Aforismi – Pasqua, festa di luce

Pasqua era giunta, la festa della luce e della liberazione per tutta la natura! L’inverno aveva dato il suo addio, ravvolto in un fosco velo di nebbie, e sopra le turgide nuvole in corsa s’avvicinava ora la primavera. Aveva spedito innanzi i suoi messaggeri di tempesta per destare la terra dal lungo sonno, ed essi fremevano su boschi e piani, battevan le ali sulle cime possenti dell’alpe e sconvolgevano il mare dal profondo. Era nell’aria come un lottare e un muggire selvaggio, e ne usciva tuttavia quasi un grido di vittoria: ché tra le burrasche di primavera, frementi di vita, s’annunciava la resurrezione” (Elisabeth Bürstenbinder)

Si tratta dell’incipit di “San Michele”, un romanzo di Elisabeth Bürstenbinder, nota anche come Elisabeth Werner, scrittrice tedesca dell’Ottocento (scoperta per caso navigando sul web). Il romanzo è ormai introvabile in libreria, in quanto fuori catalogo, anche se, a dire il vero, la trama (la storia di un giovane aristocratico dedito a una vita selvaggia fino a quando non vi è il provvidenziale intervento di un professore, suo grande protettore) non mi attrae moltissimo. Tuttavia, questa descrizione iniziale è interessante e, in certo senso, coinvolgente, con la Pasqua definita come festa di luce, che succede all’inverno, denso di oscurità, con l’annuncio della Resurrezione tra burrasche di primavera che fremono di vita. La Pasqua come volontà di liberarsi della nebbia per ritornare a vivere.

Pasqua

Passando dalla narrativa all’arte, di quadri che abbiano per oggetto temi pasquali ve ne sono a bizzeffe, ma uno in particolare mi ha colpito, la “Resurrezione” del grandissimo pittore Andrea Mantegna, dipinto del 1457 – 1459, conservato nel Musée des Beaux-Arts di Tours. La scena ha come sfondo la grotta dove venne sepolto Gesù, con alla base il sarcofago aperto. Al centro si eleva la figura di Gesù risorto, all’interno di una cornice luminosa di cherubini. In basso e ai lati i soldati, appena svegli e spaventati dall’evento miracoloso. Il dipinto dimostra la volontà di Mantegna di ricreare con precisione l’ambientazione nel mondo classico.

Mantegna

E con questo auguro a tutti voi una serena Pasqua, festa di luce e di ritorno alla vita!

Aforismi – Oroscopo e segni sbagliati

Si nasce sempre sotto il segno sbagliato e stare al mondo in modo dignitoso vuol dire correggere giorno per giorno il proprio oroscopo” (Umberto Eco)

Umberto Eco, grande scrittore e filosofo scomparso da circa un anno, è una continua fonte di ispirazione, grazie alla sua particolare capacità di indagare i numerosi campi del sapere.

E così il suo pensiero sugli oroscopi mi consente di parlare di un tema che ha attirato la mia attenzione nei primi giorni di questo 2017.

astrologia

Sappiamo, purtroppo, che il recente Capodanno è stato funestato dalla strage di Istanbul, in cui un folle attentatore ha fatto fuoco in un locale della capitale turca, uccidendo 39 persone e ferendone almeno una settantina. L’ennesimo attentato rivendicato dall’Isis che mostra sempre più la follia di chi arma ragazzi sbandati promettendo loro la salvezza eterna in cambio dell’uccisione degli infedeli.

In quell’occasione, la RAI decise di non mandare in onda l’oroscopo di Paolo Fox, dedicato alle previsioni annuali. Una decisione assunta nel rispetto delle vittime dell’attentato, ma che ha destato numerose proteste tra i telespettatori, irritati per tale scelta di palinsesto.

