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un blog interamente dedicato alla naginata, con aggiornamenti su stage, incontri e manifestazioni.

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DOMANI FINALMENTE...

Post n°5 pubblicato il 09 Febbraio 2007 da toposamurai77
Foto di toposamurai77

...Domani finalmente il nostro primo stage federale.

Non pratico solo naginata. La mia prima passione è l'aikido, ma anche lo iaido mi affascina. Eppure, nonostante la diversità di queste arti marziali, una cosa le accomuna: il piacere che provo nel praticarle!

Già sento l'adrenalina salire mentre infilo hakama e keikogi, afferro la mia naginata (me l'ha regalata un maestro giapponese) e mi dirigo verso il dojo a passi sicuri. E lì, l'incontro con gli amici (raramente con qualche non-amico), il saluto e l'inizio della pratica.

Quando la lezione ha inizio, tutto il resto scompare: gioie, dolori, problemi, incertezze... tutto scompare nell'attimo esatto in cui il maestro dà il segnale di inizio... Come se tutto ciò che c'è fuori dal dojo smettesse di esistere. Nulla è più importante, nulla ha più interesse se non il proprio corpo che si muove: si inizia ad ascoltare le persone con orecchie diverse, non quelle attaccatte sulla nostra testa, ma con la pelle, il cuore, il cervello. In una parola, con i SENSI.

E allora si comprendono molte cose di sè stessi e degli altri, cose che prima non riuscivi o non volevi capire! La voce può simulare paura, amore, lealtà, rabbia, ma il corpo non simula mai. Non potrebbe.

Silenzio.

Ascoltate...

 
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PRIMO STAGE FEDERALE DI NAGINATA

Post n°4 pubblicato il 07 Febbraio 2007 da toposamurai77
Foto di toposamurai77

Eh si, amici, dopo tanto lavoro e l'impegno di molte persone, finalmente è ufficiale: avremo il nostro primo stage di naginata.

Appena possibile vorrei parlarvi delle persone che hanno contribuito a questo risultato: di tutti coloro che con il loro entusiasmo, mossi esclusivamente dalla passione per le arti marziali, si sono impegnate al massimo in un'avventura a dir poco incerta!

Ma finalmente il risultato è raggiunto: la CIK, confederazione italiana kendo, ha aperto il settore naginata! E ora noi possiamo goderci il primo stage federale italiano.

E allora cosa rimane da dire? Chiunque nutra una qualche curiosità per questo mondo venga a trovarci a Modena questo week-end: saremo felici di mostrare a tutti la bellezza della naginata.

Le informazioni su come raggiungerci e sugli orari sono pubblicati sul sito CIK

 
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TOMOE GOZEN. UN SAMURAI E LA SUA NAGINATA.

Post n°3 pubblicato il 05 Febbraio 2007 da toposamurai77
Foto di toposamurai77

Storia vera di una donna leggendaria!

Figura mitica o realmente esistita, Tomoe Gozen, descritta come una delle donne più belle del Giappone feudale, rappresenta per molti praticanti di naginata la leggendaria capostipite di questa splendida quanto spettacolare arte marziale. Binomio interessante, quello della bellezza e della forza guerriera, che lascia spazio all’analisi della figura delle donne samurai in un Giappone attraversato dagli scontri armati e dalle lotte di potere. Sebbene la tradizione abbia fatto prevalere una figura spesso stereotipata delle donne giapponesi, chiamate ad interpretare il ruolo di “Eroine Tragiche”, che si uccidono alla morte del marito, “Madri energiche”, che allevano i loro figli affinché essi possano vendicare la morte del padre, “Donne caritatevoli”, le cui doti spingono un guerriero a raggiungere un forma di empatia nei confronti del prossimo, convincendolo a non piegare in schiavitù i figli del proprio nemico sconfitto, la storia (e alcune leggende) restituiscono un’immagine ben diversa delle donne dell’epoca.

