Profumo di dentifricio con un retrogusto di sigaretta delle tre notturne.
Scriveva sempre di notte, non per mancanza di tempo, durante il giorno c'era ormai da anni il silenzio in casa , ma la luna a falce, le stelle e quei trapezi di spazio notte delineati dai condomini vicini erano i migliori compagni al ticchettare.
C'erano volte che non sapeva cosa infilare nella pagina bianca dello schermo , non sempre è facile copia incollare i pensieri e stenderli con un clik in un 20x30 .
Voleva parlare d'amore, sdolciare tutto quel cingolare di preghiere e speranze stammi accanto stai con me prendi e scappa vivimi .
come mettere in prosa le urla dentro ?
A volte spostava le lacrime dalle labbra per dare un tiro all'ultima sigaretta della notte, soffiando la cenere tra l'A e la Z .
Un tiro una filata di parole, una sospensione delle mani ,un'immagine .
Scriveva di notte, quando il buon sonno ha perso la strada del letto,
quando mancava all'appuntamento un tempo indefinito e quindi infinito
quando si chiedeva se può essere utile far fioretti da pescare dentro al sacchetto bianco, uno per ogni giorno di assenza.
ho fame di te
la tavola è ben apparecchiata, la sedia è sempre lì al suo posto, la finestra è volta a sud i miei occhi verso il tramonto, ho un vestitino rosso con i fiori bianchi, i capelli sono scamuffati dall'umidità della notte, porto sempre il gatto fuori per sedermi sulle scale e in tasca sassetti di vetro, se per caso mi perdo.