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Россия (Rasśa) viaggio senza spazio e senza tempo (e pure senza senso) Capitolo 15

Post n°50 pubblicato il 30 Maggio 2012 da Talix76

Россия (Rassìa)

viaggio senza spazio e senza tempo (e pure senza senso) Capitolo 15

 

Tempo di rientrare

L’idea del tempo deve essere legata alla biologia dell’uomo, perche’ da piccoli nessuno ci dice che vivremo almeno per ottanta anni eppure il futuro sembra immenso;
ma gia’ vent’anni dopo ci sembra che i giochi siano ormai fatti, che le danze siano gia’ chiuse, che  siamo in una corsia senza poter piu’ passare in quella accanto.
Eppure, in termini temporali non c’e’ poi tanta differenza tra avere dieci anni o averne trenta, mancano ancora  cinquanta anni ai fatidici ottanta.
Avendo l’essere umano il suo massimo sviluppo fin verso i venti anni, ecco dimostrata che la nostra percezione del tempo ha basi biologiche.
E quindi questa intuizione pura in realta’ e’ influenzata dalle nostre ghiandole endocrine che secernono ormoni in quantita’!


Il tempo avanza in maniera esponenziale, piu’ si va avanti e piu’ la sua velocita’ sembra aumentare.

D’altra parte anche i ricordi ci spingono a credere che questo sia vero;

tralasciando la memoria a breve termine, credo che ci siano piu’ ricordi del periodo dell’infanzia che di tutto il resto.


Ma e’ “Tempo” la parola giusta per  indicare questo concetto?
A volte penso di no.
Non mi riferisco a quello misurato dagli strumenti quanto a quello percepito, uno stato mentale.

Ma anche la fisica non viene in aiuto:
quello che si riteneva essere il Tempo Assoluto, in realta’ non esiste;
l’intervallo tra due eventi dipende dall’osservatore: lo afferma la teoria della relativita’!

In prossimita’ di un corpo  di massa elevata lo scorrere del tempo dovrebbe apparire piu’ lento.

Il paradosso dei gemelli e’ l’esempio lampante che anche i nostri orologi biologici hanno una personale misura del tempo che dipende da dove ci si trova e come ci si sta muovendo.


E se pur consapevole di entrare nel campo delle pure congetture, quando viaggio il tempo  scorre in maniera differente: lo avverto!
Non e’ poi in fondo cosi’ sbagliato lasciare lavorare il proprio cervello a ruota libera: e’ divertente!

 

“Un fatto è ora limpido e chiaro: né futuro né passato esistono.
È inesatto dire che i tempi sono tre: passato, presente e futuro.
Forse sarebbe esatto dire che i tempi sono tre: presente del passato, presente del presente, presente del futuro.
Queste tre specie di tempi esistono in qualche modo nell'animo e non le vedo altrove: il presente del passato è la memoria, il presente del presente la visione, il presente del futuro l'attesa”
Sant'Agostino - Confessioni

 

 

Tutto precipita

La mente umana e’ progettata per cercare lo schema ricorrente negli eventi;

Lo schema ricorrente nei miei viaggi  e’ che quando si raggiunge l’apoteosi si finisce sempre per inciampare, ovvero “ogni impero crolla sempre  al suo culmine”.


Mi avevano messo in guarda dai poliziotti dell’oblast di Roston on Don famosi in tutta la Federazione per essere i piu’ corrotti.
Seppur in forte ritardo, ma soddisfatto, proteggo il mio stato di felicita’ percorrendo gli ultimi chilometri in Russia dietro un furgone.

Entrato in Ucraina  speravo di percorrere  una fluida strada di 800 chilometri senza insidie godendo della silente compagnia del Mar Nero alla mia sinistra invece ho assistito al solito inaspettato accanimento della Sorte.


Tanto per cominciare una vistosa crepa nella gomma posteriore mi accompagnava come un ronzare sordo  mentre si ingigantiva metro dopo metro nella mia mente fino a  divenire una voragine che inghiotti’ il suo stesso pensiero.

 

Il primo inghippo ad un incrocio;

rallentai e prosegui a destra, mentre a sinistra c’era una pattuglia  del Gai (la polizia) che  mi agito’ la paletta;
da bravo motociclista, non ritenendo di aver compiuto (ancora) alcuna infrazione, mi fermai e tornai indietro ma mi contestarono di aver superato la linea tratteggiata, o qualcosa di similmente assurdo: ma io avevo fretta cazzo! Dovevo possedere X.!
Persi le staffe, tirai fuori il mio ambiguo tesserino con una sicurezza che  stupi’ anche me e rimisi in riga i pulotti, che mi lasciarono andare in fretta e furia con l’onore delle armi!

E VAI!


Benche’ intuii da subito la pericolosita’ della strada, cercando di viaggiare dietro tir o furgoni, incombetti in un altro episodio:
auto della polizia ferma a destra;
un agente compila un verbale;
a sinistra, sulla corsia opposta, un grasso agente appena mi vede mi intima l’alt ma io faccio lo gnorri  fingendo di osservare l’auto a destra: “ toh guarda una pattuglia!  Mi scusi tanto signor agente ma non l’avevo vista, ero troppo attento ad osservare la mia corsia”.