Non mi esprimo sulla correttezza della decisione della RAI (basata comunque sul buon senso), ma ammetto che la protesta dei telespettatori inizialmente mi ha innervosito, denotando una certa insensibilità di molte persone di fronte ad una assurda tragedia in cui erano stati anche coinvolti tre italiani, per fortuna illesi. Poi, però, questa reazione mi ha fatto riflettere. Nel 2017 ancora tante persone continuano ad affidarsi all’astrologia, al punto da arrabbiarsi se per caso l’oroscopo preferito viene meno.

L’astrologia, questo complesso di tradizioni e credenze basate sull’assunto che le posizioni e i movimenti dei corpi celesti rispetto alla Terra (in una visione geocentrica) possano influire sugli eventi umani, ha certamente origini molto lontane. Molte civiltà antiche hanno mostrato, infatti, grande attenzione all’osservazione dei fenomeni celesti (Babilonesi, Indiani, Cinesi) elaborando teorie e studi poi ereditati dalla nostra cultura occidentale.

Tuttavia, oggi quella che allora era considerata la “regina delle scienze”, viene giustamente trattata dal mondo scientifico come una pseudoscienza o scienza patologica, ovvero priva di alcun fondamento. E credo che questa conclusione sia ormai di dominio pubblico, anche al di fuori del mondo scientifico.

Astri

Nonostante ciò, gli oroscopi continuano ad avere successo, soprattutto nella loro accezione da rotocalco, quella pubblicazione di predizioni generiche sul destino delle singole persone, in base al proprio segno zodiacale di nascita, su quotidiani e riviste che molti si accaniscono a leggere. E gli astrologi sono diventate vere e proprie star, molto ricercate dai salotti televisivi (e profumatamente pagate).

Sicuramente, la genericità è ciò che mi ha colpito particolarmente ascoltando per caso Paolo Fox domenica scorsa: predizioni talmente onnicomprensive, generali e facilmente adattabili, che prima o poi dovranno avverarsi per qualcuno.

Umberto Eco, invece, prende una direzione completamente diversa e a me molto congeniale. Ovvero, parte dal presupposto che il nostro oroscopo, qualunque esso sia, deve considerarsi sbagliato, ovvero il nostro futuro, se ci lasciamo andare al caso, potrebbe quasi certamente non soddisfarci. Allora, è necessario, per vivere meglio, agire e correggere, per quanto possibile il nostro oroscopo, lasciando da parte gli astrologi. Certo, come dicevo nel post precedente, gli eventi imprevisti che il destino ci riserverà potrebbero non essere favorevoli, ma il nostro impegno, in qualche modo, potrebbe aiutarci a vivere meglio giorno dopo giorno.

SPETT.UMBERTO ECO A NAPOLI (SUD FOTO SERGIO SIANO)

Aforismi – Buon Natale

“Lode al gaio ceppo festivo!

Balzate, fiamme, balzate gioiose.

salute alla coppa colma di vino!

spumeggia allegro, roseo liquore.

Dorme nella mangiatoia il bambino.

Ragliare d’asini, muggire di buoi,

chiocciar di galline e canti di galli.

trabocca di gente stasera l’albergo,

in alto una stella splende e riluce,

prega il pastore accanto al suo gregge,

recano i Magi il dono regale,

cantano gli angeli in alto, nel cielo,

annunciano il dono divino d’amore.

Presto, bambini, svegliatevi tutti,

svegliatevi e udite l’angelico canto,

lasciate il sonno, è giunto ormai il giorno,

il giorno glorioso, è giunto Natale!”

(Agatha Christie)

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Con questi bellissimi versi della famosa scrittrice Agatha Christie, auguro a tutti un sereno Natale da trascorrere nell’accogliente tranquillità dei luoghi familiari e un nuovo anno ricco di sogni e speranze di cui abbiamo tanto bisogno per andare avanti, nonostante il mondo con le sue brutture cerchi di annientarli.

Ci vediamo nel 2017!!!

