Creato da Web_London il 15/04/2015

Note a margine

A volte di vince, a volte si perde ma la lotta è sempre impari

 

« Oggi penso anche a chi c...Nella pioggia e nel vento »

Quando un uomo comincia a imparare ...

Post n°556 pubblicato il 24 Aprile 2017 da Web_London

 


...

DON JUAN: «Quando un uomo comincia a imparare, non sa mai con chiarezza quali sono i suoi obiettivi. Il suo scopo è imperfetto; il suo intento è vago. Spera in una ricompensa che non si concreterà mai, perché non sa nulla delle difficoltà dell'imparare. Comincia lentamente a imparare, dapprima a poco a poco, poi a grandi passi. E presto i suoi pensieri entrano in conflitto. Quello che impara non è mai quello che ha sperato o immaginato, e così incomincia ad aver paura. Imparare non è mai quello che ci si aspetta. Ogni passo dell'imparare è un compito nuovo, e la paura che l'uomo prova comincia a salire implacabilmente, inflessibilmente. Il suo scopo diventa un campo di battaglia. E così si è imbattuto nel primo dei suoi nemici naturali: LA PAURA! Un nemico terribile, traditore, e difficile da superare. Si tiene nascosto a ogni svolta della strada, in agguato, aspettando. E se l'uomo, atterrito dalla sua presenza, fugge, il nemico avrà messo fine alla sua ricerca.»

CARLOS CASTANEDA: «Che cosa accadrà all'uomo che fugge per il terrore?»

DON JUAN: «Non gli accadrà nulla, tranne che non imparerà mai. Non diventerà mai un Uomo di Conoscenza. Sarà forse un uomo borioso, o innocuo, o spaventato; in ogni caso, sarà un uomo sconfitto. Il suo primo nemico avrà messo fine ai suoi desideri.»

CARLOS CASTANEDA: «E che cosa può fare per vincere la paura?»

DON JUAN: «La risposta è semplicissima. Non deve fuggire. Deve sfidare la sua paura, e a dispetto di essa deve compiere il passo successivo nell'imparare, e il successivo e ancora il successivo. La sua paura deve essere completa, e tuttavia non si deve fermare. Questa è la regola! E verrà il momento in cui il suo primo nemico volgerà in ritirata. L'uomo comincia a sentirsi sicuro di sé. Il suo intento diviene più forte. Imparare non è più un compito terrificante. Quando arriva questo lieto momento, l'uomo può dire senza esitazione di aver sconfitto il suo primo nemico naturale.»

CARLOS CASTANEDA: «Ciò avviene tutto in una volta, don Juan, oppure a poco a poco?»

DON JUAN: «Avviene a poco a poco, e tuttavia la paura è vinta improvvisamente e rapidamente.»

CARLOS CASTANEDA: «Ma l'uomo non avrà ancora paura se gli succederà qualcosa di nuovo?»

DON JUAN: «No. Una volta che un uomo ha vinto la paura, ne è libero per tutto il resto della sua vita perché, invece della paura, ha acquistato la lucidità: una lucidità mentale che cancella la paura. A questo punto l'uomo conosce i suoi desideri; sa come soddisfare tali desideri. Può anticipare i nuovi passi dell'imparare, e una limpida lucidità circonda ogni cosa. L'uomo sente che nulla è nascosto. E così ha incontrato il suo secondo nemico: LA LUCIDITA'! Quella lucidità mentale, che è così difficile da ottenere, scaccia la paura, ma acceca anche. Costringe l'uomo a non dubitare mai di se stesso. Gli dà la sicurezza di poter fare tutto quel che gli piace, perché vede chiaramente in tutto. Ed è coraggioso perché è lucido, e non si ferma davanti a nulla perché è lucido. Ma tutto questo è un errore; è come qualcosa di incompleto. Se l'uomo si arrende a questo falso potere, ha ceduto al suo secondo nemico e sarà maldestro nell'imparare. Si affretterà quando dovrà essere paziente, o sarà paziente quando dovrebbe affrettarsi..»E sarà maldestro Dell'imparare finché non cederà, incapace di imparare più nulla.»

CARLOS CASTANEDA: «Che ne è di un uomo sconfitto in tal modo, don Juan? Muore come risultato?»

DON JUAN: «No, non muore. Il suo secondo nemico lo ha semplicemente bloccato impedendogli di diventare un uomo di conoscenza; l'uomo può, invece, trasformarsi in un allegro guerriero o in un pagliaccio. Tuttavia la lucidità pagata a così caro prezzo non si trasformerà mai più nella tenebra e nella paura. Avrà la lucidità finché vivrà, ma non imparerà, o bramerà, più nulla.»

CARLOS CASTANEDA: «Ma che cosa deve fare per evitare di essere sconfitto?»

