San Francesco di Assisifratello Sole e Sorella Luna Altissimu, onnipotente bon Signore, Tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione. Ad Te solo, Altissimo, se konfano, et nullu homo ène dignu te mentovare. Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature, spetialmente messor lo frate Sole, lo qual è iorno, et allumeni noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de Te, Altissimo, porta significatione. Laudato si', mi Signore, per sora Luna e le stelle: in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle. Laudato si', mi' Signore, per frate Vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento. Laudato si', mi' Signore, per sor Aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. Laudato si', mi Signore, per frate Focu, per lo quale ennallumini la nocte: ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte. Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba. Laudato si', mi Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amore et sostengono infirmitate et tribulatione. Beati quelli ke 'l sosterranno in pace, ka da Te, Altissimo, sirano incoronati. Laudato si' mi Signore, per sora nostra Morte corporale, da la quale nullu homo vivente po' skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male. Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate e serviateli cum grande humilitate. (Cantico delle creature di San Francesco d'Assisi) SINDONE
La figura di Goffredo de Charny, signore di Lirey, in Champagne, sembra uscire direttamente da un racconto cavalleresco. È tra le mani di questo eroico cavaliere che la Sacra Sindone fa ufficialmente la sua apparizione in Francia. Dopo una vita di avventure improntate ai più alti ideali della cavalleria medievale (ed intorno alle quali il nostro scriverà un libro di buon successo, sorta di manuale del perfetto Chevalier), nel 1355 viene incaricato dal re di portare il suo stendardo di battaglia. ANTICA SEDE
Nel 1102, il Re di Gerusalemme Baldovino II, concesse hai cavalieri di Cristo la custodia del Tempio di Salomone e la residenza nel monastero fortificato di Nostra Signora di Sion situato a finaco al Tempio, con il passare degli anni il numero dei cavalieri aumentò, cosicchè dovettero trasferirsi a pochi metri, andando ad occupare tutta l'area di quella che era la spianata del Tempio di Salomone, ossia l'area fra la Moschea della Roccia e la Moschea di Al-Aqsaa. A questo punto il loro nome fu cambiato in "Ordine dei Cavalieri di Cristo a Cavalieri del Tempio di Gerusalemme".
Il Krak dei cavalieri , così chiamato, imponente ancor oggi nonostante i millenni, sorge su un colle di 750 metri , conquistato nel 1109 da Tancredi di Antiochia; fu ceduto in seguito all’ordini cavallereschi. È un castello quasi senza fine, robusto; solo lo spessore della prima cerchia di mura è di 24 metri, la seconda cerchia domina la prima ed infine vi è un robusto mastio che controlla tutte e due; in pratica compongono il krak tre castelli costruiti uno sull’altro ed indipendenti tra loro. Il Krak era considerato il castello più grande tra le tante fortezze -forse il più bello del mondo-, nella valle della Becaa. Il suo nome in arabo significa dunque fortezza, “Karak”, cardine della difesa del porto di Tripoli e della valle d Becaa, inserito come un anello in una collana tra le cui maglie splendevano i castelli della Santa Milizia Templare. templari lungo la via Francigena Templari in PugliaCastel del Monte All'interno del cortile c'era una vasca ottagonale monolitica che serviva per contenere l'acqua; sotto il cortile vi era una cisterna grandissima. Su cinque delle otto torri c'erano cinque cisterne pensili collocate proprio su quelle torri dove c’erano i servizi igienici. Le cisterne raccoglievano l’acqua e quando erano troppo piene c’era un troppo pieno che scaricava fuori. Il terrazzo del castello è fatto a dorso d’asino: l’acqua che scorreva verso l’esterno riempiva queste cisterne, l’acqua che scorreva verso l’interno riempiva la cisterna situata sotto. Ciò dimostrerebbe che Castel del Monte non è un castello di difesa ma un edificio costruito come un Tempio.Fedeico II, Ordina la costruzione del castello nel gennaio del 1240 e muore nel 1250: c'erano dieci anni di tempo per terminare la costruzione del castello. Alla costruzione del castello hanno lavorato maestranze altamente qualificate come dimostrato dalla costruzione architettonica che è un gioiello di matematica. Le pareti del piano superiore erano tutte rivestite di marmi preziosi che sono stati rubati assieme a sculture e bassorilievi. In quel momento storico particolare in Puglia vi era una presenza molto massiccia dei Cavalieri Templari, i monaci guerrieri i quali erano padroni di tutta la Puglia come dimostrano le numerose testimonianze dal Foggiano al Leccese. La Puglia era una delle dieci province dei Cavalieri Templari disseminate dal centro Europa fino al medio Oriente e in più la Puglia a quel tempo era la cerniera tra oriente e occidente. RE RUGGERO IIJolly Roger". La tradizione vuole che questo vessillo venisse utilizzato anche a bordo delle navi dei "Poveri Soldati di Cristo e del Tempio di Salomone", come i Templari erano conosciuti originariamente. I Templari combattevano le loro battaglie anche in mare, abbordando ed affondando le navi nemiche: di qui l'analogia coi Pirati e l'adozione della bandiera col teschio e le ossa, la bandiera usata da re Ruggero II di Sicilia (1095-1154). Ruggero era un famoso Templare e di una flotta di seguaci dell'Ordine si separò in quattro unità indipendenti, quindi era una eredità, e le sue ossa incrociate rappresentavano un chiaro riferimento al logo templare della croce rossa con le estremità ingrossate.sempre legata ai Cavalieri Templari. La notte del 13 Ottobre 1307, prima dell'arresto di massa, in gran segreto, 18 galee templari navigarono lungo la Senna e presero il mare, dirette a La Rochelle, dov'era pronta una flotta templare. I Templari, segretamente avvertiti del tranello teso nei loro confronti dal Re Filippo il bello di Francia, avevano portato in salvo il loro Tesoro e le reliquie più preziose. Le loro vele erano state annerite con del catrame per non essere visti nella notte. Durante il viaggio in mare, i Templari superstiti si riunirono in consiglio per decidere sotto quale segno avrebbero navigato, non potendo più utilizzare la classica croce rossa in quanto ormai bandita. Al termine, fu decisa l'adozione dell'antico simbolo di pericolo, il teschio con le tibie incrociate, con il fondo mutato in