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Post n°486 pubblicato il 13 Luglio 2020 da Santajusta_Cultura

Parafrasando Cesare Botero: "Ma lo sa che non ho mai visto Via col Vento per intero in vita mia?". Cionondimeno, è un film che ha fatto la storia del cinema e dunque, fin da piccolo...
Scuole medie. Il professor Andrés, durante una lezione, osservò: "mia madre era talmente masochista che, dopo aver letto il libro, ha visto anche il film". Che riproponevano al Bernini di Ferrenafe, come nel resto dell'Arcipelago; avvenimento che quel genio di Leonardo (Gracias, non Da Vinci) così salutò: "è un mattunazzo".
Il che ebbi modo di constatare quando ero ormai diventato un "hombre hecho y derecho" (si fa per dire) ed erano ancora in voga le vacanze tribali a San Berdoo, presente tutto l'albero genealogico; io dormivo nella cucina della caserma dei carabinieri (soprannome della mia casetta), in uno di quei falsi cassettoni che nascondono rete e materasso.
Una sera, alla TV, era programmato, appunto, "Via col Vento". Programmazione estiva, per darvi un'idea dell'importanza. Va be', non ho niente da fare, per curiosità... ed ho preso posto davanti al televisore che, come il mio cassettone, si trovava in cucina.
Sono stato il primo a desistere: a neanche metà del film, ho girato il letto-cassettone e mi sono messo a dormire, con un ipocrita "Non fate caso a me, buon proseguimento", e bisogna dire che mia madre e mia nonna mi diedero retta, caso più raro dell'evento in sé, ma per non più di una mezz'ora, dopo la quale si congedarono con un non meno fasullo "Beh, adesso lasciamo dormire Geoffroy", nel quale si leggeva più tedio che empatia.
Insomma, e almeno per quel che concerne me e mezza Campo del Oro, codesto film è quello che sembra: un polpettone di quattro ore; di quelli che non danno neanche il piacere di inca33arsi, come certi film locali degli ultimi anni: dei bidoni criminogeni.
Sicché, che una piattaforma video, leggi uno degli oggetti sociali più furbastri che l'ultimo decennio abbia prodotto, a seguito dei fatti di Minneapolis espunga il polpettone dal catalogo, si colloca a metà tra la presa per i fondelli siderale e il prosciugamento del Pacifico con lo scolapasta.
Tentativo di censura e di autocensura, paravento da aprire sul concreto: diseguaglianza sociale, salariale, culturale e di benessere. Spray all'aroma di contentino.
E un certo malessere mi ha preso quando, io stesso scritto a quella piattaforma, la cui natura originaria è la vendita per corrispondenza, ricevo l'avviso di consegna del mio pacco, con l'immancabile coda pubblicitaria. E quali articoli "potrebbero piacermi"? Ne cito uno, integralmente.
"Crema sbiancante, whitening cream, crema schiarente, crema per il corpo, schiarente uomo e donna, sbianca e schiarisce pelle e zone intime"
E, immancabilmente, ben mescolata alle altre foto dimostrative, quella di una fanciulla con il viso metà olivastro e metà bianchissimo, come il mio. Applicando quella crema, più che Clark Gable, potrei sostituire Christoper Lee. Per dirvi quanto ci azzeccano gli algoritmi.
Vorrei capire: Via col Vento esce dal catalogo, ma la crema che (da decenni!) asseconda nei neri il complesso di Michael Jackson è ancora in vendita? Lancia forse un messaggio più democratico di un film del 1939 superato dall'evoluzione del cinema e della storia?
Interrogativi che sembrano non esaurirsi mai. E l'indimenticabile striscia Prolet, quarant'anni fa, li riassumeva così: "Fratello, in questo locale ammettono solo un colore. Verde contante". E questo è quanto. Ad Maiora.
©2020 M.A. Forcellati

 
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