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Post n°69 pubblicato il 08 Giugno 2008 da emme_77
Ironia Eterna Gli artisti si guadagnano il privilegio, in vita, di avere l'eternità anche in terra. Al confine di questo secolo molti grandi, già eteranti con i loro lavori meravigliosi, ci hanno lasciato. A non tutti sarebbe piaciuta una commemorazione. Probabilmente non piacerebbe neanche a Dino Risi. O forse sì, e ridacchia da qualche parte, ora, a sentir parlare l'ennesima volta della sua vita, dei suoi film magistrali, con l'ironia sarcastica che lo ha reso grande. La mia però, non vuol essere una commemorazione, ma un atto d'amore sincero, un ringraziamento nei confronti di un benefattore di questo paese. Un Italiano che conosceva gli italiani e che ha avuto il coraggio e la forza di sbeffeggiarli per "redimerli", soprattutto in momenti non sospetti, in periodi storici in cui solo il coraggio di Dino Risi poteva generare opere come "La marcia su Roma", "Una vita Difficile", "Il sorpasso", "I mostri" e tutti gli altri... 91 anni e mi vien da dire, come fosse uno di famiglia : troppo presto. Non saperlo più in giro crea un senso di smarrimento, nonostante il patrimonio che ci lascia. Eh sì perchè le prime grandi fascinazioni e innamoramenti per il cinema italiano credo di averle avute grazie ai film di Dino Risi, grazie a "Il vedovo" , “Il segno di venere”, "Operazione San gennaro".. e, in cima alla lista "Il soprasso", di sicuro tra i miei cinque, forse tre film preferiti di sempre. Un film sospeso nel tempo, energico, sferzante, crudele, irresistibile, magnifico! Quand’ero piccolo guardavo i suoi film con i miei genitori, con occhi sgranati, affascinato nel sentire i ricordi di quando, negli anni 60, la gente ridacchiava a denti stretti in sala e godeva nel vedere rappresentate finalmente certe provocazioni contro malcostumi e vizi che erano rimasti assopiti per anni, forse decenni. E rimpiangevo di non aver vissuto quell’epoca irripetibile, e ridevo, mi emozionavo con dei grandissimi Gassman (il suo alter ego), Sordi, Manfredi, seguendo un cinema irriverente, sovversivo, neorealista ma comico, crudele ma tenerissimo, fatto di narrazioni semplici ma gigantesce, eterne. Mario Monicelli oggi ha commentato la scomparsa del suo amato compagno e collega di eroismi cinematografici, dicendo : “Dino era un medico. Usava l’ironia come un bisturi, per incidere a fondo nella società italiana…” Bhè, voglio fare un po’ mia la lezione di ironia e sarcasmo del Maestro…. Oggi Dino Risi ha lasciato il set terreno. Ma, prima o poi, tutti dovete morire... |
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