Servo e padrone...
"Si no te hablo, será porque no quiero volverme esclavo de mis palabras. Si no te hablo, será porque prefiero ser el dueño de mi silencio" (Jarabe De Palo)BOTTA
Sto perdendo interesse
per questo mondo,
per questa vita,
per certa gente...
C'è troppa indifferenza
tra noi,
c'è un vuoto incolmabile ormai
tra le persone più o meno brave.
Ignorare chi si avvicina
delude sempre tantissimo,
negare anche un minimo cenno di apertura
mi allontana per forza, o per errore:
a chi mi mostra ostilità
rispondo senza confidenza
come a me sembrò si volesse,
così non posso che arrendermi;
so che sarò lontano
dall'insensata lotta
per affermare un principio
che per me invece è una fine,
perdita inutile di contezza
sol perchè non si vuol fare un passo
che accorci le distanze
da dover mantenere,
si aspetta rischiesta esplicita
da chi si conosce bene
considerandolo prossimo
in benefici e prassi...
Io non rimango a guardare,
prendo la decisione giusta
senza lasciare ogni cosa uguale
ma me ne dolgo e rattristo.
Ora non posso pregare
di avere più riguardo
se non interessa il volto
nè quel che nasce da me,
si preferisca pure
qualsiasi altro contatto
e non perdiamo tempo
nella misura di sè!
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PRENDERSI CURA
Se vuoi prenderti cura di me
allora non devi aver fretta
di vedermi guarito:
sei sicura di avere abbastanza pazienza
per spogliarti di ogni certezza
e mostrarmi i tuoi fianchi scoperti?
Sulla schiena rimangono i segni
di ogni carezza non fatta,
fino a che non si curvi colonna!
Se vuoi prenderti cura di me
puoi serbare soltanto speranza
nel tuo animo tanto impaurito,
ma non puoi conservare l'angoscia
di avvertire sbagliato
ogni sogno che abbiamo inseguito:
poi una notte, a lume di candela,
sentirai la mia mano sul petto,
se t'illumina il viso...
Se vuoi prenderti cura di me
non ti serve un invito
al ricordo di ogni tuo sbaglio, dimenticato;
li terrai dove resta nascosto
solo il tempo che avevi sprecato
a ignorare il profondo
rincorrendo illusioni in incognito,
quando quel che volevi è il ricovero
tra le gioie del nostro sorriso:
tu vuoi prenderti cura di me
e ami anche il mio più grave sintomo
che debilita il corpo,
ma che non affievolisce certo
anche tutto il mio spirito
quando spingo in avanti lo sguardo:
poche cose m'immagino in bilico
ed in piedi mi reggo benissimo.
se ti sento qui affianco!
Tu ti prendi già cura di me
e pretendi che io mi senta sano
anche in preda a uno shock post-traumatico,
che reagisca con forza a ogni assalto
nella giungla di ambiente selvatico
del rapporto inevaso:
scuoti forte l'intero mio albero,
poi da quello però i frutti non cadono
finchè non li cogliamo noi due, ed io mi arrampico...
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SCHIAVO
Non vi sentite voi
schiavi di tutto
quel che, inevitabilmente,
subite come una direzione
non scelta, ma imposta?
Se vi mostrate sempre
tanto profondamente intenti
a far qualcosa che adesso
improrogabilmente
necessiti dedizione,
quand'è che lo avete scelto
liberamente in un ambito
che poi vi spinge nell'angolo
dov'è difficile stare,
senza pensare di uscirne?
A me apparite più spesso
inutilmente avvitati
su voi stessi,
altro che liberi di esprimere
la vostra volontà,
se trafelati compiendo
un passo avanti e due indietro
eternamente girate in tondo
a caccia di verità,
abbandonata di qua;
vi troverete in fondo
al punto di partenza,
ma ne dovrete far senza
la consapevolezza
che c'eravate già:
al centro dei desideri
nel vostro sogno di ieri
di chi rinuncia a sorprendersi,
aprendo gli occhi ai ricordi
di ciò che mai più sarà!
Noi rimaniamo bambini
quando impariamo a giocare
insieme al nostro candore
che non ci fa dimenticare
quel gran bel sogno che fu,
allora possiamo andare
incontro al nostro cammino
o individuare lontano
un punto che sembri, al pensiero,
come il più grande traguardo:
perché se vivi costretto
nell'angolo visuale al coperto,
gli occhi guardare non possono
quella profondità;
la vista perde il suo fascino
del mio percorso ipotetico,
mentre laggiù mi entusiasmo
proprio all'idea di star lì.
