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« Riporre il Natale | Mani » |
Post n°1167 pubblicato il 09 Gennaio 2011 da vi_di
"Temo l' uomo che ha letto un solo libro". Questo il significato della frase di S. Tommaso d'Aquino che fa da titolo al post e che è una critica a quella persona che limita la sua cultura ad una sola fonte. |
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per la serie:"al peggio non c'è mai fine"!
Eggià, è passat pur Natal... il fatto è che io aspettavo 'o zampugnaro 'nnamurato per farmi dare un passaggio 'ncopp'o sciarabballo, ma quello stava sott'a nu balcone abbandunato! ;-)
Rivolgersi a chi sbagli rifacendone il verso, nella speranza che s'accorga di sbagliare è un metodo di "insegnamento" che trovo alquanto discutibile, e sono sicuro che non possa sortire alcun effetto.
Oggi è la giornata in cui commento i tuoi post. Come vedi non è mai troppo tardi, come recitava quella onesta quanto efficace trasmissione televisiva che quelli della mia età hanno potuto apprezzare.
E quindi, proprio oggi, commentando un altro tuo post ho sottolineato il grande disagio che provo nell'ascoltare il vilipendio che si fa quotidianamente della lingua italiana proprio nel mezzo televisivo e, ahimè, da un po' di tempo a questa parte, anche in quello radiofonico, fatti salvi alcuni appuntamenti che riscattano la diffusa asineria (ché questa è la parola giusta) che circola in quegli ambienti.
E così devo sopportare l'orgia degli imperfetti e la trasformazione in indecliabile dell'aggettivo "succubo" che al femminile singolare fa "succuba" ed ha i plurali "succubi" e "succube", tanto per dirne qualcuna.
Il guaio è che noi possiamo solo esprimere il nostro pensiero in sedi ristrette e dirci quel che sappiamo reciprocamente senza che chi ne abbia bisogno possa trarne il vantaggio che dovrebbe.
Avranno letto più libri coloro a cui era precipuamente indirizzato l'invito? Manzoni direbbe: ai posteri l'ardua sentenza.
Ciò non deve rendere però la nostra una lingua povera e sgrammaticata, ed è su questo che lo spot voleva agire. Ora, da test fatti da me (e rispondo così anche ad Ilike) posso dire che:
1) le persone diciamo semplici e con scarso substrato culturale (il bidello, la cuoca e una signora nel palazzo) non hanno sentito alcun errore nello spot e anzi una delle tre persone ha anche detto 'Ma allora leggere fa male, è meglio uscire e andare allo zoo'.
2)Con gli alunni invece lo spot è stato molto utile: i ragazzi della mia V elementare, nella stragrande maggioranza, hanno sentito che il messaggio era sgrammaticato. All'ascolto hanno individuato molti errori anche se non tutti, ma soprattutto hanno riso degli strafalcioni che sentivano. Facendo leva su questo, ho cercato di far capire che parlare correttamente garantisce che nessuno ci derida per il modo in cui parliamo, e che le nostre idee espresse con correttezza lessicale acquisiscono maggior spessore e credibilità. Questo li ha molto colpiti e ne è venuta fuori pure una bella discussione sul fatto che se uno parla correttamente ma dice sciocchezze, a volte è più creduto di chi parla scorrettamente ma dice verità. E siamo arrivati a concludere che è bene che tutti sappiano parlare correttamente, così non saranno le belle parole a far passare per buone delle empietà.
Finita questa fase socio-culturale, sono passata alla fase grammaticale pura: ho digitato il testo e l'ho dato loro da correggere. In media hanno corretto il 70% degli errori, con una punta del 90% di un solo alunno. E partendo da questi dati, stiamo lavorando per cercare di limare anche l'altro 30% di errore.
In conclusione, se pure lo spot non raggiunge l'obiettivo che si prefiggeva, tuttavia può diventare un valido strumento didattico.
Concludo con una doverosa e amara constatazione: nel corso delle mie lezioni di semiografia, dirette sia agli studenti dei corsi di primo livello, sia agli specializzandi di secondo livello, scopro delle carenze grammaticali, sintattiche, lessicali e culturali in genere che mi lasciano oltremodo interdetto. Questo signifca che in questa pseudo nazione c'è una scuola che non funziona dovunque correttamente.
E qui dovrei aggiungere che, oltre all'amore per la lettura ed all'apprendimento di ciò che rende efficace formalmente e sostanzialmente uno scritto, nelle scuole italiane, di ogni ordine e grado, si dovrebbe favorire la crescita civile del cittadino, inculcando agli scolari prima ed agli studenti dopo il senso della democrazia. Quella vera.