Creato da ricettacola il 22/06/2010

lospecchiobuono

a esserlo siam capaci tutti

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Ho la tessera della CGIL. Volevo quella di CASA POUND

Post n°12 pubblicato il 14 Maggio 2011 da ricettacola
 

una vita che non scrivevo sul mio blog. Oggi guardavo un po' alla mia vita. A come talvolta pare che mi conduca lei, come una corrente e non sono io quella che guida. Tanto per farla breve. La settimana scorsa abbiamo tenuto in ufficio un assemblea sindacale. Nulla di che, a parte il delegato che ha magnificato lo sciopero generale del 6 maggio. Nessuno ha aderito anche se in uff abbiamo tutti la tessera della CGIL. E qui sta il punto. Io non sono di sinistra, cioè lo sono stata da adolescente e poi quando ho raggiunto l'età della ragione ho lasciato lì. Ho però la tessera di un sindacato che mi stà sul culo (scusate la finezza). Il fatto è che il culo ce l'hanno salvato quando la nostra azienda era sull'orlo del fallimento. Così non mi sembrava corretto non fare la tessera. E l'ho fatta. Però, guizzo controcorrente. Ho fatto anche quella di Casa Pound. Dovere e piacere!

 
 
 

le vite degli altri .2

Post n°11 pubblicato il 01 Marzo 2011 da ricettacola
 

Da un po' di tempo spio la mail di Mara. Mara è stata mia collega di qualche anno fa in ufficio. Classica ragazza di sinistra: esperta di politica, profonda conoscenza delle problematiche internazionali, libera sessualmente e mentalmente. Ha viaggiato parecchio:ha fatto l'Erasmus a Siviglia, è vissuta un anno a Bologna dove aveva un fidanzato, ha lavorato per ong in giro per il mondo. Quando si è licenziata dal nostro ufficio, ha trascorso sei mesi in viaggio in nepal e poi in Colombia.

Penso che una come Mara mi sarebbe piaciuta molto quando alle medie avevo iniziato ad interessarmi di politica e simpatizzavo per la sinistra. Mara è colei sarei potuta diventare se i miei genitori non mi avessero bloccata, impedendomi di partecipare ad assemblee o anche solo di manifestare le mie idee per non urtare i professori prima o i datori di lavoro poi. Forse per quello, che ai primi tempi Mara mi era antipatica e un po' la temevo. Poi abbiamo iniziato a parlare e, anche se non si può dire che ci piacessimo, una qualche stima c'era. Lei una volta mi ha detto che mi reputava una persona molto intelligente. Ora continua nella sua vita libera e libertina. Ha preso in affitto un appartamento  in uno stabile abitato solo da giovani che vivono come in una specie di comune, aiutandosi tra loro. Ha lasciato anche un altro lavoro che aveva trovato senza fatica di ritorno dai suoi viaggi – e io mi chiedo, ma perché queste persone così leggere trovano sempre bei lavori!- e ora sta progettando di andare in Africa per qualche mese. Io abito qui, in un monolocale di proprietà che, benché piccola, molti mi invidierebbero di questi tempi. Ma in questo bel condominio, che mi piace molto, non conosco nessuno. Sono legata ad un lavoro che non mi entusiasma, e non riesco a fare nulla delle cose che ho tanto immaginato per quando sarei andata a vivere da sola. Sono diventata, negli anni una sciuretta borghese. Sono di conservatrice perchè nel tempo la sinistra ha iniziato a darmi sui nervi, viaggio molto poco, non mi interesso più di nulla.

Non è tutta colpa dei miei genitori, certo, loro mi hanno impedito molte cose, ma adesso che sono libera, tante cose non mi interessano più. Forse poca voglia la avevo anche prima, ma c'era l'alibi della mia famiglia. 

Che cosa ho imparato dalle mail di Mara? Ho scoperto una persona interessante e con qualche fragilità. Anche Mara dietro la sua scorza ha spesso paura, è indecisa, sbaglia. ma almeno agisce, si butta. Devo imparare da Mara a guardare la vita come un'opportunità da cogliere, con tutte le sue sfumatura, anche con gli sbagli. 

 
 
 

arrivederci mostro

Post n°10 pubblicato il 13 Gennaio 2011 da ricettacola
 
Foto di ricettacola

 

Succede talvolta, che un'azione piccola, insignificante, una stupidata insomma abbia un'incidenza dura, forte fino a condizionare un'intera vita.

