Il mio autore è uno bravo. Ha fatto di me un’eroina malgrado mi mancassero i fondamentali. Mi ha immaginata carina e con gli occhi intelligenti, al limite dell’impertinenza. Con i capelli, invece, non si è impegnato un granché, ma la fronte spaziosa è un indizio aggiuntivo. Il mio autore mi ha fatto prendere un diploma e una laurea, poi mi ha dato una cattedra della quale non ho fatto un grand’uso: c’è che sono una ribelle, e se devo picchiare qualcuno per difendere un’ideale, beh, sono (pre)disposta a viaggiare per l’Europa finché non lo trovo. E questo fa di me un’insegnante con scarsa dedizione al ruolo.
Qualche mese fa il mio autore ha voluto fare un salto di qualità e mi ha candidata alle europee. Io stessa, benché lusingata, gli ho detto che stava esagerando e lui, sornione, mi ha ricordato che il fantasy non sottostà alla verosimiglianza e ad altre ridicolaggini simili. Dunque, sono pronta per una nuova avventura che mi ripagherà dell’anno passato in carcere ingiustamente. Ma sia chiaro: malgrado quella parentesi orribile, io al mio autore voglio tanto bene, perché lui non turba mai la gioia de’ suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande.
(La mia saga eterodossa continua…)
Un autore trasformista: prima ideologicamente destrorso, poi astutamente sinistroide e ora liberale….
E mai un autore in grado di creare un personaggio integerrimo, o quasi.