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Perfidie di Stefano Torossi

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Messaggi del 18/08/2014

Voci e fatti di mezza estate

Post n°291 pubblicato il 18 Agosto 2014 da torossis

 

  IL CAVALIER SERPENTE

   Perfidie di Stefano Torossi

    18 agosto 2014

      VOCI E FATTI DI MEZZA ESTATE


Anche se cotti da una tirata in auto Venezia-Roma, la sera di Ferragosto ci siamo precipitati, appena arrivati in città, alla Casa del Jazz, dove era annunciata una grande festa musicale in onore e per la salvezza dell'Alexanderplatz. Curiosità e solidarietà.


Voci:

Ci aveva addolorato a metà luglio l'annuncio delle imminenti esequie dell'Alexanderplatz, defunta per morosità. Avevamo ricevuto l'invito a versare un contributo finanziario per non farla andare sott'acqua. Ci era anche capitata sott'occhio qualche reazione scritta all'appello, da parte di colleghi, i quali, nome e cognome, raccontavano di serate non pagate, conti di alberghi e ristoranti inevasi e assegni a vuoto, imputabili alla stessa gestione che chiedeva soccorso. Vero, falso, esagerato? Boh.


Fatti:

Ci siamo presentati, come detto prima, stanchi morti, e ci siamo trovati in una festa con moltissimo pubblico, e altrettanti artisti pronti ad alternarsi sul palco sotto la pignola presentazione di Mauro Vestri (come articola bene le parole, quell'uomo! Non gli sfugge una vocale, figuriamoci una consonante. Sentirgli pronunciare un nome è come vederlo scritto in stampatello. Il problema, come abbiamo in seguito verificato, è che procede così anche nella normale conversazione, e questo, diciamo così, la ingessa un poco).

Il benvenuto ce l'ha dato un assolo del mitico, e non è un modo di dire, Gegè Munari, un metronomo umano che ha appena compiuto ottant'anni e non mostra il minimo cenno di ruggine. Suonava in gruppo con Giorgio Rosciglione e ottimi solisti. Subito seguiti dal Mauro Zazzarini Project, e infiniti altri che neanche ci ricordiamo. Ma era bello l'incalzare di tutti quelli che fremevano per esserci.

Anche testimonianze solo parlate, come quella di Lino Patruno, milanese di nascita, e poi diventato romano anche per colpa, secondo lui, o merito, sempre secondo lui, dell'Alexanderplatz.

E non solo i musicisti sul palco. Dietro l'angolo, sulle panchine, appoggiati a una colonna c'erano tutti quelli che, in attesa di salire provavano, discutevano, decidevano una scaletta, inevitabilmente destinata a sfasciarsi, proprio per il clima di festosa confusione, dove più della musica contava la presenza.

Salutati moltissimo amici, fra cui, in giro come una trottola, Eugenio Rubei, l'erede della dinastia, e ultimamente responsabile del club.

La già citata stanchezza ci ha costretti purtroppo a tagliare la corda abbastanza presto, senza sapere se l'obiettivo finanziario era stato raggiunto, ma i ragazzi all'ingresso sembravano piuttosto soddisfatti dell'incasso. Speriamo bene.


E adesso un po' di veleno, più che altro prodotto dalla perplessità. Ecco:

Mentre gironzolavamo per il parco a un certo punto ci ha colpiti un fatto, apparentemente non percepito da nessun altro. Contemporaneamente alla serata di jazz, se ne stava svolgendo un'altra.

Avvicinatici al giardinetto sul retro abbiamo cominciato a distinguere una musica che emergeva prima timidamente, poi più forte, ma mai troppo, dal sottofondo jazzistico in arrivo dal parco.

Una milonga! Stupefacente e incongruo. Ma reale. E allora, un passo dopo l'altro siamo arrivati a uno spazio e a un'atmosfera davvero particolare: poche coppie vestite, pettinate, atteggiate in un modo che non avrebbe potuto essere più diverso da quello dei jazzisti dell'altro lato, erano avvinte nel tango al suono registrato di un bandoneon.

Non c'era altro da fare che informarci. Incredibile ma vero: programmata ufficialmente e in pieno svolgimento ci è stato comunicato che stavamo assistendo a una "Lezione, cena e serata di milonga classica. Maestro il tanguero Marcelo Horacio Alvarez".

L'unico inconveniente (per noi, ma ci è parso che i ballerini non ci facessero caso) di questo universo parallelo era che mentre nell'altro il tango non penetrava, in questo il jazz invece sì, e anche prepotente, disturbando non poco l'atmosfera.

La inevitabile conclusione logica a cui siamo arrivati in questa illogica faccenda è che i due fatti erano stati decisi uno all'insaputa dell'altro.

Comunque, proprio per essere sicuri, prima di scivolare nel meritato sonno ci siamo andati a controllare in rete il calendario della Casa del Jazz. Il concerto per l'Alexanderplatz c'era, e con grande risalto, quindi impossibile ignorarlo; ma c'era anche la serata di milonga, programmata precisamente per venerdì 15 agosto alle ore 20.30 alla Casa del Jazz, Via di Porta Ardeatina 55, Roma.

Complimenti all'organizzazione.


                                       

 

 
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