Se poi ci arrivo ho bisogno
di riposare un momento,
quindi guardandomi intorno
sono felice così:
son circondato dal mondo,
guardo ogni lato e scopro
che posso scegliere il posto
dove sentirmi me stesso...
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FARSI SENTIRE
Fanno rumore i pensieri
quando li ascolti in silenzio
e da coscienza li aspetti,
ma non si fermano in tempo
nemmeno se li nascondi
agli altri, oppure magari
forse soltanto a te stesso,
ti sembreranno diversi.
Spesso si sovrappongono
se non vi presti attenzione,
ma puntualmente ritornano
appena restiamo soli;
a volte vuoi cancellarli,
ne cambi tono e spessore:
rimuovi spine nei fianchi
e cerchi un cambio d'umore.
Allora speri di dire
parole a voce più alta
che sentiranno persone
anche nell'altra stanza
dove non entrano i cuori
di chi vuol farsi valere
per il volume dei suoni
più che del loro valore,
e preferiscono urlare
che sono bravi a gridare
sopra i silenzi beffati
da tanto stupido ardore!
Tu senti anche dell'altro
perché ricevi impressione,
quando trasmettono tanto
fino a raggiungere il fondo
anche del nostro barile,
dove raschiando cerchiamo
origine a tanta bile
che si procurano invano:
perché non c'è alcun motivo
di congestionarsi il fegato
già sempre troppo impegnato
a rinfrancarci lo spirito...
Se adesso ascolti il mio battito
non percepisci altro anelito,
oltre all'esofago libero
da tutta l'ansia che elimino
semplicemente riempiendo
i miei polmoni di ossigeno;
e curo i mali che nascono
per non aver mai gridato
neanche a chi mi è antipatico,
che non ti senti più piccolo
quando t'innalzi al livello
di percepirti diverso:
resti in ascolto di altro,
musica certo migliore
di quel concerto stonato
dalla più brutta canzone...
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LASCIARTI ANDARE
Stanotte tramonterà una stella,
insieme alla mia ultima lacrima:
eppure, proprio stanotte,
tu toccherai il fondo
della mia anima
per risalire il cielo...
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LA MIA PASSIONE INFINITA
La mia passione è finita proprio mai
affievolita solo nei corpi cavernosi
della mia anima che diventa irrequieta
a conferma di parole, ma in incognita
La mia passione finisce nei tuoi occhi
puntualmente dipinta insieme al fondotinta
brillando tutti insieme di fervore estatico
e irrora sangue tutto quanto in circolo
La mia passione è finita nel mio fegato
attorcigliato intorno al brutto equivoco
di quegli attimi eterni quando non m’immagini
sempre devoto al culto di noi santi
La mia passione è finita nel tuo stomaco
quanto proteggi il cuore nell’involucro
di un isolamento termico, oltre che acustico
se ti fa male quello che rivendico
La mia passione è finita nella gola dove stringono
tutti quei nodi che ancora non si sciolgono
perché queste mie braccia ancora e sempre aspettano
di essere strette più forte, e a me t’invocano
La mia passione è finita nella mente
colma lacune e ruota gira incessante
facendo spazio in strade troppo congestionate
nel traffico di pensieri non lungimiranti
La mia passione è finita sopra spalle robuste
e sorregge il peso ancora troppo pressante
di tutte le delusioni, anche le più cocenti
ma se sorridi spontanea poi di colpo svaniscono
La mia passione è finita fra i tuoi denti
che mostri impavida sempre a chi hai davanti
ma solo a me gioia che manifesti
svela il miracolo di quel tuo sole che mostri
La mia passione è finita dietro la schiena
le mani in alto come fosse una pistola
ma non mi arrendo neanche all’evidenza
di un’arma impropria alla fine della storia
La mia passione è finita in questa voglia improvvisa
di farti mia per questa, quella e ancora un’altra volta
per riscaldare il ghiaccio che si forma in alta quota
da questa valle volando ancora insieme in orbita
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ORDINE COSMICO