nero in riferimento al colore delle vele. Portogallo tomarORDINE SUPREMO del CRISTO E’ il più prestigioso fra gli Ordini Equestri Pontifici, riservato solo ai Sovrani ed ai Capi di Stato, di fede cattolica, che si siano resi particolarmente benemeriti verso la Santa Sede. L’ Ordine venne creato da Dionigi I re del Portogallo ( 1279 - 1325) e dedicato a Cristo, riunendo in tale Ordine tutti i cavalieri del Tempio ( templari ) . Alla nuova istituzione rimase la stessa regola dei Templari, quella Cistercense, come parimenti identici restarono il mantello e la croce patente di rosso, con la sola aggiunta di una piccola croce latina di bianco, caricata sulla prima, in cuore. L’Ordine ebbe l’approvazione del Sommo Pontefice Giovanni XXII il 14 marzo 1319, riservando lo stesso Papa anche alla Santa Sede, oltre che ai Sovrani portoghesi, la facoltà di conferire tale ambitissima distinzione cavalleresca. L’Ordine, con la destinazione di tutti i beni dei cavalieri del Tempio presenti in Portogallo e con lo scopo di difendere il Regno d’Algarve contro gl’infedeli scrisse, nella penisola iberica stupende pagine di eroismo e di gloria, nella dura e sanguinosa lotta contro i Mori. La sede originaria dell’istituzione cavalleresca era situata a Castro Marino, nell’Algarvia ed in seguito venne invece spostata a Tomar, nel vecchio convento dei templari, ribattezzato Monastero del Cristo, per meglio respingere gli assalti dei Mori. Il Sommo Pontefice Eugenio IV ( 1431 - 1455 ) |
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Post n°156 pubblicato il 26 Novembre 2012 da knighttemplar
NELLA BASILICA DI SAN NICOLA DI BARI, monumentale reliquiario del corpo di San Nicola, è stata costruita nell’XI secolo subito dopo la spedizione di Myra. L’avvenimento storico, sul quale abbiamo deciso di far finalmente luce, è stato oggetto di alcuni retroscena fino ad oggi non del tutto chiariti. Abbiamo esaminato attentamente la documentazione disponibile dalla quale sono infatti emersi nuovi punti chiave che hanno contribuito non poco alla formulazione di una diversa verità. Abbiamo frugato tra enormi fascicoli ed antichi documenti alla ricerca non solo delle prove ma anche delle motivazioni che hanno spinto i "62 marinai" ad un’impresa che, preparata nell’ombra, è da considerarsi uno tra gli eventi più decisivi per la Storia dell’Occidente. I primi risultati della nostra ricerca, accolti con "cinico" scetticismo, hanno dimostrato invece che della vicenda mancavano alcuni pezzi importanti, appositamente ignorati dai cronisti e dagli storici. Dai dossier analizzati è emerso un fatto nuovo: non si conoscevano tutti i nomi dei carismatici ispiratori della spedizione in terra turca. E’ stato facile dedurre che "qualcuno" avesse voluto opportunamente coprire l’identità di alcuni personaggi influenti che facevano parte del gruppo prescelto per tentare il blitz a Myra. Le nostre conclusioni finali non sono state sgretolate da quanto pubblicato da altri studiosi perché non riguardavano la parte storica, bensì le sensazionali scoperte fatte nel Borgo Antico di Bari. Grazie a ciò è stato possibile ricostruire il complesso intreccio di legami che, per mezzo di una strategia politica pianificata, hanno comprovato l’esistenza di un autorevole Ordine, responsabile di aver tenuto le fila di un piano ben congegnato che ha dato vita, cronologicamente, alla spedizione di Myra ed alla Prima Crociata. In questo misterioso contesto si inserisce l’affascinante figura di San Nicola, vescovo di Myra, per lungo tempo confuso con un monaco che portava lo stesso nome. Ma cerchiamo di districare la ingarbugliata matassa. Secondo le cronache del tempo il manipolo da inviare in terra turca era formato da 62 uomini, 35 marinai e 27 cavalieri italiani e stranieri. E qui inizia il mistero sulla vera identità di questi nobili. Infatti risulterebbe che a bordo di una delle navi scelte per la spedizione fossero presenti due "pellegrini", un francese ed un greco, giunti da poco da Gerusalemme e fatti salire ad Antiochia con l’incarico di ispezionare tutto il territorio, prima di effettuare lo sbarco a Myra. Hanno preso parte alla ricognizione anche due "benedettini". Lupo e Grimoaldo e due cavalieri, Giovannoccaro e Petrarca Rossimano, tutti e quattro al corrente di scottanti segreti. Il colpo di mano si è svolto senza apparente spargimento di sangue anche se i monaci che presidiavano la tomba del Santo sono stati minacciati di morte da parte di alcuni uomini del drappello. Le reliquie, racchiuse in una cassa di legno, sono state imbarcate con alcune kontos (pergamene) sulla nave di un certo Matteo. Senza dubbio le pergamene rappresentavano le inconfutabili "prove" per gli "ideatori" della spedizione in quanto avrebbero consentito, una volta giunti a Bari, la "interpretazione" di alcuni testi particolari redatti anche da San Nicola che con le "tre sfere" (saggezza, bellezza e forza) simboleggiava l’unione tra la religione celtica e quella cristiana. Finalmente dopo circa 20 giorni le navi sono giunte nel porto di San Giorgio, poco distante da Bari. Era il 9 maggio del 1087. Elia, ottenuta dal Duca Ruggero l’assegnazione dell’area della corte del Catapano dove far sorgere il Tempio, ha iniziato subito i lavori facendo abbattere alcune chiese circostanti, fatta eccezione per quella di San Gregorio. L’8 luglio del 1087 era ormai pronta la superficie dove far sorgere la nuova Basilica. Elia, per la costruzione, si è avvalso della collaborazione di 21 non meglio identificati "muratori", sulla cui identità non "esistono documenti". Tutto ciò non vi sembra strano ? Nel frattempo Oddo di Lagery, salito al soglio pontificio con il nome di Urbano II, ha eletto come Arcivescovo di Bari lo stesso Abate Elia, presenziando nel 1089 alla consacrazione della cripta della Basilica. Ma la città di Bari doveva essere ancora una volta al centro di un importante avvenimento storico: la Prima Crociata. Con la Prima Crociata è incominciata una specie di caccia al tesoro condotta da personaggi che facevano già parte di Ordini occulti e che, in seguito, sarebbero diventati i custodi del Sapere Universale. All’appello di Pietro l’Eremita hanno risposto alcuni nobili cavalieri che con circa 60.000 uomini ben addestrati hanno conquistato, dopo numerosi e cruenti scontri, la città di Gerusalemme. L’esercito "regolare" è stato guidato da Goffredo di Buglione e da suo fratello Baldovino, dai conti di Blois e di Vermandois, dal duca Roberto di Normandia, da Raimondo di Saint-Gilles, da Tancredi