Aforismi – I sogni di Walter

“Tutti i sogni possono diventare realtà se solo abbiamo il coraggio di inseguirli” (Walt Disney)

Walt Disney (5 dicembre 1901 – 15 dicembre 1966) viene considerato a buon diritto l'”uomo dei sogni”, colui che da un topolino ha creato un vero e proprio impero, nonché un immaginario che ha influenzato e fatto sognare generazioni di bambini, piccoli e grandi.

Dal primo cortometraggio con Michey Mouse, “Streamboat Willie” del 1928, arrivò subito un grande successo, che proseguì con i suoi straordinari classici: “Biancaneve e i sette nani”, “Fantasia”, “Bambi”, “Dumbo”, “Alice nel Paese delle Meraviglie”.

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Molti suoi pensieri sono dedicati ai sogni e, soprattutto, alla necessità di adoperarsi per realizzarli. Sicuramente, è vero che non ci può limitare ad una vita riflessiva e a sognare l’esistenza che vorremmo: il pensiero deve diventare azione e i sogni devono essere inseguiti e concretizzati. Tuttavia, bisogna considerare anche che tanti sono gli ostacoli cui si imbattono molti giovani alla ricerca dei propri ideali, ostacoli che li costringono, a volte, a desistere e a considerare quei sogni irrealizzabili. Ma è giusto arrendersi di fronte a tali impedimenti?

Forse, una risposta a tale dilemma potrebbe arrivare in parte da una poesia attribuita a Walt Disney che ho trovato sul web e che non ha bisogno di molti commenti:

“E così, dopo aver aspettato tanto, un giorno qualunque decisi di trionfare…

Decisi di non attendere le opportunità, ma cercarle io stesso

Decisi di vedere ogni problema come l’opportunità per trovare una soluzione

Decisi di vedere ogni deserto come l’opportunità di trovare un’oasi

Decisi di vedere ogni notte come un mistero da risolvere

Decisi di vedere ogni giorno come una nuova opportunità per essere felice

Quel giorno scoprii che i miei unici nemici non erano altro che le mie proprie debolezze,

e che in esse risiede l’unico e il miglior modo per superare noi stessi

Quel giorno smisi di aver paura di perdere e iniziai ad avere paura di non vincere”

Per concludere, qualche curiosità sulla figura di Walt Disney. Pare che da giovane sia stato scartato come fumettista per un giornale perché “considerato senza fantasia”, per cui anche lui ha dovuto affrontare gli ostacoli di cui si è parlato sopra. Inoltre, affidò alla manifattura “Zaccagnini S.p.A.” di Firenze la realizzazione in ceramica di personaggi dei suoi cartoons, per cui furono realizzate circa 150 diverse statuette in ceramica colorata, oggi carissime e introvabili.

Morì per un tumore al polmone sinistro e secondo una leggenda, che dovrebbe ormai essere stata smentita, si sarebbe fatto congelare per risvegliarsi una volta trovata una cura contro il cancro.

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Aforismi – Generosità disinteressata

Il male è che la generosità può anche essere un buon affare” (Ugo Ojietti)

Ugo Ojietti, scrittore e giornalista italiano, ha certamente messo il dito nella piaga con questo suo breve ma fulminante inciso.

La generosità non è sempre un atto disinteressato, spinto esclusivamente dall’amore verso il prossimo. Mi vengono in mente ricchi imprenditori che fanno generose donazioni per aumentare i propri introiti grazie alla pubblicità ottenuta o le signore dell’alta società che organizzano serate di beneficienza per ampliare la propria visibilità e il prestigio negli ambienti che contano. Ma anche gente comune che ogni volta che compie una buona azione corre ad annunciarlo ai quattro venti per sentirsi maggiormente apprezzata e considerata.

Questi esempi mi inducono, purtroppo, a valutare con pessimismo il pur lodevole, almeno in apparenza, comportamento altrui.

