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Tanti proletari piccoli piccoli

Post n°128 pubblicato il 11 Maggio 2011 da xenuca

 

Mi guardo intorno. Sono in ufficio, davanti al computer, mi basterebbe aprire il browser per sapere qual è l'ultima (nel senso di più recente, purtroppo) delirante affermazione del premier, l'ultimo (ancora nel senso di più recente, purtroppo) bilancio dei bombardamenti in Libia, cosa sta succedendo in Colombia (di questo le grandi testate non parlano, ma nella rete qualcosa si riesce a pescare), dove sono state mandate le  prostitute milanesi (la Moratti le vuole in periferia, Berlusconi in parlamento, finalmente anche all'interno del pdl si scorgono elementi per un dibattito).
Invece niente web, mi guardo intorno alla maniera degli antichi, osservo i miei colleghi, sento i loro discorsi accavallarsi tra un'isola e l'altra del nostro open space.
Closed minds.
Sono circondata da brave persone pericolose.
Brave persone simpatiche, affabili, cortesi. Lavoratori arrabbiati, con tanta fiducia nei sindacati da aderire incondizionatamente ad ogni sciopero (senza neppure leggere i comunicati e sapere per cosa sono indetti. Loro scioperano, così possono allungare il week end, o dedicare un'intera giornata allo shopping, o dormire fino a tardi. Alle manifestazioni ci vadano quelli che non hanno niente da fare, i precari, i disoccupati, le RSU.)
Qui siamo in una sede periferica dove il lavoro è poco, facile e noioso (considerato che nella sede dove lavoravo fino a ottobre il lavoro era sempre troppo, urgente, delicato e stressante, ben venga la noia) e il capo è un bonaccione innocuo, ma loro lo odiano. È il capo e in quanto tale un nemico. Non importa che guadagni poco più di noi per il quintuplo delle responsabilità, non abbia nemmeno un piccolo cantuccio in organigramma e sia solo un semplice impiegato padre di famiglia dipendente come noi, lui è il nostro capo, se fa un incidente venendo al lavoro con l'auto nuova (comprata usata un mese fa) si esulta, si fanno pernacchie e risate e si spera che si sia fatto un po' male così magari sta a casa qualche giorno e ci lascia in pace.
Quando è stata tamponata Caterina, la collega che il 6 maggio ha scioperato per andare a farsi le cavitazioni, nessuno si è particolarmente preoccupato, però i meglio informati si sono adoperati per consigliarle come fregare l'assicurazione per guadagnare il più possibile.
Chiara è la più giovane, ha una passione per lo scrap, un marito di cui si lamenta sempre, una bimba con un problema di salute. Ha anche una cotta per il medico della figlia, un belloccio che a suo dire le manda inequivocabili segnali di avances (ma da quello che racconta, a me sembra cortesia sopravvalutata, con piccoli e dosati incoraggiamenti alla cliente invaghita, concessi più al proprio narcisismo che al beneficio della destinataria). Ieri è entrata esultante in ufficio, ha scoperto nome e cognome della moglie del medico e così ha visto la foto su facebook. Saltellava felice definendola un rutto. Che definizione sgradevole. Non solo per il termine, ma soprattutto perché rivolta ad una donna che non le ha fatto niente di male (anzi, è lei che sogna di rubarle il marito!) e fatta da una persona che si vanta di essere sensibile buona e resa saggia dalle lezioni della vita (oltretutto la signora non è affatto brutta, direi carina, ma in confronto a Chiara comunque è una miss).
La signora Rosa, che fa le pulizie in ufficio, è un'altra brava persona. Ogni tanto ci porta una teglia di pasta fatta da lei, o le olive sott'olio, o una cassetta di frutta delle sue piante in Calabria. È molto materna soprattutto con me, perché vivo qui da poco e ho la famiglia lontana. Mi ha confidato di aver investito due ragazzi cinesi qui sotto, tempo fa. Era buio e non si era accorta che stavano attraversando la strada, è scesa dall'auto e quando ha visto che si trattava di due cinesi ubriaconi (certo, barcollavano perché erano ubriachi, non perché erano appena stati investiti) ha rimesso in moto ed è scappata. Molto maternamente mi ha raccomandato di fare lo stesso se dovesse capitarmi, e ha insistito per lasciarmi il suo numero di telefono, visto che sono sola, così se ho bisogno posso chiamarla.
Brave persone. Maccheroni e imbrogli, saggezza e furbizia, tarallucci vino invidia e ignoranza.
Li osservo e mi rendo conto di quanto bene ci rappresentano i nostri politici.
Se il potere rende ladri, la mancanza di potere rende meschini. Certo sto generalizzando, ogni individuo è diverso; mi riferisco alla maggioranza di quelli che osservo, però in democrazia, si sa, è la maggioranza che pesa.


Poi tutti a gridare vogliamo la pace pace pace pace...
Cosa si sogna? Un mondo un po' meglio più non si sogna
magari fra tutti un po' di pudore e vergogna.
Bobo Rondelli

 
 
 
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IL CUORE

Più nessuno incide
sui muri
nei tronchi
    luigi e maria
      rachele e carlo
         marta e alfonso
con due cuori
intrecciati.

adesso le coppie
leggono quelle arcaiche
fastidiose tenerezze
sui muri
nei tronchi
e commentano
    che stucchevole
prima di lasciarsi
per sempre.

Mario Benedetti

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