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Bianca Dark e i 4 adattamenti

  

Che la fiaba di Biancaneve non fosse materia solo per l'infanzia il dubbio m'era sorto sin da piccolo, sin da quando mi spaventò al cinema l'aspetto gotico della vicenda. Poi scoprii che il cartone di Disney era una summa di archetipi dei film di genere in voga negli anni '30. Il successo di un'opera, come spiegò Umberto Eco a proposito del romanzo popolare, è spesso dovuto non a uno stereotipo ma a molti stereotipi messi in fila. Così il primo lungometraggio della fabbrica di Topolino doveva conformarsi sì al tocco inconfondibile del disegno e all'orecchiabilità delle canzoni - 15 anni di "gavetta" non sono pochi - ma misurarsi con un cinema per adulti, ancora naif eppure ricco di suggestioni diventate veri e propri canoni stilistici: l'espressionismo che formalizza l'horror, la slapstick comedy il comico, il kitsch il musical.

Quanto tale scoperta sia poi servita a tutta le genealogia dei classici Disney è un argomento complesso. Rimane il fatto che Biancaneve ha fatto da apripista e fino ad oggi è ritenuto quasi un simulacro intoccabile.

C'è da chiedersi come mai il 2012 segni a 75 anni dalla première una data particolare per la più bella del reame: le vengono dedicate una serie tv e due kolossal, più un progetto targato Disney stesso.

La serie della ABC (casa Disney) s'intitola "Once Upon a Time" ha debuttato con successo ad ottobre 2011 e promette una fonte quasi inesauribile di spunti favolistici per bissare il successo di Lost. La serie dei naufraghi aveva evidenti contaminazioni dai più frequentati romanzi "di genere", "Once" promette, con un meccanismo simile di sfasamento temporale, un altrettanto ispirato feedback dei personaggi basato su un loro vissuto in qualità di personaggi delle fiabe. Protagonisti, neanche a dirlo, Biancaneve, la Regina cattiva e il principe azzurro, oggi anonimi abitanti di Storybook una cittadina del Maine, coscienti chi più chi meno di avere un passato prestigioso.

A connettere le due serie, non solo la distribuzione ABC, anche la scrittura affidata a due autori trentenni Adam Horowitz & Edward Kitsis già co-sceneggiatori di J.J. Abrams (creatore di Lost).

In contemporanea ha esordito un'altra serie tv intitolata "Grimm" che poco ha a che fare, per ora, con Biancaneve, ma molto con Cappuccetto Rosso, i lupi e i manoscritti dei noti fratelli. Serie in cui si narrano le vicende dell'ultimo discendente della famiglia Grimm, un giovanotto americano, poliziotto intraprendente con la facoltà di vedere lì dove altri non vedono… Insomma, le fiabe classiche, soprattutto se infarcite di elementi orrorifici e surreali come quelle dei Grimm, continuano ad ispirare oggi più che mai.

Tornando al mito di Biancaneve: ecco i due kolossal in uscita per l'estate, il primo intitolato semplicemente "Snow White" dalle anteprime filtrate pare essere una commedia kitsch di grande sfarzo in cui la bella è Lily Collins e l'antagonista di rango nientemeno che Julia Roberts. La seconda, "Snow White and the Huntsman" (Biancaneve e il cacciatore) è una versione un po' gotica un po' videogame in cui grande spazio pare concedersi alla Regina impersonata stavolta da una bellissima Charlize Theron. La protagonista Kristen Stewart, eroina di Twilight, dovrà vedersela con le forze del male scatenate attraverso un esercito e stormi di corvi rapaci. L'arte della guerra insegnatale a suo tempo dal cacciatore (Chris Hemsworth) le sarà d'aiuto più di qualsiasi bacio del principe.

Stessa sorte "guerriera" pare toccare anche a "Snow and the seven" un progetto targato ancora Disney in cui la principessa è una cittadina britannica nella Hong Kong del 19° secolo e i 7 sono monaci Shaolin. Di quest'ultimo film si hanno ancora poche notizie, a parte la regia di Francis Lawrence. Ma a fronte di tutti i progetti sopra citati, escluse sorprese al botteghino, non ci stupirebbe vederlo decadere.

Come possiamo notare il fattore "dark" (già oggetto di una versione inquietante della fiaba negli anni '90 intitolata "Biancaneve nella foresta nera" starring Sigourney Weaver) è determinante nella scelta del soggetto: la storia di rivalità fra donne (madre/figlia) che giunge fino all'assassinio ha un che di tragico. E' molto più impegnativa di quanto sia la traccia di Cenerentola, per questo vanta molti meno adattamenti. Finora.

Non dovrebbe sorprendere tuttavia che sia proprio il blockbuster capofila dei classici Disney a diventare oggetto in epoca di blockbuster-con-lo-stampino di una serie così sorprendente di pellicole una via l'altra.

Stupisce semmai che non sia successo prima.

 
 
 
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