La maggior parte dell’ultima vita
resta in attesa di una risposta
senza volerla pensare finita
di tempo inutile a quando fu posta
Rispondi appena ti riesce possibile
se siamo in tanti che stiamo aspettando
e se a parole ti appaia credibile
ciò che noi tutti ora stiamo ascoltando
Sei divisibile in certi frammenti
come se fosse appannaggio di tutti
porti un’istanza di cui ti rammenti
ogni qualvolta col tempo ci lotti
Io ne rivendico meno degli altri
non ritenendo di averne diritto
più di coloro che sembrano scaltri
a non parlare di alloggio e vitto
nel cuore tuo dove implorano asilo
come lo fa un prigioniero politico
il cui destino stia appeso ad un filo
nella dialettica di un gesto mitico
anche quand’ospiti in quel posto comodo
di un’esistenza votata al martirio
non c’è missione suicida in incognito
stella lontana ben più di Sirio
ma sempre prima la sera a mostrarsi
come pianeta tra i più conosciuti
sino da quando brillarono arsi
dietro cometa i suoi resti distrutti
Splendente come nessun altro astro
illumini ancora chi resta a guardare
il cielo immenso che scioglie il suo nastro
per far cadere quel sole nel mare
dove scaldando le anime a bagno
si apre la tua confezione regalo
ed il tuo amore mi mostrò un segno
su pelle asciutta che rimane al palo
se desiderio fu il dono ambito
dalla mia anima giunta all’inferno
soltanto per non avere insistito
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RICORDO A STENTO
Io mi ricordo a stento
di questa vita a rilento
quando guardavo in alto,
ma non sapevo di te:
non mi ricordo intanto
cosa accadesse ignorando
la tua esistenza nel mondo,
senza pensare a te;
però non sapevo tanto
cosa cercare, in fondo,
perchè aspettavo ben altro
che capitasse a me.
Abituato, certo,
a non desiderare troppo
immaginando che il vento
ostacolasse me,
e rassegnato alquanto
ad accettare ogni fatto
a inevitabile impatto,
con nessun ma e nessun se;
non mi rendevo conto
di aver toccato, sognando,
già con la mano il traguardo
che non sapevo dov'è:
ma rimanevo in ascolto
di un suono dolce all'orecchio
che confermasse d'istinto
quel sogno dentro di me.
T'ho poi incontrata ad un tratto
ed ho riconosciuto subito
il senso del nostro incontro,
senza cercare un perchè;
guardavo dentro me stesso
e ora ci trovo l'incanto
di un rinnovato entusiasmo
che si alimenta da sè,
quando sfiorandoti sento
lo stesso mio sentimento
che ci scambiamo ogni giorno
in viaggio sempre fra me e te...
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LA STAGIONE PIU' CALDA
Ricordo una spiaggia
di sassolini bianchi,
il loro sapore sulle labbra
e il loro peso sulla pelle;
l'estate finisce in fretta,
e noi restiamo lì a cercare
di mantenere viva
l'abbronzatura del cuore!
Ma il cuore abbronzato
non perde colore,
la pelle è più forte
ammantata di gemme:
l'estate una sola
di tante stagioni...
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PICCOLA MIA
Piccina mia dolcissima, quanto ti voglio bene!
Sei luce della mia vita e gioia della mia anima,
l'unica cosa che resta fra ciò che va e che viene;
guardandoti sorridere, scompare ogni mia lacrima...
Ma quanto sei carina tesoro, quando sorridi dolce
e sembri così serena, che viene da commuovermi!
Subito batte forte il mio cuore, si asciugano le gocce
per non mostrarmi piangere, sempre ad emozionarmi:
papà tuo è un bambino dentro, proprio come sei tu anche fuori
e vuol parlarti ancora con tanta sincerità,
facendomi raccontare i piccoli dolori
ma soprattutto le belle cose, in grande quantità.
Quando mi abbracci e baci mostrandoti felice
fai a me il regalo più grande che un padre possa avere,
come mattina presto che sento la tua voce
chiamarmi per iniziare il nostro giorno insieme;
ci siamo riposati di questa settimana
piuttosto faticosa e lenta da finire,
ma adesso costruiamoci la nostra carovana
per ogni tuo desiderio che possiamo seguire...