Nel primo periodo feudale, infatti, le donne dei samurai erano costrette a passare lunghi periodi sole, mentre gli uomini erano impegnati sul campo di battaglia. Fu in questo periodo che esse cominciarono ad assumere su di sé un ruolo fondamentale per tutto ciò che riguardava la sopravvivenza della famiglia e il buon andamento della casa: le donne si occupavano infatti di procurare i viveri e tutti i generi necessari alla sopravvivenza dei figli, controllavano e dirigevano i propri servitori, e nei periodi di disordine assunsero gran parte della gestione finanziaria ed economica delle proprie case. La loro opinione e le loro decisione su tutto ciò che riguardava il benessere della famiglia era tenuto in altissima considerazione. Oltre a ciò, le donne si occupavano dell’educazione dei propri figli, cercando di instillare in loro il senso di lealtà, onore, coraggio e forza, elementi essenziali per qualsiasi samurai.

Talvolta le mogli dei guerrieri seguivano i propri uomini in battaglia, combattendo al loro fianco fino alla fine, e come i loro compagni, anch’esse erano chiamate a commettere suicidio se la loro famiglia era disonorata o per protesta contro l’ingiustizia e il disfacimento dei costumi.

E’ proprio in questo scenario, in cui le donne erano chiamate a difendere le loro famiglie da possibili aggressioni, in assenza dei loro uomini, o a seguire questi ultimi in battaglia, che si sviluppa la figura della donna samurai, sempre accompagnata dalla sua arma preferita: la naginata. La sua lunghezza e la sua estrema versatilità fecero infatti della naginata una delle armi più usate dalle donne.

La più famosa fra le donne samurai è senza dubbio Tomoe Gozen, descritta nell’Heike Monogatari come una donna “…particolarmente bella, con la pelle bianca, lunghi capelli, e tratti affascinanti. Lei era inoltre un arciere incredibilmente forte, e con la spada era un guerriero di valore, pronta a confrontarsi con demoni e dei, a cavallo o a piedi. Tomoe cavalcava destrieri indomabili con splendide criniere; e li guidava lungo ripidi pendii. Ovunque la battaglia fosse imminente, Yoshinaka la mandava in avanscoperta come suo primo capitano, equipaggiata con una pesante armatura, un spada sproporzionata e un grande arco; e lei mostrava più atti di coraggio di qualsiasi altro dei suoi guerrieri”.

La leggenda (o la storia) vuole infatti che Tomoe Gozen fosse la sposa del generale Kiso Yoshinaka (ai tempi della guerra Gempei, nel XII secolo) e che lo accompagnasse su tutti i campi di battaglia, insieme alla sua inseparabile naginata. Yoshinaka si oppose al clan dei Taira e prese la città di Kyoto subito dopo aver vinto la battaglia di Kurikawa, nel 1184. I suoi successi militari ingelosirono però i fratelli, che lo spinsero a compiere seppuku. Per assicurare al marito il tempo necessario per commettere seppuku, si narra che Tomoe guidò il suo esercito contro le forze nemiche, scagliandosi contro il suo più potente nemico, disarcionandolo e decapitandolo. Nel frattempo, tuttavia, Yoshinaka venne ucciso da una freccia.

Alcune leggende si concludono con la morte di Tomoe, altre raccontano invece come lei sia sopravvissuta e sia divenuta una sposa buddista. Una leggenda vuole invece che Tomoe sia stata catturata da Wada Yoshimori, con il quale ebbe un figlio, Asahina, ritenuto uno dei più forti guerrieri del tardo periodo Kamakura.

Qualsiasi sia stato il reale destino di questa donna-simbolo delle donne guerriero, a noi piace immaginarla avvolta dalla sua armatura, pronta a combattere con tutte le sue forze, con a fianco la sua naginata.

