Creato da gerardomadonna il 12/07/2012
 

Certosini nel mondo

Il blog è reso in omaggio a San Bruno di Colonia. Non costituisce un giornale. L'aggiornamento avviene senza regolare periodicità. By anicec 2015.

 

 

Il monaco di San Bruno Dom Elia Giovanni Catellani.

Post n°32 pubblicato il 07 Marzo 2020 da gerardomadonna

Il monaco di San Bruno Dom Elia Giovanni Catellani.

Già ricoverato nell’Ospedale “Pugliese” di Catanzaro, clinicamente morto venerdì 6 marzo 2020 alla veneranda età di 89 anni,  ha terminato i suoi giorni terreni, il monaco certosino Padre Elia Catellani.

Oggi 7 marzo 2020 la salma di Padre Elia della Divina Grazia, rientrava alla Certosa di Serra San Bruno e nel pomeriggio sino alle 17 il feretro rimarrà esposto ai fedeli.

Le esequie verranno celebrate privatamente dentro la certosa dei santi Stefano e Bruno, domattina 8 marzo 2020, e subito dopo com’è proprio dei frati brunoniani secondo il rito funebre cristiano, le sue spoglie verranno inumate nel cimitero interno del monastero delle Serre calabre, dove quindi farà ritorno, ricongiungendosi con tutti i suoi confratelli in esso sepolti.

Chi era padre Elia Catellani? Nato a Carpi il 12 maggio 1931, battezzato  col nome Giovanni, all’età di 11 anni matura la vocazione di entrare in convento, a  19 anni entra nella certosa di Farneta e dopo diversi anni diventa sacerdote il 25 febbraio 1957. Nel 1964 arriva per la prima volta alla certosa di Serra San Bruno per farvi ritorno nel 1977 per svolgere l’incarico di confessore nella cappella esterna del monastero.   Nel 1996 con il consenso del Priore e quello vescovile, con incarico triennale, veniva chiamato alla vita da frate, oltre le mura della certosa di Serra.

Il frate brunoniano chiamato a lasciare la certosa per celebrar Messa in una valle aperta al Cielo, quella di Soreto di Dinami, ivi ancora oggi sono posti i ruderi di un antico convento francescano del XV sec, veniva illuminato di luce, di lacrime e di vivere i  tre stadi  della preghiera, per oltre 24 anni.

Questo luogo lungo la sponda six del fiume Marepotamo diventava  punto di riferimento di tanti pellegrini e in breve tempo, luce di spiritualità cristiana. Nel 1990 oltre la costruzione della nuova chiesa veniva ultimato un eremo dedicato ai tre santi Francesco, che accarezza il fiume Mesima, Elia della Divina Grazia ai piedi del Crocifisso viveva la Parola a la contemplazione.

A causa di un infortunio nell’eremo, non avendo assistenza e per le precarie condizioni di salute, attraverso i Monaci della Grande Chartreuse che è la casa madre dell'ordine dei Certosini, cui il frate aveva lasciato delle lacrime (e ricordato dal Priore) veniva ospitato al centro dei sacerdoti di Villa della Fraternità di Sant’Andrea Apostolo dello Ionio, dove  trascorreva questi ultimi tempi del 2020 fino a che, giorni addietro  dopo un ulteriore malore, trasportato in ospedale veniva colpito da sorella morte.

Dom Elia Catellani, uomo umile come un agnello, autorevole di conforto e di Bonitas sostegno degli ultimi al servizio dei poveri, autentico confessore delle Genti lascia un vuoto incolmabile e per chi lo ha conosciuto di persona, ma anche a chi ha avuto modo di conoscerne le sue virtù. Solo il suo ricordo ci aiuterà a suggellare la sua memoria e la sua testimonianza silenziosa. Grazie !

Preghiamo per la sua anima.

By Anicec 2020 a cura di Gerardo Madonna.

 

 
 
 

Ricordando un monaco certosino.

Post n°31 pubblicato il 29 Ottobre 2019 da gerardomadonna

Settembre 2019, durante la visita al cimitero dei monaci nell’antico monastero della Certosa calabra. 

Deus est ens quo nihil maius cogitari potest, Dio che possiede ogni perfezione possibile e una perfetta benevolenza.

Dom Willibrando  Pnemburg

“Dio mi giudicherà meglio degli uomini".