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In questi giorni in cui tanti volontari si stanno dando da fare per aiutare le popolazioni colpite dal sisma, colpiscono soprattutto i gesti eclatanti (ad esempio, i due sposi che hanno rinunciato al viaggio di nozze per servire i pasti in mensa) che strappano di istinto un sentimento benevolo di approvazione. Poi, però, dopo una riflessione un po’ più ponderata, comincia ad insinuarsi il dubbio che, simile ad un serpente strisciante, suggerisce che forse quei gesti, così generosi, sorprendenti e tanto osannati dai notiziari e dal popolo dei social, potrebbero essere dettati da una voglia di notorietà. In fondo, quanti volontari operano nel pieno anonimato, faticando tanto senza apparire sui media?

Ma il pensiero è notoriamente multiforme e così il lato razionale, pratico e tutto sommato benevolo comincia a farsi spazio e a mettere da parte i dubbi striscianti.

Ci importa davvero di conoscere i motivi che spingono le persone a compiere gesti di solidarietà e generosità? Tutto sommato se il fine viene raggiunto e i destinatari di quegli atti benevoli risultano avvantaggiati, possiamo comunque ritenerci felici e soddisfatti.

Un comportamento generoso, che sia un atto disinteressato o un buon affare, può comunque essere una scintilla che innesca un benefico incendio, se davvero le buone azioni sono contagiose.

Generosità

Aforismi – L’allegria è una cosa seria

Per me, un dipinto deve essere una cosa amabile, allegra e bella, sì, bella. Ci sono già abbastanza cose noiose nella vita senza che ci si metta a fabbricarne altre. So bene che è difficile far ammettere che un dipinto possa appartenere alla grandissima pittura pur rimanendo allegro. La gente che ride non viene mai presa sul serio”. (Pierre-Auguste Renoir)

Il grande pittore francese Renoir, maestro indiscusso della corrente pittorica dell’Impressionismo, aveva davvero ragione quando diceva che la gente che ride non viene mai presa sul serio.

Se ci pensiamo bene, in molti settori (dall’arte alla musica, al cinema, al teatro e alla letteratura) prevale quello stereotipo un po’ schizzinoso, che tende a far coincidere la qualità con la serietà, come se non fosse possibile diffondere cultura con il divertimento.

Ricordo che una sera in televisione la programmazione prevedeva contemporaneamente un film sul problema dell’immigrazione ed una trasmissione molto trash (immagino sia chiaro a quale trasmissione mi riferisco); su Facebook una ragazza, in forza di quello stereotipo di cui sopra, commentò dicendo che quella sera erano state poste a confronto le due facce dell’Italia. Francamente, credo che tra queste due presunte facce in realtà vi siano tante sfumature che contemplano anche la possibilità di fare intrattenimento in maniera intelligente e costruttiva.

In proposito, Italo Calvino diceva che il divertire è una funzione sociale: “penso sempre al lettore che si deve sorbire tutte queste pagine, bisogna che si diverta, bisogna che abbia anche una gratificazione; questa è la mia morale: uno ha comprato il libro, ha pagato dei soldi, ci investe del suo tempo, si deve divertire. Non sono solo io a pensarla così, ad esempio anche uno scrittore molto attento ai contenuti come Bertolt Brecht diceva che la prima funzione sociale di un’opera teatrale era il divertimento. Io penso che il divertimento sia una cosa seria”.

Ma torniamo al nostro Renoir e ai suoi quadri allegri che, a suo dire, dovevano far venire voglia di entrarci dentro, essendo pieni di colore e luce vibrante. Tra i suoi dipinti più famosi, il Bal au Moulin de la Galette, realizzato nel 1876 e conservato nel Museo d’Orsay di Parigi. Un vero capolavoro che ritrae un momento della vita parigina in un’atmosfera di felicità e abbandono, nello spensierato contesto della Belle Époque.

Il luogo ritratto è il Moulin de la Galette, un locale allestito in un vecchio mulino, sulla collina di Montmartre, il quartiere degli artisti. Pare che il pittore frequentò tale locale per parecchio tempo al fine di rendere in maniera autentica nel dipinto la sfrenata gioia, la dinamicità delle figure danzanti e la folla vivace, in un’atmosfera quasi surreale. Perché l’allegria è una cosa seria e va studiata a fondo.

