Creato da: thearabstrap78 il 24/08/2005
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Post n°138 pubblicato il 29 Aprile 2006 da thearabstrap78

     Ecco che torno a scrivere dopo quattro giorni, per la gioia di voi attenti (ma silenziosi) lettori. In questo periodo ho tradotto alcune cose per lavoro, ho guardato un po’ fuori dalla finestra (non è vero, però il blog è pur sempre uno strumento di comunicazione adolescenziale, e io -come tutti- cerco di acchiappare consensi) e sono stato fregato dalla Vodafone. Se infatti qualcuno tra i miei adorati visitatori non possedesse una linea telefonica casalinga, ma ugualmente arde per la navigazione on-line, che mai sottoscriva l’abbonamento UMTS del quale avevo parlato in qualche post fa. Non prende un cavolo, a meno che non abbiate la stanza da letto sulla punta di un ricevitore. Ma andiamo avanti.
In questi giorni abbiamo assistito -da un punto di vista strettamente politico- a una fondamentale fase di cambiamento per l’Italia. In questo senso va letta la voglia di rinnovamento (e la sempre maggiore necessità di investire sui giovani) che ha portato gran parte del mondo politico a sostenere Giulio Andreotti. Mi pare particolarmente significativo il fatto che in questi giorni siano ricominciate a circolare le sue solite battute (i Franceschi tiratori è già un must) e i primi piani su tutti i telegiornali. Alla fine ce l’ha fatta Marini, con un pugno di voti di scarto. Come anche Bertinotti, Marini è partito dichiarando il suo intento di essere il presidente di tutti; da parte mia (ma -mi auguro- anche dal punto di vista di chi sta dall’altra parte rispetto al sottoscritto) spero sia una menzogna grossa come un camion; se fossi eletto Presidente del Senato farei di tutto pur di ostacolare l’opposizione, e certo non mi sentirei il Presidente di chi vive e vede le cose in un modo così distante dal mio. Mi sembra il minimo, almeno in una persona che ha senso dello stato e un filo di ardore sociale. Seconda balla, Marini ha ringraziato Marcello Pera, sostenendo che si è trattato di un grande presidente. La platea è scoppiata in un fragoroso applauso. Purtroppo però Pera non è stato affatto un grande presidente, né quel fine filosofo che si è auto-sbandierato per decenni; piuttosto è stato un personaggio di spessore assolutamente trascura-bile, ora pilotato dalla maggioranza, ora da Ruini e compagnia bella. Non dico che un nuovo presidente -al momento dell’insediamento- debba aprire il fuoco sui predecessori, però un minimo di obbiettività (o quantomeno, un silenzio esplicativo) non guasterebbe. Staremo a vedere. Apprezzabile invece il discorso di insediamento di Fausto Bertinotti: operai, operai, resistenza, antifascismo, lotte sindacali e ammissione di partigianeria. Se tanto questo governo deve durare sei mesi o poco più, almeno facciamolo senza peli sulla lingua, e diverti-amoci.

 
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