#testdrive del nuovo SUV #Volkswagen sulla sabbia dorata del retroterra

Anche con il motore 1.0 tre cilindri è divertente nel fuoristrada

Un SUV modaiolo, che s stacca dal clichet al quale Volkswagen ci aveva abituati. Che valica i timori della crisi del mondo dell’auto per offrire ai curiosi delle quattro ruote un design che nei modelli base lascia trasparire quella vocazione sportiva che il passo importante e giustificato dalla sagoma più generosa in basso rispetto al tetto, e un assetto già a vista ben piantato fanno supporre. Infatti è stato presentato, ma non è ancora disponibile, un modello di T-rock da 300 CV. Che chi non avesse provato le sue sorelle minori si potrebbe chiedere: che cosa te ne fai di tanta potenza in un’auto cosi? Ce lo lascia intuire questa versione. Una scelta di propulsore al quale siamo oramai abituati e che è richiesta sul mercato per il basso impatto ai fini fiscali, e perché fa presupporre, a volte soltanto sperare, in un rendimento vantaggioso a basso consumo. Sì,

come avete intuito si tratta del motore 1.0 a benzina.

Un carburante sul quale le grandi Case spingono dopo la demonizzazione, come sappiamo infondata rispetto al benzina, del diesel rispetto alle emissioni. Tre cilindri. Ebbene sì: è sempre lui, e l’abbiamo testato su un’altra auto del Gruppo VW. Ma parliamo di due anni fa, anche se si trattava di un’auto che nl mondo dei rally ha conquistato numerosi primati, anche se, ovviamente, con un altro propulsore. In questo caso, salvo rischiare di darci una cattiva impressione perché T-rock comunque ha una struttura robusta, che si riflette sul peso, verifichiamo subito che eroga 115 CV. Quindi, forse, proprio ferma non è. Così, ci infiliamo sulla Strada statale 14 tra la Riviera Friulana e Caorle. E a Concordia Sagittaria imbocchiamo la strada per il mare.

Che ci porterà in Brussa, una spiaggia preservata dall’urbanizzazione,

nella quale la Regione Veneto ha individuato un sito da tutelare mantenendovi le caratteristiche originarie. Sia nell’arenile, che nel parco naturale che si trova alle palle. E la T-rock? Le abbiamo chiesto un paio di sorpassi, perché in questa zona di Tir in transito ce ne sono parecchi, e lei ha risposto subito e adeguatamente. Con un motore che se richiesto sale di giri e sembra non volersi stancare mai. Con il rumore particolare della cilindrata frazionata, T-rock ‘tira’. Consente una guida veloce anche con l’auto carica. Con consumi che sono contenuti, e rientrano nelle aspettative. Cambio manuale a cinque marce per ottimizzare i consumi e averla sempre pronta a rispondere alle sollecitazioni. Facile da usare con i rapporti ben studiati. Per un’auto che si destreggia agevolmente anche nel fuoristrada. Anche se non è la sorella T, recente creatura della VW, T-rock nasce come SUV Crossover. Per questo, corroborati da una sana calura estiva, puntiamo verso la spiaggia veneta. Ben sapendo che avremmo trovato, prima o poi, un percorso su sabbia. L’ideale per capire l’affidabilità dell’auto. Un lungo rettilineo, marcato da un’architettura anni ’50, che non ha subito l’innovazione. E ci cala subito nella genuinità di un arenile intatto. Prima, però, lo sterrato. Anzi, la sabbia. Ci tuffiamo in una strada arginale, che vediamo dove inizia ma non ci promette una lunga collaborazione. Il tratto a vista, però, ci offre sufficienti garanzie per il test dell’auto.

Che anche in velocità non si scompone.

E pensate che in realtà, pur essendo un 1000 tre cilindri, tira. La prova curvone, e l’elettronica, l’assetto, la struttura della T-rock non ci tradiscono. È stabile e sicura anche in queste condizioni. Troviamo uno sterrato misto, e nonostante monti ruote stradali, non ci crea problemi. Bene. Ora il parcheggio e quindi smontiamo i vestiti della città per indossare quelli da spiaggia. Un habitat non modificato, bagnanti rarefatti e a distanza di rispetto anche sull’arenile, l’acqua limpida, con il contorno ideale per un pomeriggio di immersione nella natura marina. Il passaggio di un gruppo di escursionisti a cavallo aumenta la suggestione della spiaggia protetta. E poi? Beh, un bagno è inevitabile.

#charlieinauto2/160