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Aforismi – L’invasione dei social media

I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli” (Umberto Eco)

Umberto Eco, il famoso scrittore e semiologo scomparso da pochi mesi, non era certamente una persona che le mandava a dire. Il suo pensiero sui social media è per certi aspetti condivisibile, anche se non va interpretato come “un’arrogante manifestazione di cultura elitaria“, come qualcuno ha detto.

In proposito, io sono convinto che ognuno di noi abbia il diritto di esprimere la propria opinione, purché ciò avvenga con cognizione di causa, ovvero parlando di argomenti noti, sui quali vi sia qualcosa di sensato da dire e, soprattutto, con toni educati e pacati. E non vi è nulla di male se i social media ci consentono di diffondere tale opinione con immediatezza e rapidità.

I social possono essere molto utili anche per favorire la diffusione di informazioni su argomenti di attualità e cultura. Infatti, molte testate giornalistiche hanno una propria pagina Facebook che consente di condividere i principali articoli del giorno. Numerose sono, poi, le pagine dedicate ad argomenti di filosofia, letteratura, scienza.

Io stesso ho creato su Facebook un gruppo per condividere con gli amici recensioni di libri, citazioni, articoli di letteratura, in una sorta di “biblioteca virtuale“.

La rete offre una marea di informazioni, per cui ciò che conta è sapersi orientare, individuare fonti attendibili e scegliere ciò che più si adatta alla nostra personalità, senza per questo rinunciare ai libri di carta, ma magari trovando spunti per leggerne di nuovi.

In fondo, tutto ciò che ho appena descritto trova spazio anche nei nostri blog.

Umberto Eco

Poi, però, arrivano gli imbecilli di cui parla Eco, che possono tranquillamente essere suddivisi in varie categorie. Anzitutto, ci sono i troll, che non sono solo gli abitanti demoniaci dei boschi della tradizione scandinava, ma anche utenti spesso anonimi che si inseriscono nell’ambito di discussioni on line con messaggi provocatori e fuori contesto, al solo scopo di creare irritazione (abbastanza diffusi anche nella Community di Libero).

Quindi, ritroviamo i “leoni da tastiera”, generalmente non anonimi, che esprimono la propria opinione in maniera offensiva, riempiendo di insulti chiunque non incontri il loro gradimento. Leoni che, tuttavia, nella vita reale sono solo pecorelle. Infine, vi sono i fake e tutti coloro che amano diffondere bufale e false notizie, magari dietro profili taroccati.

La realtà virtuale è talmente vasta che non è possibile tenerla sotto controllo, per cui è quasi impossibile non imbattersi in informazioni poco attendibili o in utenti truffaldini. Ed Umberto Eco aveva proprio questo in mente quando pronunciò quella frase.

Sappiamo, però, che i pericoli del Web vanno ben oltre una notizia taroccata. Spesso alcuni utenti vi si affacciano ingenuamente confidando nella buona fede altrui e si ritrovano invischiati in situazioni sgradevoli e umilianti. La storia di Tiziana Cantone dovrebbe insegnare qualcosa.

Non si tratta solo di video diffusi a propria insaputa. I malfattori di Internet cercano di soggiogare i soggetti un po’ più deboli, inducendoli in una condizione di sudditanza psicologica. Mi capita spesso, girando per la Community, di leggere di persone che si sono ritrovate in balia di personaggi infami che li hanno costretti in una specie di “schiavitù virtuale”, che può essere molto pericolosa, specialmente se l’obiettivo è estorcere denaro o prestazioni sessuali.

Allora, occorre fare attenzione alle notizie poco attendibili, ma anche ai soggetti poco affidabili.