e Boemondo d’Altavilla. Costoro hanno letteralmente sbaragliato le truppe musulmane non dimenticandosi del motivo per il qualeerano partiti per la Terra Santa. Una volta raggiunto lo scopo sono passati alla faseorganizzativa. Goffredo di Buglione, diretto discendente dei Merovingi da parte dei bisnonni Hugues deLong Nez (pronipote di Sigebert VI duca del Rezes) ed Agnés laBelle, subito dopo la conquista di Gerusalemme avvenuta nel 1099, ha fondato l’Ordine dei"Cavalieri di Nostra Signora di Sion" in stretto collegamento con un primo nucleo di Templari. Infatti in una lettera del 2 maggio 1125, oltre al nome del Priore Arnaldus compare anche quello di Hugues de Payns, Primo Gran Maestro dell’Ordine del Tempio, il quale, in incognito, avrebbe partecipato alla Prima Crociata. Ma ancora oggi è incerta la suavera identità infatti due storici, F. Campanile e M. Camera, hanno ipotizzato che il suo vero nome fosse Ugo dei Pagani, nativo di Forenza in Basilicata. Questa potrebbe essere una delle prove che attesterebbe l’esistenza dell’Ordine del Tempio prima del 1118 e quindi già operativo in Puglia intorno al 1080. La tradizione vuole che Pietro l’Eremita, istitutore di Goffredo, molto probabilmente non sia giunto da Amiens così come si è sempre creduto ma che abbia fatto parte del gruppo di Orval quale longa manu della stirpe merovingia e che la spedizione in Terra Santa sia stata "abilmente pianificata" senza dare nell’occhio secondo una "strategia politica" ratificata inavvertitamente, come abbiamo già avuto modo di constatare, anche dall’ignara Chiesa. Quindi anche la costruzione della Basilica di San Nicola è rientrata nella logica segreta di questo Ordine occulto che non poteva ancora uscire allo scoperto. Un ulteriore conferma alle nostre tesi viene fornita da René Grousset, uno dei più grandi esperti delle Crociate. Egli ha avuto la possibilità di consultare alcuni "scottanti" documenti che hanno fatto parte degli archivi segreti del Priorato di Sion. Dalla loro analisi è emerso che esisteva unas tretta collaborazione fra l’Abate Elia ed il misterioso gruppo dei monaci calabresi di Orval, il che spiegherebbe la distruzione di tutta la documentazione riguardante la costruzione della Basilica di San Nicola. Elia, morto il 23 maggio del 1105, è stato sepolto all’interno della Chiesa e sul sarcofago che custodisce le sue spoglie è scolpito un bassorilievo che lo raffigura come un"Maestro" (cattedra dell'Abate) che sta insegnando ai suoi "discepoli". La cosa più strana è che compaia, sulla sommità del lastrone, una "croce templare". Inoltre la traduzione dell’epigrafe latina incisa sul sarcofago ci riserva qualche sorpresa: “Molto onore del mondo è qui sepolto in pace. I re sono stati privati di un padre, le leggi di un giudice. O Bari, è venuta a mancare la tua cosa più preziosa. Sei stata vigorosa quando il vescovo Elia era in vita. Ora, quell’inclito padre, che ti ha ben governato e portata alle stelle, è chiuso in questo bel sepolcro. Fu buon patrono nei confronti di tutti, verso le persone note e le ignote, i vicini e i lontani. Lodevole per la bontà, fu pari a Salomone come architetto, Pio nei costumi, era paragonabile al profeta Elia. Costruì questo tempio, facendolo risplendere d’oro. Qui si è addormentato, mentre lo spirito saliva al cielo”. Abbiamo appositamente sottolineato in nero tutte quelle parti che possono contribuire a spiegarci quali siano state le reali motivazioni che hanno spinto Elia a costruire la Basilica secondo un ben congegnato piano. Il riferimento a Salomone non è casuale perché questo Re è stato l’artefice dell’applicazione della geometria sacra alla costruzione del Tempio nonché l’unificatore delle nuove comunità dei "Maestri costruttori". L’architettura sacra, considerata "l’Eterna Sapienza", non poteva infatti prescindere dalla dimensione invisibile ed infinita che unisce Dio all’uomo. Elia ha, quindi, portato a termine "l’opera" con l’aiuto l’appoggio di numerosi ed occulti personaggi giunti anche da lontano. Il "cubito barese" è stata l’unità di misura adottata per sviluppare l’intero progetto. Se rapportiamo la pianta della Basilica al cubito e, dopo aver misurato la larghezza e la lunghezza del coro, la lunghezza della navata, la lunghezza dei transetti e l’altezza della volta, tracciamo dei segmenti di congiunzione all’interno delle navate stesse, otteniamo la rappresentazione grafica del "Sigillo di Salomone" e "dell’uomo che tende a Dio". Inoltre tracciando al suolo i punti coincidenti con la metà di ogni triangolo equilatero del sigillo salomonico, ricaviamo il cosiddetto "triangolo divino di Platone" dal quale sono state tratte le medie armoniche ed il "tono", con intervallo di seconda, basata sulla nota Re. E’ pertanto facile dedurre che la pianta della Basilica, una volta individuato il "Genius Loci", è stata disegnata in base ad una scala armonica ed alla proiezione a terra dell’esagono stellato secondo lo stesso metodo diffusosi in seguito in Francia ed in altre nazioni per la costruzione delle cattedraligotiche. Ma forse il vero segreto è celato nell’enigmatico"criptogramma"dell’altare d’argento. Nel 1684 il Priore Alessandro Pallavicini ha dato ordine a Domenico Marinelli, uno dei maggiori argentieri del tempo, di realizzare un nuovo altare con l’argento ricavato dalla fusione di quello donato nel 1319alla Basilica da Uros II, re di Serbia. Ma "misteriosamente" è sparito proprio il fascicolo deidocumenti (agosto 1682 – dicembre 1691) che indicavano il committente dell’opera, la sua esecuzione ed le diverse fasi di fusione dell’altare d’argento. Sospettiamo che la documentazione, in questione, sia stata "sottratta" per non compromettere qualche personaggio o qualche ecclesiastico in contatto con un Ordine del quale forse faceva parte lo stesso Marinelli. Non è un caso, infatti, che l’artista abbia inserito nell’altare delle rappresentazioni iconografiche che si prestano ad una doppia interpretazione. Un esempio chiarificatore ci è fornito dalla portella centrale sulla quale è raffigurato un pellicano mentre nutre i suoi cuccioli. Il pellicano è infatti un noto simbolo esoterico adottato sia dai Templari che dall’Ordine dei Rosa-Croce e può rappresentare sia il compimento della trasformazione alchemica che l’amore universale. Ma quando è stata aggiunta la lastra con la misteriosa scritta ? E perché su di essa non vi è alcuna traccia del"punzone" del Marinelli ? Era infatti consuetudine che il maestro argentiere, una volta terminata l’Opera, lasciasse impressa