Niky & Cris

Come detto, in Messico i cenòtes sono vere e proprie attrattive turistiche, lungo la Carrettera Federal ce ne sono moltissimi. Noi ne visitiamo uno totalmente diverso da quello visitato nei pressi di  Chichèn-itza, questo è una vera e propria grotta carsica. Saliamo in un vecchio e sgangherato fuoristrada e veniamo accompagnati sul posto dalla nostra guida maya. Indossiamo i giubbottini di salvataggio e scendiamo lungo la scala che ci condurrà nella grotta. Alla base della scala una piccola pedana in legno già parzialmente sommersa dall’acqua e poi più nulla. Una vasca d’acqua dolce di un color verde smeraldo si estende per una ventina di metri. Entriamo in acqua e ci godiamo un bel bagnetto in un luogo davvero suggestivo. Grandi formazioni di stalattiti ancora gocciolanti scendono dal soffitto della grotta, piccoli pesci-gatto incuriositi dalla nostra presenza nuotano con noi. Sott’acqua lo spettacolo continua con bianche formazioni di stalagmiti che affiorano qua e là dall’oscurità delle acque. In certi punti si sente la corrente che scorre sotto di noi, è la stessa che collega tutti i cenòtes della zona,formando una sorta di fiume sotterraneo. Scattiamo molte foto, ci godiamo ancora qualche minuto da speleologi improvvisati e poi via verso la prossima tappa…

Cenote Labnaha

Un giorno, durante il nostro soggiorno, in compagnia dei nostri amici Alberto e Cinzia, partiamo per una bella escursione. La prima tappa del nostro giretto ci porta ad Akumàl, piccolo paesino vicino a Tulùm chiamato “il rifugio delle tartarughe”. La spiaggia di  Akumàl è famosa in tutta la riviera perché frequentata appunto dalle tartarughe marine che qui vengono per nutrirsi e deporre le uova. Qui vi è anche la sede della CEA (Centro Ecologico di Akumàl), piccolo ma importante centro di riferimento della zona. 

La barriera corallina si trova a non più di cento metri dalla riva e già dopo poche pinnate si possono vedere questi begli esemplari di tartaruga, per nulla intimoriti dalla presenza dell’uomo, brucare i ciuffetti di alghe sul fondo dell’oceano.Sicuramente lo spettacolo più suggestivo lo si vive durante la schiusa delle uova e la discesa delle piccole tartarughine appena nate verso il mare. Noi purtroppo non abbiamo assistito a questo evento, ma abbiamo potuto vedere i molti nidi presenti nelle spiagge della zona pieni zeppi di uova dalla forma e dimensione di una pallina da golf. Emozionante!

Spiaggia di Akumal

Uovo di tartaruga marina

Tartaruga ad Akumal

Terminato il nostro tour, veniamo accompagnati dalla nostra guida in Riviera Maya nel resort che ci ospiterà per i prossimi cinque giorni: Il Barcélo Tropical Beach.  La Riviera Maya è una  famosa zona turistica sviluppatasi a partire dagli anni ’50.  I tanti complessi alberghieri, molti di essi grandi come paesi,sono distribuiti lungo la strada che collega Tulùm a Cancùn:  la Carrettera Federal.

Il nostro è un grande e lussuoso complesso, composto da cinque piccoli villaggi distinti per categoria.  Dentro ci sono otto ristoranti, più di dieci bar, Spa e centro benessere, boutique, negozi, teatri e chi più ne ha, più ne metta. Sicuramente un luogo dove non si corre il ischio di non trovare qualcosa da fare. La spiaggia di fine saggia bianca è contornata da alte palme e si estende su due grandi baie. C’è inoltre un lungo pontile che porta vicino barriera corallina, dal quale tuffarsi per fare un po’ di snorkeling.

Niky ed io alloggiamo in una palazzina immersa in un grande giardino tropicale, dove ogni tanto ci vengono a far visita simpatici orsetti a caccia di qualche nocciolina.Molto simpatici!

Barcelo Maya Tropical

Giardino al Barcelo

Veduta della spiaggia

Il Messico, come detto, è un paese con forti contrasti, risultato della fusioni di più civiltà. 

Il nostro tour ci ha portato nei luoghi più importanti del paese, ce ne sarebbero altri da visitare, ma servirebbe più tempo. La fase storica che più mi ha colpito e affascinato è senza dubbio quella precolombiana. Evoluti, grandi conoscitori del cielo e dalle usanze alquanto cruenti i popoli indigeni hanno prosperato per molto molto tempo su queste terre, per poi essere spazzati via, in soli due anni, dai Conquistadores Spagnoli, un gruppo di galeotti, opportunisti e senza scrupoli. Il messicano odierno sembra aver accettato le fasi storiche senza particolari drammi, mentre questo non si può dire per le minorante indigene. Come gli indiani d’America, anche gli Indios messicani sono alle prese con grossi problemi di integrazione sociale. Oggi alcune comunità vivono nelle giungle del Chiapas e dello Yùcatan. Grazie a loro, antichi rituali sono sopravvissuti fino ai nostri giorni e, poterli osservare, meglio ci aiuta a comprendere questo antico e misterioso popolo.

Indio a San Cristobal

Nelle vicinanze dell’area archeologica di Chichèn-itza, si trova il cènote Ik-Kil . I“cènotes” in Messico sono una vera e propria attrazione turistica, sono grotte di tipo carsico tutte collegate tra loro da un fiume sotterraneo, formatesi dopo l’impatto del meteorite che causò l’estinzione dei dinosauri.  Questo in particolare è un“buco rotondo” largo circa 30 metri e profondo 40. Nel punto di massima profondità l’acqua al suo interno - di un turchese brillante - raggiunge i 60 metri.  Il tempo di infilarmi il costume e… via!!! Nuotare nelle fresche acque del cènote è una sensazione indescrivibile, il contatto diretto con la natura è totale. Ci sono moltissimi piccoli pesci-gatto per nulla intimoriti dall’uomo, le lunghe radici degli alberi e le liane cadono dal cielo come corde e cascatelle d’acqua scendono dal soffitto formando docce naturali. Meraviglioso!!!

Vorrei fermare il tempo e godermi questo bagno all’infinito ma purtroppo… il pranzo ci attende, ma soprattutto ad attenderci ci sono le lunghe spiagge bianche della riviera maya!

Cènote Ik-Kil

Cènote Ik-Kil

Cènote Ik-Kil