[…]
Si, e allora non giova, voi dèi della morte!,
se avete preso e tenete saldo l’uomo sconfitto,
se lo avete affossato nella lugubre notte, malvagi,
tentare, supplicare o adirarsi con voi,
o anche abitare in spaventoso esilio,
ascoltando da voi con un sorriso il canto nudo.
Se è così, dimentica la salvezza, e assopisci senza un suono!
Eppure sorge dal tuo petto un tono di speranza,
non puoi ancora, anima mia, ancora non puoi
abituarti, e dentro un sonno di ferro tu sogni.
Non so di feste, ma vorrei coronare la chioma;
forse non sono solo?, ma qualcosa di amico
mi è vicino da lontano, e devo sorridere e stupirmi
di come sia felice anche in mezzo al dolore.
Lume d’amore! Riluci aureo anche presso i morti!
Immagini di tempi luminosi, splendete nella mia notte?
Giardini di dolcezze, monti rossi al tramonto,
siate benvenuti, e voi, silenti sentieri del bosco,
testimoni di felicità celeste, e in alto voi, stelle osservatrici,
che un tempo mi concedeste tante occhiate benefiche!
Anche voi, amorose, belle figlie dei giorni di maggio,
quiete rose, e voi, gigli, ancora adesso vi chiamo!
Le primavere svaniscono, un anno spinge l’altro,
tutto muta e contende, così il tempo infuria,
sopra il capo mortale; ma non di fronte a occhi sereni,
e agli amanti è donata un'altra vita.
Poiché tutti loro, giorni e anni astrali, furono,
Diotima!, in noi nell’intimo eternamente uniti.
Da Lamenti di Menone per Diotima, di Friedrich Holderlin
Inviato da: cassetta2
il 02/09/2020 alle 10:11
Inviato da: lakeghost
il 19/09/2014 alle 21:56
Inviato da: StregaM0rgause
il 10/09/2014 alle 08:10
Inviato da: luigigr80
il 01/06/2014 alle 14:01
Inviato da: lakeghost
il 01/06/2014 alle 13:51