Creato da HansSchnier il 28/10/2009

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da Wikipedia, voce "Critica della ragion pratica"

Post n°256 pubblicato il 08 Dicembre 2018 da HansSchnier

""Ogni morale non può essere limitata nel conseguimento del bene. Non posso propormi di conseguire il bene fino ad un certo punto e non oltre. Il fine dell'azione morale quindi deve essere il "sommo bene". Ma cosa s'intende per sommo bene? Per alcuni semplicemente il sommo bene, inteso come "il bene più alto", consiste nell'obbedire agli imperativi categorici. Prendendo come guida gli imperativi categorici ognuno quindi può raggiungere il sommo bene. Altri intendono il sommo bene come "il bene più completo" considerato come l'insieme di "virtù e "felicità". Ma tali concetti entrano tra loro in contrasto: si parla di un'antinomia. L'unico modo per risolvere quest'ultima diviene quindi la postulazione di un mondo dell'aldilà in cui possa avvenire l'identificazione di virtù e felicità che nel mondo terreno è impossibile.

Per questa ragione Kant formula i postulati etici: per definizione essi sono proposizioni teoretiche non dimostrabili e assolutamente necessarie riferite alla legge morale e alla sua condizione di pensabilità ed esistenza. I tre postulati sono i seguenti:

1. Postulato dell'immortalità dell'anima: poiché solamente la condizione di santità reca l'uomo al sommo bene, e poiché essa è possibile solo nell'aldilà si deve affermare che il soggetto morale ha a sua disposizione un tempo illimitato ed infinito.

2. Postulato dell'esistenza di Dio: Dio è considerato il garante della corrispondenza che sussiste tra virtù e felicità.

3. Postulato della libertà: se c'è la legge morale vi è conseguentemente anche la libertà assoluta del soggetto. La libertà esiste di certo, a differenza dei due postulati precedenti: l'immortalità dell'anima e Dio costituiscono solamente due situazioni che vengono ipotizzate in modo che la morale possa essere realizzata a pieno, cosa che nel mondo terreno diviene impossibile.

Ecco quindi comparire come "postulati della ragion pratica" quelle che erano le tre idee della Ragione metafisica che non trovavano spiegazione nella dialettica trascendentale e che dimostravano l'illusorietà e l'inganno della metafisica quando pretendeva di presentarsi come scienza. Ora quelle stesse idee fallaci sul piano teorico acquistano invece valore sul piano pratico, morale, divengono corollari della legge morale.""


Commento di Hans: La cosa stupenda è che in questo modo Kant "usa" Dio come un mezzo (precisamente, come un postulato di cui la legge morale si serve per dotarsi della necessaria solidità), anziché considerarlo come un "fine in sé". Sembra una strumentalizzazione, non molto diversa da quella che il filosofo vieta categoricamente nei rapporti tra gli esseri umani.

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