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Se funziona per i topi...

Post n°41 pubblicato il 11 Febbraio 2007 da taz70
 
Foto di taz70

Questo è un argomento di cui volevo scrivere da un pò. Il tema è semplice, si parla di diete, ma mi permette di introdurre uno degli stili di vita posthuman già praticati in questi tempi.
Si tratta di una delle tecniche più semplici e allo stesso tempo una delle più bizzarre per prolungare la vita.
Mi sto riferendo alla "Restrizione Calorica"o Calorie Restriction (CR) per gli anglofili.

Il concetto è semplice e proviene da una serie di sperimentazioni eseguite sulle cavie in laboratorio. I ricercatori notarono che i topolini che ricevevano una dieta molto più povera di calorie, vivevano più a lungo e con meno malanni degli altri.
In sintesi, i topi messi a dieta invecchiano più lentamente, vivono più a lungo e ad età equivalenti a quelle di topi non sottoposti a dieta, sono più attivi e sembrano più giovani. Per raggiungere questo risultato è necessario ridurre le calorie di circa il 50%, successive riduzioni non hanno grandi effetti sull'aspettativa di vita.
Se il meccanismo metabolico funzionasse anche per gli umani gli effetti potrebbero essere molto interessanti.
Su questo fenomeno lavorano sia ricercatori interessati a comprendere i meccanismi metabolici che veri e propri patiti PostHuman.

Gli entusiasti della dieta a restrizione calorica vagheggiano della possibilità di raggiungere di età di circa 120 anni con un invecchiamento apparente equivalente a quello di un attuale 70enne.
La quantità di calorie necessaria per un uomo dovrebbe aggirarsi attorno alle 1500 calorie giornaliere. Questo in funzione della massa corporea, dell'eta' e del livello di attività fisica; per una donna qualcosa di meno, ma comunque su quel livello.

Ora, parlando da un punto di vista comunemente condiviso, non è che con 1500 calorie al giorno si viva proprio alla grande. Anzi per molti di noi, il non potersi abbuffare a volontà, sottentende una vita di miserie e di stenti.
Un giornalista del New York Magazine ci ha provato per due mesi e non ne è uscito proprio entusiasta.
Naturalmente non è così per tutti, al mondo vi sono infatti veri e propri patiti della CR.
Persone che seguono una dieta specifica a basso contenuto di calorie e che asseriscono di godere di uno benessere (oltre che di una aspettativa di vita) che prima non conoscevano.

Alcuni di questi tengono blog o scrivono libri. Se avete una tendenza all'ascetismo, una fede nelle sorti magnifiche e progressive della scienza, magari questo è lo stile di vita che fa per voi.
Se la restrizione calorica funzioni anche con gli esseri umani e perchè funzioni, è tutt'ora oggetto di dibattito. Si pensa che il meccanismo sia collegato ad una riduzione dei processi metabolici che producono i tanto denigrati radicali liberi.
Oppure che l'organismo indotto in uno stato di privazione artificiale tenga attivi, più frequentemente del normale, una serie di geni che si occupano di riparare e proteggerlo dai danni. Da qui il fenomeno dell'invecchiamento complessivo più lento.

Ma come in altre questioni, per ora, siamo sul campo delle ipotesi che in quello delle teorie comprovate.

Proprio per questo, ritornando a chi segue una dieta CR, si può parlare più di fede più che di certezze.
Questo è un commento fatto da chi guarda il fenomeno da fuori, chi segue una dieta CR vi dirà che in realtà la dieta contribuisce attivamente a farlo sentire meglio. Anzi, che non è l'aspettativa di una vita lunga a motivarlo, bensì il benessere e l'energia sperimentata tutti i giorni, da quando segue questo stile di vita.
A differenza di quanto ci si possa aspettare, queste persone non si sentono prive di energia o in uno stato di deprivazione; saranno le endorfine, ma i patiti della CR affermano di stare ottimamente.

Comunque non provateci da soli!
Il corpo quando è a corto di nutrienti innesca reazioni cataboliche. Un corpo troppo affamato si nutre di se stesso, decomponendo i tessuti per generare energia; e... anche il cuore è un muscolo!
La verità è che è molto difficile, specialmente per un profano, organizzare una dieta che abbia allo stesso tempo un basso contenuto di calorie, ma che contenga anche tutte le vitamine, le proteine, gli amminoacidi e i generale i nutrimenti necessari al regolare funzionamento del corpo.
In definitiva, come per dimagrire, anche per la longevità, evitate il fai da te!

 
 
 

Un attimo prego...

Post n°40 pubblicato il 05 Febbraio 2007 da taz70

Che devo fare un claim... Technorati Profile

 
 
 

Fra tutte le virtù, la più indecente...

Post n°39 pubblicato il 05 Febbraio 2007 da taz70
 
Tag: libri
Foto di taz70

Finito di leggere Olive Comprese di Andrea Vitali.
Confesso, non sono rimasto folgorato da questo romanzo. Ero stato preparato a qualcosa di più scoppiettante. Magari con dei personaggi che fossero qualcosa di più di uno stereotipo, e magari con una trama che non fosse tenuta insieme solo da alcune trovate, non ultima quella che da titolo al libro e a questo post.
Immagino però,che a qualcuno il romanzo possa piacere molto, magari proprio  per gli stessi punti che ho appena elencato qua sopra.

