Cosa ricorderemo, tra un anno, della XXXVI edizione del Salone Internazionale del Libro? Niente. Tutt’al più, con l’apporto di qualche cronista zelante, riandremo alle aggressioni subite da alcuni ospiti illustri del Salone e alle “manganellate” inferte alle voci fuori dal coro che chissà se saranno ancora parte integrante di quel limbo illusorio e consolatorio da cui ora traggono forza. Di certo, non ricorderemo nemmeno il titolo di un libro. A voler essere ottimisti, qualcuno potrebbe pure dire: ma sì, Naif, il libro di quello scrittore con un occhio solo. In tal caso, bisognerebbe essere compassionevoli quanto basta da non chiedere nome e cognome dell’autore di Knife. E sorvolare sullo spelling.
C’è che questa vostra società malmostosa, incapace di pensiero indipendente, non merita un evento tanto prestigioso: dare perle ai porci, si sarebbe detto un tempo, quando in assenza del politicamente corretto si potevano riportare le cose in maniera puntuale e corretta. O, almeno, non filologicamente modificata.
P.S. Ai contestatori che impediscono la libera espressione, ai pornografi delle doléances prêt-à-porter di cui fare sfoggio sui social e in tv, direi: andate a rivedere il concetto di democrazia. E poi, se lo riterrete opportuno, tornate a riempirvi la bocca della differenza che passa tra censura e dissenso. Questa volta citando le fonti. Perché è lampante che la sicumera esibita non è farina del vostro sacco.
Una mappa di Francesca Baerald
Sempre puntuali le tue osservazioni, Viola. Tutto quello che accade in questo paese non solo si trasforma in una pagliacciata, ma interessa soltanto a tutta quella marmaglia, che non sa nemmeno cosa, chi, e perchè contesta, mentre non esiste più il classico contradditorio, l’unica espressione tipica di una democrazia vera, dove parole e dissenso ne sono le fondamenta- Buona giornata-
Bella immagine, sembra una litografia dell’ inferno dantesco.
“Tutto quello che accade in questo paese non solo si trasforma in una pagliacciata, ma interessa soltanto a tutta quella marmaglia, che non sa nemmeno cosa, chi, e perchè contesta…”
Certo, perché sono imbeccati e di base ignoranti, anche nel modo di porsi. Cadute nel dimenticatoio le parole di Gandhi “Mi oppongo alla violenza perché, quando sembra produrre il bene, è un bene temporaneo; mentre il male che fa è permanente.” Ora questi giovani arrabbiati hanno imparato il ritornello “la censura arriva dall’alto e il dissenso dal basso” e tanto basta. Beati loro che non sanno.
“sembra una litografia dell’ inferno dantesco”
e non ti sembra che faccia pendant con tutto questo bailamme?
Certo che sì.
Let it be, let it be, let it be, let it be, there will be an answer, let it be…