Una seconda figura femminile legata all’uso della naginata è quella di Nakano Takeko. La storia di questa donna samurai ha origine nella città di Aizu, in cui la nostra protagonista è nata e cresciuta.  Si narra che Nakano Takeko si allenasse nell’uso della naginata sotto la guida di Dengoro Kurokochi, e in altre arti marziali  e nella calligrafia sotto il maestro Taisuke Akazeki. Anche sua sorella Yuko e sua madre Kouko erano esperte nell’uso della naginata. Nakano è passata alla storia durante la battaglia per la difesa del Castello di Wakamatsu (1868), combattuta al fianco dei samurai del clan Aizu. Durante la battaglia il clan degli Aizu si trovò schiacciato dall’enorme numero di guerrieri nemici (3.000 uomini contro ben 20.000 nemici), così venne chiamato a combattere chiunque fosse in grado di tenere in mano un’arma. Fu in questo grave frangente che Nakano guidò il Joushitai, la Truppa delle donne Aizu, un’unità di venti donne, determinata a volgere la battaglia a proprio favore. Durante il combattimento, Nakano si lanciò contro le linee nemiche, uccidendo con la sua naginata un elevato numero di guerrieri prima di essere colpita al torace. Ferita, ma non ancora sconfitta, Nakano chiese alla sorella Yuko di tagliarle la testa, per evitare di finire nelle mani del nemico e cadere in disgrazia.

La memoria di Nakano Takeko è ancora viva nel cuore dei suoi connazionali, ed è ricordata da un monumento eretto in suo onore a Bangemachi. Ogni anno, inoltre, durante il Festival autunnale di Aizu, un gruppo di giovani donne vestite con l’hakama e una fascia bianca in testa, seguono la processione tradizionale per ricordare il sacrificio delle donne Joushitai.

 
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... UN PO' DI STORIA...

