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DISQUISIZIONI SULL'ABISSO

Post n°48 pubblicato il 04 Settembre 2008 da teatron78
 

Uniformandomi doverosamente alle modalità di espressione della blogger amica L.incantatrice, con la quale si è intavolata una riflessione sull'abisso, pubblico sul mio post, per farne partecipi i miei blogger amici, i miei sviluppi sulla riflessione da lei gentilmente rilanciatami.

Mi scuso con gli eventuali lettori interessati per l'impaginazione così serrata e per la lunga esposizione, ma non ho modo di fare altrimenti.

Gentile signorina

che dirle!?.... certamente guardiamo, quello che lei definisce abisso, da due punti di vista diversi....in realtà mi sembra di aver già risposto, nella mia prima al sua indirizzo, a quanto mi rilancia come riflessione.... per quanto riguarda  la sua affermazione: che avrei spostato la riflessione su binari sociologici mi viene da dirle che, naturalmente è mia opinione personale, non sono mai stato interessato ai punti di vista sociologici essendomi formato, seppur mediocremente,  ad una scuola di stampo gentiliano, quindi classica nel senso platonico-aristotelico, che si è sposata, per affinità, alla mia natura, seppur con tanti limiti. L’aver citato fatti storici, sia generali che individuali, per me, è la normale prassi dell’argomentazione aristotelica dove, per illustrare la propria tesi, si ricorre a fatti comunemente noti; come d’altronde ha fatto lei con l’esempio della ragazza al concorso.

Venendo alla questione della nostra riflessione sul termine abisso non posso, come le dicevo sopra, che richiamare un brano di quanto da me scritto nella prima al suo indirizzo: - ....Mi viene anche da coniugare tutto ciò con il famoso aforisma di Nietschtze in “al di là del bene e del male”: <...se guarderai a lungo nell’abisso anche l’abisso guarderà dentro di te...>. A questo riguardo c’è da dire che, nella ricerca dell’ Ecce homo (tra l’altro enunciato evangelico),Nietschtze era venuto a conoscenza di qualche elemento della dottrina buddhista, sicuramente tramite studiosi europei della storia delle religioni che “studiavano” queste dottrine da un punto di vista positivistico, e che ci tenevano a qualificare, il loro metodo, come scientifico e oggettivo, perché scevro dall’illusione religiosa. Ora... non le sembra un tantino arrogante e di parte pretendere di giudicare la visione metafisica della vita da un punto di vista materialistico? E, parimenti, non le sembra assurdo e grottesco il punto di vista di Nietschtze che, partendo dal punto di vista scientifico, e dichiarando “ufficialmente” la morte di Dio, si “coinvolge” in modalità di ricerca indicate dalla dottrina religiosa? Se si nega la religione perché prenderne alcuni insegnamenti, tra l’altro fondamentali?...- 

Ora... nello svolgimento della mia argomentazione con la presente, ho un esempio noto, da lei fornito, citando la frase di Narcysse: <serenamente, la dove ci si perde, li ci si ritrova> .... da bacchettone e peccatore incallito (difficilmente i due aspetti vanno separati), quale sono, assumendo la maschera del bacchettone, mi viene da dirle che, questa frase o, meglio, insegnamento, è, ripeto, uno dei cardini di ogni religione e, in quella cristiana, viene così espressa: - chi vorrà salvare la propria vita la perderà; chi perderà la sua vita in nome mio avrà la vita eterna (tralascio il richiamo specifico a ciò che s’intende per vita eterna)....- Ancora, nel Padre nostro: - .... che sei nei cieli, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra...- Ogni tradizione, di cui l’attributo sacra è solo un per di più perché la Tradizione è, per definizione originale, solo ciò che trasmette nel mondo umano i principi metafisici, insegna che, bisogna estinguere, cioè riassorbire, la propria individualità nell’Essere Supremo da cui, in Realtà, non si è mai disgiunta.... e qui è l’enigma, la Grande Guerra Santa, come è definita nell’Islam. Per cui non penso, ma posso anche sbagliarmi, che la frase di Narcysse possa intendersi in questo senso.......... di conseguenza, riguardo alla bellezza, credo di concepirla in tutt’altro modo: la bellezza, sinonimo di armonia, non è altro che il frutto della giustizia e, tale operazione di giustizia, si compie quando l’intelletto "realizza" ogni cosa al suo posto secondo la sua funzione.

