Limiti

Viviamo tutta una vita imponendoci limiti. I limiti hanno il loro vantaggi. Avere limiti ci può far pensare che nella nostra vita non ci saranno mai imprevisti. Se non supererò quell’asticella nessuno mi giudicherà. Se non andrò oltre ai miei limiti non dovrò avere a che fare con un mio eventuale fallimento. Se pianificherò in modo accurato tutta la mia vita avrò il controllo di tutte le mie emozioni e di tutti i miei sentimenti. Tutto perfetto, tutto accurato. A prova di tutto….
Ma c’è un però…..
E quel però è che non tutto può essere controllato. Posso soffocare la mia passione ma alla fine troverà sempre il modo di venire fuori. E a quel punto lo farà come un fiume che rompe la diga. In modo tumultuoso. Posso provare a controllare le mie emozioni. Forse non sarò felice al cento per cento e mi mancherà qualcosa come quando assaggi una pietanza tiepida ….ma non ci sarà neanche il rischio di soffrire.
E’ che alla lunga la forza della vita prevale. E succede che quell’emozione che avevi per tanto tempo ricacciato indietro deflagra impetuosa. E ti fa stare da Dio. Oh si.
Ed è allora che ti spaventa ancora di più. Perché non sei abituata. Perché capisci che tutto quello che ti eri preclusa non era così tremendo come pensavi. E che anzi ti piace…e molto.
E allora tutta quella felicità ti fa quasi paura. Non ti riconosci. Cerchi di fuggire. Cerchi tutti gli strumenti per negare quello che hai provato.
Ma è troppo tardi. Quella scintilla di felicità si è insinuata dentro di te. Una scintilla che ti dice che allora è possibile. Che ho vissuto tutto questo e che nonostante abbia provato a negarlo ne ho ancora voglia. E già penso che ne voglio ancora e ancora e ancora….

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Buongiorno

Sei entrata nelle mie viscere nel mio stomaco. Il desiderio di te è qualcosa che ti sveglia la notte per cercare un tuo messaggio. Perchè non vuoi rapporti sentimentali. E neanche io. Però non so come sia successo ma adesso ci sei. E dedicare tutto questo tempo a una persona è una scelta ben precisa. Non lo si fa con chiunque. E anche quando non ci sentiamo stiamo insieme. E’ desiderio? E’ complicità? E’ sentimento? Machisenefrega di quello che è.
So solo che stamattina quando mi hai cercato mentre facevi colazione al bar ti ho voluto eccitare pensando a noi. Ti ho fatto pensare che mentre tutti ti guardavano per te sarebbe stato difficile controllarti. Con le gambe nervose e accavallate. Il vestitino leggero. E un caldo improvviso che ti prendeva lì. Avrei voluto scostarti leggermente la scollattura e far apparire il capezzolo. Li davanti a tutti. Senza pudori. Senza limiti.
E poi ti avrei portato nel parcheggio li dietro e scostandoti le mutandine ti avrei preso con forza lì sopra la macchina.
Basta trattenersi. Viviamoci fino in fondo. Senza pensare al passato. Senza pensare al futuro. Ma solo al presente. E adesso sei mia.

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La dark room

Lei viveva in uno stato di perenne contraddizione. Aveva una passione che doveva per forza esplodere. Si sentiva donna. Voleva essere donna. Voleva essere toccata, desiderata, scopata. Ma se lo impediva. Perchè i suoi sensi di colpa di una storia non finita non gli permettevano di arrivare fino in fondo. Però era rimasta colpita dalla dark room. L’idea che avrebbe potuto farlo con uno sconosciuto senza coinvolgimenti emotivi, senza sapere chi fosse, senza che potesse ritrovarla, era un idea che si intrufolava nella sua mente come un tarlo. Come una goccia che ora dopo ora, giorno dopo giorno entrava sempre più a fondo. La sua voglia di trasgredire stava diventando sempre più potente. Tutto sommato lui non sapeva chi fosse. Non sapeva dove abitava. E poteva anche far finta per una notte di essere la sua prostituta. Senza limiti. Senza ripensamenti.
La dark room può essere un luogo mentale oltre che fisico. Qualcosa che puoi permetterti senza pensarci. E che resta lì dentro. Una volta fuori niente è avvenuto.
Così quella sera si mise sulla terrazza ad aspettarlo. Era caldo e il vento dell’estate non portava grosso refrigerio. Lei era vestita solo con una maglietta. In cielo le stelle e intorno le luci dei palazzi che erano affaccendati, anche loro forse a fare l’amore come avrebbe voluto lei.
E quando lui le sussurrò di entrare nella dark room lei non ebbe esitazione. Avrebbe fatto qualsiasi cosa le avesse chiesto. Senza limiti. Le avrebbe fatto gustare quel nettare che per troppo tempo nessuno aveva assaggiato. Lui le chiese di abbassare la maglietta e mostrargli i seni. Lì davanti a tutti. Con il rischio che il vicino uscisse per fumare una sigaretta e che la vedesse. Ma non le importava. Voleva viversi fino in fondo la dark room. E quando i suoi capezzoli iniziarono ad indurirsi per l’eccitazione lui le chiese di togliersi anche gli slip ma mettersi un leggero lenzuolino sopra. Lei stava impazzendo di eccitazione. Il contatto del lenzuolo con i suoi seni le dava un brivido che scendeva sulla sua pelle. In quel momento avrebbe fatto qualsiasi cosa lui le avesse chiesto. Qualsiasi ! Si sentiva calda e sicura in quella dark room. Sentiva che finalmente poteva far esplodere tutta quella lussuria che si era negata fino a quel giorno. E piano piano iniziò a perdere il contatto con la realtà. I suoi umori le scivolavano tra le gambe. Ed un sorriso si inarcava sulle sue labbra. Lui le chiese di perdersi. Di non avere paura nel gemere di piacere. Si. Avrebbe avuto uno degli orgasmi più potenti degli ultimi tempi.

