o 881 e 883. (E forse a questo punto non potrete fare a meno di di sapere che la coppia più grande di primi gemelli che si conosca è stata trovata nel 2011 ed è data da 3.756.801.695.685 × 2666.669± 1). Da tempo è stato congetturato che di tali coppie ne esista un numero infinito. Anzi, nel 1849 Alfonse de Polignac si spinse fino a congetturare una proprietà additiva generale dei numeri primi, ossia che, per ogni numero k, esistono infinite coppie di numeri primi p e q tali che p=q+2k (il caso dei primi gemelli è quello per k=1). Nessuno ha ancora mai dimostrato niente del genere, ma nel 1940 Erdős dimostrò che esiste una costante C <1 e infiniti numeri primi p tali che, se q è il numero primo successivo a p, allora q< p+C log(p). Nel 2005, Goldston, Pintz e Yıldırım hanno fatto vedere che questa costante può essere presa arbitrariamente piccola. 

Poi, poche settimana fa, la svolta. Per prima cosa osserviamo che la congettura dei primi gemelli si può riformulare dicendo che ci sono infinite coppie di numeri primi la cui differenza è minore di 3. Ora, in un lavoro dal titolo Bounded gaps between primes in corso di pubblicazione su Annals of Mathematics, una delle più prestigiose riviste di matematica al mondo, il matematico di origine cinese Yitang Zhang, della New Hampshire University, ha dimostrato che "esistono infinite coppie di numeri primi la cui differenza è minore di 70 milioni". Sì avete letto bene, c'è scritto proprio 70 milioni. Potrebbe sembrare una grossa differenza, ma come è stato osservato da molti commentatori, siamo passati da un limite costantemente crescente, come era quello trovato da Erdős e dai suoi successori, a un numero fissato una volta per tutte. Visto così è invece proprio un bel salto. Molti matematici stiano lavorando su questo risultato, e anzi hanno già portato il limite da 70 milioni a 59.470.640 (si può vedere qui, non è un grande miglioramente, ma chissà che la costante non sia stata ancora migliorata mentre state leggendo!). Ma ci sono altre due cose curiose su questo risultato. La prima è che Yitang Zhang non era un matematico famoso prima d''ora e non è nemmeno giovanissimo. Per molti anni ha faticato a trovare un posto nell'università, lavorando per molto tempo come contabile di un negozio di sandwich della catena Subway. La seconda è che per trovare questo risultato non ha dovuto inventare nuove tecniche matematiche, ma combinare e sviluppare con cura, in un modo che era sfuggito a tanti esperti del settore, varie idee precedenti, in particolare quelle contenute nel lavoro di Goldston, Pintz e Yıldırım, che era a sua volta basato sul teorema di Bombieri e Vinogradov degli anni SessantaÈ chiaro che il prossimo passo sarà capire come le idee sviluppate da Zhang possano portare ad una migliore comprensione degli intervalli che separano i numeri primi, ma per ora nessuno vuole sbilanciarsi in questa direzione.

Il secondo risultato recente riguarda un'altra famosa proprietà additiva dei numeri primi. Il 13 maggio scorso, il matematico di origine peruviana Harald Helfgott, ricercatore del CNRS presso l'ENS di Parigi, ha depositato l'articolo Major arcs for Goldbach's theorem sul preprint server arXiv, in cui annuncia di aver dimostrato la Congettura di Goldbach Ternaria (o debole), ossia

(CGT) ogni numero dispari strettamente più grande di 5 è uguale alla somma di tre numeri primi.

Per esempio 7=3+2+2, 9=3+3+3, 11=5+3+3. Questa congettura nasce da una lettera del 7 giugno 1742 del matematico Christian Goldbach a Eulero, dove congetturava che ogni numero superiore a 2 potesse scriversi come somma di al più 3 numeri primi. Eulero rispose che era sufficiente far vedere che 

 (CG) ogni numero pari maggiore o uguale a 4 si può scrivere come la somma di due numeri primi,