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SE TI AMO SOLO
Se io ti amassi solo
per non restare solo,
mi sentirei protetto
da un angolo più stretto;
ma perderei di vista,
poi, quello che mi resta
dell'intima natura
mia, se la storia non dura:
finchè ti vedo intera
da fuori alla mia sfera,
non puoi certo restare
lì ferma ad aspettare
la prossima mia mossa
oltre la linea rossa,
e allora è meglio uscire
per non dover finire.
Se invece ti amo troppo
e aggiungo anche purtroppo,
allora posso andare
fino in fondo a quel mare
di solitudine immensa
di cui non si può senza;
perchè se non affondo
più giù di questo mondo,
non scopro mai il confine
di chi è davvero affine:
ti aspetto nella notte,
se il cuore non mi batte
più forte del dolore
di sceglierne il colore,
già evito che il male
rimanga tale e quale...
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POVERO ME!
Povero me, che resto
da tempo senza più pace
per le miserie che vesto
e la fierezza che tace
perché non serve restare
sempre col dito alzato
e alla platea ricordare
quanto son bravo ed amato,
come pretendo attenzioni
solo da quelle persone
che prenderanno per buoni
segni lasciati al balcone
per ritornare ogni giorno
in casa mia dove abitano
certi frammenti di eterno
che alla coscienza non scappano.
Povero me, se rispondo
ad ogni voce al citofono
che puntualmente confondo
con suonerie del telefono,
ma se ricevo messaggi
di nuovo mutuo soccorso
poi ne ricavo vantaggi
nel completare un discorso
che non finisce per tempo
con troppe cose da dire
e ne rimane un esempio
tra il mio pensare e l'agire,
finchè non sento di pancia
l'impulso per impegnarmi
prima a spezzare una lancia
e poi a gettare le armi.
Povero me che risento
di queste tante influenze
che mi contagiano attento
da inevitabili assenze,
per abitudine semplice
di mettermi a disposizione
in dipendenza dell'indice
che mostri la direzione
delle vie più irraggiungibili
per ogni essere umano
a cui parranno invisibili
non riparando la mano
luce abbagliante di sole
che riscalda ogni mattino
anche se nuvola vuole
rendere grigio il cammino.
Povero me, perché aprirò il sentiero
di quanti additano l'ombra
ma restan lì per davvero
in quella strada mai sgombra
perché il sudore riempie
la nuca di torcicollo,
di gocce stanche le tempie
e di acqua sporca tracollo:
laverò via anche quei resti
della difficile ascesa,
degli indovini funesti
e della mia parte lesa;
anche se questa luce opaca
non vi colpisce la retina,
quest'avventura è già epica
ed offre amore a chi lesina...
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TU, AI MIEI OCCHI
Come sei tu ai miei occhi
ormai ti vedono anche gli altri,
perché da quando ti amo
sei diventata più bella;
come sei tu ai miei occhi
spero potrai restare,
finchè quel tuo sorriso
possa guidare il mio sguardo.
Come sei tu ai miei occhi
rimani sempre affascinante
anche quando la tua espressione
si fa ogni tanto più dura:
come sei tu ai miei occhi
resti per questo stupenda,
proprio perchè più austera
la sensazione che mi regali.
Come sei tu ai miei occhi
sembra ci sia ben poco uguale,
vagamente interessante come
il desiderio che ho di stringerti:
come sei tu ai miei occhi
sei anche nel mio cuore,
rapito come da un gran tiranno
dal potere infinito...
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SOGNEREI, SE POTESSI
A cosa serve l'amore
quando la notte non riesco a dormire
e penso che io mai vorrei farti soffrire,
cercando di dare un senso al dolore?
Ed a che serve il rancore,
se non ci voglio nemmeno pensare
al modo più giusto mio di parlare
nella speranza di un dolce sapore?
Cosa potrei preparare
che ti sfamasse quel vecchio pensiero
del piatto tuo, colmo di un desiderio
in grado di non farti più lavorare?
Ed io, che ci sono qui a fare
se non per farti ancora sentire
quel che non riesco più a dire
e forse nemmeno a sognare?
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ARIA INCONDIZIONATA
Sempre abbondante il sapore del vento
quando veloce sto sulla tua strada,
e sento il cuore battere, come nel tumulto
perchè lo lascierò andare come vada:
forzare l'evitabile non serve
a me che voglio ancora incespicare
in ogni trappola di colore verde,
che sia una scorciatoia verso il mare;
la seguo come fosse quella giusta,
anche se s'intravede già il burrone
stringo forte le redini e la frusta,
pronto a spingere in volo le persone!
