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L’IDROGENO E IL DIRIGIBILE HINDENBURG:

Post n°13 pubblicato il 14 Marzo 2011 da thomasthf
 


Da circa due settimane il docente di Chimica Inorganica ha iniziato la sistematica degli elementi chimici (blocco s e p) ovvero la descrizione di ciascun elemento chimico evidenziandone le caratteristiche chimico-fisiche, la sua produzione, i composti più conosciuti, gli utilizzi a livello industriale  e molto altro. Sicuramente è una parte interessante e formante per un chimico anche se talvolta può risultare noiosa e troppo descrittiva. La cosa certa è che l’esame e il programma stesso risulta essere davvero enciclopedico!

In questo post vorrei presentare in modo molto riassuntivo l’elemento più piccolo e più abbondante di tutto l’universo : l’IDROGENO.

L'idrogeno (“generatore d'acqua”) è il primo elemento chimico della tavola periodica degli elementi, ha come simbolo H ,come numero atomico 1 e nel suo isotopo più comune (prozio) presenta una struttura atomica molto semplice: 1 elettrone e 1 protone nel nucleo.

Allo stato elementare esiste sotto forma di molecola biatomica, H2, che a pressione atmosferica e a temperatura ambiente è un gas incolore, inodore, altamente infiammabile. Fu descritto formalmente per la prima volta da T. Von Hohenheim (detto Paracelso), che lo ottenne artificialmente mescolando metalli con acidi forti, pur non riconoscendo il fatto di aver scoperto un nuovo elemento. Anche altre personalità lavorarono con l’idrogeno pur non riconoscendolo come un nuovo elemento, e si ricorda Henry Cavendish come la prima persona a riconoscere l’idrogeno come una sostanza elementare (nel 1766). Antoine Lavoisier, considerato il padre della chimica moderna, assegnò a tale elemento il nome IDROGENO ( la sua combustione genera acqua).

E’ presente nell'acqua e in tutti i composti organici e organismi viventi. L'idrogeno forma composti con la maggior parte degli elementi chimici e spesso anche in maniera diretta. Le stelle sono principalmente composte di idrogeno e rappresenta il carburante delle reazioni termonucleari, mentre sulla Terra è scarsamente presente allo stato libero e molecolare e deve quindi essere prodotto per i suoi vari usi.

Gli utilizzi più comuni in ambito chimico riguardano il processo di formazione dell’ammoniaca, l’idrogenazione degli oli vegetali e come riserva di energia nelle pile a combustibile.

In passato l’idrogeno era utilizzato nei grandi dirigibili.

In questo post vorrei proprio soffermarmi su questo ultimo aspetto, citato anche a lezione, e in modo particolare su una tragedia che ha rivoluzionato il pensiero comune  e il mondo dei dirigibili ovvero la tragedia del dirigibile Hindenburg, nel 1937, che si incendiò durante le operazioni di atterraggio provocando la morte di 36 persone.

 


 

L'LZ 129 Hindenburg è stato il più grande oggetto volante mai costruito e portava il nome del Presidente della Germania, Paul von Hindenburg.

Tale dirigibile aveva una struttura innovativa interamente in alluminio: 245 m di lunghezza (24 m in meno del Titanic) e 46,8 m di diametro, conteneva 211.890 m³ di gas divisi in 16 scomparti e poteva portare fino a 72 passeggeri.

L'Hindenburg era stato pensato per essere riempito con elio, ma un embargo militare statunitense su questa sostanza, costrinse i tedeschi ad utilizzare l'altamente infiammabile idrogeno. Conoscendo i rischi che l'idrogeno comportava, gli ingegneri impiegarono diverse misure di sicurezza per evitare che l'idrogeno causasse incendi in caso di perdite, e trattarono il rivestimento dell'aeronave per prevenire le scintille elettriche che potevano causare il fuoco.

Il 6 maggio 1937 alle 19:25 l'Hindenburg prende fuoco e viene completamente distrutto, nel giro di circa mezzo minuto, mentre cerca di attraccare al pilone di ormeggio della Stazione Aeronavale di Lakehurst nel New Jersey. Anche se il disastro è famoso, delle 97 persone a bordo, “solo” 36 morirono (13 passeggeri, 22 membri dell'equipaggio, e un membro dell'equipaggio a terra).

La morte di 36 persone, considerando moltissimi altri disastri e calamità naturali può risultare di scarsa entità, ma si è capito che per evitare incidenti simili o peggiori bisogna costruire dirigibili in elio, e se si deve maneggiare l’idrogeno bisogna sapere le condizioni in cui operare sia in termini chimici che di sicurezza.

Alla prossima puntata!

 
 
 
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