Runners Blog Valenza

Firenze, la ...  Pt. 3

Parte III - La mia gara.                     

  Nei primi tre chilometri la discesa ha una forte pendenza e devo sforzarmi di rallentare, la pioggia è ancora intensa ma non la sento più e anche la temperatura sembra più gradevole, dopo pochi chilometri spiove e per tutta la gara l’unico problema saranno le grandi pozze d’acqua formatesi che ci obbligheranno a che slalom purtroppo dispendioso e qualche volta a finirci dentro bagnandoci fastidiosamente i piedi.

Per tutta la gara correrò “solo” con solamente il riferimento dei pacers delle 3h 30’ che mi raggiungono al 21°, e dopo un poco di tira, molla, mi staccheranno purtroppo dopo il 30°, nel momento critico.

Purtroppo per me la mia seconda metà gara non sarà molto buona, dopo aver perso i pacers per un “tappo” all’ingresso del parco delle cascine dove si passa  su un tappeto rosso molto stretto nel quale è difficile superare  chi procede più lento, incominciano i crampi che mi tormenteranno fino alla fine e la media, che il mio Garmin fino ad allora era stata regolarmente a 4’50”, incomincerà inesorabilmente a calare fino agli ultimi 3 km conclusivi quando è ancora di 5’00” a km e vorrei ancora provare ad aumentare ma i crampi si fanno più forti e il pensiero più forte è solo quello di non fermarmi, temo che non saprei più riprendere se mi si blocca il polpaccio.

  L’ultimo chilometro, dove non dovrei più temere di non farcela ad arrivare è invece il mio peggiore e solo alla penultima curva  negli ultimi 100 m. quando sento Max che mi incita mi riprendo, pochi secondi ancora e passo il traguardo, stringo il pugno e lo agito: “E Vai!” sono arrivato!

3h 34’ 57”. Difficile dire cosa si prova certo da una parte c’è soddisfazione e sollievo comunque ho terminato i 42,195 che è pur sempre gratificante, fisicamente sto abbastanza bene (dopo l’arrivo i crampi sono passati) e quella di oggi è pur sempre la mia seconda miglior prestazione in maratona ma c’è anche tanta delusione e un po’ di rabbia, mi  vengono le lacrime agli occhi che cerco di ingoiare e reprimere, tre mesi intensi dove mi sono impegnato, tanto, dove ho ritrovato passione e motivazione e dove ancora una volta ho visto buoni progressi che purtroppo oggi non ho saputo, ancora una volta, mettere a frutto.

  Mentre questi pensieri mi turbinavano ancora in testa guardo di lato e vedo un podista come me di fianco a me, più o meno mio coetaneo credo, probabilmente abbiamo corso insieme buona parte della gara ma fino a ora non lo ho mai notato, lo guardo e vedo in lui la mia stessa stanchezza, allargo un braccio e lo cingo per le spalle e scrollandolo energicamente in un abbraccio fraterno gli dico: “Cazzo, se è stata dura!” Mi sorride un po’ imbarazzato “E andata, è stato bello!”  intanto, dopo aver ricevuto la medaglia, ci coprono con un telo tipo domopak argentato e proseguiamo cercando il ristoro.

 Grazia Di Marco.   

 Come il solito la vigilia era un po’ tesa e mi avrà chiesto almeno 2000 volte se pensavo potesse correre al passo di 5’20” o se non era abbastanza in forma e non fosse stata in grado. Naturalmente il tutto condito con la nostra stessa ansia per le condizioni meteo ma quando mi ha salutato prima di entrare nelle gabbie di partenza per andarsi a posizionare le settore subito dopo il mio nonostante avesse già cominciato a piovere mi è sembrata meno agitata. Dopo un po’ di trepidazione in attesa delle 9,20 iniziando a correre si è tranquillizzata trovando da subito il ritmo giusto e come ho poi constatato controllandole sul crono tutti i passaggi, mantenendo sempre la media tra i 5’20”-5’25”.

Media che le ha permesso di migliorarsi  ancora, per la terza  volta consecutiva, e di portare il suo primato a 3h 49’.

Continua…