Creato da: Santajusta_Cultura il 02/11/2008
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Post n°485 pubblicato il 16 Dicembre 2019 da Santajusta_Cultura

"Avvocatoooo!"
Questo è Nikolaj, custode per miracolo del Teatro Nacional, grande intenditore di bianchini alle otto del mattino e unica persona che mi mette allegria, quando passo lì davanti.
Non mi capita spesso, ormai: ho cambiato studio e sto trascurando (un bel po') le produzioni teatrali, a beneficio di quelle sportive. E oggi vado di fretta. Lancio un "Ciao, Nikolaj!" all'omone, notando appena che non è del solito umore, quando tuona di nuovo il suo inesorabile richiamo.
"Avvocatoooo!".
Mi corre dietro. Ehi, qualcuno che mi corre dietro, al Nacional, c'è!
Mi fermo e mi giro.
"Avvocatoooo!"
Ho capito!
"Corri, corri! La Gringa sta volando fuori dalla finestra!"
Prendo fiato, e il mio "Bene! Serve una spinta?" si trasforma in un più civile "Beh, chiamate i pompieri, no?"
"Già fatto... ma aiutaci, vieni su, per favore!"
Non che La Gringa sia la mia persona preferita, ma di lì a propiziarne la scomparsa...
Mi decido a seguirlo dentro; ai piedi delle scale, sento una voce molto simile a quella di mia figlia, che starnazza dalla platea. Mi affaccio dal tendone: è proprio lei, Alina!
Si è tagliata i capelli, li ha tinti di blu, ha tagliato anche i blue jeans, stile lustrascarpe del terzo mondo. Uno strato di 2 centimetri di rossetto rosso fuoco contrasta con tutto quel blu, ancor più accentuato dal fondotinta bianchissimo, quanto di meno adatto al suo bronzeo incarnato. Saltella e balletta, usando a mo' di lente da detective un grosso lecca lecca striato.
"Appena esco di qui" digrigno "Sissi mi sente". È sua madre. E non vuole essere chiamata così. E si, ogni tanto dimentico che Alina è nata nel 1987.
"Avvocatoooo!" continua ad ululare Nikolaj, trascinandomi per le scale, sempre più tortuose, fino alla mansarda. Apre la porta di un camerino e davanti a me si spalanca il prodigio.
La Gringa, in un orripilante abito grembiale, a fiorami dai colori spenti e merletto bianco ai polsini e, al posto della chioma incolta, un'agghiacciante messimpiega a pan di zucchero, di un biondastro ancor più spento del vestito.
Non la biasimo, se vuole buttarsi giù! Chi ha osato ridurla così?
Passato lo choc, mi rendo conto che la fanciulla non corre alcun pericolo di vita: sta levitando. E così, palesemente, intende uscire dalla finestra.
Ma che autonomia avrà, una volta fuori?
Idea: metto il custode in posa alla Nurejev, con le sue manone da idraulico polacco a trattenere la sottil vita della Castafiore de Noantri, impietosamente trasformata in una Sorella Materassi da un ignoto bruto.
Nikolaj è un po' imbarazzato, forse pensa a sua moglie; io non sono da meno, ma il nonno sarà fiero di me. Sento la sirena dei pompieri avvicinarsi.
Arrivo nel foyer, esitando tra il godermi lo spettacolo della caduta sul telone o imitare il nonno fino in fondo e andarmene per gli affari miei, quando scorgo Figueredo, l'uomo totale, impacciato nei movimenti da due manifesti che tiene, srotolati, uno in ciascuna mano. Guarda ora l'uno ora l'altro e scuote la testa, depresso.
Mi avvicino: in alto a destra, l'inconfondibile marchio del Nacional; in quello alla mia sinistra vedo Alina, nell'altro La Gringa, nelle pose appena viste dal vivo: infantil-[parolaccia] la prima; gaiamente rassegnata e nondimeno spenta la seconda.
La voce di Figueredo, stile Arnoldo Foà, tuona in tutto il teatro.
"Potrebbe essere la tua ragazza, tua sorella, tua figlia!".
Indietreggio, terrorizzato.
Suona la sveglia.
©2019 M.A. Forcellati

 
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Commenti al Post:
cassetta2
cassetta2 il 05/04/20 alle 10:39 via WEB
La realtà del Blog non è in ciò che vi rivela ma in quel che non può rivelarvi. Perciò se volete capirlo non leggete le parole che scrivo, ma quelle che non scrivo.
(Rispondi)
 
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