Ma c'è qualcuno che mi vuole in alto
per farmi intravedere un panorama
sempre visibile quando facciamo un salto,
se in quella direzione è chi ti ama:
nel cielo io ritrovo ogni entusiasmo
verso chi prova ad aprire le mie ali
che troppe volte temono egoismo
a contraddistinguere quei rapporti umani,
e provo a riscaldare la mia pelle
specchiandomi nel sole non lontano
dai sogni conservati su stampelle
per non soffrire sempre e solo invano;
ma in volo non occorre altro sostegno
se non quello spontaneo e naturale
della mia vita data ancora in pegno
a chi sa quella mano quanto vale...
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IMPOSSIBILE!
Una vita senza amore
è come una terra senza pioggia,
come un cielo senza sole,
oppure una notte senza sonno
ed un discorso senza parole;
come un attimo senza tempo,
o come un albero senza foglie:
è come me, senza di te...
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MOGLIE
Amore non basta
a diventare sereno,
passione non desta
parvenza di umano;
se la mia anima è in pace,
rifiuta pure il rumore
anche della più vivace
mia stretta nel cuore!
Culla questa di musica,
per ogni triste serata
trascorsa in malinconica
attesa insensata
di un cenno tuo soprendente,
ma non per questo insperato,
che mai più dolga quel dente
nè lingua batta il palato:
dove il mio gusto riposa,
non voglio dimenticare
che proprio tu sei mia sposa,
e hai troppa fretta di amare...
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UN ANNO FA
Un anno fa, preciso, ero contento;
un anno fa è stato un bel giorno,
mentre oggi posso soltanto ascoltare il vento
ed aspettar dell'amore il ritorno.
Ritengo di aver provato tutto per farlo,
nè si può dir che non ho avuto il coraggio
di pensare al meglio senza mai rinnegarlo,
immaginando un futuro e rendendogli omaggio;
non credo esista nient'altro
di più completo e profondo
come la gioia di un parto,
scoprendo qui un altro mondo:
nella mia triste esperienza
vi è adesso un raggio di luce,
quindi sopporto l'assenza
di quanto il cuore produce
per chi mai apprezza l'impegno
di stare accesa la fiamma
che lasci ancora sulla faccia un segno,
riflesso nel mio sorriso di quella:
oggi son disilluso per niente
perchè illuso non sono mai stato,
dei sentimenti ragione non sente
la stessa donna che aveva giurato...
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SCRIVERO’
Io scriverò di me, di te
e di tutti noi che lo stiamo aspettando:
sapevo bene che c'avrei sofferto,
perchè solo così penso a sentire meglio...
Ma ogni volta non so, quando incomincio
che la storia si ripete, anche la tua;
e poi diventa nota dolente il ricordo
da cui guarire, come una malattia!
Meriti una poesia, ci mancherebbe,
perchè sei storia mia, di uno qualunque
che si affaccia nel tuo cuor per riconoscere
qualche cosa di suo, che non può crescere.
Siamo in tanti, eppure non ci può essere un limite
a quanto amore proviamo per nessun altro,
perchè voler bene solo a chi lo merita è facile
ed aprir la vita mia a chiunque sarebbe un miracolo!
Ma se riuscissi un giorno a far coincidere
l'anima mia più semplice, pura ed innocente
col desiderio di stare dentro a quel sogno
che sia per sempre mio, e d'ogni amico al contempo,
spiegherei quello che fa d'un uomo il compagno
di un gioco bello e difficile, come un messaggio
che parte qui dal fondo della mia coscienza
a precipizio verso di te, ma non arriva al traguardo...
Vorrei curare ogni lacrima, e personali interessi
per ammalarmi di pietà ed anche di compassione,
perchè non c'è in dotazione insieme al mio dolore
l'interruttore dei sentimenti, abbagliati dal sole:
la troppa luce diffonde musica forte nell'aria
e non nasconde le vesti di quanti scelgono l'ombra,
ma ogni canzone ritorna a piacermi nel buio
se ascolto fino alla fine, e mi ricordo quel sogno a occhi aperti.
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Fantasia
Ci vuole fantasia, per la serenità:
a saper cogliere nei fatti e negli eventi
un fine ultimo che, se anche ci sfugge al momento,
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