 

Una terribile storia. Il suicidio di un monaco avvenuto il 21 febbraio 1975  dentro il monastero dei Certosini di Serra San bruno (VV) – Calabria.

Verso un vuoto che risplende della luce di un Dio Misericordioso, le sfere luminose accompagnano il canto del Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale di san Francesco, e  l’ incontro con “ultima nemica” di San Paolo (1Cor 15,26), si  recita l' eterno riposo, rivolto alle croci ed ai resti mortali dei  monaci certosini che giacciono sepolti sottoterra.

« Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi » (Rm 8,11).

Prima di morire, dom Pnemburg Willibrando  (olandese di 46 anni), già sacerdote e priore della Certosa di Serra San Bruno, impiccandosi nella sua cella di clausura, abbandonava definitivamente la vita terrena,  ricongiungendosi a Dio, per il giudizio, oggi riposa lì, in questo piccolo camposanto riservato agli eletti.

Il frate che confidava solo ed esclusivamente nella misericordia di Dio, lasciava scritto: “Dio mi giudicherà meglio degli uomini"  che potrebbe significare  la rettitudine morale, dell'essere conforme alla volontà di Dio

Il certosino dentro il proprio abitacolo, accanto, la Croce, affronta la Falce (mano che spazza, e mai si riposa, flagella e spalanca la porta dell'eternità) che accoglie chi, nella fragilità della sua umana condizione non ha sopportato il peso della vita terrena. L'ultima frase dell’estrema e terribile decisione di togliersi la vita, ci fa pensare gli attimi di vita che portano a se intrinseco  elemento di Mistero ed enigma che non permette di capire le motivazioni dell'insano gesto, né tantomeno consente di capire le difficoltà ed i problemi che possano aver contagiato chi nell’aldiquà ha scelto di vivere per l’aldilà.

Un interrogativo del perché voler morire? Possa una calunnia causare il suicidio? Descrivere gli ultimi giorni di vita del frate bruniano, sacerdote che contemplava il Signore, lasciava per sempre il mondano!

Priore scelto dai suoi monaci ad essere "Guida" e fratelli di San Bruno, consacrato di servire Gesù nella preghiera per la salvezza del mondo intero, alle disposizioni della Chiesa Cattolica, unica vera Luce di un cristo vivente, viva in un Amore di Dio che tutto compone e tutto attira, Dom Pnemburg Willibrando quale "padre visitatore", fu delegato dalla Casa madre francese a frequenti spostamenti in Italia e all’estero, utilizzando spesso l’aeroporto di Reggio Calabria e da qui il suo ritorno dall’ultimo viaggio in Certosa da Reggio a Serra fu molto disturbato (versione data dal suo autista personale) e chiuso in un mistero, una verità che non possiamo spiegare con la nostra mente, una realtà nascosta, che solo Dio conosce.

 Un viaggio effettuato nel 1975 quale “visitatore” alla Certosa di Vedana, (luogo cui  Papa Giovanni Paolo I si ritirò per un mese intero nell'appartamento del vescovado della Certosa) avrebbe  trasferito un monaco in un altro convento certosino, poi continuando il viaggio per la Grande Certosa di Grenoble, e compiuta la sua mission, di chi ha pronunciato i voti di castità, di povertà e di obbedienza, all’intero Ordine (segno visibile di particolare profezia di quanti sono chiamati a vivere già ora, su questa terra, il Regno dei Cieli), vi possano essere donne o uomini, in carne ed ossa, che con le loro fragilità e paure, con aspetti equivoci, morbosi e mancanza di senso, di avversione,  possano intrecciare punti insondabili dell’animo umano tali da farlo rimanere fragile e verso chi indossava un abito bianco tale a fargli scegliere l'infinito.

Di fronte all’azione disgregatrice del peccato e all’opera ricostruttrice di Dio che fa nuova ogni cosa, la “giustizia” di Dio che indica il suo intervento sul mondo e sull’uomo l’implorazione a Dio “giusto giudice” esprime il desiderio che sia “ristabilita la giustizia”, che l’uomo ha infranto con il suo peccato: «Alzati, giudice della terra, rendi ai superbi quello che si meritano!» (Sal 94,1-2). 

 

A cura di By Anicec 2019 di Gerardo Madonna

 
 
 

Dom Ignazio Iannizzotto, Priore dell’ Eremo di San Bruno.