Post n°2 pubblicato il 31 Gennaio 2007 da toposamurai77
 
Foto di toposamurai77

La naginata vanta di essere (accanto allo yari e alla katana) una delle più antiche armi del Giappone.
Sebbene non vi siano notizie certe in merito alle sue origini storiche, gli studiosi hanno elaborato tre possibili scenari della sua nascita.
Secondo una prima ricostruzione storica, la naginata si sarebbe sviluppata direttamente da un attrezzo molto semplice, utilizzato dai contadini giapponesi per lavorare i propri campi. A partire dal III sec. a.C., infatti, si diffuse l'uso di una primitiva "zappa", creata legando una pietra appuntita all'estremità di una lunga asta di legno. Solo in un secondo momento la pietra venne sostituita dall'acciaio. E' ipotizzabile che un simile attrezzo venisse utilizzato dai contadini non solo per la coltivazione dei campi, ma anche per difendere sé stessi e i propri beni da eventuali attacchi nemici.
Una seconda teoria descrive invece tale arma come una diretta evoluzione della spada, determinatasi dopo l'introduzione in Giappone del metallo, proveniente dal continente asiatico, e la conseguente sostituzione delle
primitive spade in bronzo con quelle in acciaio. A fondamento di questa ricostruzione viene rilevato che originariamente l'arma era indicata mediante i caratteri cinesi che, tradotti letteralmente, significavano "lunga spada".
Secondo un'ultima ipotesi le alabarde cinesi, successivamente conosciute dai guerrieri giapponesi con il nome di naginata (a partire dalle dinastie Han e Wei 200 d.C.), sarebbero state introdotte durante le prime grandi migrazioni, risalenti al 200 a.C..
Ciò che è certo è che il termine "naginata può essere rintracciato per la prima volta nel Kejiki ("A Record of Ancient Matters 712) e, successivamente, nel libro Oushu Gosanneki ("Diario di tre anni in Oshu 1086). Raffigurazioni di battaglie in cui è chiaramente visibile l'uso della naginata, inoltre, sono state realizzate durante il periodo Tengyo no Ran (Insurrezione Tengyo), nel 960 a.C..
L'uso di quest'arma comincia a diffondersi a partire dalle ere Nara (710-794 d.c.) ed Heian (794-1185), a seguito del ruolo decisivo assunto dalla cavalleria nello svolgimento e nella risoluzione delle grandi battaglie.
Questo nuovo modo di combattere ha infatti reso indispensabile affiancare all'uso di spade, archi e frecce nuove armi che permettessero di avere la meglio sul nemico.
A tal fine, la naginata si dimostrò un'arma molto efficace: la sua lama era utilizzata per tagliare a distanza le gambe dei cavalli ed uccidere i nemici, non appena questi fossero caduti al suolo. Questa particolare tecnica di combattimento ha assunto un'importanza fondamentale durante la Guerra Gempei (1180), nella quale il clan dei Taira si scontrò con quello dei Minamoto.
Nella sua evoluzione storica la naginata ha rappresentato una delle armi più ampiamente utilizzate dalle donne guerriero. Una delle più famose fu Hangaku Gozen (soprannominata Itagaki), conosciuta proprio per la sua abilità nell'uso dell,alabarda giapponese. Itagaki faceva parte della guarnigione di 3000 guerrieri posta a difesa del castello di Torizakayama. Quando lo shogunato Hojo inviò un esercito di 10.000 guerrieri contro di loro, Itagaki guidò le sue truppe fuori dal castello, direttamente contro le armate Hojo, uccidendo un elevato numero di guerrieri nemici prima di soccombere definitivamente.
Al di fuori del campo di battaglia la naginata venne utilizzata dalle donne per proteggere sé stesse e i propri figli mentre gli uomini erano in battaglia o impegnati nel lavoro dei campi.
Verso la metà del XVII secolo, l'introduzione delle armi da fuoco modificò profondamente le strategie di combattimento e la naginata divenne progressivamente un'arma "specialistica, utilizzata prevalentemente dalle donne e dai monaci guerrieri (sohei).
A partire dal periodo Edo (1603-1868), un momento di relativa pace nel Giappone feudale, la naginata divenne il simbolo delle donne samurai. Gli allenamenti con tale arma divennero obbligatori per tutte le donne che avessero compiuto i diciotto anni e miravano a sviluppare i valori di
Armonia, Ordine, Castità e Moderazione. L'allenamento era inoltre finalizzato a sviluppare l'etichetta, lo stile e la personalità dei praticanti.
Le naginata venivano disposte dalle antiche famiglie samurai in luoghi importanti (quali ad esempio le entrate delle proprie case); erano utilizzate durante le parate organizzate dai signori locali e divennero un elemento essenziale nella dote delle spose.
Dopo la restaurazione Meiji (a partire dal 1868 d.c.), la progressiva occidentalizzazione fece diminuire drasticamente l'importanza delle arti marziali, compresa la pratica della naginata, che perse il suo carattere militare (Jujitsu) per diventare definitivamente una disciplina personale
(Budo).
Dopo il periodo Showa, gli allenamenti con la naginata sono divenuti parte integrante del sistema della scuola pubblica. Vietata alla fine della Seconda Guerra Mondiale, la pratica di questa disciplina riprese qualche anno più tardi, sotto forma di una nuova moderna arte marziale conosciuta con il nome di "Atarashii Naginata, nata dalla lunga storia e dalle tradizioni che hanno caratterizzato l'uso di quest,arma.
Nel 1955 venne fondata la "All Japan Naginata Federation, con l'obiettivo di diffondere la pratica della disciplina tra i giovani; mentre nel 1990 è stata fondata la "International Naginata Federation, allo scopo di diffondere la conoscenza e la pratica della naginata a livello internazionale.

 
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NAGINATA - l'arte marziale delle nobili donne samurai

Post n°1 pubblicato il 31 Gennaio 2007 da toposamurai77
 
Foto di toposamurai77

Lo sapevate che dopo essere stata introdotta sui campi di battaglia, per combattere la cavalleria nemica, la naginata si è poi affermata come l'arma preferita delle donne di nobili origini samurai?

Su questo sito la storia completa: www.shisei.it

 
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