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Parte due

Post n°4 pubblicato il 25 Aprile 2007 da setairlandese

Chissà mai se riuscirò a finire questo capolavoro, anche perché parto sempre con molto entusiasmo e con la genoanità depressiva nel cuore tanto rapidamente mi sgonfio come un palloncino venduto ad un Luna Park. Sai quei palloncini gonfiati ad una tensione tale che quasi non ti viene il coraggio di tenerli in mano, se non ad un metro dalla tua testolina infantile, per l’appunto sulle nuvole che,  a quella età vedi solo bianche. Le nere cominci a vederle quando capisci la differenza tra la vita e la morte, quando sentirsi così immortali diviene un pensiero mica tanto poi cos’ difficile da interpretare, e la sola paura di dire ciao comincia a fare capolino.. il tuo appunto.

Se chiedessi ad ognuno di voi il modo in cui l’infanzia sia scivolata via, forse avrei dieci risposte diverse. E dico dieci perché le due mani rappresentano il numero massimo di persone che avranno il coraggio di leggere il mio capolavoro. Ed andrebbe già bene, almeno potrei dire che i miei lettori non si contano sulle dita di una mano ma di due.

La mia infanzia è appunto scivolata via veloce e questa è la cosa che più mi rattrista poiché ora saprei cosa fare alla età di otto anni, ora saprei cosa dire ad una ragazzina di nome Laura, ora saprei come controllare i primi ormoni che sbocciavano e scoppiettavano nella estate di parecchi anni fa, e come innocue michette di capodanno che ti scoppiano tra le mani, altro non fanno che rinsecchire un fazzoletto magari stirato con cura dalla mamma perfetta…. Solo a diciotto capii che forse era meglio usare quelli di carta. Verba volant scripta manent. E in questi giochi la manent è protagonista.

 

Forse però mi rendo conto che scrivere della mia infanzia ridurrebbe il numero dei lettori, poiché ancora di preciso non so cosa scrivere o cosa impostare per voi.  Ricordo solo che, ritornando alle pellicine iniziali, la cosa che mi spaventava durante la fase di massaggio gengivale, era il vedere la mia pelle raggrinzirsi come quando esci dalla vasca, e stare in pena fino a quando lentamente non riassumeva la naturale distesa posizione. Scusate ma volevo dirvelo, non potevo andare avanti senza avervi espresso questo particolare. E’ un link, un collegamento, e potrebbe risultare utile per dopo.

 
 
 
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Un blog di: setairlandese
Data di creazione: 24/04/2007
 

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