Certamente, per me, questi insegnamenti, sono una guida di condotta nella guerra che combatto contro me stesso, con scarsi risultati.... eppur combatto, o, forse, me ne illudo......

Indossando la maschera del peccatore incallito mi viene da dire: tutti parlano delle delizie dell’amore carnale e nessuno parla della... tristitia post coitum....

Concludendo.... dal mio punto di vista mi sembra di coglier una contraddizione nella sua riflessione, contraddizione che, già, le anticipavo nella mia prima al suo indirizzo: lei dice -  Non c'è niente che sia giusto... non c'è niente che sia sbagliato...ma a fare la differenza è solo e solamente il proprio modo di vivere il medesimo evento".

Ma..... mi chiedo..... se l’individuo si deve perdere nell’abisso per ritrovarsi, come fa a perdersi se il proprio modo di vivere un evento è il metro di giudizio?....

 

 

 

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Commenti al Post:
L.incantatrice
L.incantatrice il 04/09/08 alle 22:01 via WEB


Non c'è niente che sia giusto...
non c'è niente che sia sbagliato...
ma a fare la differenza è solo e solamente
il proprio modo di vivere il medesimo evento"

Esempio:
sposarsi o non sposarsi?
può essere giusto il primo? Si e no...
può essere sbagliato il secondo? Si e no...
Cosa può creare la differenza?
Nel primo caso la convinzione che sia giunto il momento...
nel secondo caso la consapevolezza che quel momento ancora non sia giunto...
ovvero il proprio modo di vivere il medesimo evento...
se c'è entusiasmo è giusto...
se c'è rifiuto è sbagliato...


Esempio:
separarsi o non separarsi?
può essere giusto il primo? Si e no...
può essere giusto il secondo? Si e no...
Cosa può creare la differenza?
Sempre il proprio stato d'animo...


E di esempi se ne potrebbero fare mile, mille e mille...


E a questo punto che c'entra l'abisso?:))

L'abisso entra in gioco quando uno non ha certezze ma solo dubbi...
quando vorrebbe fare una cosa ma si inoltra nel labirinto delle ipotesi...
quando sente che una cosa è giusta ma allo stesso tempo la teme...
quando valuta un evento per sè giusto ma per altri sbagliato...
quando si rende conto che è un futuro che non riesce a vedere con esattezza...
quando l'intelletto umano non riesce a dare risposte...
quando osserva l'abisso e teme di trovarci l'uomo nero...


Bene...
secondo la mia filosofia di vita...
anziché immaginare di trovarci chissà quale mostro...
tanto vale buttarsi dentro e anziché ipotizzare risposte...
cercarle direttamente attraverso l'esperienza...

e se si butterà con la convinzione che è cosa giusta avrà compiuto il giusto...
se si butterà con il dubbio che è cosa sbagliata avrà qualche brutta sorpresa...

L'abisso non è altro che la vita...
e la vita non è altro che la proiezione del nostro modo di viverla...


Tutto qui.
Volevo semplicemente dire questo:)))


 
L.incantatrice
L.incantatrice il 04/09/08 alle 22:46 via WEB


"Ma..... mi chiedo.....
se l’individuo si deve perdere nell’abisso per ritrovarsi,
come fa a perdersi se il proprio modo di vivere un evento
è il metro di giudizio?...."


Ha presente come viviamo l'oggi nei confronti del domani?
Oggi lo viviamo per "scrivere" di già ciò che faremo nei giorni successivi.

Il domani è un libro già scritto
e nelle pagine bianche c'è solo la paura.

Il domani è una casa già visitata
e nelle stanze vuote c'è solo il timore.

Il domani è un'autostrada già percorsa
e nei tratti ignoti c'è solo la morte.