Post n°30 pubblicato il 27 Giugno 2019 da gerardomadonna

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ORDINE MONASTICO DEI CERTOSINI  Contatti e-mail: certosasanbruno@lacertosa.org _______________________________________________________________________

Il silenzio surreale della Certosa è rotto dal suono della campana, i monaci cantano lodi all’Eterno.

Giugno 2019, Serra San Bruno, Calabria, Italia.

Dom Ignazio Iannizzotto, Priore dell’ Eremo di San Bruno.

In questo piacevole cammino che ho intrapreso da anni, ma ancor più affascinato a scrivere sulla Vita contemplativa  di St. Bruno e sul motto della “Croce resta in piedi mentre il mondo gira”, immutata nel corso dei secoli, entro con molta ignoranza e rumore, a parlare del cuore spirituale dei frati certosini che tramandano principi eterni di Vita, Verità, e Via, strade che conducono all’Infinito.

I monaci certosini appartengono all'Ordine cui fa capo St. Bruno (nato tra il 1030-35 a Colonia), che divenne il Primo eremita cristiano contemplativo dell’Onnipotente, ponendosi a raggiungerLo, con l’aiuto degli angeli e in apoteosi, il 6 ottobre 1101.

Chiamati come San Bruno a "dimorare" dolcemente col Signore, nei cieli, lasciandosi plasmare dallo Spirito di Gesù, e a sua immagine, di vivere il ministero dello Spirito, quello della lode e dell'intercessione, i monaci certosini nel loro cammino in Dio Padre Santo, praticano una rigida astinenza e digiunano spesso, lavorano, studiano e pregano, dedicando la maggior parte delle giornate all’adorazione dell’Ostia consacrata.

Conciliano la vita comunitaria (cenobitica) con la propria vita eremitica contemplativa, trascorrono i loro anni di questa vocazione particolarmente austera, in preghiera e in assoluto silenzio. Sono chiamati nella luce dello Spirito Santo e per l'intercessione della Madonna, sono elementi indispensabili della Chiesa cristiana che in nome di DIO, chiedono la salvezza del mondo intero.

Il monastero certosino dedicato ai santi Stefano e Bruno appartiene all’Ordine religioso cattolico semi-eremitico di clausura monastica e orientamento puramente contemplativo, costruito intorno agli anni del 1101 (interamente crollato per il terremoto del 7 febbraio del 1783) fu ricostruita e divenuta oggi la cosiddetta “Cittadella dello Spirito”. L’Ordine venne fondato il 15 agosto 1084, solennità dell’Assunzione della Madonna, mentre l’eremo diroccato dell’antica certosa fu costruito nelle montagne delle Serre calabre a cura di Bruno e durante la permanenza in vita del santo di Calabria.

La nuova linea guida dei certosini di Calabria, al servizio dei 10 monaci conventuali che abitano le celle dell’Amore della Prima Certosa italiana, (apice di quiete e oasi di pace), che professano la maggiore austerità tra tutti gli ordini religiosi cattolici che conclamano nella preghiera e nella contemplazione, l’amore e la massima intimità con Dio, Uno e Trino, è  Dom Ignazio Iannizzotto, già vicario della Certosa di Serra.

Ricopre oggi questo priorato in quanto designato ed eletto durante l’assemblea che si riunisce ogni due anni, dal governo del Capitolo Generale della Casa Madre di Francia.

La domanda: chi è Padre Ignazio?  Un italiano nato nel 1958 di origine siciliana, un monaco di St. Bruno confratello appartenente all’Ordine della Grande Chartreuse di Francia, sacerdote di Cristo dal 23.12.2001 con voti monastici emessi nel 1995. E’ Stato bibliotecario e educatore dei frati novizi.

Si vuole descriverlo come “Punto” della storia e continuità dei certosini che nel corso dei loro mille anni di esistenza, tutti hanno lasciato una lacrima sul pavimento e ancor prima di entrare in Certosa, (quando svolgeva la professione di avvocato penalista a Catania), chiamato dal Signore a conoscere il Mistero dei certosini,  è stato mutato in un essere debordante di umile tenerezza, di perdono e di disponibilità .