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Tutto ha un inizio

Come in tutte le piattaforme virtuali all’inizio non l’avevo notata. Lei era così sfuggente. Non sembrava far parte di quel mondo. E io neanche avevo il più pallido barlume che lei sarebbe entrata prepotentemente nelle mie giornate. Lei scriveva di disperazione. Di voglia di amore. Di voglia di vivere nuovamente. Si intuiva che stava vivendo una storia complicata. Che non aveva il coraggio di finire. Però da quelle pagine si intuiva una passione fuori dal comune. Dei sentimenti non comuni. Una dolcezza profonda ma anche una fragilità di fondo. E poi mi piaceva da morire quando passava dai toni da lolita ai toni espliciti. D’altronde perchè vergognarsi di chiamare il sesso per quello che è. Un bisogno primario come bere e mangiare. Io le scrivevo ogni tanto perchè mi piaceva come scriveva e lei rispondeva con i suoi tempi. Così come con i suoi tempi spariva. Ma era un amore leggerla. Non ricordo come sia iniziata. So che un giorno le diedi il mio numero di telefono. Così come si lascia un messaggio in una bottiglia certo che nessuno l’avrebbe raccolto. E con mia enorme sorpresa mi chiamò. Non me l’aspettavo. Fu subito diffidente. Dicendo che non voleva rapporti stabili. Che lei non si fidava del virtuale. Che l’aveva pesantemente delusa. E che non mi dovevo aspettare che mi richiamasse il giorno dopo. E che soprattutto non dovevo avere fantasie su di lei. Perchè lei non voleva coinvolgimenti sentimentali. Aveva buttato sottosopra in un secondo tutte le routine che tipicamente avvengono nel virtuale. Telefono. Messaggio. Chiamata. Misure. Ci vediamo al casello.
No. Lei era tutta diversa. Una persona libera ma prigioniera. Che non accettava imposizioni ma rimaneva chiusa nella sua crisalide. E piano piano iniziava a piacermi da matti.
E una sera totalmente all’improvviso ci sentiamo verso mezzanotte. Quella che sarebbe diventata la nostra ora. Quell’ora in cui tutta la realtà diventa nebulosa e si fanno spazio i sogni le fantasie. E in modo totalmente inatteso ci troviamo a parlare di tutto. E’ anche di sesso. Perchè a lei piace farlo esattamente come a me. In modo libero. In auto facendo esplodere di piacere la persona che guida accanto a lei. Magari con l’adrenalina che sale per la paura di essere visti. E ad un tratto ci sentiamo liberi di confessarci tutti i segreti più nascosti. Di quando io l’ho fatto con una persona mai vista in faccia in una stanza buia. Senza mai accendere la luce. Annusandosi e toccandosi per compensare la mancanza della vista. O di quando lei aveva avuto la fantasia di farlo con due uomini. Che la prendessero uno davanti e l’altro dietro. E del desiderio che aveva avuto un giorno di farlo con una donna. Di cedere alla sua insistenza. Per provare se essere toccati da una donna potesse dare sensazioni nuove. Ma me ne parlava con un misto di dolcezza e passione. Di erotismo e sensualità. E cosi a un tratto abbiamo visto il sole che irradiava la luce dalle finestre. Avevamo fatto l’alba.

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