Post n°1047 pubblicato il
20 Agosto 2010 da
vi_di
Il mio rapporto col web cominciò circa 8 anni fa con la partecipazione a dei forum, per lo più politici e sindacali.
Eravamo in tanti, all'epoca, su quei forum e sembrava che avessimo tutti davvero la voglia di creare una rete di comunicazione tra persone che, senza il web, mai si sarebbero incontrate. Conobbi tanti amici a quell'epoca: ci si inventava occasioni di incontro per far sì che un nickname diventasse una persona reale a tutti gli effetti.
Poi pian piano il giocattolo si ruppe.
Venne fuori l'individualismo di ciascuno, la scarsa voglia che in genere si ha di cambiare opinione e questo creò situazioni di lite, di rottura, di incomunicabilità.
Fine dei forum, almeno dei forum pieni di gente; quelli rimasti erano frequentati da pochi sopravvissuti o da entità virtuali che non avevano nessuna voglia di diventare 'persone'.
In cerca di un altro spazio di comunicazione alternativo, io aprii il blog.
In un blog, però, chi scrive è il gestore, gli altri possono solo commentare, e se un commento non piace lo si può cancellare, come si può decidere chi entra e chi no. Rispetto ai forum, il blog è dunque una comunicazione selettiva. Fine quindi dello scambio di opinione con chiunque. Tuttavia ancora il blog era uno spazio in cui i nick potevano diventare persone, e ne sono la prova i tanti amici di blog che ho conosciuto incontrandoli a Milano, a Bologna, a Firenze, a Bari.
Poco più di un anno fa ecco arrivare facebook.
Se dovessi dire con una parola cosa è per me facebook, scriverei: soliloquio.
Sì, certo, ci si sente con qualche amico via messaggeria (che è lo stesso che scriversi una mail), ci si scambia qualche 'mi piace', si condivide un post o si lascia un rapido commento a qualche spunto interessante, ma non c'è lo scambio dialettico vivo che c'era sui forum, ed essendo i contatti limitati agli amici, la selettività elettiva è ancora più alta che nei blog. Né c'è modo di conoscere altre persone, dato che di norma si dà l'amicizia a persone già note. E non si approfondisce alcun discorso, perché non fai a tempo ad aprire un argomento che già scivola via seppellito dalle altre notifiche.
Io sono grata a Facebook perché senza non avrei fatto il corso di scrittura comica di Napoli, che mi ha riempito due anni di risate e di nuovi amici, ma la spinta a parteciparvi è stata solo la voglia di imparare qualcosa di nuovo. Che Pino ed Eddy, i due maestri del corso, siano due persone eccezionali l'ho scoperto dopo.
E se poi ci si fa prendere da qualche giochino (io e farmville siamo diventate tutt'uno!), allora su facebook si finisce per parlare con il raccolto virtuale, la mucca virtuale, la tartaruga virtuale: soliloquio, appunto.
Ora, tenuto conto del numero di utenti di facebook ma anche di altri network simili, c'è da chiedersi: preferiamo stare in una finta compagnia perché fuori il mondo reale fa schifo, o il mondo reale fa schifo perché noi siamo tutti rinchiusi nei byte?