Per me averLo intravisto in alcune circostanze ed eventi religiosi, dentro e fuori le mura della Certosa, avergli anche parlato, ho ricevuto un'esperienza sufficiente per ricevere da questa persona mite e di ascolto, libera al massimo da qualsiasi attaccamento materiale e mondano, la bontà profonda e il senso spirituale del cuore pieno di Gioia e contemplativo di Dio. Al servizio dei 10 monaci presenti nella certosa dei Santi Stefano e Bruno, rimane sacerdote della preghiera e della Parola, benemerito Padre Priore.

Fare il punto su ciò che è stato scritto e, soprattutto, farsi ricordare, concludo con una massima di Don Luigi Giussani che dice:  “la presenza di Cristo, nella normalità del vivere, implica sempre di più il battito del cuore: la commozione della Sua presenza diventa commozione nella vita quotidiana e illumina, intenerisce, abbellisce, rende dolce il tenore della vita quotidiana, sempre di più.”

By Anicec 2019 di Gerardo Madonna

 
 
 

natale dei monaci bruniani

Post n°29 pubblicato il 31 Dicembre 2018 da gerardomadonna

 

La festa per ricordare la nascita di Gesù dentro una mangiatoia degli animali.


Insegnamento di grande valore.

"Stat Crux dum volvitur orbis".

 


Manifestazione del Verbo di Dio agli uomini.

Certosa dei monaci bruniani.

Ammirare D i o nella sua tenerezza.


La Croce resta in piedi mentre il mondo gira".


Il Natale vero:


il Mistero cristiano, Dio che si fa uomo. E' un giorno dì tenerezza, di commozione, di intimità, è l'incanto della bontà, il fascino dell'essere buoni e, può darsi, il rimpianto di non esserlo.


Il Natale dei certosini dentro le mure del convento, nei suoi mille anni di esistenza, mantiene un profondo spirito di povertà e riassume un grande spirito di fede e vocazione a Dio.


Il silenzio di eloquenza nella contemplazione consente ai monaci di vedere il piano d’amore e di tenerezza del bambin Gesù. San Bruno di Colonia nel suo eremitismo aveva dato guida spirituale in assoluto silenzio e la rigida regola dell'astinenza col digiuno, consentiva di capire, nella particolare preghiera e nell’adorazione, l' ascolto della Parola.


Ciò permette di raggiungere la massima intimità con Dio, e i fratelli in Cristo,  liberi da qualsiasi attaccamento mondano, nella carità, la preghiera, la fedeltà a Cristo, il raccoglimento nel silenzio e la lode, consentono di proclamare che è nato per noi oggi, un Salvatore.


È sempre bello ammirare ciò che Dio fa per noi.


L’amore infinito dell’Altissimo per le sue creature, nascosto ai secoli eterni, è divenuto la tenerezza di Dio nostro Salvatore. Essa si è manifestata. Essa è ora vicina a noi.


Essa ha aderito al reale di ciò che noi viviamo.


Luca 2:8-14
"Ora in quella stessa regione c’erano dei pastori che dimoravano all’aperto nei campi, e di notte facevano la guardia al loro gregge. Ed ecco, un angelo del Signore si presentò loro [Greco: "ephistemi" che significa "stare a guardare"] e la gloria del Signore risplendette intorno a loro, ed essi furono presi da grande paura. Ma l’angelo disse loro: «Non temete, perché vi annunzio una grande gioia che tutto il popolo avrà; poiché oggi nella città di Davide è nato per voi un Salvatore, che è Cristo, il Signore E questo vi servirà di segno: Voi troverete un bambino fasciato, coricato in una mangiatoia». E ad un tratto si unì all’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio, dicendo: «Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini, su cui si posa il suo favore».


Il Natale, questo inizio misterioso di esistenza è Mistero di Gesù, porta in se una carica infinita di Grazia, di forza di Dio. E' «il piccolo seme di senapa» nascosto dentro la terra e che cresce continuamente in albero.
E' un pugno di lievito che forza incessantemente la massa di farina a lievitare.
E' il sale che diffonde, senza esaurirsi, il suo saporire tutte le cose.
E' la luce accesa che illumina a pieno sole, sempre più, tutti quelli di casa.
E' la Verità che sempre più libera gli uomini.
E' la dolce e terribile violenza di Amore che sta costruendo ogni giorno il Regno di Dio nel mondo.


By Anicec 2018 di Gerardo Madonna



 

 

 

 
 
 

Deserto di Certosa. Cuore infuocato di carità.

Post n°27 pubblicato il 13 Settembre 2018 da gerardomadonna

L’Ordine certosino in mille anni di storia è immutato.