DON JUAN: «Deve fare quello che ha fatto con la paura: deve sfidare la sua lucidità e usarla solo per vedere, e aspettare con pazienza e misurare cori cura prima di fare nuovi passi; deve pensare, dopo tutto, che la sua lucidità è quasi un errore. E verrà un momento in cui comprenderà che la sua lucidità era solo un punto davanti ai suoi occhi. E così avrà superato il suo secondo nemico, e sarà in una posizione in cui nulla potrà mai nuocergli. Questo non sarà un errore. Non sarà solamente un punto davanti ai suoi occhi. Sarà vero potere. A questo punto saprà che il potere che ha inseguito così a lungo è finalmente suo. Può fare tutto quel che vuole. Il suo alleato è al suo comando. Il suo desiderio è la regola. Vede tutto quel che è intorno a lui. Ma si è anche imbattuto nel terzo dei suoi nemici: IL POTERE! Il potere è il più forte di tutti i nemici. E naturalmente la cosa più facile è arrendersi; dopo tutto, un uomo a questo punto è veramente invincibile.
Comanda; comincia col correre rischi calcolati e finisce col creare regole, perché è un padrone. A questo stadio difficilmente l'uomo si rende conto che il nemico lo sta circondando. E improvvisamente, senza saperlo, avrà certamente perduto la battaglia. Il suo nemico lo avrà trasformato in un uomo crudele e capriccioso.»

CARLOS CASTANEDA: «Perderà il suo potere?»

DON JUAN: «No, non perderà mai la sua lucidità o il suo potere.»

CARLOS CASTANEDA: «Allora che cosa lo distinguerà da un uomo di conoscenza?»

DON JUAN: «Un uomo che è sconfitto dal potere muore senza sapere veramente come tenerlo in pugno. Il potere è solo un fardello sul suo destino. Un tale uomo non ha il comando su se stesso, e non può sapere quando o come usare il suo potere.»

CARLOS CASTANEDA: «La sconfitta da parte di uno qualsiasi di questi nemici è una sconfitta definitiva?»

DON JUAN: «Certo che è definitiva. Una volta che uno di questi nemici ha avuto il sopravvento su di un uomo non c'è nulla che questi possa fare.»

CARLOS CASTANEDA: «È possibile, per esempio, che l'uomo sconfitto dal potere possa vedere il proprio errore e correggersi?»

DON JUAN: «No. Quando un uomo cede è spacciato.»

CARLOS CASTANEDA: «Ma che cosa accadrebbe se fosse accecato temporaneamente dal potere e poi lo rifiutasse?»

DON JUAN: «Significherebbe che la sua battaglia ancora continua. Significherebbe che sta ancora cercando di diventare un Uomo di Conoscenza. Un uomo è sconfitto solo quando non tenta più, e si lascia andare.»

CARLOS CASTANEDA: «Ma allora è possibile, don Juan, che un uomo possa abbandonarsi per anni alla paura, ma alla fine vincerla?»

DON JUAN: «No. Questo non è vero. Se cede alla paura non la vincerà mai, perché avrà paura di imparare e non tenterà più. Ma se cerca per anni di imparare, pur in mezzo alla sua paura, alla fine la vincerà perché non si è mai veramente abbandonato a essa.»

CARLOS CASTANEDA: «Come può sconfiggere il suo terzo nemico, don Juan?»

DON JUAN: «Deve sfidarlo, deliberatamente. Deve arrivare a rendersi conto che il potere da lui apparentemente conquistato in realtà non è mai suo. Deve stare sempre in guardia, tenendo in pugno con cura e con fede tutto ciò che ha imparato. Se riuscirà a vedere che la lucidità e il potere, quando manca il suo proprio controllo su di sé, sono peggio ancora di errori, raggiungerà un punto in cui tutto è tenuto sotto controllo. Saprà allora come e quando usare il suo potere. E in questo modo avrà sconfitto il suo terzo nemico. L'uomo sarà, ormai, alla fine del suo viaggio di apprendimento, e si imbatterà, quasi senza esserne stato avvertito, nell'ultimo dei suoi nemici: LA VECCHIAIA! Questo nemico è il più crudele di tutti, il solo che non potrà essere sconfitto completamente, ma solo scacciato. Questo è il momento in cui l'uomo non ha più paure, non più un'impaziente lucidità mentale; un momento in cui il suo potere è tutto sotto controllo, ma anche il momento in cui prova un irresistibile desiderio di riposare. Se si arrende totalmente al desiderio di lasciarsi andare e dimenticare, se si adagia nella stanchezza, avrà perduto l'ultimo combattimento, e il suo nemico lo ridurrà a una creatura debole e vecchia. Il suo desiderio di ritirarsi annullerà tutta la sua lucidità, il suo potere, e la sua conoscenza. Ma se l'uomo si spoglia della sua stanchezza, e affronta il proprio destino, può allora essere detto uomo di conoscenza, pur se soltanto per il breve momento in cui riesce a sconfiggere il suo ultimo e invincibile nemico.
Quel momento di lucidità, di potere e di conoscenza, è sufficiente.»

(Carlos Castaneda, "Gli Insegnamenti di don Juan")

 

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Gary B.B. Coleman
The Sky is Crying

 

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Commenti al Post:
Paintedonmyheart
Paintedonmyheart il 25/04/17 alle 12:16 via WEB
Per me un uomo molto rigido e categorico questo don Juan. Qui si parla dell'elevazione dell'uomo ad uno stadio che supera la sua stessa umanità, nel renderlo un irreprensibile "uomo di sapere". Ma come si fa ad elevarsi così tanto, se prima non si prova sulla propria pelle la strada battuta della Vita, che è piena anche di errori? Credo in un percorso che l'uomo compie e che deve compiere, ma più che per farlo arrivare ad essere un "uomo di sapere", per renderlo un uomo di " sentire", per me di gran lunga più importante. Un po' di clemenza, su... Un abbraccio stretto, web.
 
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