Alla rabbia dei puri

Le lacrime non mi spaventano affatto; certo è, che quando sgorgano lasciano sempre traccia e non parlo di quella del rimmel sulle gote.

Parlo di quelle orme profonde che solcano l'anima, di quelle tracce che pesantemente scavano rughe intorno agli occhi, specchio su un mondo che mi è estraneo.

Il senso di estraneità è una presenza costante nella mia vita. Mi sento aliena alla maggior parte dei comportamenti umani, avulsa ai desideri che li accomunano, estranea ai loro egoismi fanciulleschi.

Inadatta al Tempo e allo Spazio di questo pianeta. 

Non parlo della solitudine derivante dal "male di vivere". No. Io amo vivere. Il Creato è un luogo stracolmo di meraviglie incredibili, se sai guardare oltre le apparenze, se sai respirare con la mente, se sai aprire le mani per accogliere, se solo lasci scorrere l'energia dentro te stesso. Vi è bellezza ovunque e la conquista è in ogni giorno, in ogni respiro, in ogni sguardo donato oltre quel limite.

Lascio che la somiglianza con l'acqua mi prenda. Divento inafferrrabile, trasparente, dissetante, fresca, carezzevole. Svuoto i pieni, riempio i vuoti.  Cerco l'equilibrio.

Scorro impetuosa verso il Mare. Resto placida nel bacino naturale di un lago dai colori cangianti, scroscio fragorosa fra le rocce, mi trasformo in schiuma sulla cresta di onde altissime, mormoro allegra tra le pietre di un fiume, scivolo dolcemente da un pendio montano.

Qualsiasi sia la forma che assumo e ovunque io scorra è sempre per arrivare al Mare...

Vengo da li...tornerò li. Il cerchio si chiuderà con me dentro e sentirò in quell'abbraccio di essere finalmente a casa.