 
 
 

Una domenica senza senso....

Post n°38 pubblicato il 04 Febbraio 2007 da taz70
 
Tag: Italia, TV

Della serie: la TV riesce comunque a dipingerci peggiori di quanto siamo.
Mette un pò di tristezza ma è cosi. Rai 1, Tiggì delle 13:30, dopo gli scontri di Catania, giro di interviste per tastare gli umori della popolazione durante la domenica senza calcio.
Intervistatore: "Com'è una domenica senza calcio?"
Intervistato: (ragazzotto sui 21 con cappellino e brufoli): "E' una domenica senza senso.."
A noi a casa resta l'amaro in bocca e lo sconforto nel pensare che ci possano essere esistenze in cui una maledettissima domenica senza la partita equivale ad un giorno senza senso.
E tutto questo mi fa sentire un moralista da due lire un centesimo di euro, e mi scoccia ancor di piu'.
Bah!

 
 
 

Produrre di più, a meno....

Post n°37 pubblicato il 03 Febbraio 2007 da taz70
 
Foto di taz70

Confesso, sono diffidente delle terze o quarte generazioni di un prodotto. Si tratti di un'auto, di una lavastoviglie o di uno stereo. A mio avviso le seconde generazioni sono sempre le migliori. Quelle successive invece, beh ci arriviamo...

Vedete, comprare la prima versione di qualcosa e' sempre rischioso, ci sono sicuramente dei difetti. Difetti che il costruttore non è riuscito a tirare fuori durante le fasi di test, e che invariabilmente emergono solo quando la gran massa degli utenti si mette ad usare il nuovo prodotto. Niente di disastroso, c'è una cultura della qualità generalmente matura, che fa si che i difetti generalmente non uccidano l'acquirente, ma gli regalino al più delle seccature. Almeno, capita quasi sempre cosi'.

Le seconde versioni di un prodotto, nascono per permettono al costruttore di correggere i difetti imprevisti oppure quelli dovuti ad una commercializzazione frettolosa. La secdonda versione e' quella che assomiglia di più al prodotto come doveva essere inizialmente.

Ok, e i restyle successivi a che servono? Forse, a migliorare ancora di più il prodotto per renderlo ancor più competitivo?
Sicuramente, ma generalmente le versioni successive non introducono nuove funzionalità o migliorie visibili. Che cosa ha fatto il produttore?
Beh! e' facile, ha migliorato il prodotto dal SUO punto di vista, cioè ha trovato un modo per risparmiare sui costi di produzione. E anche questa è una miglioria, potrà abbssare il prezzo del prodotto, oppure guadagnare margine.
A questo punto c'e' spazio per un aneddoto.
Henry Ford fa analizzare dai suoi decine di discariche negli Stati Uniti. Vuole capire quale parte della sua Fort modello T sia la piu' durevole. I risultati dell'indagine sul campo individuano nel perno dello sterzo la parte più robusta del modello T. Di tutti i modelli analizzati, pochissimi perni dello sterzo sono stati trovati danneggiati.
A questo punto il geniale signor Ford ordina che in azienda siano acquistati perni di qualità più bassa, così da poter risparmiare sui costi di produzione.
In sintesi la domanda che si fa un produttore onesto (si badi bene) di fronte ad un prodotto che è soddisfacente, non e':"Come posso migliorarlo", bensì: "Come posso produrlo spendendo meno". Meno, magari al prezzo di influggere qualche piccola seccatura agli utenti, ma comunque risparmiando.
Tra parentesi, un perno dello sterzo che si spezza, mentre te ne vai in giro, non e' una piccola seccatura, al contrario,è quel genere di cose che puo' rovinarti la giornata o uccidere te, i tuoi cari e qualche ignaro passante.
Con buona pace delle mani invisibili, sicuramente pensare come produrre un certo bene spendendo meno, è un miglioramento per l'economia e quindi per la società che la ospita. Ma, mi pare, vi siano casi dove il singolo non ha un grande beneficio.
..... (modifico il post la mattina successiva)...
Ripensandoci, dopo qualche ora. Il software forse è uno dei prochi prodotti che sfugge alla dinamica descritta sopra. Il software non ha costi industriali di produzione,  ha invece solo costi di sviluppo.
Una volta che un programma è stato sviluppato produrne 10, 100 o 10 milioni di copie ha più o meno lo stesso costo. Viene da pensare che le realease successive siano sempre migliori. In generale direi che è vero, tranne nel caso in cui ci si fa prendere la mano e tra una release e l'altra si decide di riscrivere pesantemente il software invece di applicare dei semplici bugfix. La storia e' piena di fallimenti simili (Wordstar per fare un nome), tragici sia per i produttori che per gli utenti.

 
 
 
 
 

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Data di creazione: 25/11/2006
 

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