nell’argento una specie di firma per attestarne l’autenticità. Inoltre risulta che le lettere del criptogramma, insieme al postergale dell’altare, siano state realizzate da una mano diversa da quella del Marinelli. Per risolvere il "giallo" dell’enigmatica scritta nel 1987 i padri domenicani, con la collaborazione della Banca Nazionale del Lavoro, hanno indetto unconcorso nazionale mettendo in palio un premio di 5.000.000 di vecchie lire, da assegnarsi a chi ne avrebbe fornito la soluzione, ma sembrerebbe che nessuno prima di noi sia riuscito nell’impresa. L’enigmatico messaggio, formato da 624 lettere, è inciso su di una lamina rettangolare, cesellata con volute di foglie e fiori. Delle lettere, 561 sono disposte nei lati lunghi di tre righi ciascuno ed intervallati dalla "puntatura ermetica" mentre sui lati minori sono disposte su due colonne di 72 lettere ciascuna in righi di quattro lettere. La nostra ricerca sul criptogramma è iniziata qualche anno prima del summenzionato "concorso". In una prima fase di studio abbiamo applicato un sistema di decifrazione alfanumerico, basato su "stringhe elettroniche" predefinite secondo uno schema di "ottali". Si è così ottenuto una parziale ed incompleta soluzione perché il sistema da noi inizialmente applicato era rapportato a metodologie "moderne" che non seguivano certamente la stessa "logica " che aveva invece spinto il misterioso incisore a realizzare la singolare scritta. La nostra intuizione ha avuto successo perché applicando il "codice aureo" e la Geometria ebraica è stato possibile risalire ai corrispondenti valori numerici che hanno dato luogo ai "significanti guida" ed alla parola "Chalice". Sappiamo bene che qualcuno non condividerà la "soluzione" da noi ottenuta definendola "fervida fantasia" ma ben sappiamo che tutto ciò fa parte del gioco. E ‘risaputo, infatti, che certe prese di posizione originano esclusivamente dalla "inconsapevole ignoranza" di non conoscere purtroppo altre scienze oltre la propria. Quanto segue è, comunque, il risultato della decodifica del criptogramma dell’altare d’argento (non più visibile perché opportunamente "coperto" da un drappo rosso): ARCA TESTA TECTA ACRIPTA INMIRA ETGRADALEA SACEL(LO) IN (IHS)GALVA(NI) SEPULCR(O) cioè la cassa ed il vaso provenienti dalla cripta di Mira ed il Gradale proveniente dal sacello dell’eremo di Galvano (Galgano) sono qui nascosti Alla luce di questo straordinario risultato la nostra indagine si è spostata su altri obiettivi e non ultimo la cosiddetta “Porta dei Leoni". Essa è posizionata sul lato sinistro dell’ingresso principale della Basilica, per chi guarda e sull’archivolto è rappresentata una scena di battaglia fra Crociati e Saraceni. Nella parte superiore è scolpito un drago al quale seguono specularmene alcuni bassorilievi che si riferiscono ai culti assiro, egiziano e celtico . Il drago simboleggia il "guardiano" posto alla custodia dello scrigno mentre nella lunetta centrale, intenzionalmente distrutta, vi era probabilmente la riproduzione della "pietra fiammeggiante" e vedremo perché. Una lastra di reimpiego è stata appositamente posta sul lato sinistro della "Porta dei Leoni". Tale manufatto è stato smontato da una precedente struttura, forse un recinto presbiteriale, e collocato deliberatamente in quella posizione per indicare un luogo segreto all’interno della Basilica. Infatti in corrispondenza alla "Porta dei Leoni" esiste disegnata sul pavimento una porta speculare a quella esterna. La cosa strana è che lungo il suo perimetro ritroviamo la stessa "breccia corallina" rinvenuta in Castel del Monte. Anche in questo caso si tratta della chiara "indicazione" dell’esistenza di una "cripta secondaria" non scoperta fino ad oggi e la "breccia" sottolineerebbe che per l’appunto nel sottosuolo, ancora inesplorato, potrebbe esserci custodito una "reliquia", ritenuta sacra dalle tre grandi religioni. Infatti se sulla pianta della cripta tracciamo delle proiezioni che uniscono i punti compresi fra la tomba del Santo e le colonne prospicienti ad essa, otteniamo, in sequenza, la stella giudaica, la mezzaluna musulmana e la croce cristiana. Il glifo inciso all’interno di un arco cieco posto a sinistra della "Porta dei Leoni" sembra confermare l’esistenza di cavità nascoste. La sua decodifica "IN Tectae Cryptae" (nelle segretecripte) ci porta a supporre che effettivamente nel sottosuolo della Basilica potrebbero esserci almeno "due cripte", una nota e l’altra ancora sconosciuta. E la decifrazione del critogramma dell’altare d’argento sembra voler sottolineare questa "strana e misteriosa coincidenza" suffragata dalla presenza, nell’abside minore all’interno della Basilica, di una lastra tombale di un "ignoto personaggio" al quale è stato deturpato il volto a martellate per cancellarne l’identità ed eliminati i piedi forse perché alcuni fregi scolpiti all’altezza dei calzari avrebbero potuto far risalire al suo "nobile casato". Ancor più sorprendente è la presenza di un paio di "guanti bianchi", posti quasi all’estremità della tunica come a voler ricordare la sua appartenenza all’Ordine del Tempio. Ma basta alzare lo sguardo in direzione delle arcate trasversali per accorgersi che alcuni "enigmatici volti" sono stati inseriti tra altre sculture. Non sono altro che i "nobili cavalieri" che hanno partecipato alla spedizione di Myra ed alla Prima Crociata. Stando alle fonti documentali le arcate sono state aggiunte nel secolo XIV per porre rimedio a cedimenti strutturali. Ebbene che bisogno c’era di abbellirli con tante facce? Qualcuno ha voluto affidare nuovamente alla pietra i messaggi criptici per tramandare scomode verità? E proprio in un rettangolo sottostante la prima arcata troviamo ancora una volta la raffigurazione di uno strano oggetto indicato come la "pupilla di Ra" su alcuni antichi papiri egiziani, sui graffiti di Chinon e su una parete interna della Domus Templare di Sovereto……la pietra "Fiammeggiante”. Che sia questa la miracolosa reliquia, dai sorprendenti poteri, trafugata dai Templari dalla TerraSanta nel corso della Prima Crociata e poi passata nelle mani di Federico II di Svevia.
Post n°154 pubblicato il 17 Maggio 2012 da knighttemplar
Nella creazione del paese Bassée-Montois che aveva lo scopo di colmare il tessuto socio-economico e promuovere lo sviluppo delle comunità rurali, che erano sparse tra cinque città: Sens, Montereau-Fault-Yonne, Nangis, Provins e Nogent-sur-Seine.
In realtà, questa rete non era nuova nelle sue origini, Terra Baronia di Bray-sur-Seine.
