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Post n°428 pubblicato il 03 Ottobre 2016 da Santajusta_Cultura

Arrivo in ditta, accendo la radio, e ancora una notizia di un video da camera da letto che distrugge la vita della malcapitata protagonista, questa volta solo in senso figurato.
Stavolta, non posso neanche trincerarmi dietro l'invettiva "I giovani d'oggi", lanciata da Sylvia, ad appena quarant'anni (e, comunque, una decina meno di me), nel 2014, a Bruxelles, dove allestivamo "Memoriale del convento". Il fenomeno colpisce adolescenti, giovani adulti, quarantenni e seniores, tutti ormai privi del filtro della civiltà (o lucchetto che dir si voglia).
Su una famosa rete sociale, per esempio, ho potuto assistere a tutta la love story di una signora della mia età, con un tizietto che non era il marito, il quale ultimo figurava tra quelli che, con dolce eufemismo, la reste stessa definisce "friends" (dai friends mi guardi iddio che dagli enemies mi guardo io). Non so cosa sia successo poi, costei era un "Agente all'Avana" della "Passioni, Tristi & Zitelli S.A.R.L.": l'ho espulsa.
Potrei fare altri esempi: il catalogo delle inciviltà è corposo. E contiene anche quanto è per sua natura riservato, o non è. L'intimità, avete presente? Bene, adesso si manifestano, si contrabbandano e meno alla persona cara, che forse avrebbe qualche diritto, che al resto del mondo, o meglio, del web.
La civiltà, poi, attiene al rapporto con noi stessi, prima ancora che con gli altri. Ed è in questo ordine di priorità che, come dice Roberto Vacca, dobbiamo prevedere "le conseguenze e le conseguenze delle conseguenze" dei nostri atti.
Come le potenzialità di un videoclip o di una fotografia lasciati, per caso o per merito, in uno smartphone proprio o altrui. Lo hanno già detto persone più preparate di me (Marc Dugain e Christophe Labbé, "L'homme nu", 2016). Personalmente, ho provato un certo spavento, giorni fa, quando ho scoperto che l'applicazione del navigatore aveva registrato, passo passo, tutta la mia trasferta a San Bartolo di due settimane fa, Ivi compreso "Ti sei fermato nei pressi dell'Area Bimbi del Parco Arcadias". Confesso, per fumare una sigaretta. Alle otto di sera.
Ignoro l'impiego che faccia il colosso della Silicon Valley delle mie sedute alla toilette; ad ogni buon conto, ho ridotto al minimo le possibilità dell'impianto di localizzazione (o giù di là).
L'episodio narrato stamattina alla radio, una donna che ha accettato di essere filmata dall'amante, il quale ha messo la conquista in mondovisione, come un tempo l'avrebbe raccontata al bar, fa parte di una lunga telenovela; è antica tradizione della stampa nazionale riempire gli spazi con la cronaca, meglio se pruriginosa, meglio ancora se pruriginosa e sanguinosa. Che si ripercuote sulla vita quotidiana. Potrei dire che crea un precedente, ma ho ancora fiducia nel genere umano.
Fatto sta che, in entrambe le storie di infedeltà settembrine che mi sono arrivate, il corpo del reato era contenuto nel telefono, sotto forma di foto esplicite, che più esplicite di così si muore.
Sarò un senior, ma non afferro i motivi per cui una donna (ancora non ho saputo di uomini) possa rendersi "oggetto" a tal punto da consentire siffatti ritratti. Si, sono un senior. Non userei, altrimenti, l'espressione "donna oggetto". Non la sentirei, più che mai, di schiacciante attualità. Ed ho persino letto, da qualche parte, che quando un termine cade in desuetudine, cessa anche la percezione del relativo concetto. Può essere un bene. Questa volta no.
La maggior parte risponderà "per amore". Faccio finta di crederci per non perdere tempo, ma mi viene in mente il mio avvocato che, molti anni fa, in Tribunale, disse alla sua collega "María Alejandra, se non ami te stessa, non puoi amare gli altri!".
Sia chiaro che questa non è una giustificazione per i mascalzoni che approfittano della fiducia accordata loro ed esibiscono il video così prodotto agli amici o, peggio, lo pubblicano sul "moltiplicatore di friends"; personalmente, non chiederei mai una simile prestazione ad un amante, con o senza apostrofo, ed ho la presunzione di ritenerlo un segno di civiltà.
Tuttavia non sarebbe inutile che tante signore s'interrogassero sul rendersi oggetto e su quello che comporta una simile rinuncia, ad esempio il rendersi una figurina intercambiabile; e insultabile, risibile e tutto quello che vi viene in mente e che succedeva al bar, quarant'anni fa, quando si veniva a sapere che due ragazzi erano stati insieme. Ma i tempi sono cambiati... Uhm...
Non si ha potere sulla cretineria altrui. Ma lo si ha sulla propria dignità. E si può scegliere se farne una merce, oppure no.
© 2016 Gontran Sant Boi - Santajusta Cultura.

(*)Bertolt Brecht, Lode dell'imparare.

 

 
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