 

 

..e via lontano di li!
Intanto montava in me un senso di inquietudine;
la gomma squarciata, la fretta di arrivare a possedere X. (!), la moto che ogni tanto si spegneva e grevi nuvole cumuliformi all’orizzonte.
Non riuscii a superare l’ennesimo posto di blocco, ma capito l’andazzo, il mio tesserino mi aiuto’ anche questa volta;

peccato che la moto non ne volle piu’ sapere di ripartire e con le sghignazzate degli agenti che si prendevano gioco di me come sottofondo, trascinai la moto fino ad un distributore  poco distante dopo averli mandati, nel mio italico idioma, a fare in culo.
Smontai la moto pensando in un morsetto allentato della batteria  ma tutto era a posto e stranamente la moto riparti..mah!

Notai (ma feci in modo da non  fargli capire che l’avevo visto) anche un chiodo conficcato nella gomma posteriore, chiodo che e’ rimasto li per i successivi 10 mesi.

II sole cominciava a prosternarsi dinanzi alla notte e quel senso di agitazione in me aumento’.
Mi succede ogni volta che mi prefiggo un obiettivo, una meta, e non va via fintanto che non l’ho raggiunta.
Sentivo che arrivare  a Chisinau per la notte era la mia missione  e nessuno doveva fermarmi;

e’ per questo forse che ignorai del tutto l’alt di una pattuglia e proseguii.
”Tali’, ma che  cazzo hai  fatto?”
Non potevo credere al gesto appena compiuto.
In verita’ alla vista dell’alt mi era tornata subito alla mente una scena vista anni addietro in Montenegro, dove e’ risaputo l’accanimento dei poliziotti contro i turisti:
una furgoncino di una donna in vacanza ignorava l’alt di un poliziotto, quasi travolgendolo e questo, sbraitando, le gettava appresso la paletta.
Poi la raccolse e torno’ al suo lavoro come se nulla fosse accaduto.
Il cuore pulsava come un pazzo quando pochi minuti dopo sentii le sirene spiegate della pattuglia che mi rincorreva.

“Oddio!”
Ma il vero attore e’ colui che crede fortemente reale il proprio copione;
Cosi mi convinsi che ero davvero un esperto di diritto penale internazionale, membro di chissa’ quale agenzia governativa.

E cosi’ fu;
Con aria inspiegabilmente imperturbabile e serena , seguendo la filosofia che una parola e’ poca ma due son troppe, mi limitai a mostrare il tesserino .

E mi lasciarono andare.
M i    l a s c i a r o n o    a n d a r e !
Se penso che a volte mi aumentano i battiti cardiaci davanti ad una pattuglia di carabinieri, pur consapevole di essere in regola, mi viene da pensare;

Viaggiare de-contestualizza, permettendo di comportarci come normalmente non faremmo.

In altre parole fa venire fuori le parti nascoste di noi;

Poi quando si ha un’idea si riesce a portare a termine le proprie imprese e a fare di tutto;

e’ per questo che mi lamento spesso di non avere una bandiera da seguire, motivazioni, pur avendo le capacita’: nulla per cui valga la pena combattere.

E poi quando perdiamo le inibizioni agiamo seguendo i sentimenti.



Il chiodo nella gomma, la gomma che si squarcia, la moto che si spegne, i posti di blocco, l’inseguimento;
come in una favola un altro antieroe stava per fare opposizione al regolare fluire della mia storia;
una metropoli di nubi cariche di presagi, alte come grattacieli e scure come la morte, sostava all’orizzonte;
Il sole, quasi basso ad ovest, fendeva il cielo tra di noi mettendo in risalto i temporali in corso;
Io giocavo con la strada , sperando che ogni nuova curva mi portasse distante dal temporale;
e la strada mi lascio’ giocare per centinaia di chilometri, per poi prendere le redini del gioco e spedirmi dritto dritto nel cuore del temporale;
A nulla servi’ indossare l’antipioggia;
Il mio raffreddore, che mi portavo dietro da Mosca, ringrazio’…etciu’!

 

Ma quando si ha qualcosa da perdere si ha sempre paura, o meglio c’e’ sempre quel sottile ronzio impercettibile che potremmo definire come una sensazione di fastidio.
cosi’ quando fui nel cuore del temporale, e fui totalmente pregno della pioggia, insomma quando non potevo piu’ bagnarmi ma al massimo asciugarmi, allora attraversare i vari temporali estivi che si susseguivano trasformo’ quel fastidioso ronzio in un sottilissimo piacere.

 

Non riuscii a giungere a Chisinau quella sera;

non ci riuscii perche’ un altro complotto era in atto;
per qualche motivo, all’imbrunire, la batteria della moto sembro’ non ricevere carica sufficiente per ricaricarsi, quindi evitai per quanto possibile di  guidare con i fari accesi;
al primo motel dopo Odessa mi fermai .
Avevo tanto la sensazione di essere in Turchia, non so se per i ragni o per le sembianze del proprietario del motel.


In questa stato di sospensione spazio-temporale mi addormentai, con un giorno di ritardo sulla tabella di marcia, la moto che rischiava  di lasciarmi per terra, un chiodo come compagno, uno squarcio nella gomma,un traghetto da prendere e 1600km da percorrere in 36 ore.

E una donna da possedere.

Ma dovevo fare la cazzata di andare da X. !

 

 

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