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« Damien Hirst.Financial suspect. »

L'Effelunga.

Post n°127 pubblicato il 17 Aprile 2006 da thearabstrap78

Qualche giorno fa i dipendenti della Feltrinelli -per la prima volta in 50 anni di onorata carriera- si sono organizzati in un para-sciopero (in realtà si trattava di un invito al boicottaggio dei prodotti Feltrinelli) per un duplice motivo: da una parte il rinnovo del contratto, dall’altra l’accusa ai vertici di stare trasformando le librerie della celebre catena in un qualcosa di vagamente simile agli shopping-center della Florida, invasi da stormi di personaggi con la camicia hawaiana e la digitale a tracollo. Il tocco di genio è stato firmarsi «i lavoratori dell’Effelunga.»
Se da una parte non saprei esprimermi dal punto di vista contrattuale -anche se di pancia appoggio senza condizioni ogni compagno che si ribella al padrone grasso borghese col panciotto- sul versante sociologico della loro protesta mi sento di poter confermare la teoria di un affossamento del concetto di libreria, visto come l'agorà di una cittadella greca, e chi pensa che dovrebbe continuare ad essere davvero un posto accessibile soltanto a coloro che hanno sostenuto un accurato esame di cultura general-libraria-comportamentale (tipo: dimmi il titolo di quattro opere di Beckett in equilibrio sulla gamba destra). Un clima di terrore nelle sale di narrativa, e rastrellamenti alla saggistica. È stato aggiunto che nelle librerie Feltrinelli (oramai simili a punti di imbarco per crociere ai Caraibi) vengono sottovalutati i piccoli editori -unici portavoce di scampoli culturali- a discapito dei grandi. Sulla carta una verità sacrosanta, che però purtroppo risulta essere una balla alla verifica dei fatti (i piccoli editori -escluso ristampare vecchi classici- sembra che amino scegliere con cura le opere prime più allucinanti.) Senza alcun dubbio comunque le case editrici sono luoghi con un'innata e confortante fiducia nel futuro delle persone; alla presentazione di un testo spesso viene comunicato (tramite lettera) che -in assenza di una risposta entro diciannove mesi- il testo è da considerarsi rifiutato. Nessuno ha fretta, non preoccupatevi.

 
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