Cartusia nunquam reformata quia nunquam deformata”.

 

Captus ab Uno“ San Bruno o Brunone.

"Catturato" da   Dio     Uno e Trino.

 

 

          Il Patriarca San Bruno di Colonia, lascia l’insolenza, le delizie del mondo e le passioni della carne, si afferma Serafino d’ Amor Divino, raggiunge la gloria di Dio. Col volto sorridente si consacra alla Vergine Maria, sprigiona timor di Dio e carità, profonda umiltà e potere, per sconfiggere gli spiriti maligni presenti sulla terra.

Un Santo uomo di particolari virtù che aiuta il prossimo a superare le sofferenze ed a compatirlo nei difetti e tollerare umilmente i disgusti senza mostrarsi mai offeso, né con parole né con fatti.

Canale di Grazia e Luce della Chiesa, giglio odorifero di virtù, esempio di penitenza e incomparabile  seguace di Gesù. Nel deserto della Certosa, con cuore contrito risponde alla chiamata dell' Unico, necessario per la vita contemplativa. Attraverso l’intercessione della Beata Vergine Maria, la vita austera resa come modello di equilibrio, gli da gioia terrena ed eterna.

Ritratto con una aureola luminosa, con braccia allargate e con occhi rivolti al Cielo, in un atteggiamento estatico si rivolge a tutti i fratelli appartenenti alla Chartreuse consacrata il 2 settembre 1085 e situata in Francia in una zona montana e boschiva a 1175 metri di altitudine. In origine si chiamava Calma Trossa, si trasformò in Charme Trousse, poi in Chartrousse, infine Chartreuse, latinizzata in Cartusia, e ai fratelli dell'intero mondo che in Cristo vivono nelle consuetudini del santo. Nei viaggi da Grenoble a Roma, e nei concili tenuti, o disposti dal Pontefice Urbano II, e nella sua dimora fatta nella Corte Romana, non risparmia fatica alcuna per il bene dei prossimi. Somma fu ancora la cura ch’ebbe dei suoi religiosi; e tutti quei che ricorrevano a lui all’eremo di Calabria trovavano più che un amorevole padre.

L’angustia della costruzione del primo eremo di Santa Maria del bosco delle Serre calabresi, con l’aiuto del suo compagno frate Beato Lanuino (costruttore ed architetto),  progetta e fabbrica la Certosa di S. Stefano assieme alla Grangia di San Giacomo (oggi Convento di Sant’Anna) sita nel comune di Montauro (piccolo paesino della provincia di Catanzaro).

In questi luoghi di preghiera, adopera la mortificazione interiore per snervare la forza delle passioni, rendendo il corpo in grazia con Dio mentre con l’orazione fervorosa alla Divina Ostia, ciò per ottenere aiuti  dalla Misericordia Celeste.

Con le sue predicazioni converte a Dio tante anime, e quando decide di abbandonare il Mondo, le sue parole animate dalla carità, calamita uomini che diventano frati di certosa. 

Gesù gli consente di dare guarigioni particolari al gran numero degli ossessi e indemoniati che si contorciono ed urlano orribilmente nello stagno di S. Maria della Torre dove i Demoni furono vinti, e messi in fuga.

Con il ritiro nel silenzio eremitico e la pratica dell’ orazione Eucaristica, la manna del Cielo dava luce nell’oscurità, facendo scudo e difesa dagli assalti nemici, e salute eterna. Un monachesimo basato sull’esempio della perseveranza che e tanto ammirabile, e dai rigori glorificati in vita di onore: Quicumque glorificaverit me, glorificabo eum (1, Reg. 2), e vissuto nella solitudine desertica con rigorosi digiuni, aspre discipline, mortificazioni.

La vita del cristiano sussiste con l’ orazione, il corpo non può vivere senza l’anima, nella solitudine tratta con Dio e medita le cose eterne.

Il glorioso San Brunone acquista il dono di una altissima contemplazione e profonda meditazione, prostrato a terra si arricchisce di LUCE celeste che lo elevava a Dio.

Il Santo merita tante altre grazie straordinarie, come: le visite degli Angeli, di Maria SS Vergine, di S. Stefano e del medesimo Cristo il Redentore. 

 

By Anicec 2018  di  Gerardo  Madonna.

 

 
 
 
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