Questa entità corrispondeva ad un territorio feudale di un terzo a favore del dipartimento di Yonne. Questa divisione aveva causato danni a Bray-sur-Seine per essere relegata al suo Arcivescovo che era amministrativa sovrana di Sens Inoltre, l'antica capitale del polo (che dipendeva la metropoli di Parigi fino al XIII secolo) che ne soffrì, anche la stessa sorte vicino dipartimento di Yonne.
Se si considera l'evoluzione del centralismo parigino iniziato questo fenomeno centocinquanta anni prima della Rivoluzione urbanistica della cittadina era stata caratterizzata dalla sua ricchezza di torri e timpani sulla strada, mentre rispetto alle aree rurali, le case erano state costruite a terra con gesso a scacchi. Fin dall'inizio dei tempi moderni, la città non riesce perchè pochi costruzioni architettonici dell'età classica, e il suo uso di una nuova nobiltà, in un periodo dell'era industriale andrà a sostituire il mattone con il legno in un'interessante evoluzione stilistica. La polarizzazione attorno Bray cui pretese di essere sempre vicino ad Yonne presentò il Barrault fino al XVI secolo. Barbey e Misy Vinneuf, Courlon, Bachy Serbonnes e Michery Sergines e Compigny San Giovanni e Pailly Hollard e Chapolin Cappella e San Martino Blowin gay e compagni ricchi Piacevole e si estenderà Tutti coloro che vanno A Bray! A Bray Danza in fiera a Bray Queste stesse persone continuano a frequentare i grandi momenti della nostra città il buon vecchio, il suo corso giusto, ma semplicemente i suoi negozi, servizi, mercato, feste ... Lo scopo è confermato per la maggior parte del paese recente.
La baronia si formò in tutto il paese di una rete a Bassa Valle durante la bassa marea, che, dopo molte peregrinazioni, rappresenta una vasta area paludosa che è stato chiamato Bray celtica. Questa spina dorsale è rivestita con terrazze calcaree chiamato High-Field. Le High Country designati vassoi foderato con la Valle Yonne Oreuse.
Il feudo di Mons (Mons dei cinque comuni) fù attaccata da vincoli di vassallaggio. Tra ciascuna delle cinque città, la Baronia di Bray fù una vera sfida che si estende lungo le principali vie di comunicazione: la Senna occupato ha dato una vita ricca di cambio, la Via Agrippa (Roma, Boulogne-sur-Mer ) ha aperto al resto del mondo, la sua presenza sul fiume Yonne un nesso tra la Champagne e la Val de Loire, una strada da Bordes lo attirava verso la capitale inevitabile dei re di Francia . La storia politica di questo territorio ci porta a più di mille anni in qua-le fondamenta della nostra civiltà, perché è da questi tempi antichi che il nostro ambiente di vita ha stabilito: il paesaggio della Senna Degg e pascoli, i villaggi iscritti in una delle cornici delle tracce, i monumenti dalle zolle di dungeon alle chiese, ai nostri habitat pittoreschi. Quale migliore testimonianza del terzo millennio, da rivedere qualsiasi modello storico: in tutto il nostro Paese, è l'Europa ieri zampillante di domani. Tutti sanno, a Bray, la silhouette discreta, elegante e degno di Mr. Scherer, il nostro storico. Diploma e medaglia di bronzo-Arts-Science Letters 9 Maggio 1954, Cavaliere del Civico Star, ha fondato nel 1950, Circle archeologico Township Bray-sur-Seine, ha presieduto dal 1957 con molti meriti . L'abbondanza e la qualità della ricerca nella sabbia contrappone consentito l'installazione dei primi due archeologi provinciali, direttamente dalla Circle. MM. Sgorbia, intorno a loro una squadra di venti persone a tempo pieno lavorano in questa zona perchè da migliaia di anni e ricco di vita lungo la Senna, e ora noto in tutto il mondo.
M r Scherer, ex curatore del Museo di Bray-sur-Seine è il catalizzatore del tesoro prima archeologico del nostro paese. E 'un peccato che molti risultati sono stati fatti nelle Bazoches base archeologici les-Bray, o sono fuori della nostra valle per il Museo di Ile de France in Nemours. Ma le tendenze culturali del nostro settore ci danno speranza migliore diffusione delle conoscenze locali.
Mr Scherer, in questo molto dinamico, anche fondato il Gruppo Archeologico di Seine-et-Marne, 11 dicembre 1958 a Parigi, a casa del professor Piganiol. Questo gruppo gestisce ora il felice equilibrio nella tradizione di una archeologia ad una associazione professionale richiesto: entrambi lavorano per il bene superiore. District Soprintendente nel 1974 per l'innovativa pre-inventario del patrimonio di Seine-et-Marne, il signor Scherer ha lavorato a lungo sulle opere finanziari e dei capitali. Esso si applica alla vetrina come vice-presidente del Syndicat d'Initiative di visite regolari della Collegiata Notre Dame e la scoperta del centro della città. E 'autore di diverse pubblicazioni tra le quali comprendono i seguenti argomenti: Origine dei nomi delle strade di Bray, le fortificazioni di Bray e il suo complesso idraulico, la Guerra dei Trent'Anni, Storia delle società locali ... Mr. Scherer ha stanziato nel corso della sua lunga vita, ormai da molti fonti documentarie che permette di editare questo primo libro. Seguire riguardanti la Chiesa nel nostro baronia, le sue origini pre-romane, personaggi ed eventi importanti. cinquanta anni dopo la morte di Carlo Magno, l'impero è diventato una guerriglia per L'orgoglio e l'avidità sono stati i signori i primi ladri veri. Per loro, la vita stessa non ha avuto valore, solo e su quello religioso mantiene i principi che non interferiscono. I vescovi e monaci rimangono i garanti di un'epoca passata e la speranza di un futuro re-umanizzare. La fine del IX secolo vede queste lotte fratricide, perché tutti, o quasi, sono i discendenti diretti, più o meno legittimo il grande imperatore, in un clima di reati, congiure, ribellioni, di inganni incessanti. A questo punto della storia, dobbiamo guardare indietro per catturare gli eventi che si svolgevano. Ritorno all'inizio