Può forse dirmi che Lei, domani,
non sa chi gli starà affianco?
non sa in che casa si sveglierà?
non sa in che casa si addormenterà?
non sa che lavoro farà?

E se, invece, il domani
fosse un libro completamente bianco?

E se fosse una casa mai vista?

E se fosse una strada mai percorsa?


Bene, avremmo tutti la sensazione di perderci.
Non avremmo certezze
ed ecco lì che saremmo nell'abisso.


E quel libro mai scritto, a quel punto, come sarà?
Se siamo ispirati sarà il migliore.
Se non lo siamo sarà un disastro.

E quella casa mai vista?
Con l'entusiasmo addosso vedremmo stupendo anche un rustico tutto da rifare.
Disillusi da tutto e tutti troveremmo il pelo nell'uovo anche in una bella villa.

E quel percorso mai fatto?
Con lo sguardo educato alla meraviglia ogni tratto sarebbe un quadro.
Stanchi di camminare ogni metro sembrerebbe un km.


Ecco perché perdere noi stessi,
senza il timore di essersi smarriti,
sarà sempre un modo di vivere l'avventura della vita.

Ecco perché osservare l'abisso,
con il timore che l'ignoto sia il disastro,
sarà sempre un modo di osservare una vita che finirà per non appartenerci mai.


E' solo il mio punto di vista:)))


 
 
Narcysse
Narcysse il 05/09/08 alle 04:38 via WEB
Ecco cosa ti manca: Perderti!
 
Phoedra0
Phoedra0 il 06/09/08 alle 09:18 via WEB
"giunti a quel punto non penso possa affacciarsi più oltre la porta... anzi, non penso ci saranno più porte.... ma un tutto dove ogni cosa è al suo posto secondo la sua funzione.... l'armonia frutto della giustizia.... ma che lotta terribile!!!!!"............. si una Lotta terribile.... e per combattere in questa Battaglia dobbiamo recuperare in noi l'unica arma a nostra disposizione ... che è il ridurci alla nostra Semplicità..... mi è rimasto impresso il racconto di Gabriele La Porta... una donna sognava spesso di trovarsi difronte ad una porta chiusa.... che con qualsiasi mezzo a sua disposizione non riusciva ad aprire e neanche a sfondare... finchè non arrivò alla conclusione che l'unico modo per poter accedere al mondo che era oltre quella porta era di diventare piccola e sottile.. esattamente..semplice....
 
m.maimia
m.maimia il 15/09/08 alle 11:37 via WEB
In un abisso mi sono persa …cercando di dare un significato ad esso; forse… non riuscirò a dargli il giusto nome… forse Socrate, Platone, Aristotele, Nietzsche e tanti altri a modo loro mi vorrano indicare la strada …(che è forse è solo la loro) per capire se davvero la vita è un abisso o meno… e se davvero quell’ignoto cosi oscuro abbia un fondo da toccare e una salita da percorrere, aggrappandosi ad ogni cosa per evitare di precipitare nuova mente nell’abisso…o semplicemtne mi vorrano indurre a fare una scelta su come percorre la vita…[seguendo la mente o il cuore…]
Ma la vita è davvero un abisso … o un avventura da vivere???
Forse, è vita da amare…così…con le sue bugie,…mezze verità e verità che forse non sono cosi vere come vogliono apparire…
Il raziocinio conduce davvero ad una vetta….o mi illude di arrivare a sovrastarla??…
L’irrazionalità…l’istinto…la passione…possono condurmi ad un piacere dei sensi …rendendo il cuore la metà da raggiungere...o mi illude di poter raggiungere l’"orgasmo del cuore"…???
La morale è un parametro di giudizio per gli altri…o per noi stessi…??? Forse l’io ha una sua morale che corrisponde al suo essere rispetto al mondo [qui mi posso perdere in un abisso parallelo…che sfocia per me sempre nell’amore]
In questo abisso mi sto perdendendo… solo che, a modo mio, vedo la luce…..e no un fondo oscuro…
Forse sono uscita fuori tema…chiedo venia….anche se credo che ognuno di noi cade in un proprio “abisso”….
 
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