PC schiavo

Aforismi – Cuore di cane

È noto l’amore del cane per il suo padrone; e tutti sanno che nell’agonia della morte egli accarezza il padrone; e ognuno può aver sentito dire che il cane che soffre mentre viene sottoposto a qualche vivisezione, lecca la mano dell’operatore; quest’uomo, a meno di avere un cuore di sasso, deve provare rimorso fino all’ultima ora della sua vita” (Charles Darwin)

Charles Darwin, celebre per la sua teoria dell’evoluzione delle specie animali e vegetali sulla base della selezione naturale, oltre a schierarsi contro le pratiche della vivisezione, ha descritto in maniera ammirevole i sentimenti di un cane per il suo padrone, un amore potente e disinteressato, che riesce ad andare oltre i confini imposti dalla vita terrena. Un amore non sempre ricambiato.

Rileggendo questa bellissima frase, mi è venuto in mente un episodio di alcuni fa, mentre ero in vacanza dai miei genitori a Potenza. In quei giorni io e una mia amica avevamo notato un cane nero, un grosso batuffolo peloso, che gironzolava senza sosta per il quartiere. Sembrava quasi che non riuscisse a prendere pace.

Ci venne in mente di chiamarlo Nerone, senza sapere che, casualmente, quello era il suo vero nome. Più tardi, incontrammo una signora che viveva dalle nostre parti e ci disse che il padrone di quel cane era morto da un po’ di tempo, ma i suoi figli non volevano saperne di tenerlo in casa e prendersene cura. E così Nerone si era ritrovato all’improvviso in mezzo ad una strada, a girovagare per le vie cittadine.

Quella signora ci raccontò che la tappa privilegiata del cagnolone era il cimitero in cui era seppellito il suo padrone: si avvicinava all’ingresso del cimitero e rimaneva lì immobile per un po’, magari desiderando avvicinarsi alla tomba del suo amico umano senza poterlo fare. Chiunque ascoltando quella storia non poteva fare a meno di commuoversi.

La nostra vicina di quartiere ci rassicurò dicendoci che ogni tanto si occupava di Nerone, dandogli da mangiare, anche se di più non poteva fare. Noi, allora, quella sera andammo a comprare un po’ di cibo per lui, anche se ci accorgemmo che era molto diffidente e faticava a lasciarsi avvicinare. Poi con il suo andamento placido si allontanò. Lo rivedemmo girare il giorno dopo, ma da allora non abbiamo avuto più sue notizie.

Certamente, in giro ci sono tanti cani come Nerone abbandonati e bisognosi di affetto. Il blog di Debora si occupa in maniera attenta e costante di loro, diffondendo appelli e informazioni. Una storia che merita di essere condivisa è quella di Geremia, ritrovato nel cimitero di Bra con del filo spinato intorno al collo e che ora è ospitato presso il Rifugio di Fido di Pollenzo. Per ogni informazione, ecco il link del blog:  Zoe Bau.

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Aforismi – Vivere in eterno

Cani abbaiano alla luna, galli cantano, ranocchie gracidano, le stelle in cielo guardano dall’alto e ammiccano, e Dio stesso si appisola tra le nubi. L’Onnipotente è vecchio, non è una cosa da nulla vivere in eterno“.

La citazione è tratta dal racconto “La distruzione di Kreshev” di Isaac Bashevis Singer, premio Nobel per la letteratura nel 1978. È la storia, raccontata in prima persona dal maligno che arriva in una piccola frazione polacca, dove insinua lussuria, falsità, adulterio e sacrilegio portando la comunità alla distruzione.

Mi colpisce l’espressione “non è una cosa da nulla vivere in eterno”. Quando ero piccolo e frequentavo le lezioni di religione, mi immaginavo spesso Dio che stava da qualche parte e viveva lì da sempre, tutto solo. Poi, ad un certo punto, stanco di stare da solo, aveva deciso di creare l’Universo, con il Mare, il Cielo, le Stelle e, infine, quell’essere così piccolo che si crede tanto grande e che si chiama Uomo. Cosa avesse fatto Dio fino ad allora per secoli e millenni era un mistero che mi incuriosiva tanto.