del regno di Carlo III. Abbiamo visto che, figlio postumo di Luigi II e Adelaide, aveva solo cinque anni quando ereditò il trono di Francia nel 884. La reggenza fu eseguita da Carlo il Grosso, figlio di Ludovico il Germanico fino al 887, poi da Eudes Conte di Parigi che fu incoronato re a Compiègne. Ma Folco, arcivescovo di Reims, dovette sostenere le pretese dei signori carolingi settentrionali ci fù una discussione per la sovranità di Eudes, e nel 893, consacrò Carlo III re di Francia, prese pieni poteri nel 898 dopo la morte di Eudes. Poi a diciannove anni Adelaide, sua madre pensò di sposarlo. Non siamo stati in grado di rilevare l'origine di Adelaide, ma il matrimonio poteva dimostrare un alto lignaggio. Esso appariva come una persona saggia, e l'atmosfera della corte e il tempo potrebbe essere incline a cercare una moglie per suo figlio alle interferenze straniere nel suo entourage. Non bisogna dimenticare che la Germania e la Francia furono le terre dei discendenti di Carlo Magno. Ecco Perché pensarono altrove... In Inghilterra. Un principe inglese era venuto a cercare una principessa francese. Perché non restituire il favore o di continuare la tradizione? Nei primi anni del decimo secolo Edoardo I il Vecchio, re d'Inghilterra, Edoardo I salì al trono nel 899 o 901, e regnò fino alla sua morte nel 925. Aveva tre figli: - Athelstan: King of 925-940 - Edmund: Re di 940-946 - Edred: King of 946-955 Egli inoltre aveva tre figlie: Edith, che anno sposato Ottone il Grande, imperatore di Germania Odgive, che sposò il re Carlo III di Francia Infine, un terzo dei quali la storia ha dimenticato il nome, che sposò Alveric. Questi ultimi due personaggi sono rivelate da un documento scritto nel 958 presso la reggia di Laon, che fù la capitale della Francia. Se il nome della moglie non è menzionato, vi è fortunatamente uno dei Alveric che divenne uno dei più interessanti, se non la figura più misteriosa della nostra storia. Chi era Alveric? Era anche un discendente di Carlo Magno e, pertanto, un cugino di Carlo III? Le Ducis parola, genetif di dux, possono portare guida, capo, generale dell'esercito, egli può avere a volte il significato del principe. Presumibilmente qu'Alveric potrebbe essere il capo dell'esercito di Carlo III, quando il titolo di principe, forse, se fosse effettivamente era discendente di Carlo Magno. Al suo soggetto non può fare assunzioni ... il mistero rimane. Alveric da questo matrimonio sembrava essere il figlio del re d'Inghilterra e fratello dei tre futuri re d'Inghilterra e il re Carlo III di Francia. Ha avuto due figli. Theobald, che ha sposò la figlia di Bernardo, conte di Senlis, che era davvero un vero discendente di Carlo Magno, da Pipino re d'Italia. Dopo matrimonio gli permise di diventare se stesso conte di Senlis.
Burkhard (Bouchard), che sposò Ildegarda, figlia di Thibaut, conte di Chartres e di Blois. Noi ora vediamo Bouchard da vicino, perché diventerà una delle figure più importanti di quel tempo. Sempre lo stesso documento citato, sappiamo che il re Edred era suo zio materno. Pertanto abbiamo stabilito una genealogia che collega la famiglia reale d'Inghilterra alla famiglia reale di Francia. Così, il piccolo-Bouchard era il figlio di re Edoardo il Vecchio, nipote dei re d'Inghilterra futuri Athelstan, Edmund e Edred, re di Francia e Carlo III, inoltre, cugino del re Luigi IV di Francia, e cugino di Lotario re di Francia. Infine, sempre nello stesso documento, sappiamo che Bouchard era un membro, ma di grado non specificato, e vediamo anche che era animato da profondi sentimenti religiosi. Sembra che egli ha mantenuto abbastanza vicino con la sua famiglia attraverso la Manica, e servito il re di Francia, Luigi IV con dedizione E 'probabilmente in riconoscimento dei suoi servizi divenne signore di Montlhéry, e infine, probabilmente a causa di una reciproca amicizia, che Luigi IV creò per lui la Baronia di Bray. In epoca romana, la zona di Bray, Senon territorio, era stata incorporata nella diocesi di Sens Successivamente, anche se il territorio ecclesiastico non è mai stato riformato in quanto tali. Così la diocesi del nord continuò a far parte dei regni più o meno effimera come Neustria, Borgogna, il Regno di Parigi, probabilmente nel Orleans Uniti, in Austrasia, ecc ... fino all'unificazione dell'impero di Carlo Magno. Al momento della rottura dell'Impero d'Occidente, della battaglia che ebbe luogo in Jaulnes tra fratelli nemici, dove la nobiltà di Champagne subito tante perdite, fù deciso "anche la nobildonna potrebbe non avendo discendenti forlignait trasmesso il proprio nome a suo figlio ... ". Braïacum. Questo nome è dovuto al fatto che egli era circondato da paludi. Dopo queste lotte fratricide e discussi delle clausole del trattato di Verdun, l'intera regione fù costituita nel territorio Francese. In precedenza abbiamo visto che Luigi IV fu chiamato a regnare nel 936, aveva solo quindici anni, e Bouchard stesso fù certamente un grande aiuto. E 'probabilmente intorno al 946 Bouchard che in Inghilterra trovò corpo di San Pavace, con alcuni monaci benedettini di Persora, donandolo a suo zio, il Re Edred, con l'intenzione di fondare un monastero su questa campagna di terra chiamato Bray Villam quae dicitur Brayacus . Questo sembra dimostrare che la terra di Bray già apparteneva a Bouchard. In questo periodo, Louis IV dal suo palazzo in cima a Laon, la sua capitale, vide il vasto bacino della Senna, e ha indovinato al suo centro il vero capitale della Francia. Ma prima di lasciare Laon, esso doveva assicurare Parigi. E 'per questo scopo che Bouchard aveva Montmorency, poi Montlhéry, e circa 940 Terra Bray Vorrei aggiungere a Chevreuse, Crecy, Ecouen, e suo fratello non l'ha ancora Senlis delle Fortificazioni che circondavano la città per tagliare l'invasore potenziale .