La mia la posso individuare in una mattina di ottobre di tanti anni fa, durante un'assemblea di istituto del mio liceo. Ero una quattordicenne piena di speranze, soprattutto, anche grazie a dei bravi professori delle medie che, oltre alle materie di scuola, ci parlavano anche di attualità. Io che mi stavo appassionando alla politica, ero contenta del fatto che alle superiori si potesse partecipare attivamente alla vita della scuola nelle assemblee e nei consigli di istituto. Ovviamente i miei genitori non erano d'accordo perché, secondo loro, mi sarei alienata le simpatie degli insegnanti. Tacere ed obbedire, vivere di sotterfugi, fare i furbi ma senza rischiare, è sempre stato il loro motto. Fatto sta che, durante un'assemblea di istituto, la prima cui partecipavo, andai sul palco a dire la mia. Forse, come del resto capita a tutti i timidi, ho fatto un po' la pagliaccia, e mi sono fatta prendere in giro.

Da lì, da una scemenza fatta a 14 anni, è iniziato l'inferno.

Per farla breve, divenni lo zimbello dell'intera scuola. Aggiungendo il fatto che non ero una bellezza e non potevo certo permettermi i vestiti firmati ero presa in giro e additata anche da persone che non mi conoscevano. Prendere l'autobus per il ritorno a casa, era un incubo perché alcuni ragazzi delle classi superiori, non facevano altro che molestarmi, anche fisicamente. Ricordo che uno mi ha persino puntato alla tempia una pistola finta. Il primo anno di scuola è stato un inferno, anche perché, e pare strano a dirsi in una città grande come Milano, pareva che tutti nel quartiere frequentassero quella scuola. Quindi il medesimo scenario si ripeteva all'oratorio o in palestra dove facevo un corso di basket.

All'epoca non si parlava di bullismo, e non c'è stato un professore che sia mai intervenuto in mia difesa. Addirittura una mia amica, che frequentava un'altra sezione mi ha riferito che una sua insegnante e dico sua, io nemmeno la conoscevo, parlando di me in classe ha detto che ero la più cogliona della scuola. A casa non ne potevo parlare, ne accennai qualcosa a mia madre ma mi ha lasciato capire che erano tutte mie fisime, tanto ai miei non è mai importato altro se non dei voti. Purtroppo o per fortuna, quelli erano buoni. Ancora mi chiedo con che forza sia passata attraverso questi cinque anni senza diventare anoressica o drogata. Però non ne sono uscita indenne. Ancora adesso mi porto dietro tante insicurezze, ancora oggi non prendo mai iniziative per paura di rendermi ridicola, non ho amori, se non con sposati quasi non meritassi un uomo solo mio. Con questo non mi voglio giustificare né creare alibi, anzi, l'averne parlato qui (e mi scuso se la forma o la sintassi non sono corrette, ma mettere nero su bianco fa ancora male) è già un primo passo. Dare una forma al mostro che ancora mi tormenta per combatterlo meglio. Lo metto qui, il mostro, sulle pagine di questo blog e lo affido alla corrente della rete che se lo porti via e io gli dico addio mostro.

 

 
 
 

Sgarbi femminili

Post n°9 pubblicato il 14 Agosto 2010 da ricettacola

Sgarbi, parlando della Tulliani, dice che ci ha provato anche con lui. Ettipareva

questa  se la son passata tutti, poteva essere lui da meno?

Ha perso un' occasione per essere originale!

Comunque, il Vittorio fa sapere che  lui non ci è cascato come quel pirla di Fini. Non ci sarà cascato con la Tulliani, ma con altre si, visto che ha quanti? Non ricordo bene.. ehm...tre o quattro figli da mantenere.

Con relative madri.

 

 
 
 

tradimento dirlo o no?

Post n°8 pubblicato il 06 Luglio 2010 da ricettacola
 

Ieri sera, durante un aperitivo con le amiche (aperitivi   che non servono ad altro se non a farci sentire simili a quelle di sex and the city) si parlava, ma che originali, di tradimento.

La domanda era, ma guarda un po', dirlo o non dirlo?

Io penso che confessare il tradimento al partner sia un grande atto di egoismo. E' un modo per scaricarsi la coscienza: hai fatto una stupidata? Bene! portane il peso da solo o da sola, a seconda dei casi. Perchè rivelare tutto, e gettare il peso addosso anche a chi è stato tradito? Perchè farlo soffrire?

Il rimorso è un bel tarlo e tenerselo dentro può essere una specie di punizione.

 
 
 
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