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Attualmente, la mia fede va e viene, forse, più che altro, per l’atteggiamento ostico, contraddittorio e spesso paradossale di gran parte della Chiesa. Tuttavia, mi capita spesso di pensare alla possibilità di una vita eterna dopo la morte, anche se mi riesce molto difficile immaginarla concretamente, soprattutto adottando canoni tipicamente umani. Anzi, a dire il vero, l’eternità, qualunque forma essa abbia, mi spaventa un poco.

Quando si parla di vita eterna e immortalità, mi vengono in mente anche i santoni dell’Himalaya, che vivono ad alta quota, in perfetta solitudine, dediti alla meditazione e alla preghiera. A questi santoni viene attribuita un’età molto più avanzata di qualsiasi essere umano, anzi pare che siano stati visti ad intervalli di secoli sempre con il medesimo aspetto.

Si tratta, ovviamente, di una leggenda, così come è una leggenda quella dei vampiri, che nella letteratura fantasy sono dipinti come giovani stupendi e immortali, alla continua ricerca di sangue.

Ebbene, dopo aver mischiato il sacro con il profano, non posso fare a meno di pensare che immortalità è anche lasciare qualcosa di sé agli altri, qualcosa in grado di sopravvivere in maniera duratura, oltrepassando i secoli e rimanendo sempre vivo e attuale. I grandi autori come Manzoni, Shakespeare, Goldoni (per citarne solo alcuni) in fondo ci sono riusciti.

Immortalità

Aforismi – Ricchezza e salute

“La ricchezza non è tutto, ma è molto meglio della salute. Dopo tutto, non è che si possa andare dal macellaio e dire: “Guardi che bell’abbronzatura che ho, e non solo, ma non prendo mai un raffreddore”,  e aspettarsi che vi incarti un filetto (a meno che il macellaio non sia completamente idiota)”

                                                                                                               Woody Allen

L’ironia di Woody Allen è sempre superlativa, oltre che fonte di interessanti riflessioni. In particolare, questa sua battuta si adatta agevolmente a vicende italiane, anche recenti.

Che la ricchezza non sia tutto è un luogo comune, ma di sicuro sta diventando sempre più una condizione necessaria per la salute. Come dice Allen, la ricchezza è molto meglio della salute, ma proprio perché la seconda sembra non poter più prescindere dalla prima.

Il sistema sanitario pubblico italiano, in molte Regioni, nel corso degli anni ha visto contrarre notevolmente la tutela dei livelli essenziali di assistenza. Se lasciamo da parte alcune Regioni del Nord (Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Province di Trento e Bolzano) che garantiscono cure decisamente maggiori, nelle altre realtà regionali le prestazioni mediche garantite dal sistema sanitario sono molto ridotte. Con ospedali affollati e fatiscenti, lunghe liste di attesa per esami e visite di controllo, coloro che hanno buone disponibilità economiche decidono di rivolgersi a strutture private, gli altri non possono che affidarsi alla buona sorte.

E fin qui, parliamo di vicende tristemente note. Poi, però, le notizie diffuse in questi giorni sulla condanna per frode della casa farmaceutica italiana, la Menarini di Firenze, ci fanno capire che la realtà è di gran lunga peggiore.

La Menarini per quasi trent’anni avrebbe perpetrato una colossale frode ai danni del sistema sanitario nazionale, usando società estere fittizie per l’acquisto dei principi attivi dei farmaci, per poi aumentarne il prezzo finale grazie a una serie di false fatturazioni. Lo Stato avrebbe, quindi, rimborsato in questi anni medicinali con prezzi gonfiati con un danno di 860 milioni di euro. In poche parole, i vertici della Menarini hanno sottratto risorse al Sistema sanitario pubblico, che sarebbero state utilizzate altrimenti per assistere pazienti gravemente malati, condurre ricerche scientifiche per la scoperta di nuove cure o ristrutturare ospedali.

Quindi, parafrasando Woody Allen, questi soggetti hanno certamente ritenuto che la loro ricchezza fosse molto meglio della nostra salute. Pagheranno davvero per tutto ciò?

STAINO-SANITA