Ma è anche per onorare l'alto valore militare, Louis Bouchard IV crea la Baronia di Bray , uno dei più grandi in Europa, con più di ottanta feudi, fù uno stato vero e proprio piccolo. Bouchard non si può dire che il re non era suo cugino. Discernere la portata di questo territorio il cui confine meridionale si trova a dieci chilometri da Sens cui nord-sud per una trentina di quattro chilometri fino al confine del Brie, e anche 34 chilometri dalla confluenza della Senna e Yonne, al confine della contea di Champagne. Tenendo conto di tutti i suoi feudi mostra che Bouchard fù un gran signore, senza aver ottenuto il titolo di conte o duca. Indubbiamente, una carta di Luigi IV fù stabilito a giustificazione dei suoi beni, ma non si trovarono tracce Ma quando Luigi IV fù re non ci furono problemi per i riconoscimenti. Ma Louis IV morì nel 954 e Lotario suo figlio , gli succedesse sul trono di Francia. Inizialmente, pur rimanendo fedele e devoto al nuovo re, Lotario Bouchard osservò con sospetto, come nel 958, e decise di confermare i suoi possedimenti, fù fatto dalla carta del 10 dicembre 958, scritta a Palazzo Reale di Laon. Questa carta si riferisce a quasi tutto quello che di cui, compresa la fondazione del monastero di Saint-Sauveur, e il consenso del Hilderamus, Arcivescovo di Sens al re. Questo dettaglio, molto importante, ci ricorda una carta di 815, attribuito a Carlo Magno e Luigi il Bonario, relativa al Principato di Andorra sotto la sovranità congiunta del re di Francia e vescovo di Seo de Urgel. Sarà lo stesso, il re di Francia e l'arcivescovo di Sens. CONTINUA
Post n°148 pubblicato il 26 Ottobre 2011 da knighttemplar
Questa cronaca racconta i viaggi e le avventure della famiglia Bray Montlhéry in Terra Santa per un periodo di 100 anni tuttavia dalla prima crociata (1096) fino alla fine del XII secolo. Di questa famiglia ci sono stati dai re di Gerusalemme e baroni, una "questione di parentela". La prima crociata iniziò nel 1096, quando baroni e cavalieri europei decisero di liberare la Terra Santa. Quattro armate composte: la Lorrains ordinati Godefroi de Bouillon , Southern guidati dal conte Raimondo IV di Tolosa, i Normanni di Sicilia, fu guidata da Boemondo di Taranto e francesi tra cui Robert Courteheuse e contare Baldovino delle Fiandre. Tra i signori del cugino di alto lignaggio, Baudouin là delle Bourg , di Goffredo di Buglione, suo "consanguineus ", tra cui MontlhéryMilon è lo zio materno. Milon , de Bray Signore di Montlhéry , grande o il vecchio "senioris Monteletherico ", è considerato come il Patriarca. All'età di 56 anni, portando con sé il suo primogenito Troussel II Gui . Affidò la sua tenuta seigneurial alla moglie Lithuise , viscontessa di Troyes e sua cadetti, Milon e figlio Renaud . Inoltre nipoti Rethel , si trova anche tra i suoi parenti:
FONTI: http://racineshistoire.free.fr/LGN/PDF/Montmorency.pdf
- http://vieux-marcoussis.pagesperso-orange.fr/Chroniques/croisade.htm - http://vieux-marcoussis.pagesperso-orange.fr/Chroniques/troussel.htm http://vieux-marcoussis.pagesperso-orange.fr/Chroniques/hugues.htm Note (1) Pour plus de détails, on peut consulter les ouvrages de l'académicien René Grousset, Histoire des Croisades et du Royaume Franc de Jérusalem , et L'Empire du levant : Histoire de la Question d'Orient (1949). « L'Art de Vérifier des Dates des Faits Historiques » (tome V, édition de 1818) est accessible sur le site http://books.google.fr/books. Enfin les livres « Mélisende de Jérusalem » et «Hodierne de Jérusalem » par Elyane Gorsira (chez Manuscrit.com ; Paris) sont des sources intéressantes. (2) La croisade fut l'occasion de mutations importantes. Certains s'y sont ruinés. Pour réunir les fonds nécessaires à leur départ pour le Saint-Sépulcre, les Croisés vendirent leurs seigneuries. Godefroy de Bouillon vend son duché à Otbert, prince-évêque de Liège. Robert Courteheuse engage le duché de Normandie pour 10.000 marcs d'argent à son frère. D'autres firent des emprunts à des clercs, à des commerçants et même à des usuriers. (3) La parenté entre Baudouin 1er, frère de Godefroy de Bouillon, second roi de Jérusalem et son successeur Baudouin II de Rethel, dit du Bourcq, est controversée. Guillaume de Tyr donne Judith, femme de Manassès de Rethel et sœur d'Eustache de Boulogne, père de Godefroy et Baudouin 1er. Une autre hypothèse inverse la proposition en passant par Ide de Verdun la mère de Godefroy et Baudouin. Enfin une dernière hypothèse donne les deux Baudouin comme cousins issus de germain. (4) Pendant ce temps, Baudouin de Boulogne, frère de Godefroy de Bouillon, fonde le comté d'Edesse (9 mars 1098) qui sera attribué en 1100 à son cousin Baudouin du Bourcq. (5) Etienne-Henri de Blois partit en compagnie de son beau-frère, le duc de Normandie Robert Courteheuse, et de son cousin le comte de Flandre Robert II. Ils arrivent en octobre 1097devant Antioche assiégée. Etienne-Henri décide de rentrer le 2 juin 1098, deux jours avant la chute de la ville. Considéré comme un lâche, il reprend la route de la Terre Sainte en 1100 à la tête d'un petit contingent composé des évêques de Laon et de Soissons, des comtes de Bourgogne, de Toulouse et de Mâcon et de quelques seigneurs champenois. (6) Les aventures de Gui Troussel et sa défection lors du siège d'Antioche ont été décrites maintes fois (voir par exemple, « L'Art de Vérifier des Dates des Faits Historiques », tome XI ou André Jouanen, Montlhéry, douze siècles d'histoire , Ed. Soleil Natal, 1988). (7) Milon II de Montlhéry, seigneur de Bray-sur-Seine, fils cadet de Milon 1er a été fiancé à Lithuise de Blois en 1112. Le contrat de mariage fut cassé l'année suivante par l'intervention de l'évêque Ives de Chartres (cf. Chronique "Mariages et Divorces à Montlhéry"). (8) Guillaume de Tyr écrivit « primogenitus », mais depuis il a été montré que l'ordre de succession détermine le contraire. (9) Le comté d'Edesse comprenait quatre fiefs principaux : seigneurie de Turbessel, la seigneurie de Bira, la seigneurie de Marach et la seigneurie de Malatya (Mélitène). (10) L'état latin du Levant était théocratique avec une monarchie à la fois élective et héréditaire. Quand une femme héritait de la couronne, son mari était normalement élu roi, mais détenait son autorité des droits de sa femme. Ce fut le cas de Foulque V d'Anjou marié à Mélisende de Jérusalem, héritière de Baudouin II. Pour cette raison le choix du prince consort était une affaire hautement politique et sujette à des manœuvres considérables. (11) Isabelle de Jérusalem fait un mariage d'amour avec Onfroy IV de Toron que les barons jugèrent indigne de régner. Elle épousa en secondes noces en 1190 Conrad de Montferrat. Veuve en 1192, elle se marie avec Henri II de Champagne, puis veuve à nouveau en 1197 avec Amaury II de Lusignan, roi de Chypre. D'après René Grousset [ L'Empire du Levant : Histoire de la Question d'Orient , 1949] , elle meurt en 1206, laissant 7 enfants de ses trois derniers époux. (12) Récit donné par Guillaume de Tyr, clerc né vers 1128 à Jérusalem. Il était archevêque de Tyr en 1175 et chancelier du royaume de Jérusalem où il meurt en 1184. Historien des Croisades comprenant l'arabe, il a écrit l'une des plus grandes œuvres du XIIe siècle " Historia rerum in partibus transmarinis gestarum " ou " Histoire d'Outremer ".
