Paolo Secco, casalese 42 anni, titolare di una nota ditta a Valenza è uno dei FINISHER dell'ultimo Ultra Trail du Mont Blanc, gli ho chiesto di condividere con noi la sua esperienza. Ecco il suo Racconto:
Racconto UMTB
di Paolo Secco 04 settembre alle ore 14.27
L'UTMB non è una gara...è un viaggio...una esperienza di vita...una splendida avventura, una sfida contro se stessi.
Un viaggio, prima ancora che attorno al monte bianco, dentro a se stessi.
Per un intero anno, a partire dal giorno in cui nella tua mente entra il folle pensiero di iscriverti (se ci riesci), non pensi ad altro che a quell'arrivo sulla piazza di Chamonix, magari con i tuoi cari che ti corrono vicino, la sogni ogni volta che esci a correre ad allenarti, nonpassa giorno in cui non dedichi un pensiero all'UTMB.
E' veramente una corsa "esagerata", come distanza, come durezza, una di quelle gare che ti fanno arrivare in fondo (ammesso che ci arrivi) in uno stato tale che nemmeno tua mamma ed il tuo cane ti riconoscerebbero più.
E' una gara che che ti fa precipitare mille volte nel baratro della crisi, dello sfinimento, che ti fa venir voglia di buttarti per terra e dire "basta io muoio qui", come Corti sulla parete nord dell'Eiger nel celebre libro che ne racconta la tragedia, e poi con la stessa forza ti rialzi, per continuare ancora, provare ancora, finchè le scarpe si trascinano ancora una davanti all'altra, perché poi diventa tutta questione di orgoglio...una sfida con te stesso.
Io ce l'ho fatta !
Ho scritto il mio nome nell'elitario albo dei FINISCHER dell'ULTRA TRAIL DU MONT BLANC.
E' il sogno di ogni corridore, è la Wimbledon per i giocatori di Tennis, è la Parigi-Dakar per gli appassionati di motori. Il CAMPIONATO DEL MONDO DI CORSA IN NATURA.
L'UTMB è una corsa ai limiti della fatica umana : compiere correndo il giro completo del Monte Bianco, attraversando 3 Nazioni (Francia, Italia, Svizzera) per un totale di 166 km e 9.400 mt di dislivello, con tempo limite di 46 ore, attraversando strapiombi e saliscendi illuminati di notte dalla sola luce fioca di una lampada stile minatore attaccata alla fronte sudata.
Una gara circondata da un alome mitico e sulla quale ormai circolano centinaia di leggende sportive.
Percorrere il giro del Montre Bianco da Chamonix a Chamonix vuol dire scoprire un universo incomparabile, quello dell'alta montagna impressionante e magico, vuol dire condividere il sogno eterno dei pionieri, vuol dire aattraversare il giardino fiabesco di Gaston Rebuffet ed i racconti Frison-Roche e scoprire l'intimità delle vette, guardare da vicino la cresta di Bionnassay, la Noire di Peuterey, il Dente del Gigante, la parete delle Grandes Jourasses, le cime Nord e Sud dell'Aguille du Tour, L'aguille Verte, la Verticale dei Drus.
L'ULTRA TRAIL DU MONT BLANC è considerata la gara di corsa più dura al mondo, ma questo non scoraggia migliaia di appassionati provenienti da tutto il mondo che vi prendono il via pur consapevoli che solo la metà di loro riusciranno a portarla a termine.
Beh non sò desrivere l'emozione di stare lì alla partenza, due ore prima del via, seduti sull'asfalto rovente della piazza di Chamonix con di fronte a te 25mila persone in visibilio...la musica di Vanghelis....gli speaker...i fotografi.
Sembra di assistere al palio di Siena....2.500 cavalli pronti al via e tutt'attorno persone assiepate ovunque, arrimpicate sui pali della luce, sui tetti delle case...
Ci chiamano in molti modi : i superman della maratona, i folli dell'endurance, i forzati del Monte Bianco, i pazzi votati al martirio psicologico e al dolore fisico, gli XMAN delle alpi.
Io mi sono preparato all'evento in allenamenti durati mesi e mesi, centinatia di ore con le scarpette ai piedi percorrendo migliaia di km su e giù per le colline o in montagna nei week-end, sacrificando anche molto della mia vita privata, il tutto con uno specifico scopo : diventare un UTMB FINISCHER.
Ma l'allenamento non basta, forza mentale, coraggio, sopportazione del dolore e della fatica, forte determinazione , conoscenza dei propri limiti fisici e mentali e capacità di superarli, sono elementi necessari per portare a termine questa massacrante prova.
Io sono partito assai determinato ed ho corso con il pensiero fisso di tagliare il traguardo mano nella mano con i miei figli, ma anche con la delusione di vedere il proprio compagno di gara nonché compagno di allenamenti (l'altro casalese FABIO MENINO) ritirato dopo soli 20 km. per un'infortunio al ginocchio.
Ringrazio la mia famiglia, mia moglie Monica e miei figli Elena e Filippo perché hanno saputo sopportarmi per un'intero anno in cui non ho parlato d'altro che di questa gara e per essermi stati al mio fianco a Chamonix; ringrazio i miei genitori amorevoli come sempre nell'essere i miei primi supporters, ringrazio FABIO MENINO sfortunato come non mai ma anche estremamente generoso perché dopo essersi ritirato mi ha seguito in macchina tappa dopo tappa per darmi supporto logistico e morale, senza di lui non ce l'avrei fatta. Un grazie anche agli amici di casale che sono venuti a Courmayeur e a Chamonix per incoraggiarmi e sostenermi. Ma il grazie più importante va al Signore perché mi regala la forza e la salute per compiere queste imprese.
Per la seconda volta ha vinto lo spagnolo 22enne KILIAN JORNET un personaggio che sembra venuto da Marte o da chissà dove avendo rifilato per il secondo anno consecutivo più di un'ora di distacco al secondo classificato....
Classifica maschile
Complimenti a Paolo per la sua impresa e grazie per averci raccontato la sua avventura.
Best post
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Daniele