perché in seguito, tutti i numeri dispari superiori o uguali a 7 possono scriversi come un numero pari più 3, implicando quindi la congettura ternaria. L'enunciato (CG) è quello che viene oggi chiamato da tutti congettura di Goldbach (o congettura di Goldbach forte). Entrambi gli enunciati, forti o deboli che siano, sono abbastanza sorprendenti. Come si è detto, i numeri primi nascono naturalmente associati alla moltiplicazione, e non c'è nessuna ragione evidente perché giochino anche un ruolo così importante rispetto all'addizione. In particolare la congettura di Goldbach (forte) è equivalente al fatto che un qualsiasi numero sia la media aritmetica di due numeri primi, una cosa molto suggestiva -- i numeri primi che generano in modo semplice tutti gli altri -- ma per nulla evidente. Il risultato di Helfgott è indubbiamente destinato a rimanere nella storia, ma il suo impatto matematico è probabilmente minore rispetto a quello del suo collega Zhang, anche perché arriva alla fine di una storia lunga, già piena di contributi matematici geniali, e con una notevola risonanza popolare (se ne parla per esempio nel romanzo del 1992 di Apostolos Doxiadis, Lo zio Petros e la congettura di Goldbach). Dei molti matematici che si sono cimentati con questo problema, il risultato più importante è sicuramente quello ottenuto dal russo Ivan Matveevič Vinogradov, che  nel 1937 aveva dimostrato la congettura ternaria per tutti i numeri dispari maggiori di una certa costante C. Nonostante il valore di questa costante sia stato abbassato nel corso degli anni, è sempre rimasto al di fuori della portata anche del più potente calcolatore (la stima migliore conosciuta è C=101346, e non basterebbe l'intera età dell'Universo per controllare i numeri rimanenti, nemmeno con il più potente computer immaginabile). In seguito ci sono stati svariati miglioramenti e lo scorso anno Terence Tao, uno dei maggiori matematici viventi, medaglia Fields nel 2006, aveva dimostrato che ogni numero dispari maggiore di uno è la somma al più di 5 numeri primi. Per dimostrare il suo risultato, Helfgott ha ripreso e migliorato le idee proposte negli anni Venti da Hardy e Littlewood e successivamente sviluppate da Vinogradov e da tanti altri, Tao compreso, intorno al cosiddetto metodo del cerchio. In pratica il problema di teoria dei numeri viene tradotto in un problema che riguarda la valutazione di integrali lungo il cerchio di raggio uno, facendo vedere che se un certo integrale che dipende dal numero considerato è strettamente positivo, allora quel numero ha un rappresentazione come somma di tre numeri primi. Questa tecnica funziona con stime asintotiche e in genere non vale per tutti i numeri ma solo per valori grandi. Oppure, come nel caso del risultato precedente di Tao, si dimostrano risultati più deboli. Nonostante il fatto che il metodo sembrasse aver esaurito le sue potenzialità, Helfgott è stato capace di dimostrare la congettura di Goldbach ternaria per tutti i numeri dispari più grandi di 1030, controllando poi, in collaborazione con David Platt dell'Università di Bristol e l'ausilio di un supercomputer, che fosse vera per tutti i numeri inferiori, e più generalemente per tutti i numeri minori di 8,875x1030 (e qui Helfgott ha tirato un sospiro di sollievo. Pare che fino all'ultimo non fosse sicuro del limite teorico della sua dimostrazione. Se avesse trovato un risultato positivo per i numeri maggiori di 10100, per esempio, nessun computer al mondo avrebbe potuto aiutarlo. E nonostante questo, ha dovuto migliorare i calcoli precedenti che si fermavano a 1018). L'articolo non è ancora stato accettato ufficialmente da una rivista, ma tutti i maggiori esperti sono abbastanza sicuri che la dimostrazione sia corretta. Non sembra però che sia possibile, con questa tecnica, dimostrare la congettura di Goldbach forte, quella sui numeri pari, o almeno questo è ciò che scrive sempre Terence Tao in un post su google+.

In conclusione qualche osservazione.

a) Non sono sempre le persone più conosciute ad ottenere i grandi risultati matematici. Può capitare che un outsider o un giovane ricercatore riescano dove tanti matematici di assoluto valore hanno fallito. Per dire che non bisognerebbe mai arrendersi e dare tutto per scontato.

b) I problemi di teoria dei numeri si enunciano in modo elementare e non sembrano aver bisogno di grandi conoscenze matematiche per essere capiti. Ma il metodo per risolverli poggia profondamente su tutto il patrimonio di cultura matematica degli ultimi trecento anni, e in modo abbastanza sorpendente sull'analisi matematica. Insomma, Euclide, e forse anche Goldbach, non avrebbe capito nulla di queste dimostrazioni (Eulero ovviamente sì).

c) Si è molto discusso in passato, ad esempio a proposito del teorema dei quattro colori, sulla legittimità di dimostrare una parte di un teorema al computer. Probabilmente Helfgott e Tao nemmeno si pongono il problema e lo danno per scontato, e a me sembra ragionevole, ma è un grande cambiamento nel punto di vista.

d) Abbiamo detto che sui numeri primi si fa ricerca anche per le possibili applicazioni pratiche in criptografia. Sarà, ma non credo sia stata questa la motivazione principale per nessuno dei matematici che ha lavorato su questi problemi. A me sembra, e sto per dire una banalità, che questi risultati, per quanto tecnici, per quanto in parte incomprensibili (prima abbiamo parlato di un numero come 1030 come se fosse una cifra ragionevole e immaginabile, ma vorrei ricordare che la stima attuale per i secondi passati dall'inizio dell'intero universo è 4x1017, insomma, rendiamoci conto), siano in primo luogo solo, e semplicemente, belli."

 

 
 
 

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