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REALTA', ABISSO......

Post n°58 pubblicato il 05 Gennaio 2009 da teatron78
 

Divagazioni sul male erfkbwpiod

ringrazio L.incantatrice per lo spunto che mi ha dato per proseguire la mia riflessione che è un commento al suo post del 30\12

Il male seduce quando esso appartiene 

anche a chi ne viene sedotto.

 Troppo spesso chiamiamo male ciò che disturba l’illusoria quiete del nostro egocentrismo-egoismo e, da questo punto di vista, a mio modesto avviso, trovo assai pertinente la sua affermazione: “Il male è uno specchio che riflette il proprio limite e che seduce, con l'inganno, provando a condurre alla condanna altrui”.....  proprio perché in quell’inevitabile relazione con il mondo, e quindi con gli altri, che non è altro che l’essenza della vita, deviando la nostra attenzione sui limiti degli altri, evitiamo di guardarci allo specchio ed, inveendo contro gli altrui limiti, ipocritamente mentendo a noi stessi, affermiamo meschinamente una nostra presunta superiorità.

Allora, da questa constatazione, la sua affermazione “...ma ha, invece, come scopo, quello di portare alla conquista di una consapevolezza del proprio io che necessita di evolversi” .... quando ci sentiamo colpiti dal male, considerandolo dal punto di vista che abbiamo assunto in questa riflessione, cioè che è male quello che “disturba” il nostro egocentrismo-egoismo, ..... non è altro che l’occasione per guardare in faccia i nostri limiti, che, come una fortezza, non fanno altro che difendere il nostro egoismo-egocentrismo.... in quei momenti, se riuscissimo a non scaricare sugli altri o sul mondo la fonte del male... cosa vedremmo!?....  ho l’impressione che vedremmo la nostra paura di perdere qualcosa di nostro: una parte di noi o un nostro presunto diritto ad avere, possedere.... perdere un oggetto nel senso generale del termine.... perdere un affetto.... perdere un nostro modo di essere.... perdere il nostro presunto diritto ad aver sempre soddisfazione di ciò che ci procura piacere: un cibo... una bevanda... un corpo..........  in definitiva paura di perdere quella parte della nostra vita che ci permette di provar piacere da quello che siamo, abbiamo, proviamo, facciamo............. guardando, ora, per via opposta il male si potrebbe dire che, esso, è quando io, la coscienza, si sente al centro del mondo, il centro del mondo, e tutto inizia e finisce in lui, per cui si elegge a metro di giudizio perché, vanità delle vanità, non riconosce la sua dipendenza dal mondo: aria, acqua, cibo, affetti, vita: quella vita che riceviamo da altri e che dobbiamo restituire ad altri perchè siamo solo un anello della catena della vita... non è forse questo che ci mostra il grande libro della natura!?.... dare-avere..... dare-avere..... dare-avere..... dare-avere.... così come il battito del cuore..............

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Commenti al Post:
Phoedra0
Phoedra0 il 20/01/09 alle 10:03 via WEB
molte volte hai parlato del labirinto.... ed in riferimento a questo tuo post... il concetto lo si può recuperare.... si parte dall'esterno del labirinto per arrivare al suo centro dove ha sede la Verità sul nostro Se.... si dice che nel labirinto ci si può "perdere"... io invece penso che nel labirinto ci si impegna al massimo per "trovare" la Verità di noi stessi..... il labirinto è il luogo dove maggiormente ci confrontiamo con i nostri limiti... limiti che possiamo comunque superare facendo evolvere le nostre capacità elaborative sulla situazione in cui ci siamo impelagati... Ulisse rappresenta l'ingegno umano non la sua furbizia... Ulisse non si esima a sacrificare qualche compagno per trovare la soluzione di come sfuggire al Ciclope e salvare il più possibile di ciò che è con lui... la caverna del Ciclope è un luogo che fa parte del labirinto... anche il passaggio nel posto dove sono le sirene incantatrici è un luogo del labirinto... Ulisse vuole fare l'esperienza del canto mortale però salva se stesso impedendosi di seguire quel canto facendosi legare all'albero maestro.... e fa riempire di cera le orecchie dei compagni perchè non sentano le sirene e s'abbandonino al loro canto dimenticando che la salvezza sta nel rimanere saldi ai remi della zattera.... tutto il cammino del peregrinaggio di Ulisse fino ad Itaca (il centro del labirinto) è il Gioco del Labirinto....
 
teatron78
teatron78 il 20/01/09 alle 11:33 via WEB
concordo con te con una precisazione: non confondere l'ulisse dell'odissea con quello dell'iliade.... Dante colloca all'inferno l'ulisse dell'iliade, l'ingannatore.... ulisse dell'odissea, invece, dopo la distruzione di troia, la città "santa" di quell'epoca, le cui mura furono costruite da Apollo, il dio della conoscenza, deve ritrovare il centro e le tappe del suo viaggio sono le tappe del viaggio iniziatico come nella divina commedia.
 
 
Phoedra0
Phoedra0 il 20/01/09 alle 16:43 via WEB
io mi riferisco ... all'Odissea....
 
teatron78
teatron78 il 20/01/09 alle 11:37 via WEB
.... volevo aggiungere un altro particolare fondamentale: non credo che il solo entrare nel labirinto assicuri il suo superamento.... se fosse così che labirinto sarebbe... il labirinto di creta è uno di questi esempi..... il minotauro.... mi ricollego a gioia e tormento: la gioa è la conquista ma, per la conquista occorre la guerra e, nella guerra si può anche perdere....
 
 
Phoedra0
Phoedra0 il 20/01/09 alle 16:51 via WEB
io penso che il vero perdente non è colui che è entrato nel labirinto e non ha sconfitto il minotauro.... io dico che il vero perdente è colui che non ha varcato la soglia del labirinto.... la vittoria è di tutti quelli che non hanno avuto paura di entrare nel labirinto... la sconfitta è di tutti quelli che si sono fatti vincere dalla loro codardia e sono scappati a gambe levate per "fuggirsi".... "non mi preoccupa perdere nella guerra... il mio nemico aveva più valore... ma anche io sconfitto ho il mio valore... perchè ho combattuto lealmente... finchè ho potuto ho risposto colpo a colpo... ma il mio nemico era più forte e m'ha trafitto... però oggi Egli conduce con tutti gli onori il mio corpo alla pira... "
 
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