CONTINUA
Post n°147 pubblicato il 26 Ottobre 2011 da knighttemplar
Hodierne Gerusalemme, sorella del re Baldovino II di Gerusalemme, sposò Ardenne croce Héribrand Hierges II (‡), Signore di Hierges (maniero vicino Givet nelle Ardenne), figlio del primo Héribrand de Saussure e Edvige di ORCHIMONT. Rimasta vedova nel 1117, sposa RogerHodierne di Salerno (‡), principe reggente di Antiochia. E 'stata una donna coraggiosa e autoritaria. Egli riconosce la Montlhéry . Ha contribuì a salvare Edessa e Antiochia, nel 1104 alla cattura di suo fratello Baldovino, e il secondo nel 1119, dopo la battaglia del Campo di sangue "Ager Sanguinis" e la morte di Ruggero di Salerno rifiutando di arrendersi fino a quando suo fratello re Baldovino II, di Gerusalemme, Dal suo primo matrimonio, un figlio Manasse Hodierne, nato circa 1110, fu conestabile del regno di Gerusalemme e capo dell'esercito alla fine del 1145. Fu costretto a tornare in Francia, lasciando la Terra Santa prese cura di portare con sé una preziosa reliquia, un pezzo della vera croce. CONTINUA
Post n°146 pubblicato il 26 Ottobre 2011 da knighttemplar
Courtenay il matrimonio del conte Josselin primo con Maria di Antiochia. Divenne badessa del convento di Santa Maria Maggiore nei pressi del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Si chiamava "jam grandævam naturale" quando si e dimostrata la consanguineità tra Amaury primo re di Gerusalemme, e sua nipote fu l'annullato il loro matrimonio nel 1162.
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BRAY
Sceau (SIGILLO) de la baronnie de Bray La baronnie de Bray s'étend le long d'axes stratégiques comme la Seine, la voie romaine de Sens à Meaux qui permet de passer le pont en marquant le c'ur de la châtellenie de la vallée de l'Oreuse, la limite du comté de Champagne et l'Yonne. Ses barons Henri le Libéral, comte de Champagne, puis Jacques, duc de Savoie, gèrent les territoires autour de dix places principales : Passy, Montigny, Bazoches, Les Ormes, Dontilly, la Villeneuve-du-Comte, Égligny, Vin-neuf, Courlon et Bray-sur-Seine.
CENNI STORICI SUL MIO CASATO BRAYIl casato BRAY-BRAI, cognome sembra essere derivante dal francese (e prima da quello, Celtico). Il nome proviene da diversi periodi storici nei paesi d'Europa. Contea Wicklow, l'Irlanda, vicino a Brayhead. Nelle annotazioni antiche il nome era Bree, preso dal vecchio bri o brigh irlandese, una collina. Questa parola è simile nelle vecchie lingue gaeliche e celtiche; In Inghilterra il nome è trovato applicato alle parrocchie in contee Devon e Berks. Molti città e distretti in Francia impiegano il Bray o certa forma del nome, come: Bray-sur-Somme, Bray-sur-Seine, Bre-Cotes-du-Nord, Bray-La-Campagne, Bray-Calvados e paga de Bray. Ci sono parecchi posti chiamati BRAY in Europa, la città Bray in Inghilterra è in Berkshire sul fiume di Tamigi vicino a Windsor, Bray in Irlanda è sul sud del litorale appena di Dublino in contea Wicklow e ci è un distretto chiamato paga de Bray vicino a Rouen e ad un villaggio Bray vicino a Parigi in Francia in Lilla."La gente normanna„ dal Re", condizioni il nome deriva da un posto denominato Bray vicino ad Evreux, Normandia; Milo de Brai 1064 era signore di Montlhéry a partire dal 1095 sua moglie era Lithuise figlia di Stephes conte di Blois e di Adela della Normandia, figlia di William il conquistatore ed il suo figlio dello stesso nome Milo II de Brai 1118 signore di Montlhéry e di Braye, visconte di Troyes 1096, il figlio maggiore Trousseau de Brai, signore di Monthléry sua figlia Elizabeth di Montlhéry nel 1103 sposò Philip, Conte di Mantes, figlio di Philip I della Francia e di Bertrada de Momtfort, parteciparono alla 1^ crociata nel 1096. Nel 1066, sir Guillaume de Brai, successivamente in inglese William de Bray e sir Thomas de Bray, parteciparono alla conquista dell'Inghilterra a fianco del Duca di Normandia William. Sul rotolo nell'abbazia i nomi di coloro che hanno partecipato alla battaglia di hastings. Al Servizio dei Re d'Inghlilterra dal (1066 - 1485): In un villaggio vicino Berkshire Bray vi è una chiesa del XII secolo costruita da Bray, in cornovaglia. sir Richard Bray cavaliere della giarrettiera e Consigliere al servio di Henry VI e della sua moglie Joan Troughton. Nel Concistoro del 22 maggio 1262 fù nominato Cardinale Guillaume de Bray da Papa Urbano IV . Il casato si stabilì in Puglia in Gravina e nel salento. Nominis reliquiae supersunt planissime, Bibracte Galliae etiam nunc in Bray contrahitur, et non procul hinc Caesar Tamisim cum suis transmisit ...", Contatta l'autore
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A Troyes Francia nel 1127, i Cavalieri Templari adottarono il motto: "Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam", ossia "Non a noi, Signore, non a noi, ma al Tuo nome da gloria". E’ facile immaginare come un simile motto potesse accendere gli animi. INVESTITURENel medioevo il cavaliere veniva istruito nell’uso delle armi; egli era sottoposto a studi che ingentilivano gli animi e di ordine morale. Altre caratteristiche della cavalleria erano: cortesia, difesa della giustizia, appoggio alla debolezza, omaggio alla bellezza, idealizzazione dell’amore come mezzo di elevazione morale. L’incontro con il soprannaturale, secondo le credenze d’epoca, avrebbe completato l’iniziazione del cavaliere. Iniziazione cavalleresca
CATTEDRALI GOTICHE
I Cavalieri Templari, si ritiene avessero rinvenuto documenti relativi alle "LEGGI DIVINE DEI NUMERI,DEI PESI E DELLE MISURE" sotto le rovine del Tempio di Salomone a Gerusalemme e li avrebbero forniti ai costruttori di cattedrali. Le cattedrali gotiche sono dei veri e propri libri di pietra, per tramandare straordinarie conoscenze che solo poche persone iniziate a simboli ed a codici particolari, avrebbero potuto comprendere. Infatti la grandiosità, l'imponenza e tutta una serie di misteri non risolti hanno fatto diffondere attorno alle cattedrali gotiche numerose leggende legate a figure ed oggetti leggendari della storia del Cristianesimo, dai Cavalieri Templari al Santo Graal. |
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